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I tdG: un pericolo per la società?

Ultimo Aggiornamento: 30/10/2009 23:34
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Sesso: Maschile
07/06/2009 20:24

Si noti anche questa esperienza:

Mi chiamo Roberto Xxxxxxxx ed ho 45 anni.
Sin da piccolo ho incontrato molte difficoltà. Vivevo in una famiglia composta da 9 persone, compresi i miei genitori. Mio padre, reduce dalla IIª guerra mondiale e frustrato dagli eventi, non ha pensato molto alla famiglia. Mia madre, sarta, più determinata e premurosa, è stata più apprensiva. Essendo quest’ultima molto religiosa, ha pensato di darci una buona impostazione, così a 8 anni sono stato messo in collegio e ne ho girati 3. prima di allora non ho alcun ricordo. Questi collegi erano gestiti da preti perlopiù omosessuali, dai quali ho cercato sempre di starne alla larga, ma invano.
Non volendone sapere niente di studiare, ho cominciato a giocare a calcio, finendo poi nella società del Bari calcio e, dato che ai miei genitori non andava giù, dicendomi che non mi avrebbe dato alcun avvenire, mi costrinsero a trovare un lavoro. Così cominciai a lavorare in ristoranti e panifici, anziché essere sistemato dai preti, come asseriva mia madre. Lì ho cominciato a fumare, così, avendo un lavoro e dei soldi per pagarmi i vizi, sono entrato in una comitiva di ragazzi che frequentavano discoteche e brutti posti. Un po’ alla volta abbiamo cominciato a fumare hascisc e bere alcolici. Essendo cresciuto senza un carattere ben preciso, prendevo sempre tutto alla leggera. Quelle sostanze ci facevano dimenticare tutti i brutti momenti passati e presenti e così, anziché controllarli noi, presero loro il controllo su di noi. Col tempo quelle cose non facevano più effetto e così cominciammo ad assumere farmaci che, presi in dosi elevate, producevano un forte effetto sconvolgente. A motivo di queste cose fui fatto rivedibile per il servizio militare e, in seguito, riformato. Ciò mi permise, con la collaborazione di un politico col quale lavoravo, di essere assunto, come invalido civile, presso il ministero per i beni culturali, così mi sposai per la prima volta solo per senso del dovere nei confronti di una ragazza con la quale stavo già da tanto tempo. Non avevo perso le mie abitudini, né gli “amici” e così finii per coinvolgere anche mia moglie in quelle storie, ma col tempo, cominciai a tradirla, fino a che conobbi, per la prima volta, i testimoni di Geova. La cosa mi affascinava ma, proprio per il mio mancato carattere, mi feci convincere da una collega molto colta ed altolocata che mi disse che quelle dei testimoni di Geova erano tutte delle bugie. Così, dopo poche considerazioni bibliche, abbandonai tutto. Più deluso di prima, all’età di 20 anni, ripresi le mie vecchie abitudini e, col tempo lasciai mia moglie per poi tornarci dopo pochi mesi. Ma non fu cosa: il mondo mi travolse e tornai, come dice la Bibbia in 2° Pietro 2:22, a rivoltolarmi nel fango. Ripresi così a fare uso di hascisc, alcol, coca e farmaci e, cosa ancora più grave, a tradire mia moglie, fino a che una di queste rimase incinta, ma non volevo assolutamente restarle accanto, ma ora attendevo un figlio. Rilasciai mia moglie e questa volta definitivamente. Per l’annullamento del matrimonio dalla sacra rota, la chiesa voleva 12 milioni e la complicità di falsi testimoni, affinché dichiarassero che il nostro matrimonio avesse dell’inverosimile, così mi separai normalmente come per prassi. Costretto, andai a convivere con questa donna. Sprofondai ancora di più in quelle sostanze, rischiando anche di perdere il posto di lavoro come agente di pubblica sicurezza. Molte volte mi trovavo buttato sui marciapiedi, privo di conoscenze, per le strade più note della mia città. Arrivavo al lavoro alle ore 8.00 di mattina, barcollando. I miei familiari, i miei colleghi e le persone a me più care, persero tutte le speranze e così smisero di cercare di recuperarmi. Non volevano più vedermi, ero diventato pericoloso sia per me che per loro. Puzzavo di alcol e di sudore. Ho fatto le cose più brutte, che solo a pensarle, me ne vergogno. Disperato, passavo tutto il giorno a casa di un “amico” che stava agli arresti domiciliari, lasciando sole a casa, mia figlia già nata e la mia convivente senza dargli alcun sostegno, consumando tutto il mio stipendio ai vizi e al gioco. In compagnia di questo ragazzo ho rischiato grosso, divenni una persona incontrollabile e intrattabile. Non volevo vedere più nessuno, per me esisteva solo l’alcol, l’hascisc, ecc. Fino a quando, un bel giorno, casualmente, un testimone di Geova , approfittando di un contrattempo che gli aveva impedito di incontrarsi con un fratello, essendo stato amico intimo del cognato di questo mio “amico” agli arresti domiciliari, bussò alla sua porta, mentre io mi trovavo con lui, in condizioni pietose: ne sortì una bella conversazione. Gli dissi che ero determinato a spassarmela sotto ogni aspetto, e così il fratello mi fece leggere la scrittura di Salmo 37:10, 11. Fu da allora che la mia vita ha cominciò a cambiare. Quelle sostanze di cui facevo uso mi avevano compromesso seriamente le mie facoltà mentali, ma io ero determinato a servire Geova. Acquistavo sempre più conoscenza di Geova e dei suoi propositi, sentivo lo spirito di Geova operare su di me e la mia fiducia in lui aumentava ogni giorno di più. Geova mandò da me proprio il fratello di cui avevo bisogno per cambiare, anch’egli con un passato turbolento. Tornato a casa con il libro “Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca” e una Bibbia, la mia compagna vide che il mio viso era raggiante , al punto che non la maltrattai come ero solito fare, piuttosto cominciai a parlarle di un nuovo mondo che la Bibbia promette ci sarà qui sulla terra tra breve, della fine della malvagità e delle sofferenze, e di una vita familiare felice e gioiosa. Lei si accorse che quel giorno era accaduto in me qualcosa di davvero straordinario. Abbandonai quelle amicizie e pian piano anche quelle sostanze. Non è stato affatto facile perché quelle sostanze avevano ormai preso il controllo di tutto il mio corpo. Qualche volta sono caduto nel laccio dell’alcol anche dopo 10 anni, quando ero già un testimone, e magari credevo di poter bere almeno un bicchiere di vino al giorno: ma nel mio caso specifico, non fu assolutamente possibile. Fino a che, come Giobbe, dovetti fare un patto con Geova: Giobbe per gli occhi, io per la bocca. Promisi a Geova che non avrei più toccato neanche un bicchiere di alcol. Tutti cominciarono a notare qualcosa di sorprendente, non ero più quello di una volta e perciò acquistarono gradualmente fiducia in me. I miei cambiamenti erano evidenti a tutti, inoltre misi le cose in ordine anche con la legge e con lo stato. Da allora non ho mai smesso di ringraziare Geova per quello che ha fatto per me e la mia famiglia. Solo lui poteva riuscire in tutto questo, e lo ha fatto. Ora la mia vita è davvero cambiata e in meglio. Spero e prego tanto Geova che tutti i giovani di oggi e tutte le famiglie che vivono quelle penose situazioni, possano anche loro avere la mia stessa possibilità: conoscere Geova, l’Iddio di verità.
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