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Chi era Charles Taze Russell?

Ultimo Aggiornamento: 07/05/2011 00:59
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11/05/2009 23:16

Il pastore Charles Taze Russell viene oggi ricordato come il fondatore del movimento dei Testimoni di Geova. Se ne sono dette tante in merito a questo personaggio, esso è stato molto criticato da alcuni (soprattutto dagli oppositori dei TdG), ma è altrettanto stimato da altri, per il suo zelo, il suo carisma, la sua umiltà e il grande interesse e amore che ha mostrato per la Parola di Dio la Bibbia, libro che ha iniziato a studiare approfonditamente sin dalla più tenera età. Senza dubbio Russell lasciò un indelebile segno nella storia del moderno cristianesimo, grazie soprattutto alle sue interpretazioni scritturali rivoluzionarie nell’ambito della cristianità, considerate eresie da alcuni ma luce spirituale da altri.
Di seguito proporremo una breve biografia sul personaggio, tratta dall’appendice del libro “Il Mistero di Dio è compiuto” (Charles Taze Russell, a cura di Sergio Gabrielle, Global Print (MI), 2007). Naturalmente non si tratta di un lavoro completo, considerando che molti aspetti della vita del pastore non sono stati documentati. Comunque si tratta di una lavoro abbastanza esauriente e interessante per chi desidera farsi un’idea su chi fosse realmente il pastore Charles Taze Russell.
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PARTE 1


Charles Taze Russell nacque il 16 Febbraio 1852 a Old Allegheny, oggi un quartiere settentrionale dalla città di Pittsburgh in Pennsylvania. Era il secondo di tre figli di un commerciante e la religione familiare era quella presbiteriana. La madre, tutta casa e Chiesa, morì quando Charles aveva nove anni e il dolore del ragazzo fu così grande che deve avere in buona parte condizionato il suo avvenire di Pastore. La brava donna, cui il figlio era molto attaccato, era solita parlargli della Bibbia e, quando disubbidiva, riusciva a farlo star buono con la minaccia dell’inferno. Il bambino, che aveva una sensibilità non comune, pensava non solo a se stesso ma anche ai suoi coetanei, che, se non si comportavano bene, avrebbero fatto la fine terribile di cui la mamma parlava con accenti da fare accapponare la pelle. Nottetempo usciva di casa di soppiatto e scriveva sui marciapiedi versetti biblici che avvertissero gli altri bambini del pericolo dei tormenti eterni, cui sarebbero andati incontro se avessero rubato la marmellata. Suo padre, che aveva il bernoccolo del commercio, era preoccupato per il comportamento del figlio, specialmente dopo che, morta la madre, era sprofondato nello sconforto. Di sera Charles faceva tardi a leggere la Bibbia e una notte il babbo, sempre in ansia per questo suo modo di fare, insolito per quell’età, si svegliò, non lo trovò a letto, lo cercò dappertutto e infine riuscì a scovarlo nel magazzino, immerso nello studio delle Sacre Scritture al lume fioco di una lampada.
“Ma lo sai che ore sono?” gli chiese.
“No”, rispose Charles.
“Sono le due, vieni a letto!”.
“Scusa, papà, ma non mi sono accorto del passare del tempo”.
Il padre ne rimase talmente sconvolto che decise di prenderlo a lavorare con sé, nonostante che fosse ancora un ragazzo di soli quindici anni. Lo fece suo socio e non poté certo rammaricarsi della suo collaborazione perché gli affari andarono a gonfie vele. Ormai possedevano una vasta catena di negozi di abbigliamento maschile e non solo a Pittsburgh, ma anche a Filadelfia e altrove. Il lungo studio biblico però aveva reso Charles insofferente nei confronti della Chiesa presbiteriana, per cui passò a quella congregazionalista che gli sembrò di mentalità meno bigotta. Ma quando fissò il suo pensiero sul dogma calvinista della predestinazione, lasciò anche quella. Infatti la predestinazione associata all’idea dell’inferno lo portò a concludere che un povero diavolo sarebbe stato già condannato dalla nascita a bruciare per sempre, senza possibilità di redenzione. Charles ne dedusse che (sono parole sue) “un Dio, che impiegasse la sua potenza per creare esseri umani predestinati al tormento eterno, non potrebbe essere né sapiente, né giusto, né amorevole. Le sue norme sarebbero inferiori a quelle di molti uomini”. Dopo aver vagliato le dottrine delle principali Chiese cristiane, passò a quelle orientali. Infine lasciò anche la Bibbia. Accettò i suggerimenti di suo padre e si diede anima e corpo agli affari. Tutto andò bene finché nel 1869 non incontrò gli Avventisti. “Una sera”, racconterà poi, “quasi per caso, entrai in una sala polverosa e poco illuminata di Allegheny, dove si tenevano sermoni religiosi. Ciò che udii mi fece studiare la mia Bibbia con più zelo e cura di quanto non avessi fatto prima”. Il predicatore si chiamava Jonas Wendel e avvicinò Russell al movimento avventista di William Miller (1782 - 1849). Si abbonò all’ “Esaminatore biblico” di George Storrs (1796 - 1867) e divenne subito “condizionalista”, cioè accettò l’idea che l’anima umana è mortale, che finisce nella tomba e che risusciterà nel Regno millenario di Cristo: solo allora potrà ottenere la vita eterna, ma in modo condizionale, cioè se la meriterà. La cosa più importante per Russell fu di aver scoperto che non esiste l’inferno o meglio che esso non è altro che la tomba, dove tutti i morti, giusti e ingiusti, dormono nel sonno della morte. Si era finalmente liberato da un’idea che lo aveva ossessionato dall’infanzia. Nel 1870, quando aveva solo diciotto anni, iniziò con altri cinque ragazzi delle riunioni settimanali di studio biblico e dopo due anni fondò la “Classe biblica indipendente” di Pittsburgh.
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12/05/2009 17:13

PARTE 2


Fu allora che gli fu attribuito il titolo di “Pastore”, che fu e restò solo un riconoscimento onorifico. I quel periodo formulò tutta la sua esegesi, una specie di “Summa” del pensiero giudicato “eretico” prima dal Cattolicesimo e poi dal Protestantesimo, ma da lui ritenuto l’autentica espressione dello Spirito Santo durante l’era cristiana. Fu “unitario”, cioè antitrinitario, come Ario e meglio ancora come Michele Serveto, che per tale motivo nel 1553 era stato arso sul rogo a Ginevra da Calvino. Credette che il Papato fosse l’Anticristo e che la Chiesa di Roma fosse la Babilonia dell’Apocalisse, proprio come avevano scritto Valdo, Wycliffe, Hus, Lutero ecc. Commemorava la Santa Cena una sola volta all’anno (il 14 Nisan, il giorno della Pasqua ebraica) come gli Ebioniti e come Policarpo. Rifiutava naturalmente la dottrina della transustanziazione, ritenendo che il pane e il vino della commemorazione fossero solo simboli e non il corpo e il sangue letterali di Gesù, secondo la tradizione protestante. Accettava che il battesimo venisse impartito agli adulti soltanto, secondo i dettami dell’Anabattismo, e così via. Ma soprattutto fu un fervente millenarista. Credeva che il Regno di Dio in terra fosse imminente, ma ebbe il merito di illustrarlo come un governo mondiale di giustizia e di ristoro ad ogni uomo, di qualsiasi nazione, ne avrebbe tratto uguale beneficio. Non credeva che si sarebbero salvati solo gli appartenenti ad una setta e qui sta un’altra grande virtù di Russell. A questo proposito nel 1873 pubblicò un opuscolo dove si legge: “Ci sentiamo grandemente afflitti dall’errore dei Secondi Avventisti, che attendevano Cristo nella carne e insegnavano che il mondo e tutti quelli che erano in esso, eccetto i Secondi Avventisti, sarebbero stati bruciati nel 1873 o nel 1874. Le loro fissazioni di date, le loro delusioni e le loro idee sommarie sull’obiettivo e sul modo del Suo Avvento recarono più o meno biasimo su di noi e su tutti quelli che attendevano e proclamavano il Suo Regno imminente”. Nel gennaio 1876 lesse su “L’Araldo del mattino” l’articolo di Barbour in cui quest’ultimo ritrattava tutto quanto aveva in precedenza sostenuto sul ritorno fisico di Cristo, riconoscendo che il Suo Secondo Avvento sarebbe avvenuto si nel 1874, ma in modo invisibile e che il Millennio, così iniziato, avrebbe portato un beneficio al genere umano e non una distruzione universale. Russell volle conoscere il direttore della rivista. Fu così che iniziò una collaborazione fra i due. Dopo aver entrambi accettato che Cristo era tornato in modo invisibile nel 1874, insieme dedussero che, come era stato di quarant’anni il periodo dal Primo Avvento di Gesù alla distruzione di Gerusalemme dell’anno 70, così sarebbe stato di uguale durata il periodo del Secondo Avvento di Gesù alla fine del mondo, che sarebbe avvenuta nel 1914, quarant’anni dopo il 1874. Era il 1876, l’anno di svolta nella vita di Russell, che decise proprio allora di consacrarsi interamente a Dio, rinunciando al commercio. La vendita dei suoi titoli gli valse più di 250.000 dollari. Nella decisione fu approvato da suo padre, che, convertitosi alle idee del figlio, le condivise fino alla morte, avvenuta nel 1897 alla veneranda età di ottantaquattro anni. Dal 1877 in poi divenne un acceso predicatore del Regno di Dio, della sua imminenza e della necessità di consacrarsi al suo servizio. Era un buon oratore, dolce e persuasivo. Inoltre era molto diplomatico nel trattare con i Pastori delle varie denominazioni protestanti di diverse Chiese. In qualsiasi posto andasse a pronunciare i suoi sermoni vietava la colletta, che era in uso dovunque. Sempre nel 1877 stampò con Barbour un libro intitolato I tre mondi e la mietitura di questo mondo. Si basò sul terzo capitolo della seconda lettera di San Pietro, dove si legge di tre mondi: un primo mondo, formato da un primo cielo e da una prima terra, che fu distrutto dal diluvio universale; un secondo mondo, formato da un secondo cielo e da una seconda terra, che è quello in cui viviamo; un terzo mondo, formato da un nuovo cielo e una nuova terra, che deve venire. Per gli autori le parole “cielo” e “terra” nella Bibbia sarebbero simboliche e rappresenterebbero: il “cielo” i poteri ecclesiastici, la “terra” l’ordine sociale. Nel secondo mondo, quello post-diluviano e pre-millenario, gli autori distinsero altre tre epoche: quella dei patriarchi (da Noè a Giacobbe), quella degli Ebrei (da Giacobbe a Cristo), quella del Vangelo (dal Primo al Secondo Avvento di Cristo). Ritennero inoltre che l’epoca degli Ebrei avesse avuto la stessa durata di quella del Vangelo e entrambe sarebbero finite con una mietitura tra veri e falsi Cristiani, cioè tra grano e zizzania, della durata di quarant’anni. Erano convinti di vivere nella mietitura dell’età del Vangelo, che si sarebbe compiuta nel 1914. Il “fuoco”, che avrebbe distrutto “il cielo e la terra che sono ora”, non sarebbe stato letterale ma avrebbe rappresentato simbolicamente un’anarchia mondiale, che avrebbe annientato nel caos ogni religione e ogni politica. La società umana restaurata dal caos avrebbe formato la “nuova terra” sotto il Regno celeste di Cristo, il “nuovo cielo”. Successe però che la stessa cronologia che aveva unito i due fu quella che poco dopo li divise per sempre. Nel 1878 Barbour si aspettava si essere rapito in cielo: Gesù era risuscitato con un corpo spirituale tre anni e mezzo dopo la Sua venuta come Messia, cioè dopo il Suo battesimo nel Giordano; dopo altrettanto tempo dal Suo ritorno avrebbe risuscitato i Suoi santi, che sarebbero stati rapiti sulle nuvole a incontrarLo. Siccome era modestamente convinto di essere nel novero degli Ebrei, pensò che tre anni e mezzo dopo il 1874, cioè nel 1878, sarebbe salito in cielo come Elia in un turbine di vento. Russell fu entusiasta dell’idea ma il suo entusiasmo durò un anno soltanto. Nel 1879, avvilito per essersi lasciato influenzare dai Secondi Avventisti, forse ricordandosi di averli un tempo criticati giustamente per la loro mania di datare, li lasciò. Per prima cosa si sposò: trovò una specie di Santippe, una certa Maria Frances Ackley, che gli rovinò l’esistenza con i suoi atteggiamenti da suffragetta isterica. In quello stesso anno lanciò il pomo della loro discordia coniugale: fondò la rivista “Torre di guardia di Sion e araldo della Presenza di Cristo” onde convincere altri studiosi della Bibbia che il tempo della mietitura fra “grano” e “zizzanie” era giunto e che Cristo era tornato per operare questa separazione con una grande diffusione della Verità biblica.
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12/05/2009 17:15

PARTE 3


Per iniziare la sua attività di editore Russell aveva ancora un po’ del suo denaro, ma certo non sarebbe stato sufficiente se non ci sarebbero state le cosiddette “contribuzioni volontarie”. La rivista “Torre di Guardia” fu finanziata fin dall’inizio da ditte commerciali e il loro sostegno economico deve essere stato ingente perché fu necessario legalizzare il tutto. Così nel 1881 Russell fondò la “Società Torre di guardia di trattati di Sion”, un ente che aveva il Pastore come presidente ed editore.
Negli anni successivi il capitale della società crebbe a tal punto che fece gola ai suoi stessi collaboratori, che, per impadronirsene, cominciarono a lanciargli pesanti accuse di disonestà nella direzione degli affari. Tentarono di destituirlo dall’incarico di presidente e di accaparrare ogni cosa loro. I sostenitori però prevalsero sui denigratori e non se ne fece di nulla, ma la congiura non finì lì. Per l’appunto la segretaria e tesoriera della Società era la moglie del Pastore, la quale collaborava anche alla stesura di qualche articolo che compariva saltuariamente sulla rivista. I cospiratori cercarono di accattivare le sue simpatie colpendola nel punto debole di ogni donna: la vanità. Le dissero che era la più brava di tutti, compreso il marito, e che i suoi articoli erano quelli che dicevano le cose più giuste sulla Bibbia. Lei ovviamente ci credette, poiché segretamente ne era già convinta. Da tempo faceva pressioni su suo marito perché scrivesse sul periodico un commento tendenzioso alla parabola di Gesù su “il servitore fedele e prudente”. Questo servitore sarebbe stato lasciato dal padrone a dare cibo alla famiglia in sua assenza. Al suo ritorno, improvviso e imprevisto, se lo avesse trovato ad accudire i suoi con zelo, lo avrebbe elevato sopra ogni suo bene. La signora Russell voleva che il marito si dichiarasse il servitore della parabola. Era una presunzione che lui non aveva e rifiutò. Nel 1881 infatti aveva scritto: “Crediamo che ogni membro del Corpo di Cristo sia impegnato, direttamente o indirettamente, nella benedetta opera di dare a suo tempo il vitto ai domestici della fede. Qual è mai il servitore fedele e prudente che il padrone ha costituito sui familiari per dar loro il vitto a suo tempo? Non è forse quel Piccolo Gregge di consacrati servitori, il Corpo di Cristo, che fedelmente adempie ai propri voti di consacrazione? E non è proprio questo Corpo di Eletti a distribuire il vitto a suo tempo alla famiglia della fede, il grande gruppo dei credenti?”.
I collaboratori allora suggerirono alla signora Russell che “il servitore fedele e prudente” era lei e non ci volle molto a convincerla. Partì subito in quarta e pretese dal marito di avere sempre più spazio a disposizione sulle colonne del giornale. E non si fermò qui: chiese che gli fossero riconosciuti gli stessi diritti del consorte, cioè in pratica voleva la metà del capitale della Società. Russell cercò di calmare le acque, di dissuadere la moglie da questo fine e la rabbonì mandandola in giro per l’America a visitare le varie congregazioni o “classi” di Studenti Biblici, come lui le chiamava. La donna ne approfittò per scatenare una campagna contro di lui e la frattura fra i due fu irreparabile. Nel 1906 si incontrarono in tribunale per la separazione legale richiesta dalla moglie in nome dei “diritti della donna”. In questa circostanza lei cercò di denigrarlo a tutti i costi, vedendo che la sua battaglia era perduta a causa della fedeltà della maggioranza a Russell. Al processo lo accusò subito di adulterio e, siccome non c’erano prove, l’accusa cadde e tutta la questione fu cancellata dal verbale della corte. Nel 1908 la signora Russell ottenne un “divorzio parziale o condizionato” (cioè una separazione legale) per “crudeltà mentale” del Pastore: la forma con cui avvengono i divorzi in America quando non ci sono motivi validi e i due non vogliono continuare a stare insieme.
Questi attacchi all’interno non furono i soli ad angustiare il direttore della “Torre di guardia”, poiché il contenuto della rivista gli procurò molti nemici esterni, che l’aspettavano al varco per denigrare l’uomo e la sua opera. L’occasione fu loro offerta dalla propaganda che il giornale fece di un grano speciale, che Russell aveva definito “miracoloso”. Nel 1908 fu segnalato sulle colonne della “Torre di guardia” che delle spighe più grandi e più ricche di quelle comuni erano state scoperte in Virginia. Il fatto che esistesse in America un grano speciale più grande di quello che i coloni vi avevano importato, sembrò al Pastore un segno dell’inizio del Regno millenario di Cristo. Bisogna ricordare che nel Nuovo Mondo il grano non esisteva: vi fu importato dal vecchio continente dai colonizzatori. A forza di seminarlo e di riseminarlo, trovando terreni più ubertosi, il cereale si perfezionò. Non deve quindi meravigliare che le combinazioni genetiche abbiano prodotto a un certo momento spighe più grandi delle altre. Ma il Pastore, sempre attento ai segnali del Millennio, vi scorse un segno dei tempi.
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13/05/2009 17:34

PARTE 4


Per di più, nel 1906, l’agronomo ebreo Aaron Aaronshon aveva notato che sulle falde del monte Canaan, in Palestina, cresceva un grano selvatico, da lui denominato triticum dinocoides. Quel tipo di cereale fu riconosciuto dalla scienza ufficiale come l’antenato di tutte e ventisei le famiglie di grano esistenti nel mondo. Questo fatto fu annotato da Russell sulla “Torre di guardia” del 1° Ottobre 1910 a conferma dell’esistenza di un grano eccezionale, che avrebbe dovuto apparire sulla terra all’aurora del Millennio. Fin qui non ci fu nulla di male. Accadde però che la “Torre di guardia” acquistò semi di grano in questione per rivenderli e li reclamizzò sul periodico. La compravendita del “grano miracoloso” fece scandalo e la cosa finì sui giornali, ma il Pastore restò un uomo ammirevole per l’intenzione evangelica che aveva alimentato tutta la sua vita e per l’opera divulgativa della Bibbia che aveva intrapreso con il suo periodico. Uno dei suoi meriti maggiori fu quello di non essere settario. Quando gli chiedevano chi si dovesse chiamare “fratello”, egli rispondeva: “Chiunque a fede nel Signore Gesù Cristo”. Chiamava fratelli Cattolici e Protestanti. Chiamava amici i Socialisti. In questi ultimi vedeva “il grande esercito del Signore” che Dio avrebbe usato per distruggere ogni potere economico sulla terra. Pensava che prima o poi ci sarebbe stata una lotto titanica fra due giganti: il Capitalismo e il Proletariato. Nel 1897 pubblicò il libro Il giorno della vendetta (alias La battaglia di Armaghedon), in cui illustrò dettagliatamente “la fornicazione degli elementi” in vista della lotta di classe. Siamo certi che fu influenzato dagli eventi Americani ma non mancò di fiuto profetico. Infatti tra 1884 e il 1886 ci furono negli U.S.A. ondate di rivolte operaia che preoccuparono i capitalisti e i benpensanti. I magnati ordinarono una grande repressione nei confronti dei capi socialisti che avevano organizzato l’ormai mitico sciopero del 1° maggio 1886. Tutto ciò suggerì a Russell un’idea nuova e insolita nell’interpretazione dell’Apocalisse e degli eventi che avrebbero preceduto e determinato la fine di questo mondo. Cristo era tornato invisibilmente a raccogliere gli ultimi Santi in una mietitura di quarant’anni. Nel 1914 sarebbe cominciato il tempo di afflizione per l’umanità, che sarebbe durato fino a quando il “fuoco” dell’anarchia avesse distrutto tutte le istituzioni umane, civili e religiose. La lotta tra operai e industriali non avrebbe portato alla vittoria di nessuno dei due, ma al caos, ai tumulti delle genti in tutto il mondo. Le prove dell’avvenuto ritorno di Gesù, ispiratore del progresso umano in un millennio di prosperità, erano da vedersi soprattutto nelle conquiste della tecnologia (treno, stampa, telegrafo, telefono, aeroplano ecc.). L’emancipazione dell’uomo dalle tenebre e dall’ignoranza del passato sarebbe stata sempre più grande via via che si andava istaurando il Regno di Dio su questa terra. Ma perché ciò avvenisse occorreva una ventata mondiale di tribolazione per tutti, che avrebbe spazzato i vecchi sistemi umani: la loro distruzione sarebbe stata positiva. La nazione di Israele doveva essere restaurata in Palestina e Abramo sarebbe risorto assieme agli altri patriarchi per governarla.
Nel Millennio, per lui già iniziato, gli Ebrei avrebbero guidato il mondo dopo aver accettato Gesù come Messia. Il Sionismi era una cardine della sua predicazione e doveva piacere necessariamente agli Ebrei. Altri fattori, oltre a questi, confluirono nella gigantesca opera di Russell. Nella seconda metà dell’800 fiorì l’entusiasmo per l’egittologia e per i misteri della religione egizia. Alcuni si esaltarono nella considerazione della piramide di Cheope, dove riuscirono a trovare la soluzione ai più grandi problemi astronomici, geometrici e geodesiaci di tutti i tempi. Fra questi cultori di misteri dell’antico Egitto spiccò Charles Piazzi-Smith, astronomo reale di Scozia e membro della Royal Society. Era nato a Napoli nel 1819 ed era figlio di un ammiraglio inglese. Nel 1870 pubblicò un libro che allora fece scalpore: Our inheritance in the Great Pyramid. Misurando in pollici la lunghezza delle gallerie interne della piramide e considerando un pollice uguale a un anno previde un gran cambiamento nella storia umana per il 1881. Morì nel 1900 senza che il mutamento fosse avvenuto. Russell, dopo aver letto il testo di Piazzi-Smith, si appassionò alla piramide per convalidare la sua cronologia. In che modo? Sostenendo che alle sue misure corrispondevano periodi di tempo, in cui Dio avrebbe disegnato il Suo Piano storico: i 1881 pollici della Grande Galleria sarebbero 1881 anni, ma non a partire dell’anno zero, ma dal 33 d.C., l’anno della crocifissione di Gesù, per giungere al 1914. Quando scoppiò la grande guerra sembrò che le sue spiegazioni delle profezie, cui da tempo aveva dedicato articoli sulla “Torre di guardia”, si stessero finalmente adempiendo. La “grande tribolazione”, di cui aveva parlato Gesù e che avrebbe consumato il mondo in un turbine di fuoco, stava giungendo e il Regno millenario sarebbe iniziato subito dopo col prendere le redini del mondo per riportarlo all’ordine e alla pace.
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13/05/2009 17:41

PARTE 5


Gli Studenti Biblici erano al settimo cielo e i quotidiani statunitensi pubblicavano articoli su questa profezia adempiuta, facendo così pubblicità al Pastore e ai suoi scritti. La guerra intanto stava coinvolgendo tutta l’Europa e presto anche l’America stessa vi avrebbe partecipato, sacrificandovi innumerevoli vite umane. Fu allora che Russell, con una correttezza comportamentale che va tutta a suo onore, scrisse sulla “Torre di guardia” del Febbraio 1916: “Quando scoprimmo che eravamo in attesa di cose inesatte nell’ottobre del 1914, fummo ben lieti che il Signore non avesse cambiato il Suo Piano per compiacerci. Non desideravamo che facesse questo. Il Signore per mezzo della Sua Parola, sembra che abbia rinviato il Suo popolo a quattro diversi riferimenti cronologici: 1874, 1878, 1881, 1914. Ma Dio non ci disse che sarebbe stato così. Ha permesso che pervenissimo a tale conclusione e crediamo che tutto ciò possa essere considerato come una prova necessaria per tutti i cari Santi di Dio d’ogni dove”. Spiegò che la mietitura dell’età del Vangelo non era cominciata nel 1874 ma nel 1878: sarebbe finita quarant’anni dopo, nel 1918.
Era il 31 Ottobre 1916 quando il Pastore morì, all’età di sessantaquattro anni. Il decesso avvenne in treno quasi a codificare la sua vita di missionario. Stava infatti attraversando il Texas per una serie di sermoni e visite pastorali. Di sermoni pare che ne avesse pronunciati oltre trentamila, un po’ dovunque nel mondo. Produsse anche una lunga serie di diapositive colorate a mano: “Il fotodramma della Creazione” (1914), che fece proiettare nelle principali città d’America e d’Europa. Era un riassunto della Bibbia per immagini. Il commento era registrato su dischi. Per due volte Russell si era recato in Terra Santa: nel 1892 e nel 1910. Ne aveva approfittato per tenere discorsi agli Ebrei locali sull’imminente adempimento della profezia di Isaia sulla restaurazione di Israele in Palestina. Al suo ritorno a New York, aveva perlato su “Il Sionismo nella profezia” a un uditorio di quattromila Ebrei. Quell’uomo alto, vestito di nero e con una barba bianca, sembrava davvero un antico profeta biblico.
Prima di morire aveva pubblicato come “International Bible Students Association” (I.B.S.A.) sei volumi intitolati Studi sulle Scritture, pieni zeppi di citazioni bibliche e dei suoi commenti sulle medesime. Nel primo, Il Piano delle età (1886), ripeteva ed arricchiva quello che aveva già scritto nei Tre mondi con Barbour. Nel secondo, Il tempo è vicino (1889), illustrava la sua cronologia fino al 1914. Nel terzo, Venga il Tuo Regno (1890), spiegava le profezie di Daniele secondo la tradizione che faceva capo a Wycliffe e a Miller, adattandone però la cronologia. In appendice a questo volume pubblicò la sua interpretazione della struttura architettonica della grande piramide, contando i pollici delle sue gallerie e traducendoli in anni per trovare una conferma extrabiblica alla validità dei suoi calcoli. Nel quarto, Il giorno della vendetta o La battaglia di Armaghedon (1897), parlava dei suoi tempi e del loro e del loro inesorabile avanzare verso l’anarchia universale. Nel quinto, Riconciliazione fra Dio e l’uomo (1899), illustrava il valore del sacrificio di riscatto di Cristo per tutta l’umanità e come questo adempiva gli antichi riti della legge di Mosè. Nel sesto, La nuova creazione, che uscì nel 1904, parlava della Chiesa cristiana, delle regole che essa deve seguire per essere accettata da Dio come vera Chiesa e dei suoi fondamentali principi. Quand’era in punto di morte gli fu chiesto: “E il settimo volume?”. Rispose: “Qualcun altro lo scriverà”.
Russell, nonostante le insistenze dei suoi seguaci, non aveva ancora scritto il settimo volume, quello sull’Apocalisse. Riteneva che non tutto di quel libro misterioso gli fosse chiaro e che quindi non potesse compiere un lavoro soddisfacente. Quando morì lasciò un’avviata società editoriale con varie filiali in America e in vari paesi del mondo. I suoi seguaci avevano preso il nome di “Associazione internazionale degli Studenti Biblici” con sede principale a Brooklyn (New York), dove esisteva il loro “tabernacolo”, un edificio in cui vivevano i membri della direzione della “Torre di guardia”. Insieme e tutto ciò Russell lasciò, morendo, anche il pesante fardello delle sue profezie ancora inadempiute e la delusione delle attese di molti Studenti Biblici per il 1914. Ai suoi funerali parteciparono innumerevoli persone e molti oratori si alternarono per celebrare le sue lodi di Cristiano. A un certo punto della cerimonia funebre si fece largo tra la folla una donna velata che andò a deporre sulla bara i fiori preferiti dal Pastore: un mazzolino di mughetti. Era sua moglie.

La biografia sopra riportata è tratta dall’appendice del libro Il Mistero di Dio è compiuto, Charles Taze Russell, a cura di Sergio Gabrielli, Global Print, Gorgonzola (MI), 2007.
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13/05/2009 18:18

Altre informazioni di natura biografica sul pastore Russell sono contenute nel libro I Testimoni di Geova, Proclamatori del Regno di Dio (Watchtower, 1993). Verranno riportate di seguito.
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13/05/2009 18:27

Proclamato il ritorno del Signore (1870-1914)


“La seguente storia è stata scritta non solo perché sono stato invitato a passare in rassegna come Dio ha guidato le cose nel sentiero della luce, ma specialmente perché sono convinto che è necessario che la verità sia esposta in modo semplice, affinché gli equivoci e i pregiudizi siano dissipati e i lettori vedano come sin qui il Signore ha aiutato e guidato”. - La Torre di Guardia inglese del 15 luglio 1906, p. 229.

DOPO questo preambolo Charles Taze Russell si accinse a descrivere a grandi linee gli avvenimenti che lo avevano indotto a pubblicare L’Aurora del Millennio (chiamata in seguito Studi sulle Scritture) e Zion’s Watch Tower and Herald of Christ’s Presence (Torre di Guardia di Sion e Araldo della presenza di Cristo, ora La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova). Questa storia interessa in particolar modo i testimoni di Geova. Perché? Perché l’attuale intendimento delle verità bibliche e le attività che svolgono risalgono agli anni ’70 del secolo scorso e all’opera di C. T. Russell e dei suoi collaboratori, e quindi alla Bibbia e al cristianesimo primitivo.

Chi era Charles Taze Russell? La storia della sua opera dimostra che ebbe la guida e l’aiuto del Signore?
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13/05/2009 18:29

Ricerca della Verità


C. T. Russell nacque negli Stati Uniti, ad Allegheny (ora parte di Pittsburgh), in Pennsylvania, il 16 febbraio 1852. Era il secondogenito di Joseph L. e Ann Eliza (Birney) Russell, presbiteriani di origine scozzese-irlandese. La madre morì quando Charles aveva solo nove anni, ma l’influenza di entrambi i genitori che erano molto religiosi fu determinante per lui sin dalla più tenera età. Come ebbe a dire in seguito un collaboratore di C. T. Russell, “essi coltivarono il tenero ramoscello; ed esso crebbe in direzione del Signore”. Sebbene avesse ricevuto un’educazione presbiteriana, Charles si unì poi alla Chiesa Congregazionalista attratto dalle sue idee.

Il giovane Charles era evidentemente tagliato per gli affari. A soli 11 anni diventò socio del padre che aveva un fiorente negozio di abiti per uomo. Charles allargò il giro d’affari e finì per gestire personalmente diversi negozi. Anche se gli affari gli andavano bene, spiritualmente era molto turbato. Perché mai?

I suoi genitori credevano sinceramente nelle dottrine delle chiese della cristianità e gli avevano insegnato ad accettarle. Il giovane Charles quindi aveva imparato che Dio è amore, ma che aveva creato l’uomo immortale e aveva predisposto un luogo infuocato in cui avrebbe tormentato in eterno tutti tranne coloro che erano predestinati alla salvezza. Un’idea del genere ripugnava al cuore sincero dell’adolescente Charles. Egli ragionava: “Un Dio che avesse usato la sua potenza per creare esseri umani che aveva preconosciuto e predestinato a essere tormentati in eterno non poteva essere né sapiente, né giusto, né amorevole. Sarebbe stato peggiore di molti uomini”.

Ma il giovane Russell non era ateo; semplicemente non poteva accettare gli insegnamenti tradizionali delle chiese. Egli spiegava: “Un po’ alla volta riuscii a intravedere che per quanto ogni dottrina contenesse alcuni elementi di verità, nell’insieme erano fuorvianti e contrarie alla Parola di Dio”. Nelle dottrine delle chiese gli “elementi di verità” erano sepolti sotto una palude di insegnamenti pagani che avevano permeato il cristianesimo corrotto durante la secolare apostasia. Allontanatosi dalle dottrine della chiesa, Russell, alla ricerca della verità, esaminò alcune importanti religioni orientali, solo per trovarle deludenti.
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13/05/2009 18:31

Ristabilito nella fede


Il ramoscello, però, era stato coltivato da genitori timorati di Dio; era cresciuto “in direzione del Signore”. Mentre Charles era ancora alla ricerca della verità, una sera del 1869 accadde qualcosa che ristabilì la sua fede vacillante. Egli camminava per Federal Street vicino al negozio di famiglia quando udì un canto religioso proveniente da un locale nell’interrato. Ecco cosa avvenne, secondo le sue stesse parole:

“Una sera, apparentemente per caso, entrai in un locale scuro, polveroso, dove avevo sentito che si tenevano riunioni religiose, per vedere se il pugno di persone che vi si radunavano aveva da offrire qualcosa di più ragionevole delle credenze delle grandi chiese. Là, per la prima volta, sentii parlare delle idee degli avventisti dal predicatore, il signor Jonas Wendell . . . Perciò confesso di essere debitore agli avventisti e anche ad altre denominazioni. Benché la sua spiegazione delle Scritture non fosse del tutto chiara, . . . fu sufficiente, grazie a Dio, a ristabilire la mia fede vacillante nell’ispirazione divina della Bibbia e a dimostrare che gli scritti degli apostoli e dei profeti sono indissolubilmente collegati. Ciò che udii mi fece riprendere in mano la Bibbia per studiare con più zelo e attenzione che mai, e ringrazierò sempre il Signore per quella guida; poiché, anche se il pensiero degli avventisti non mi offrì una particolare verità, mi aiutò immensamente a dimenticare gli errori, e così mi preparò per la Verità”.

Quell’adunanza rinnovò nel giovane Russell la determinazione di ricercare la verità scritturale. Gli fece riprendere in mano la Bibbia con più ardore che mai. Ben presto Russell si convinse che per coloro che servivano il Signore era vicino il tempo in cui sarebbero pervenuti a una chiara conoscenza del Suo proposito. Perciò, nel 1870 lui e alcuni conoscenti di Pittsburgh e della vicina Allegheny, pieni di entusiasmo, si unirono e formarono un gruppo per studiare la Bibbia. Secondo un successivo collaboratore di Russell, lo studio biblico si teneva in questo modo: “Qualcuno proponeva un quesito. Ne parlavano. Cercavano tutti i versetti attinenti e poi, quando erano convinti che fossero tutti in armonia, finalmente traevano la conclusione e ne prendevano nota”. Come Russell riconobbe in seguito, il periodo “dal 1870 al 1875 fu un tempo di costante crescita nella grazia e nella conoscenza e nell’amore di Dio e della sua Parola”.

Man mano che quei sinceri ricercatori della verità esaminavano le Scritture, diverse cose divennero più chiare. Compresero che l’anima umana è mortale e che l’immortalità è un dono riservato a coloro che diventano coeredi di Cristo nel suo Regno celeste. (Ezec. 18:20; Rom. 2:6, 7) Cominciarono a capire la dottrina del sacrificio di riscatto di Gesù Cristo e l’opportunità che questo provvedimento offriva all’umanità. (Matt. 20:28) Riconobbero che sebbene la prima volta Gesù fosse venuto sulla terra come uomo, nella carne, al suo ritorno sarebbe stato invisibilmente presente come persona spirituale. (Giov. 14:19) Inoltre appresero che lo scopo del ritorno di Gesù non era di distruggere tutti, ma di benedire le famiglie ubbidienti della terra. (Gal. 3:8) Russell scriveva: “Ci ha addolorato moltissimo l’errore degli avventisti, che aspettavano Cristo nella carne e insegnavano che il mondo e tutti quelli che sono in esso tranne gli stessi avventisti sarebbero stati consumati dal fuoco”.

Le verità scritturali che divennero chiare a questo gruppetto di studenti della Bibbia segnarono un netto distacco dalle dottrine pagane che si erano infiltrate nel cristianesimo durante la secolare apostasia. Ma Russell e i suoi compagni di mente spirituale trassero queste verità dalla Bibbia senza l’aiuto di altri?
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13/05/2009 18:32

L’influenza di altri


Russell accennava con franchezza all’aiuto avuto da altri nello studio della Bibbia. Non solo riconosceva di essere debitore all’avventista Jonas Wendell, ma parlava con affetto anche di altri due che l’avevano aiutato nello studio della Bibbia. Di questi disse: “Lo studio della Parola di Dio con questi cari fratelli ha condotto, per gradi, in pascoli più verdi”. Uno, George W. Stetson, era un assiduo studioso della Bibbia e pastore della Chiesa Cristiana Avventista di Edinboro (Pennsylvania).

L’altro, George Storrs, era editore della rivista Bible Examiner, che si pubblicava a Brooklyn (New York). Storrs, nato il 13 dicembre 1796, inizialmente era stato stimolato a esaminare quello che dice la Bibbia della condizione dei morti dalla lettura di qualcosa pubblicato (anche se a quel tempo anonimo) da un attento studioso della Bibbia, Henry Grew, di Filadelfia (Pennsylvania). Storrs divenne un fervente sostenitore di quella che fu definita l’immortalità condizionale: l’insegnamento che l’anima è mortale e che l’immortalità è un dono riservato ai cristiani fedeli. Egli inoltre argomentava che poiché i malvagi non posseggono l’immortalità, il tormento eterno non esiste. Storrs viaggiò molto, facendo conferenze sul soggetto della non immortalità per i malvagi. Fra le opere che pubblicò c’erano i Six Sermons, che raggiunsero una tiratura di 200.000 copie. Senza dubbio le idee di Storrs, basate saldamente sulla Bibbia, circa la mortalità dell’anima, come pure la redenzione e la restituzione (restaurazione di ciò che era stato perduto a causa del peccato adamico; Atti 3:21), ebbero una forte influenza positiva sul giovane Charles T. Russell.

Tuttavia un altro uomo che influì profondamente sulla vita di Russell avrebbe messo alla prova il suo amore e la sua lealtà alla verità scritturale
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13/05/2009 18:35

George W. Stetson: “uomo di notevole ingegno”


C. T. Russell riconobbe con gratitudine l’aiuto che aveva avuto da George W. Stetson, di Edinboro, nello studio delle Scritture. Stetson morì il 9 ottobre 1879, a 64 anni. Il mese dopo “La Torre di Guardia” pubblicò un annuncio della sua morte che rivelava il profondo rispetto che Russell, allora ventisettenne, nutriva per lui. “Il nostro fratello era un uomo di notevole ingegno”, scrisse Russell, “e ha rinunciato a luminose prospettive di onori mondani e politici per poter predicare Cristo”. Stetson in punto di morte aveva chiesto che Russell pronunciasse il discorso al suo funerale; Russell rispettò la sua volontà. “Circa milleduecento persone hanno assistito al funerale”, riferì Russell, “dando così prova della grande stima in cui era tenuto il nostro fratello”. — “La Torre di Guardia” inglese del novembre 1879.
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13/05/2009 18:36

George Storrs: “un amico e un fratello”


C. T. Russell provava gratitudine nei confronti di George Storrs, che aveva circa 56 anni più di lui. Aveva imparato molto da Storrs sulla mortalità dell’anima. Perciò quando Storrs si ammalò gravemente verso la fine del 1879, Russell si offrì di stampare sulla “Torre di Guardia” notizie della sua salute. “Il nostro fratello”, scriveva Russell, “che ha diretto per tanto tempo ‘The Bible Examiner’ è noto alla maggioranza dei nostri lettori; inoltre è stato costretto da una grave malattia a sospendere la pubblicazione del suo periodico”. A giudizio di Russell, Storrs aveva “molta ragione di ringraziare Dio per il privilegio di aver vissuto una vita così lunga e così consacrata al Signore”. Storrs morì il 28 dicembre 1879, a 83 anni. Sulla “Torre di Guardia” inglese del febbraio 1880 comparve l’annuncio della sua morte, che diceva: “Piangiamo la morte di un amico e un fratello in Cristo, ma ‘non come quelli che non hanno speranza’”.
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13/05/2009 18:41

Le profezie e la presenza del Signore


Una mattina del gennaio 1876 Russell, che allora aveva 23 anni, ricevette una copia di un periodico religioso chiamato Herald of the Morning. Dall’illustrazione della copertina capì che era opera degli avventisti. Il direttore, Nelson H. Barbour, di Rochester (New York), credeva che l’obiettivo del ritorno di Cristo non fosse di distruggere le famiglie della terra ma di benedirle, e che la sua venuta non sarebbe stata nella carne ma come spirito. Questo era proprio quello che Russell e i suoi compagni di Allegheny pensavano da tempo!(Barbour e Russell non erano stati i primi a spiegare il ritorno del Signore come una presenza invisibile. Molto prima Isaac Newton (1642-1727) aveva scritto che Cristo sarebbe tornato e avrebbe regnato “invisibile ai mortali”. Nel 1856 Joseph Seiss, ministro luterano di Filadelfia (Pennsylvania), aveva scritto di un secondo avvento in due stadi: una parousìa, o presenza, invisibile seguita da una manifestazione visibile. Poi, nel 1864, Benjamin Wilson aveva pubblicato The Emphatic Diaglott con la lezione interlineare “presenza”, non “venuta”, per parousìa, e B. W. Keith, collaboratore di Barbour, l’aveva fatto notare a Barbour e ai suoi collaboratori).Stranamente, però, Barbour basandosi sulle profezie bibliche relative alla cronologia credeva che Cristo fosse già presente (invisibilmente) e che il lavoro di mietitura per raccogliere “il grano” (i veri cristiani che formano la classe del Regno) fosse già iniziato. — Matt., cap. 13.

Russell non aveva approfondito le profezie bibliche relative alla cronologia. Ora, però, si chiedeva: “Potrebbe darsi che le profezie relative alla cronologia che avevo per tanto tempo disprezzato, per l’abuso che ne facevano gli avventisti, volessero veramente indicare quando il Signore sarebbe stato invisibilmente presente per istituire il suo Regno?” Con la sua insaziabile sete di verità scritturale, Russell voleva saperne di più. Perciò dispose di incontrarsi con Barbour a Filadelfia. Questo incontro rafforzò il loro accordo su alcuni insegnamenti biblici e diede occasione a uno scambio di idee. “Quando ci incontrammo per la prima volta”, affermò Russell in seguito, “egli ebbe molto da imparare da me sulla pienezza della restituzione basata sulla sufficienza del riscatto pagato per tutti, come io ebbi molto da imparare da lui in quanto a cronologia”. Barbour riuscì a convincere Russell che la presenza invisibile di Cristo fosse iniziata nel 1874.
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13/05/2009 18:48

‘Intrapresa una vigorosa campagna per la Verità’


C. T. Russell era un uomo deciso. Convinto che la presenza invisibile di Cristo fosse iniziata, era determinato ad annunciarla ad altri. In seguito disse: “Sapere che eravamo già nel periodo della mietitura mi diede uno slancio nel diffondere la Verità che non avevo mai avuto prima. Perciò risolsi immediatamente di intraprendere una vigorosa campagna per la Verità”. Russell decise a quel punto di ridurre i propri interessi commerciali per dedicarsi alla predicazione.

Per neutralizzare le idee errate riguardo al ritorno del Signore, Russell scrisse l’opuscolo The Object and Manner of Our Lord’s Return (L’obiettivo e la maniera del ritorno del nostro Signore) che fu pubblicato nel 1877. Quell’anno Barbour e Russell pubblicarono insieme Three Worlds, and the Harvest of This World (Tre mondi, e la mietitura di questo mondo). Questo libro di 196 pagine trattava il soggetto della restituzione e quello delle profezie bibliche relative alla cronologia. Benché entrambi i soggetti fossero già stati trattati da altri, secondo Russell questo libro fu “il primo a collegare l’idea della restituzione con le profezie relative alla cronologia”, e ad avanzare l’ipotesi che la presenza invisibile di Gesù Cristo risalisse all’autunno del 1874.

Mentre viaggiava e predicava, Russell si rese conto che ci voleva qualcos’altro per tenere in vita e innaffiare i semi di verità che andava seminando. Che cosa? “Una rivista mensile”. Perciò lui e Barbour decisero di riprendere la pubblicazione dell’Herald, che era stata sospesa perché diversi abbonamenti erano stati annullati e mancavano i fondi. Russell offrì il denaro necessario per riprendere la pubblicazione della rivista, diventandone uno dei direttori.

Tutto andò bene per un po’, cioè fino al 1878.
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13/05/2009 18:57

Russell tronca i rapporti con Barbour


Nel numero dell’Herald of the Morning dell’agosto 1878 comparve un articolo di Barbour che negava il valore sostitutivo della morte di Cristo. Russell, che aveva quasi 30 anni meno di Barbour, capì che questo significava negare la parte essenziale della dottrina del riscatto. Perciò nel numero successivo (settembre 1878), in un articolo intitolato “L’espiazione”, sostenne il riscatto e smentì le affermazioni di Barbour. La disputa continuò per qualche mese sulle pagine della rivista. Alla fine Russell decise di troncare i rapporti con il signor Barbour e smise di finanziare l’Herald.

C. T. Russell non si accontentò di ritirarsi dall’Herald. Pensava che la dottrina del riscatto doveva essere difesa e la presenza di Cristo proclamata. Perciò nel luglio del 1879 cominciò a pubblicare la rivista Zion’s Watch Tower and Herald of Christ’s Presence.(L’espressione “Watch Tower (Torre di Guardia)” non era usata solo da Russell e dai testimoni di Geova. Verso il 1855 George Storrs aveva pubblicato un libro intitolato The Watch Tower: Or, Man in Death; and the Hope for a Future Life. La stessa espressione faceva pure parte del titolo di vari periodici religiosi. Deriva dall’idea di essere vigilanti in attesa che si compiano i propositi di Dio. — Isa. 21:8, 11, 12; Ezec. 3:17; Abac. 2:1.). Russell era il direttore e l’editore, e all’inizio aveva altri cinque collaboratori. Del primo numero si stamparono 6.000 copie. Nel 1914 si stampavano circa 50.000 copie per edizione.
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13/05/2009 18:58

“Le lascio l’‘Herald’”


Nella primavera del 1879 C. T. Russell smise di dare il proprio sostegno alla rivista “Herald of the Morning”, di cui era stato direttore insieme a N. H. Barbour. In una lettera a Barbour, in data 3 maggio 1879, Russell ne spiegava la ragione: “È sorta una divergenza d’opinione fra noi sull’insegnamento della parola del nostro Padre [riguardo al valore sostitutivo del riscatto] e pur riconoscendole tutta la sincerità e l’onestà delle sue vedute, che rivendico per me stesso nella veduta opposta, sono costretto a lasciarmi guidare dal mio intendimento della parola del nostro Padre, e penso quindi che lei sia in errore. . . . I punti di divergenza mi sembrano così fondamentali e importanti che la piena cooperazione e comunione di idee che dovrebbe esistere fra editori e direttori di un giornale o di una rivista non sussistono più fra lei e me, e stando così le cose ritengo che i nostri rapporti debbano cessare”.

In una lettera successiva, in data 22 maggio 1879, Russell scrisse: “Ora le lascio l’‘Herald’. Mi ritiro interamente, senza chiederle nulla . . . La prego di annunciare lo scioglimento nel prossimo numero dell’‘Herald’ e di togliere il mio nome”. A partire dal numero del giugno 1879 il nome di Russell non compariva più fra quello dei direttori dell’“Herald”.

Barbour continuò a pubblicare l’“Herald” fino al 1903, quando, secondo le informazioni disponibili, ne sospese la pubblicazione. Morì qualche anno dopo, nel 1906.
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13/05/2009 19:28

‘Non qualcosa di nuovo, né di nostro, ma del Signore’


C. T. Russell si servì della Torre di Guardia e di altre pubblicazioni per sostenere le verità della Bibbia e per confutare falsi insegnamenti religiosi e filosofie umane in contrasto con la Bibbia. Egli tuttavia non pretendeva di aver scoperto nuove verità.

Verso la fine del XVIII secolo molti ministri religiosi e molti studiosi della Bibbia avevano cominciato a smascherare i falsi insegnamenti dell’immortalità dell’anima e del tormento eterno dei malvagi. Questa denuncia era stata ben documentata nel libro Bible Vs. Tradition, di Aaron Ellis, pubblicato in origine in Inghilterra e poi nel 1853 da George Storrs negli Stati Uniti. Ma nessuno in quel tempo si adoperò più di C. T. Russell e dei suoi collaboratori per far conoscere questa verità.

E che dire di altre dottrine bibliche trattate nella Torre di Guardia e in altre pubblicazioni? Russell si attribuì tutto il merito di aver scoperto queste gemme di verità? Egli spiegò: “Abbiamo riscontrato che per secoli vari gruppi e sette si erano spartiti le dottrine bibliche, mischiandole più o meno con speculazioni ed errori umani . . . Abbiamo riscontrato che l’importante dottrina della giustificazione per fede e non mediante le opere era stata enunciata in modo chiaro da Lutero e più recentemente da molti cristiani; che la sapienza e la potenza e la giustizia divina erano difese con zelo anche se non ben comprese dai presbiteriani; che i metodisti apprezzavano ed esaltavano l’amore e la compassione di Dio; che gli avventisti sostenevano la preziosa dottrina del ritorno del Signore; che i battisti fra l’altro avevano compreso in modo corretto la dottrina del battesimo simbolico, pur avendo perso di vista il vero battesimo; che alcuni universalisti da tempo sostenevano vagamente alcuni concetti relativi alla ‘restituzione’. E quindi era evidente che i fondatori di quasi tutti i gruppi religiosi avevano brancolato alla ricerca della verità; ma ovviamente il grande Avversario aveva combattuto contro di loro e aveva travisato la Parola di Dio che non poteva annullare interamente”.

A proposito della cronologia da lui spesso presentata Russell dichiarò: “Quando diciamo la ‘nostra’ cronologia intendiamo semplicemente quella che seguiamo noi, la cronologia biblica, che appartiene a tutto il popolo di Dio che l’accetta. In realtà era già usata molto tempo fa praticamente nella stessa forma, proprio come molte profezie che citiamo venivano citate per uno scopo diverso dagli avventisti, e come varie dottrine che propugniamo e che sembrano così nuove e recenti e diverse esistevano in qualche forma molto tempo fa: per esempio, elezione, grazia, restituzione, giustificazione, santificazione, glorificazione, risurrezione”.

Ma allora come fece Russell a capire il ruolo che lui e i suoi compagni svolgevano nel divulgare la verità scritturale? Egli spiegò: “La nostra opera . . . è consistita nel mettere insieme questi frammenti di verità per tanto tempo dispersi e nel presentarli al popolo del Signore, non come qualcosa di nuovo, né di nostro, ma del Signore. . . . Non dobbiamo arrogarci nessun merito neanche per aver scoperto e messo di nuovo in ordine i gioielli della verità”. Inoltre affermò: “L’opera in cui il Signore si è compiaciuto di usare i nostri umili talenti non è stata un’opera originale, ma piuttosto un’opera di ricostruzione, sistemazione, armonizzazione”.

Russell fu quindi assai modesto circa i risultati della sua opera. Comunque i “frammenti di verità per tanto tempo dispersi” che mise insieme e presentò al popolo del Signore non erano contaminati dalle dottrine pagane della Trinità e dell’immortalità dell’anima che disonoravano Dio e che avevano preso piede nelle chiese della cristianità in seguito alla grande apostasia. Come nessun altro in quel tempo, Russell e i suoi collaboratori proclamarono in tutto il mondo il significato del ritorno del Signore, del proposito divino e di ciò che questo comportava.
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13/05/2009 19:32

‘Rafforziamoci l’un l’altro nella santissima fede’


Le persone sincere accettarono prontamente le verità liberatrici che C. T. Russell e i suoi collaboratori proclamavano sia mediante la pagina stampata che mediante conferenze. Russell, che non aveva ancora 30 anni, si rese subito conto che i lettori della Torre di Guardia avevano bisogno di conoscere i compagni di fede e di incoraggiarsi a vicenda. Per questo gli Studenti Biblici di Pittsburgh si radunavano regolarmente, ma cosa si poteva fare per aiutare i lettori della Torre di Guardia che vivevano altrove?

La risposta venne data nella Torre di Guardia inglese del maggio e del giugno 1880. Lì Russell annunciò che aveva intenzione di recarsi in diverse città grandi e piccole della Pennsylvania, del New Jersey, del Massachusetts e dello stato di New York. Per quale scopo? “I nostri lettori”, spiegava l’annuncio, “sono molto sparsi, in alcuni luoghi ce ne sono 2, 3, e fino a 50. In molti luoghi non si conoscono neanche fra loro, e così non godono della comunione di idee e del conforto che il nostro Padre si era proposto che avessero ‘radunandosi insieme come alcuni son usi di fare’. Egli desidera che ci ‘edifichiamo l’un l’altro’ e ci rafforziamo l’un l’altro nella santissima fede. Vogliamo sperare che le adunanze proposte ci aiutino a conoscerci personalmente”. — Ebr. 10:24, 25.

Le “adunanze proposte” si tennero durante il viaggio di Russell e furono un vero successo; i lettori della Torre di Guardia erano ora più uniti. Questi e altri viaggi per visitare “piccoli gruppi di fedeli in attesa” portarono ben presto alla formazione di un certo numero di classi, o ecclesie (chiamate poi congregazioni), nelle zone summenzionate e anche nell’Ohio e nel Michigan. Queste classi furono incoraggiate a tenere adunanze regolari. Ma che genere di adunanze?

Il gruppo di Pittsburgh aveva l’abitudine di radunarsi almeno due volte la settimana. Una di queste adunanze spesso includeva una conferenza per l’intera ecclesia, pronunciata da un oratore qualificato, magari in una sala affittata. Alle altre adunanze invece, tenute di solito in case private, i presenti erano invitati a portare Bibbia, concordanza, carta e matita, e a partecipare.

La cordiale fratellanza spirituale di cui si godeva a quelle regolari adunanze settimanali costituiva un cambiamento ristoratore rispetto all’atmosfera fredda, impersonale delle funzioni di molte chiese della cristianità. Ma non furono Russell e i suoi compagni ad avere per primi l’idea di radunarsi regolarmente. L’abitudine di radunarsi, anche in case private, era stata introdotta dai cristiani del I secolo. — Rom. 16:3, 5; Col. 4:15.
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13/05/2009 19:45

“State predicando?”


C. T. Russell e i suoi compagni erano fermamente convinti di essere in un tempo di mietitura e che la gente aveva bisogno di udire la verità liberatrice. Tuttavia erano pochi. La Torre di Guardia svolgeva un ruolo importante, ma si poteva fare di più? Russell e i suoi collaboratori pensavano di sì. Nel 1880 gli Studenti Biblici cominciarono a pubblicare dei volantini (Bible Students’ Tracts, chiamati poi anche Old Theology Quarterly), che venivano dati ai lettori della Torre di Guardia perché li distribuissero gratuitamente al pubblico.

I lettori della Torre di Guardia furono incoraggiati a condividere con altri le preziose verità che imparavano. “State predicando?”, era la domanda posta nella Torre di Guardia inglese del luglio e dell’agosto 1881. Quanto era importante per loro predicare? L’articolo proseguiva dicendo: “Crediamo che nessuno se non chi predica apparterrà al piccolo gregge. . . . Sì, siamo stati chiamati per soffrire con lui e per proclamare ora la buona notizia, affinché a suo tempo possiamo essere glorificati e compiere ciò che ora predichiamo. Non siamo stati chiamati, né unti per ricevere onori e ammassare ricchezze, ma per spendere ed essere spesi, e per predicare la buona notizia”.

Era giusto che quei primi Studenti Biblici sentissero profondamente il bisogno di predicare la buona notizia. Infatti ai primi cristiani fu dato l’incarico di predicare, e tutti i cristiani sinceri hanno ancora questa responsabilità. (Matt. 24:14; 28:19, 20; Atti 1:8) Ma qual era lo scopo della predicazione compiuta da Russell e dai primi lettori della Torre di Guardia? Si trattava semplicemente di distribuire letteratura biblica o di portare all’attenzione delle persone religiose le verità scritturali?
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