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SCHEDA AUTOBIOGRAFICA DI FERNANDO DE ANGELIS

Ultimo Aggiornamento: 19/02/2010 17:57
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14/11/2009 12:41

CHE DICO DI ME STESSO

(14/11/09) di Fernando De Angelis

Di fronte alla inusualità delle tesi bibliche proposte, qualcuno mi fatto le inevitabili domande: «Pensi che la sapienza sia cominciata con te? Chi ti credi di essere?» Provo a rispondere e soprattutto a rispondermi.
Da giovane pascolavo le mucche e lavoravo i campi nelle montagne del cosiddetto “Deserto Umbro” (Manigi di Cascia). Poi ho provato a diventare uno studente universitario moderno, ma sono invece entrato in una crisi esistenziale profonda e, proprio a quel punto, mi è capitato fra le mani prima il Vangelo e poi l’intera Bibbia.
Ho così scoperto che la categoria dei pastori è particolarmente adatta a comunicare con Dio (forse per l’abitudine al silenzio e per l’atteggiamento di concretezza) e infatti erano pastori Abele, Giacobbe, Mosè, Davide, Amos ed i primi ebrei ai quali fu annunciata la nascita del messia Gesù. È vero che poi Gesù ha privilegiato la categoria dei pescatori (Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni lo erano, Matteo 4:18-22), ma anche loro erano persone semplici e immerse in un ambiente rurale.
Prima che da questi ragionamenti, sono stato però impressionato dalle parole di Gesù: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli» (Matteo 11:25). Anziché seppellire il mio passato di montanaro, ho allora desiderato tenermelo stretto, cercando di leggere la Bibbia con semplicità e concretezza.
Non disprezzo la cultura, perché Mosè fece sì il pastore nel deserto, ma prima fu educato nella più prestigiosa corte del tempo. C’è poi da riflettere che, dopo aver messo le basi della Chiesa con due «popolani senza istruzione» quali erano Pietro e Giovanni (Atti 4:13), Dio ha proseguito l’opera eleggendo ad apostolo Paolo, che aveva alte qualifiche umane: scuola biblica dal grande Gamaliele (Atti 5:34; 22:3), cittadino romano (Atti 16:37), che ben conosceva la lingua e la cultura greca (Atti 17:16:31).
Non mi chiedano però i teologi di innalzarmi al loro livello, perché non ne sarei capace e perché finiremmo per parlarci l’un l’altro, anziché parlare alla gente. Se invece chi ha cultura si abbassa (vedi Paolo, 1Corinzi 9:22), possiamo dialogare con tutti, riferendoci non ad una “scuola di pensiero”, ma direttamente alla Bibbia.
Mi piacciono molto le seguenti parole di Amos: «Io non sono un profeta, né figlio di profeta; sono un mandriano e coltivo i sicomori. Il Signore mi prese mentre ero dietro al gregge e mi disse: “Va’, profetizza al mio popolo, a Israele”» (Amos 7:14). Ho io ricevuto una particolare chiamata da Dio? Alcuni sanno che circa 30 anni fa (1977) lasciai l’insegnamento e trascinai anche mia moglie Gilda all’avventura, proprio perché mi convinsi che Dio mi chiamava ad un impegno più diretto per lui. L’esperimento si concluse presto e feci la figura di un don Chisciotte, ma poi mi è parso che quel progetto sia gradualmente riemerso.
I miei scritti sono allora ispirati? NOOO! Dovete dire NO perché “ispirata” è una qualifica che deve essere lasciata in esclusiva alla Bibbia e perché io non ritengo assolutamente di aver ricevuto nuove rivelazioni. Certo, non nascondo che in tutta la mia vicenda ci veda una qualche influenza da parte di Dio, ma voi dovete cominciare con l’escluderla. Poi, leggendo, forse lo Spirito di Dio vi farà porre l’accento su un aspetto o sull’altro (ed a ciascuno forse in modo diverso), se dunque poi recepirete qualcosa di adatto al vostro spirito, sarà perché ve l’avrà suggerita lo Spirito, spingendovi ad una maggior attenzione verso la Bibbia, dalla quale continuare ad apprendere in modo diretto. Vi dimenticherete allora di Fernando e di quel che ha scritto e questo è il mio massimo obiettivo.
Per concludere, preferisco soffermarmi il meno possibile in risposte su me stesso, mentre ritengo doveroso esporre le convinzioni bibliche maturate: che cosa poi gli altri ne faranno e come mi considereranno sono in fondo questioni che m’interessano poco.



Per contatti: roberto.carson@tiscali.it
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