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Parliamo un po' di fantascienza

Ultimo Aggiornamento: 22/12/2023 17:34
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29/10/2018 13:54
 
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Un'intelligenza artificiale che guarda con superiorità i resti di un cranio del suo creatore.

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anto_netti
29/10/2018 15:12
 
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Truppe d'assalto di intelligenze artificiali di fattura aliena.

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anto_netti
29/10/2018 15:25
 
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I droni di assalto di Matrix. Così potrebbero essere dei droni di attacco di intelligenze artificiali di fattura aliena.

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29/10/2018 15:35
 
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Astronavi d'attacco di intelligenze artificiali di fattura aliena.

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anto_netti
31/10/2018 08:43
 
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Il filone di fantascienza dove macchine di creazione terrestre si evolvono e si ribellano all'uomo, è ormai molto sfruttato. Ne abbiamo un esempio con la saga di "Terminator" e molti altri films e romanzi.

Il filone di fantascienza dove macchine di creazione aliena si evolvono e si ribellano al proprio creatore e vogliono distruggere tutte le forme di vita organica, è meno sfruttato. Sono degli esempi la saga di "Battlestar Galactica" e il videogioco "Mass Effect". In quest'ultimo dove si incontrano moltissime civiltà aliene si incontrano anche civiltà formate da intelligenze artificiali. In Mass Effect, ne incontriamo due i "Geth" e i "Razziatori".

I Geth

I Geth sono robot bipedi ideati dai Quarian come manodopera per alcuni lavori e soldati di fanteria per l'esercito. In breve tempo hanno però iniziato ad acquisire l'autocoscienza: questo ha condotto ad una guerra che, vinta dai Geth, ha costretto i Quarian a fuggire nello spazio. Il successo dei Geth è dovuto in larga parte all'efficienza della loro rete neurale, che gli consente di condividere la loro potenza di calcolo con altre unità: un solo Geth ha un'intelligenza basilare, paragonabile all'istinto degli animali, ma in gruppo i Geth possono ragionare, analizzare situazioni e sviluppare tattiche.

I Razziatori

I Razziatori sono avanzatissime macchine senzienti che, come si scoprirà nel corso del gioco, distruggono periodicamente (ogni 50000 anni circa) le civiltà organiche abbastanza avanzate da formare una comunità interstellare, allo scopo di mantenere l'ordine nella galassia imponendo la propria logica e guidando l'evoluzione delle civiltà più giovani su binari prefissati. Si presentano sotto forma di enormi navi spaziali, e la loro arma più importante è la capacità di indottrinare gli organici, inducendoli ad agire secondo il proprio punto di vista ma facengogli credere, allo stesso tempo, di riuscire a mantenere il completo controllo delle loro azioni; l'indottrinamento è però un'arma a doppio taglio: maggiore è l'effetto, minori sono le capacità mentali residue nell'individuo.

it.wikipedia.org/wiki/Mass_Effect

Sarebbe quindi intrigante inserire nuove razze aliene e intelligenze artificiali aliene nella saga di Alien. E' vero, però che la saga perderebbe il suo fascino di originalità. Ma se si vuole salvare la saga. Bisogna che diventi una saga tipo Star Wars o Star Trek. Perché è questo ormai lo stile delle grandi saghe.
Già con l'ultimo film di Predator e cioè "The Predator", si è visto un cambiamento di stile. Indirizzando la saga di Predator verso lo stile Star Wars e Star Trek.

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anto_netti
31/10/2018 12:50
 
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Un pianeta abitato da intelligenze artificiali di fattura aliena.

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anto_netti
31/10/2018 12:54
 
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Droni d'attacco di intelligenze artificiali di fattura aliena.

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anto_netti
31/10/2018 12:56
 
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Robot d'attacco di fattura aliena.

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anto_netti
06/11/2018 16:03
 
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Il sesto film
Alien Covenant

Scheda tecnica

Titolo originale: Alien Covenant
Anno di produzione: 2017
Produzione: Brandywine Productions, Scott Free Productions
Prodotto da: Ridley Scott, Mark Huffman, Michael Schaefer, David Giler, Walter Hill
Distribuzione: 20th Century Fox
Durata: 122 minuti
Regia: Ridley Scott
Sceneggiatura di: John Logan, Dante Harper
Musiche: Jed Kurzel
Scenografia: Chris Seagers

Trama

In un flashback antecedente alla spedizione Prometheus Sir Peter Weyland, fondatore della Weyland Corporation, si rivolge ad un androide da lui appena attivato. La conversazione ha luogo in una grande stanza bianca con una veduta su una sorta di paesaggio islandese, stanza in cui si trovano solo cinque oggetti: due poltrone trono di Carlo Bugatti, il quadro della Natività di Piero della Francesca, un pianoforte Steinway gran coda e la statua del David di Michelangelo. Weyland chiede all'androide di scegliersi un nome e questi, guardando la statua, sceglie 'David'; gli chiede poi di suonare al pianoforte un pezzo a sua scelta di Wagner, il sintetico esegue "Entrata degli dei nel Valhalla" da L'oro del Reno, scena seconda. Weyland si presenta a David come il suo padre creatore e l'androide gli domanda chi allora abbia creato lui. Il tycoon gli risponde che spera di riuscire a dare una risposta a questo antico quesito insieme a lui.
Anno 2104. L'astronave USCSS Covenant, in missione di colonizzazione planetaria, è in viaggio verso il pianeta Origae-6 con a bordo oltre 2.000 coloni in stato di ipersonno, 1140 embrioni congelati e 15 membri di equipaggio. Un brillamento stellare, anticipato da una tempesta di neutrini, colpisce l'astronave provocando ingenti danni e la morte di 47 coloni, 16 embrioni, e quella del capitano Branson. L'androide Walter si ritrova così costretto a svegliare l'equipaggio dal sonno criogenico e Chris Oram, il primo ufficiale della Covenant, assume il comando della missione. Mentre sta riparando l'astronave, l'equipaggio intercetta una strana trasmissione radio proveniente da un vicino pianeta contenente, tra l'altro, le note di Take Me Home, Country Roads di John Denver. Il comandante decide di indagare sulla sua provenienza nonostante la contrarietà di Daniels.
Raggiunto il pianeta, l'equipaggio sperimenta una certa difficoltà nelle trasmissioni a causa di una tempesta ionica. Toccato il suolo, Tennessee, Ricks e Upworth rimangono a bordo della Covenant in orbita nello spazio mentre il resto dell'equipaggio si dirige sul pianeta per esplorarlo. Essi si ritrovano su un pianeta verdeggiante privo però di forme di vita animale. Durante l'esplorazione Karine, la moglie di Oram, decide di effettuare alcuni esami tossicologici sul terreno venendo accompagnata da Ledward, un membro della squadra di sicurezza, che calpesta inavvertitamente piccoli baccelli neri causando la fuoriuscita di alcune spore che gli penetrano nell’orecchio senza che egli se ne accorga. Nel corso di ulteriori ricerche la squadra scopre il relitto di un'astronave aliena precipitata e al suo interno trova la fonte della trasmissione che hanno captato e una piastrina identificativa appartenuta a una certa "Dr. E. Shaw". Nel frattempo Ledward inizia a sentirsi male e Karine lo riconduce alla navetta di sbarco per avviare i protocolli di quarantena. Karine lo porta con urgenza nell'infermeria della navicella, dove l’uomo comincia a perdere sangue e a tremare sempre più violentemente finché non gli fuoriesce dalla schiena il neomorfo, una creatura aliena. Faris, la pilota della navetta, chiude Karine nella stanza con l’alieno per salvaguardare la quarantena. La donna tenta invano di difendersi, ma l’alieno l'aggredisce e l'uccide per poi scappare dall’infermeria. Nel disperato tentativo di uccidere la creatura, Faris spara accidentalmente a diversi serbatoi infiammabili collocati a bordo della nave, provocando così un'esplosione che l'uccide e distrugge completamente la navetta. Il neomorfo riesce però a fuggire. Nel frattempo Hallett, rimasto anch'esso infettato dalle spore, muore quando dalla sua bocca fuoriesce un secondo Neomorfo.
I neomorfi, cresciuti rapidamente, attaccano l'equipaggio a terra riuscendo ad uccidere Ankor. Il team di sicurezza riesce ad eliminare una delle creature, mentre la seconda fugge spaventata da un razzo di segnalazione accecante sparato da una misteriosa figura incappucciata. Non riuscendo a contattare la Covenant a causa di interferenze ioniche, l'equipaggio è costretto a seguire l'uomo incappucciato che li conduce in una vicina città in rovina disseminata di cadaveri del popolo nativo. Raggiunto un vasto tempio situato al centro della città, l'uomo si rivela essere David, sopravvissuto dell'astronave USCSS Prometheus. Egli racconta che lui e la dottoressa Shaw sono giunti sul pianeta dieci anni prima a bordo della nave aliena, il cui carico di liquido nero è accidentalmente precipitato sulla città al momento del loro arrivo sterminando i suoi abitanti e contaminando il pianeta. David racconta anche che Shaw è rimasta uccisa nello schianto della nave lasciandolo solo.
David e Walter, l'androide della Covenant versione successiva dello stesso modello, trascorrono diverso tempo insieme nel tempio e David fa notare a Walter in vari modi la sua incapacità di creare citando quale maestosa creazione il sonetto Ozymandias che attribuisce a Byron; in seguito Walter gli fa notare che l'autore in realtà è Shelley e, riferendosi a lui, che una nota stonata alla fine può distruggere l'intera sinfonia. David, deluso della mancanza di capacità di emozione del suo successore, lo disattiva. Nel frattempo il Neomorfo sopravvissuto, ormai cresciuto, penetra nel tempio ed uccide Rosenthal. David trova la creatura intenta a nutrirsi del suo cadavere e prova a comunicare pacificamente con essa; giunge però Oram che spara al Neomorfo uccidendolo e facendo infuriare David. Quando Oram lo minaccia, pretendendo di essere messo a conoscenza della verità circa le sue azioni sul pianeta, David lo conduce ad un laboratorio dove gli mostra i suoi sforzi per creare geneticamente una forma di vita superiore a partire dalle creature prodotte dal liquido nero. David conduce poi Oram in una stanza situata ai livelli inferiori del tempio dove si trovano diverse uova della creatura che ha creato. Una delle uova si apre rapidamente e Oram viene attaccato da un facehugger. David resta in attesa e osserva Oram che viene ucciso dall'alieno neonato che fuoriesce dal suo corpo.
Il sergente Lope viene anch'esso attaccato da un facehugger, ma è salvato in tempo da Cole che taglia la creatura con un coltello provocando però una fuoriuscita di sangue acido che brucia la guancia di Lope. Cole viene poi ucciso dal protomorfo cresciuto mentre Lope riesce a fuggire. I membri dell'equipaggio scoprono gradualmente la verità sulle attività di David sul pianeta: dopo esser giunto sul pianeta insieme a Shaw, David ha scagliato intenzionalmente il liquido nero, un'arma biologica recuperata durante la missione Prometheus, sul popolo del pianeta, sterminandolo. Essi scoprono inoltre che Shaw non è morta nello schianto dell'astronave, ma che David le ha impiantato una prima versione della sua creatura, uccidendola. Nel tempio Daniels affronta David che conferma di aver ucciso Shaw durante i suoi esperimenti e poi si appresta ad attaccare la donna. Daniels viene però salvata da Walter che rivela di essere in grado di auto-ripararsi, essendo un androide più avanzato di David. I due androidi ingaggiano uno scontro mentre Daniels fugge. Daniels e Lope riescono a contattare la Covenant e Tennessee invia una navetta di salvataggio in loro soccorso. Daniels, Lope e l'androide Walter salgono a bordo della navetta, ma vengono inseguiti dal protomorfo. Daniels combatte con la creatura a bordo della navetta e riesce finalmente ad ucciderla.
Rientrati sulla Covenant, Daniels e Tennessee portano Lope in infermeria e Daniels va a dormire; risvegliata da Mother, scopre che Lope è stato comunque infettato dal Facehugger e poco dopo infatti viene ucciso dalla nascita dell'alieno. Il protomorfo uccide Ricks e Upworth mentre questi fanno la doccia ma Daniels e Tennessee riescono ad intrappolare la creatura e a espellerla nello spazio. L'equipaggio decide quindi di tornare alla missione originale e si prepara a rientrare in stato di ipersonno. Mentre Walter li fa addormentare uno dopo l'altro, Daniels chiede all'androide se lui la aiuterà a realizzare il sogno del marito quando arriveranno sul loro nuovo pianeta. Walter, con cui Daniels si era in precedenza confidata, non capisce a cosa la donna si riferisca e Daniels comprende che quello che ha davanti è in realtà David. Prima che la donna possa fare qualcosa, David la mette in criostasi, dopodiché si reca nella stanza dove i coloni riposano in ipersonno facendo eseguire a Mother in sottofondo "Entrata degli dei nel Valhalla". Ora ha il controllo della nave e dei coloni. David rigurgita dal suo interno due embrioni di facehugger che colloca insieme agli embrioni umani. Infine utilizza le credenziali di Walter per inoltrare in rete un messaggio ufficiale in cui afferma che l'intero equipaggio, esclusi Daniels e Tennessee, è deceduto a causa del brillamento stellare e che tutti i coloni sono in piena integrità e tranquilli in navigazione verso Origae-6.

it.wikipedia.org/wiki/Alien:_Covenant

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anto_netti
10/11/2018 10:08
 
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Nonostante il fallimento di “Alien Covenant” dovuto al giudizio negativo della critica e dei fan. C’è qualcuno che vuole rivalutare il film. In effetti il film è molto profondo. Grandi frasi. Grandi dialoghi. Il film fa una grande analisi della psicologia dell’androide David. Un androide che ha caratteristiche umane. Che praticamente è un uomo a tutti gli effetti, visto che è stato creato dall’uomo. Con la stessa cattiveria dell’uomo. Caratterizzata da avidità e dominio sugli altri.

Ma a me questo non piace lo stesso. Anche se questo può dare un grande valore al film, come film d’autore e analizza aspetti profondi della psicologia umana. Sarà pure un grande film d’autore. Perde però quel valore di film di fantascienza d’azione. Diventando un film che si dirige verso aspetti antropocentrici. Mettendo l’uomo al centro delle vicende umane. Oggi con le grandi saghe alla Star Wars e alla Star Trek si guarda molto l’azione. E’ vero che così si perde il valore di cose profonde, ma è questo che piace alla maggior parte della gente nella fantascienza: azione, alieni, tecnologie aliene, scontri tra civiltà aliene. In pratica sembra che è quello che è accaduto all’ultimo film di Predator, con “The Predator”. Un film elementare. Senza tante pretese. Tanta tecnologia. Abbastanza godibile. Ma che lascia spazio a tanti altri film.

Il film “Alien Covenant”, inoltre fa perdere allo xenomorfo quel valore di creatura aliena e misteriosa che non dovrebbe avere niente a che fare con l’uomo. Perché è una creatura aliena. Una creatura aliena che a che fare con l’uomo solo per il fatto che vuole distruggerlo.

L'ingombrante figura del cinema d'autore e il triste destino di Alien: Covenant

Ignorato dalla critica e stigmatizzato dal pubblico, il sequel di Prometheus ha dimostrato, nel tempo, una spiccata dote di sensibilità estetica tipica del panorama fantascientifico di stampo autoriale. Cosa può averne decretato il fallimento e, forse, la sua rivalutazione?

Era l’11 maggio del 2017 quando nelle sale cinematografiche italiane veniva proiettato per la prima volta Alien: Covenant, il film che avrebbe dovuto ricucire lo strappo creatosi tra i fan della saga e Ridley Scott, colpevole – con Prometheus – di aver ripreso in mano le vicende dello xenomorfo senza però essere stato in grado di instillare nella pellicola la giusta essenza creatrice del film originale.

Passata la tempesta, si cercherà di porre come obbiettivo quello di riabilitare l’immagine di un film che, a più di un anno dalla sua uscita, ha dimostrato come l’autorialità in ambito cinematografico sia ancora un valore da comprendere, rispettare e – nei limiti del possibile – lasciar proliferare.


Alien: Covenant riprende il filo strutturale della narrazione laddove si era interrotto il suo predecessore, enfatizzando ulteriormente la figura di David, che darà vita a una drammatica dicotomia insieme a un secondo androide, Walter.

Anche questa volta Scott dimostra di essere pienamente consapevole del proprio rapporto privilegiato con il genere fantascientifico, sa come avvicinarsi ad esso, sviscerarlo in modo sensibile e rimodellarlo con una veste estetica e narrativa di assoluto impatto.

E questo è ciò che è esattamente accaduto con l’ultimo capitolo della saga, un film che riprende i tumulti rappresentativi del primo Alien, ma li riadatta a una visione artistica e culturale contemporanea, ripristinando quello che dovrebbe essere il compito principe della fantascienza: sperimentare nuovi linguaggi capaci di indagare questioni e problematiche universali.

Arriviamo, adesso, al punto nevralgico della situazione: cosa ha portato appassionati e non del film originale a bocciare quasi completamente questo prodotto?

In linea generale si potrebbe ricavare la seguente risposta: l’assenza delle atmosfere tipiche del primo film, aggravata da una sceneggiatura fallace incapace di rispondere a determinati quesiti di carattere esegetico.

Insomma, un Alien che non è stato propriamente un Alien e una storia scadente che non ha detto nulla a tutti coloro che bramavano risposte sulla genesi dello xenomorfo.

Il modo più efficace per comprendere queste risposte è quello di proporre immediatamente un altro interrogativo: cosa spinge gli appassionati dell’Alien originale a chiedere nuovamente di rivivere quell’esperienza visiva/narrativa? Anche se paradossale, la risposta potrebbe essere semplice: la sicurezza.

Una motivazione a cui fa eco la costruzione, negli anni, della propria singola identità culturale che nel tempo ha consolidato tutti quei ‘meccanismi di difesa’ autoreferenziali. Cosicché l’ambiente claustrofobico diventasse il paradigma della tensione e dell’isolamento, l’alieno sfuggente il simbolo di un terrore oscuro e inevitabile, e così via.

Il problema è che con Scott tutta questa impalcatura viene clamorosamente a mancare perché, come dimostra la sua stessa filmografia, ci troviamo dinnanzi a un autore che fin dall’inizio della sua carriera ha mostrato in modo forte e incessante l’interesse per una visione del medium stratificata su più livelli, districandosi in modo del tutto armonioso tra estetica, teleologia, esistenzialismo, psicologia e i più svariati ambiti del sapere umano.

Anzi, mosso da uno spirito quasi filosofico più che cinematografico, il cineasta inglese non si è mai risparmiato nel mettere costantemente in gioco il proprio fondamento artistico, arrivando a decostruire la sua metodologia d’indagine, in una sorta di nitzscheano rinnegamento e infedeltà di sé stesso.

Dopo questa breve, ma necessaria, analisi sul background autoriale di Ridley Scott, si può iniziare ad analizzare quelle che sono le tematiche e i punti focali di Alien Covenant che, non bisogna mai dimenticare, ha un continuum semantico molto forte con Alien, solo che viene manifestato con un linguaggio diametralmente opposto.

Il film, fin dalla primissima sequenza iniziale, mette in evidenza quello che sembra un complesso di forze molteplici che si agitano al di sotto della rappresentazione estetica voluta dall’autore, a echeggiare lentamente – ma costantemente – restituendo quasi l’idea, grazie anche alla magnifica colonna sonora, di uno sconfinato limbo al cui interno giacciono pulsioni colossali pronte a destarsi per travolgere l’occhio dello spettatore.

Un’atmosfera che in pochi minuti condensa tutto quello che è e sarà lo spirito dell’opera, mescolando temi e visioni come il creazionismo, la religione, il determinismo e un non trascurabile metafisico complesso edipico.

Scott, in pratica, sta restituendo al pubblico quella che è la sua visione dell’esistenza dell’uomo, dei rapporti che lo regolano (e relegano) con il resto dell’universo e di tutto ciò che può essere rinchiuso nel concetto di ‘vita’.

E le risposte che ci fornisce non sono tra le più rassicuranti, dato che lascia intravedere un nichilismo di base su cui si avvicendano ininterrottamente una vastità di eventi e forze instabili, accompagnate da quella che è la rappresentazione dell’uomo: un essere artificiale che interrompe l’equilibrio di queste correnti caotiche.

L’uomo inteso come artificio – come si era già visto in Prometheus – sembra ostruire quello che è lo svolgimento naturale degli eventi, proponendo, da dopo il suo avvento, un percorso verticale dove confluiscono e si inabissano tutti quegli elementi correlati alle sue ricerche conoscitive.

Lo stesso androide David, nonostante la sua natura ontologicamente non umana, muove le sue azioni e si immerge nei meccanismi di sovversione e riproposizione del potere, tipiche dei suoi creatori. È un uomo a tutti gli effetti.

Questi processi prendono forma, sempre nella sequenza iniziale, mostrando come il film, perennemente in bilico su una pluralità di potenze soggioganti, proceda per punti di rottura, evidenziandone immediatamente due:

Nel primo si può notare un neonato David chiedere rassicurazione sulla propria identità di figlio, ma la sua richiesta si scontrerà con la visione pragmatica e utilitarista di Weyland. Il secondo è ancora più destabilizzante e segnerà un preciso punto di non ritorno.
La riflessione proposta da David sulla longevità dell’esistenza umana, infatti, rimanda a quella che è una naturale e sintomatica curiosità di immedesimazione tra padre e figlio, a cui Weyland risponderà con la cinica frase «Versami il tè, David». Questo è, appunto, il secondo momento di rottura. Un momento che – grazie a un rapidissimo turbamento di sguardo effettuato da David, prima di tornare a dissimulare un ethos stabilizzato – lascia intravedere lo squarcio creatosi nella coscienza dell’androide.


Ecco, quindi, come Scott ci mostra – attraverso Weyland – l’immagine di un uomo impossibilitato ad accettare l’idea di una genesi umana frutto della casualità e dell’indifferenza sovrannaturale, ma che allo stesso tempo si approccia con la propria creatura ricorrendo a quei meccanismi distaccati e disinteressati di cui egli stesso ha timore di fare esperienza.

Anche se questo straordinario incipit basterebbe da solo per trasmettere tutti gli strumenti adeguati per la comprensione della pellicola, il regista, ovviamente, non si ferma qui e continua con lo sviluppo su larga scala di quelle tematiche sensibili alle proprie capacità lavorative.

Se, finora, è stato abbastanza palese il confronto di Scott con la Genesi sia a livello biblico sia antropologico, diventa ancora più significativo la sua visione di quello che è un altro elemento a sfondo religioso: l’Esodo. Ed è in questo contesto che il regista di Blade Runner palesa la sua innata sensibilità nel trattare argomenti di carattere esistenziale (ed è bene ricordare come Genesi ed Esodo non siano, per Scott, tratti da ricondurre a una visione prettamente religiosa, bensì una connotazione esistenziale intrinseca in ogni essere umano).


leganerd.com/2018/07/02/lingombrante-figura-del-cinema-dautore-e-il-triste-destino-di-alien-c...

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anto_netti
10/11/2018 10:16
 
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Come rappresentare e rendere credibile una situazione del genere nell’epoca attuale?

Scott sa benissimo che è impossibile riproporlo in un mondo contemporaneo avulso a qualsiasi forma di imprevedibilità trascendentale, per questo ne identifica la giusta dimora al di fuori dei confini terrestri. Attraverso il linguaggio della fantascienza è possibile quindi fare esperienza visiva dell’esodo, rappresentato da una nave spaziale alla ricerca di una pianeta fertile su cui poter stabilizzarsi.

Questo forte concentrato di simbolismo prende ramificazioni ancora più profonde quando a risvegliare pericolosamente l’equipaggio sarà un evento naturale la cui previsione, come farà capire l’androide Walter, sarà in futuro impossibile da immaginare.

Ecco, quindi, che la sceneggiatura di Alien: Covenant non si dimostra carente o altalenante, anzi parla direttamente e indirettamente allo spettatore con una estetica e un simbologia narrativa che rifugiano da qualsiasi forma di svolgimento didascalico della storia.

Basti pensare al background costruito intorno alla figura del capitano della nave, Oram. Il suo morire guardando in faccia il pericolo non è l’abuso di un cliché cinematografico, bensì la logica conseguenza di un archetipo umano che non riesce a sottrarsi alle molteplicità delle forze che lo sovrastano e a una natura che lo pone in difetto nei confronti dell’universo.

Il personaggio interpretato da Billy Crudup è un traghettatore pervaso dalla fede e dalla volontà di non accettare un destino che lo vede ai margini del progetto divino. Come evidenziato in precedenza, la maestria di Scott nel riproporre la struttura dell’Esodo è propedeutica per trasmettere quella visione angosciante dell’esistenza messa continuamente in pericolo da eventi misteriosi e di cui non si può avere conoscenza.

L’ennesimo momento di rottura che dilata lo svolgimento degli eventi è, a questo punto, l’improvvisa tempesta di neutrini a cui nemmeno la perfezione scientifica – rappresentata da Walter – riesce a dare una risposta, così come l’atteggiamento dell’equipaggio che instaura nella mente di Oram un ingombrante e ansiogeno concetto di sfiducia. Queste situazioni porteranno il capitano ad ‘affacciarsi’ fisicamente e metaforicamente davanti il nido del mostro, impossibilitato – per sua stessa natura – a non riconoscere una figura patriarcale più grande di lui.

Una patologia esistenziale che, nonostante gli orrori osservati, non può impedirgli di seguire inconsciamente David, lasciarsi sedurre dalla sua capacità di creazione, e cercare di assegnare alla figura che rappresenta – un essere dalle capacità tecniche superiori – i connotati di una guida morale forte e risoluta. Non a caso, infatti, al risveglio dopo l’attacco subito da parte del facehugger, il capitano guarderà in faccia David pronunciando però il nome ‘Walter’, sintomatico di un bisogno di fede che non si esaurisce nemmeno in punto di morte.


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anto_netti
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Alien: Covenant è tutto racchiuso in questi momenti.

David, Wayland, il capitano Oram sono tutti la stessa rappresentazione e riproposizione di quelle dinamiche che secondo Scott si muovono e stanno dietro il palco che ospita l’esistenza umana e del mondo. Un susseguirsi di volontà alla ricerca dell’affermazione di se stessi, illusi dalla possibilità di poter scegliere una coscienza diversa da quella che le innumerevoli potenze dell’universo muovono e plasmano continuamente intorno a essi.

Ridley Scott non mostra nessun interesse per la genesi biologica della sua ‘creatura’, ne mostra le caratteristiche fisiche più per un esercizio di stile che per una reale volontà d’indagine metodologica. Questo perché la stessa ‘creatura’ che invece ci mostra Scott è distante anni luce da un interesse di tipo logico/consequenziale relativo alle connotazioni genetiche di xenomorfi e facehugger, ma volge lo sguardo verso una prospettiva filosofica che vede il concetto generale di creatura muoversi esclusivamente in funzione di un rapporto di attrazione e repulsione nei confronti del suo creatore.

Questa sua monumentale opera – a prescindere dalle dichiarazioni che può aver rilasciato ai media, piò o meno accomodanti nei confronti delle aspettative dei fans della saga – dimostra come l’autonomia di un certo cinema dal forte stampo autoriale, inserito anche in un contesto di mercato globale, debba ancora continuare a crescere libero dalle interferenze collaterali provenienti dal pubblico appassionato, perché un prodotto come questo è in grado di restituire un film che nella sua estetica e nella sua complessità culturale raggiunge delle vette altissime in ambito cinematografico e non solo.

Forse un’unica grande pecca, però, ce l’ha questo film. Quella di chiamarsi Alien: Covenant. Sarebbe stato meglio se si fosse chiamato semplicemente Covenant.


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Commenti sul fatto che ora Alien Covenant venga considerato un film d'autore

Secondo me e anche il parere di molti, dovremmo pensare alla creazione di David, più come una ricreazione dello xenomorfo da un progetto già esistente. Gli xenomorfi si erano quasi estinti. Nel film Alien, l’androide Ash ne parla come di un superstite.

Qualcuno dice riguardo David e la creazione dello xenomorfo:
Se ci si pensa bene, il facehugger era troppo "su misura" di un uomo: i tentacoli cingono la testa di un adulto a perfezione e la "proboscide" è progettata per entrare perfettamente nella cavità orale. Insomma, era un alieno che sembrava già un predatore specifico della specie umana. Quindi l’aver chiarito questo aspetto attraverso la storia di David, che lo progetta a tavolino proprio a questo scopo, in un certo senso è molto coerente. Certo, ne perde il fattore alieno e ne guadagna quello antropologico.


Si! Questo è vero! Il facehugger progettato da David è a misura d'uomo. C'è da dire però che facehugger, chestburster e xenomorfo adulto. Uova e regine. Come abbiamo visto nei vari films. Sono estremamente adattabili. Potendo attaccare anche altre forme di vita aliene e adattandosi a quella forma aliena che attacca.

A me piace di più una storia che parli di molte civiltà aliene che si scontrano tra di loro. E noi umani ci siamo in mezzo. Spero che la visione antropomorfa sia solo relativa al film Alien Covenant. E magari altri pochi films. Visto che si sta vedendo la cosa dal punto di vista umano. In fin dei conti i films che portano ad Alien, sono films che si incentrano sul contatto della razza umana con lo xenomorfo. E ci può stare che si veda la cosa da un punto di vista antropocentrico. Ma poi per rendere la saga accettabile per i fan, bisogna ritornare agli alieni. Non possono mancare le altre razze aliene. Sembra infatti che su Alien Awakening, Scott volesse introdurre due o tre nuove razze aliene. oltre gli ingegneri.

Lo xenomorfo è da innumerevoli ere che esiste. Non si sa se sia una forma ancestrale. Se sia una forma naturale. O se sia stato creato da qualche antica razza aliena. Ma una cosa è certa esiste da innumerevoli ere. Altrimenti Ash non ne avrebbe parlato come di un superstite. In qualche modo lo xenomorfo si era estinto. Forse distrutto da qualche razza aliena. Ma David l'ha riportato in vita.

Beh! Così Alien Covenant, potrebbe essere rivalutato. E anche molto. Alla fine potrebbe diventare un film profondo. Appunto un film d'autore. Per il fatto di essersi concentrato su una visione antropocentrica delle vicende. Cosa che ripeto non deve durare troppo, su molti films. Bisogna ritornare al fattore alieno perché è questo che piace di più alla gente. Concentrarsi troppo su una visone antropocentrica alla fine può stancare.

Ciao
anto_netti
19/11/2018 13:05
 
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ALIEN: AWAKENING, SVELATA LA TRAMA DEL PREQUEL NON REALIZZATO

Alien: Awakening avrebbe dovuto concludere la trilogia prequel ideata da Ridley Scott e ora sono stati svelati i dettagli della trama del film mai realizzato.

Alien avrebbe dovuto avere un terzo prequel intitolato Awakening ideato da Ridley Scott , progetto apparentemente abbandonato dopo i deludenti incassi ottenuti da Covenant , e online sono apparsi i dettagli del film mai realizzato.
La sceneggiatura era stata scritta da John Logan e avrebbe dovuto mostrare il ritorno degli Ingegneri di Prometheus, con i sopravvissuti della specie a caccia di David dopo lo sterminio compiuto. Gli eventi avrebbero quindi dovuto svolgersi sul pianeta LV-426.
Il film avrebbe inoltre creato il legame definitivo con la storia originale, spiegando che la nave distrutta ritrovata in Aliendall'equipaggio della Nostromo era in realtà quello che rimaneva della battaglia finale che vedeva contrapposti gli Ingegneri e David, personaggio interpretato nella saga dall'attore Michael Fassbender .
L'universo di Alien sembra comunque destinato a tornare sugli schermi, questa volta televisivi, con una serie attualmente in fase di ideazione. Il progetto, secondo le prime indiscrezioni, dovrebbe essere destinato a una piattaforma di streaming, tuttavia non sono stati rivelati i dettagli relativi alla possibile trama o agli eventuali protagonisti della storia sci-fi.


movieplayer-it.cdn.ampproject.org/v/s/movieplayer.it/news/alien-awakening-trama-prequel-non-realizzato_62476/?amp=&_js_v=0.1#amp_tf=Da%20%251%24s&share=https%3A%2F%2Fmovieplayer.it%2Fnews%2Falien-awakening-trama-prequel-non-realizzato_...

Ciao
anto_netti
[Modificato da anto_netti 19/11/2018 13:20]
19/11/2018 13:36
 
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Commenti alla trama svelata di Alien Awakening.

Se fosse vera questa trama, sarebbe veramente deludente.

Meno male che hanno stoppato il film. Concludere i prequel con una battaglia tra David e gli ingegneri? Mah! Quindi lascia pensare che lo space Jockey su LV-426 infettato dallo xenomorfo sia il risultato di questa guerra? Mah! Quello space Jockey, potrebbe essere o un ingegnere o David. Mah! LV-426 non può essere Origae 6. però sembra che sia così. Mah! Sarebbe Tutto deludente. Storia complessa, semplificata al massimo. Lo Space Jockey infettato su LV-426 se era un ingegnare avrebbe dovuto dare origine ad un ultramorfo. Dove è finito l'ultramorfo? Tra l'altro anche il Diacono di Prometheus su LV-223 dov'è finito? Lo Space Jockey di LV-426 se fosse un ingegnere non avrebbe potuto dare origine ad una regina per infettare umani. David non può essere lo Space Jockey. Speriamo che non sia così che volevano concludere la cosa. Anche perché David ha circuiti elettronici. Non ha organi biologici e credo nemmeno organi biomeccanici che possono essere infettati da uno xenomorfo. Tra l'altro lo Space Jockey su LV-426 era troppo grande per essere David. Troppo puerile come fine delle vicende. Per me. Lascia in sospeso troppe domande. Ci vorrebbero più film per arrivare al primo Alien. Ci vorrebbe una trama più complessa. E ci vorrebbero secondo me scontri tra diverse razze aliene. E perché no approfondire il discorso delle intelligenze artificiali per dare un collegamento con Blade Runner.

Ciao
anto_netti
20/11/2018 15:48
 
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La saga di Alien è stata definita la saga più discussa e piena di film non realizzati.

La 20TH Century Fox, che aveva i contratti dei film di Alien e Predator, una volta che sarà definito l'accorpamento sotto la Disney, si spera che quest'ultima ponga fine a tutte queste polemiche e si cominci a realizzare una saga degna di essere una grande saga.

Tra l'altro il marchio Fox, dovrebbe rimanere. Come è accaduto per la Lucas Film e Pixar.

Dobbiamo aspettare cosa vorrà fare la Disney. Altrimenti la saga di Alien dovrà passare ad altra casa cinematografica. Ma non credo che la Disney butti via una possibilità di realizzare una grande saga.

Aspettiamo fiduciosi.

Ciao
anto_netti
20/02/2019 13:17
 
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Dopo tanto tempo qualcosa comincia a muoversi nell’Universo Alien. La Fox ha annunciato tra l’altro che in vista del quarantesimo anniversario di Alien, ci saranno molte soprese. Ci saranno due serie TV. Una alla regia di Ridley Scott. Intitolata Raised by Wolves. E un’altra, probabilmente una serie animata, che si ispirerà al gioco Alien Isolation.

ALIEN: DUE SERIE TV IN SVILUPPO

In questi giorni, il sito HN Entertainment ha riportato la notizia dell’espansione dell’universo di Alien sul piccolo schermo con il coinvolgimento di Ridley Scott

di Giuseppe Marazita

17 Febbraio 2017

Hulu sarà l’emittente streaming che trasmetterà le serie tv ispirate all’universo del noto media franchise di fantascienza. Da Alien del 1979, capolavoro diretto da Ridley Scott, sono scaturiti vari fumetti, videogiochi e un romanzo. La saga cinematografica è continuata con Aliens – Scontro finale, Alien³ e Alien Resurrection; da essa prendono ispirazione anche i due crossover con Predator, ovvero Alien vs. Predator e Aliens vs. Predator 2. Negli ultimi anni, il regista del primo film ha dato vita a due prequel con protagonista Michael Fassbender, Prometheus e Alien: Covenant, con risultati non all’altezza, secondo la critica e gli incassi raggiunti.

Dopo l’acquisizione della Fox da parte della Disney, sembra che la volontà di continuare questo franchise sia espressa nelle due serie in lavorazione e nel probabile Alien 5: James Cameron, regista della seconda pellicola di Alien, si sta occupando di tale progetto che avremmo dovuto vedere nelle sale prima di Alien: Covenant. Le serie tv colmeranno alcuni vuoti lasciati dai film e potranno introdurre personaggi inediti; saranno mostrati contenuti più adulti e maturi, mantenendo lo stile horror-fantascientifico della saga. Seguendo l’impronta di Fargo creata da Noah Hawley (Legion), si protrarranno per più stagioni che esploreranno luoghi ed ere differenti del vasto mondo di Alien. Una delle due sarà prodotta dalla Scott Free Productions, casa di produzione dell’ideatore del famoso xenomorfo.

Il debutto in televisione per la casa di produzione di Ridley Scott avverrà prima con Raised by Wolves, serie drammatica/fantascientifica ordinata da TNT, canale pay per view statunitense: i protagonisti degli episodi sono due androidi incaricati di allevare bambini umani su un misterioso pianeta ancora incontaminato; quando la rigogliosa colonia umana è minacciata dalle differenze religiose, gli androidi apprendono il difficile e pericoloso lavoro del controllo delle credenze degli umani.

Ricordiamo, infine, che quest’anno ricorre il quarantesimo anniversario di Alien e la Fox ha garantito grandi festeggiamenti.


cinema.icrewplay.com/alien-due-serie-tv-in-sviluppo/

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anto_netti
20/03/2019 09:03
 
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Su IGN è disponibile la serie animata intitolata: Alien Isolation. In pratica è la trasformazione del gioco Alien Isolation in serie animata. Sono sette episodi della durata di 10 minuti circa.

E' disponibile un trailer dei sei cortometraggi, ora conclusi, che la 20th Century Fox aveva proposto a fan con un concorso. Questi realizzati, sono i vincitori del concorso. Sei vincitori su 550.

L'accordo della 20th Century Fox con la Disney è ora concluso. La 20th Century Fox è ora proprietà della Disney. Continuerà a mantenere il marchio Fox. Come è accaduto per Marvel, Lucas Films, Pixar. Che mantengono il loro marchio.

Ciao
anto_netti
20/03/2019 09:20
 
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«Alien», sei nuove storie per il 40°anniversario della saga dello Xenomorfo

Nel 2019 il film capostipite del franchise «Alien» compie 40 anni e in suo onore arrivano sei cortometraggi originali

19 Marzo 2019

Quando un mostro alieno come quello della saga di Alien compie quarant’anni, è giusto che vengano organizzati festeggiamenti e omaggi in grande stile: era infatti il 1979 quando lo Xenomorfo mostrò al mondo le sue fauci per la prima volta, dando inizio a una saga che ha fatto la storia del cinema.

Il 40°anniversario della pellicola di Ridley Scott ricorre il 22 giugno negli Stati Uniti, data in cui Alien arrivò nei cinema (il 25 ottobre in Italia) e tra le varie iniziative di celebrazione, ce n’è una che coinvolge i cineasti e gli appassionati della saga. In collaborazione con la comunità creativa attiva a livello globale Tongal, la Twentieth Centyry Fox ha finanziato sei cortometraggi originali ispirati ad Alien, progetti che sono stati selezionati tra oltre 550 soggetti provenienti da registi di tutto il mondo. I sei vincitori hanno potuto realizzare i propri cortometraggi avendo accesso alla documentazione e strumentazione (creature varie comprese) del franchise. Il risultato sono sei brevi film che omaggiano il film originale, montati insieme in un trailer, che vengono presentati durante alcune kermesse cinematografiche in corso questo mese, mentre saranno disponibili sui canali social ufficiali di @AlienAnthology e su AlienUniverse.com, insieme a contenuti esclusivi sul dietro le quinte, a partire dal 3 maggio.

Nel trailer dei cortometraggi i titoli delle nuove storie dell’universo Alien: ecco le rispettive sinossi.

Alien: Alone – di Noah Miller (Cocaine - La vera storia di White Boy Rick)
Hope, un membro dell'equipaggio abbandonato a bordo del relitto Otranto, che trasportava sostanze chimiche. Dopo aver scoperto il carico nascosto, rischia tutto per usare la nave in rovina e andare in cerca di vita umana.

Alien: Containment – di Chris Reading
Quattro sopravvissuti sono, bloccati a bordo di una piccola capsula di salvataggio nello spazio profondo. Cercando di ricostruire i dettagli dell'epidemia che ha portato alla distruzione della loro nave, scoprono di non essere al sicuro e temono che uno di loro potrebbe essere infetto.

Alien: Harvest – di Benjamin Howdeshell
L'equipaggio sopravvissuto di una nave danneggiata nello spazio profondo ha pochi minuti per raggiungere la navetta di evacuazione di emergenza. Un sensore di movimento è il loro unico strumento di navigazione verso la salvezza, mentre una creatura nell'ombra terrorizza l'equipaggio, ma la più grande minaccia potrebbe essere stata nascosta per tutto il tempo.
Nel cast Jessica Clark (True Blood), Agnes Albright (True Detective), James C. Burns (Dirt) e Adam Sinclair (24: Live Another Day).

Alien: Night Shift – di Aidan Breznick
Quando un pilota spaziale di cargo dato per scomparso viene scoperto affamato e disorientato, un suo collega suggerisce un drink come rimedio. Vengono autorizzati a entrare, in prossimità dell'ora di chiusura, nel deposito di colonia, quando le condizioni del pilota peggiorano improvvisamente e un giovane addetto alle forniture deve prendere in mando da solo a prendere la situazione.

Alien: Ore – delle Spear Sisters (Kailey e Sam Spear)
Lorraine, impiegata nella miniera di una lontana colonia, desidera migliorare la vita di sua figlia e dei suoi nipoti. Quando durante il suo turno scopre il corpo di un collega morto in circostanze misteriose, deve scegliere se fuggire o sfidare gli ordini dei superiori, affrontando le sue paure e combattendo per la sicurezza della sua famiglia.

Alien: Specimen – di Kelsey Taylor
È il turno di notte in una colonia agricola e Julie, una botanica, fa del suo meglio per contenere campioni di terreno sospetti che hanno innescato il suo cane. Il laboratorio va black out e Julie rimane chiusa dentro, insieme all’esemplare alieno con cui comincia un gioco di gatto e topo, mentre la creatura cerca un ospite.

www.gqitalia.it/show/article/alien-40-anni-sei-corti-nuov...

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anto_netti
[Modificato da anto_netti 20/03/2019 09:25]
02/09/2019 10:48
 
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Facciamo un po' un riassunto di ciò che è accaduto dopo Alien Covenant.

Beh! Diciamo che sono state fatte tante teorie. Molte fantasie di fan. Tra i quali anche molti film e cortometraggi di fan. Alcuni dei quali non sono male. Questo ha dato come risultato una grande varietà di idee. Che non sarebbe male adattarle nelle saghe ufficiali dell'Universo Alien.

Cosa è stato realizzato di ufficiale dopo Alien Covenant?

Abbiamo il film "The Predator". I sei cortometraggi della Fox con il concorso indetto per i fan. La serie TV animata "Alien Isolation" tratta dal gioco omonimo.

Ora è stato realizzato un nuovo cortometraggio della Fox, forse un altro dei circa 500 cortometraggi che hanno partecipato al concorso dei fan. Sempre ufficiale. Parla di un inviato della Weyland Yutani che visita il laboratorio di David, su pianeta 4, ormai abbandonato, in quanto David si sta dirigendo su Origae 6 con l'astronave Covenant e con i superstiti in stato criogenico.
Guarda gli esperimenti di David e infine esamina l'uovo di xenomorfo. Poi l'uovo si apre e l'inviato viene assalito dal facehugger. E viene quindi contaminato.

Intanto siamo ancora in attesa di cosa voglia fare la Disney delle varie saghe dell'universo Alien. Ci sarà ancora da aspettare molto. Perché sono in cantiere altri progetti. Come ad esempio Avatar. E solo finiti questi si potrà pensare ad Alien. E' probabile comunque che vengano fatti dei reboot. Che alla fine potranno essere anche prequel e sequel di ciò che è stato fatto finora.

Ciao
anto_netti
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