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Intervista al Dott. Pierluigi Tombetti

Ultimo Aggiornamento: 13/06/2009 19:05
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Sesso: Maschile
13/06/2009 19:05

L’INTERVISTA

Abbiamo incontrato Pierluigi per chiedergli qualcosa di più su di lui e sulle sue attività.

Michael Ferreri (M. F.) = Che cosa ti ha portato alla ricerca di confine?

Pierluigi Tombetti (P.T.) = Mah... non saprei, ho cominciato nei primi tempi dell’università a rendermi conto che le cose non sempre sono andate come le impariamo a scuola. Forse è stato a questo punto che ho cominciato ad orientarmi verso una visione più profonda della storia dell’uomo. D’altra parte è assolutamente necessario procedere con estrema attenzione, non sempre le cose sono come pensiamo che siano, sia per ciò che leggiamo, sia per ciò che pensiamo. C’è gente che vede cospirazioni dappertutto. Al contrario ci sono scettici che non ammettono che la storia la fa chi la scrive. Ecco, quando ho visto che alcuni studiosi hanno determinato cosa era successo in certi eventi sulla base di teorie opinabili e con prove davvero discutibili che però sono diventate la storia che si studia sui libri perché erano loro ad avere in mano e guidare la lobby di una certa università di prestigio, beh, allora mi sono detto: qui c’è qualcosa che non quadra. Allo stesso tempo mi sono accorto che anche altri la pensavano così e in alcuni di questi casi nel corso del tempo la verità è venuta fuori, in altri ci vorrà ancora un bel po’. Poi, quando ho cominciato a scrivere articoli sulla stampa specializzata sono venuto in contatto con altri ricercatori e accademici che indagavano con tutti gli strumenti a disposizione e con metodo scientifico gli stessi eventi che interessavano a me, e il gioco si è fatto più interessante. L’uscita del Settimo Sepolcro mi ha permesso di portare alla luce le ricerche di specialisti tra i migliori del mondo e di metterli a disposizione di tutti. Penso che continuerò su questa strada, è un modo straordinariamente intrigante ed efficace di diffondere verità storiche che provengono da dati d’archivio e fonti attendibili.

M. F. = L’Enigma University esiste veramente? É davvero così come l’hai descritta?

P.T. = Mi spiace, è un no comment. Non posso rispondere a questa domanda. Tutto ciò che il pubblico può sapere sull’Enigma lo potrà leggere sul SETTIMO SEPOLCRO e sui romanzi successivi che sto scrivendo. Non posso aggiungere altro. La motivazione la si può leggere nell’Avvertenza al Lettore, nelle prime pagine de IL SETTIMO SEPOLCRO. Come dire, vorrei dirvelo, ma non posso. C’è un motivo preciso.

M. F. = Nella prefazione al Settimo Sepolcro dici che i protagonisti e molti dei personaggi sono reali, hai solo cambiato il nome e poco altro per non incorrere in problemi legali. É vero o è solo finzione letteraria?

P.T. = (ride) No, no, sono per il 90% personaggi reali, alcuni sono miei amici ma si tratta di persone così straordinarie, così fuori dagli schemi che ho dovuto per forza metterli in un libro. Nessuno immagina che gente come Roberto Volterra, Alexander Dunn, Duncan Hamilton & C. possano esistere nella realtà ma ti garantisco, Michael, è davvero così. Una delle cose migliori del SETTIMO SEPOLCRO sono proprio loro, li ho descritti tali e quali, beh, sì certo, con qualche minima differenza per adattarli alla trama. Alex Dunn poi è proprio lui, un archeologo dal fisico straordinariamente scolpito, dalle capacità assolutamente fuori dalla media degli studiosi, ha scavato in tutto il bacino del mediterraneo ma è ben diverso dal solito ricercatore, tutto occhiali e schiena curva sui libri, si tratta di un vero uomo d’azione. Il suo caratteraccio è ormai proverbiale, ho citato alcune sue massime, quelle che mi divertono di più, ma ne crea di continuo. É comunque affascinante sapere che IL SETTIMO SEPOLCRO si basa su eventi assolutamente reali e ha come protagonisti uomini e donne che esistono davvero. Per me è motivo di grande soddisfazione pensare che sono tra i miei amici più cari.

M. F. = Chi è il protagonista del SETTIMO SEPOLCRO, Duncan Hamilton? Dalla tua biografia e conoscendoti sembra che ti sia ispirato a te stesso...

P.T. = Non ti sfugge nulla, eh? Beh, lo ammetto ma solo in parte: Duncan Hamilton l’ho costruito per il 75% sulla mia personalità, il 15% è un mix di qualità di altre persone che ammiro ma che purtroppo non possiedo, e il rimanente è quello che mi piacerebbe essere ma non posso essere. Hamilton, al contrario di me, è alto bello, colto e affascinante, la sua conoscenza è vasta, il suo intuito acutissimo, io respiro solo una parte delle sue qualità, tra l’altro diverse di queste sono estranee al mio carattere. Però entrambi ci siamo laureati in storia delle religioni (anche se lui insegna e io no), abbiamo approfondito la conoscenza dei simboli archetipici, onirici e mitologici, che alla fine sono poi la stessa cosa perché nascono dallo stesso alveo, amiamo le stesse cose, siamo affascinati dalle stesse cose. Molte delle esperienze di vita di Duncan sono le mie, inoltre abbiamo il medesimo modo di pensare, di vedere la vita, abbiamo in comune gli stessi amici (io però ne ho molti di più), amiamo viaggiare ed entrare in contatto direttamente con la gente del posto e con la sua cultura, e così via. Ci manteniamo in forma con un sistema personalizzato di allenamento, potremmo dire che siamo grandi amici!

M. F. = Insolito, uno studioso di mitologie e religioni che pratica intensamente sport. Anche tu comunque sei molto fuori da ogni schema...

P. T. = Guarda, pratico sport da quando avevo dodici anni, inoltre ho studiato per molti anni il Karate ed altre arti marziali, ora invece mi tengo in forma con corsa (interval – training), stretching e un po’ di body –building e seguo un’alimentazione adeguata. Sono un convinto sostenitore di una sana attività fisica e della giusta nutrizione. Si prevengono molte malattie e la mente lavora al top. Nulla di meglio per preservare la salute. E poi se capita, sei sempre pronto all’azione...!

M. F. = Parliamo di localizzazioni geografiche: nei tuoi libri sono frequenti toponimi, descrizioni di luoghi, persone, curiosità locali... A volte descrivi una città con le sue vie caratteristiche, i suoi profumi. Sei stato in tutte le città di cui parli?

P. T. = Non proprio in tutte, quasi. Per descrivere luoghi che non ho potuto ancora visitare mi documento molto e accuratamente, tra l’altro oltre a scaricare informazioni reali e immagini da internet, ho l’abitudine di raccogliere impressioni di viaggio di amici o conoscenti che sono stati là. Comunque preferisco sempre vedere con i miei occhi ciò di cui scrivo, per questo sono stato nel 90% delle aree geografiche descritte. E ho provato le stesse emozioni e sensazioni dei protagonisti, o meglio, loro provano le stesse emozioni che ho provato io. Per farti un esempio, io ho studiato a Venezia, città che trovo davvero splendida nelle sue atmosfere e che conosco come le mie tasche perché ci ho vissuto per anni: ecco perché Duncan Hamilton vive a Venezia. Ma sono stato anche ad Edimburgo, una città bellissima che mi è rimasta nel cuore, anche per le location gotiche straordinariamente suggestive, ecco perché la sede centrale Enigma è a Edimburgo. Amo molto Londra, che considero la mia città di adozione e dove mi reco ogni volta che posso per la sua spumeggiante creatività culturale e scientifica. E poi Vienna, Roma, Praga, ecc. Insomma viaggiare, vedere posti nuovi, conoscere nuove culture, trovo che sia assolutamente basilare per allargare i nostri piccoli orizzonti e cominciare a pensare in grande, intendo dire cominciare a capire che ci sono molti altri modi di pensare e di fare le cose oltre al nostro. E per uno scrittore è davvero importantissimo perché come si fa a descrivere ciò che non si è visto? Certo, lo si può fare in parte, ma non si può pensare di scrivere avventura con la A maiuscola senza aver toccato con mano le cose di cui si parla.

M. F. = Come ti documenti per un romanzo?

P. T. = Per tutto ciò che concerne i dati storici, gli eventi tutto ciò che fa parte dello “sfondo” dei miei libri, devo aver sondato prima personalmente la materia (quando non riguarda il mio campo) con uno studio personale e con la consulenza dei migliori esperti. Al giorno d’oggi internet ti offre il mondo della ricerca (quella seria, voglio dire) a portata di un click del mouse. Quando non posso incontrare direttamente i miei consulenti perché vivono in paesi come il Canada o l’Australia, li contatto tramite e-mail ed è davvero bello e stimolante per il mio lavoro notare come i migliori specialisti di una qualsiasi materia, appena sanno chi sono e che cosa sto facendo, mi trattano come un vecchio amico, mi danno subito del tu e sembrano felicissimi di rispondere in modo esauriente alle mie domande che sono sempre molte e a volte un po’ scomode. É una parte consistente del mio lavoro. Oltre a questo devo consultare molti testi e fare ricerche in diverse biblioteche: fortunatamente grazie ad internet operazioni di ricerca bibliografica che richiedevano mesi ora le posso svolgere in poche ore e reperisco in qualunque biblioteca del globo ciò che mi serve. Tra l’altro sono on-line moltissimi archivi nazionali in molti paesi e basta contattare i diretti responsabili per avere di solito le risposte che servono in breve tempo o anche documenti originali, testi e immagini scansionate e inviate via mail.

M. F. = Come si scrive un romanzo con protagonisti Duncan Hamilton & C.? Qual’è la tecnica?

P. T. = Mah, immagino che ogni scrittore abbia il suo metodo. Per quanto mi riguarda io stendo una trama di massima, disegno su una grossa lavagna nel mio studio un diagramma di flusso con dei riquadri collegati da una linea dove riassumo gli eventi base della storia. Man mano che mi vengono le idee, soprattutto per le trame secondarie, disegno sul diagramma le nuove ramificazioni con i testi, e alla fine ho lo schema del romanzo come dovrà essere. Ma è un gran divertimento perché se anche so più o meno come finisce un romanzo, non so cosa succede al rimanente 70% perché mi vengono costantemente nuove idee, anche per romanzi successivi che scrivo e salvo sull’hard disk per utilizzarle in seguito. La tecnica efficace non è semplice da imparare e per quanto riguarda la scrittura è una dote, o ce l’hai nel sangue o non ce l’hai. Non ci si improvvisa scrittori come non ci si improvvisa pittori. Si può imparare qualche tecnica letteraria ma se uno non sa scrivere bene, non potrà mai essere uno scrittore, non è una cosa che si possa studiare o imparare. Per farti un esempio, a me sarebbe sempre piaciuto saper dipingere, ma sono una frana nel disegno e così mi dedico alla scrittura che invece fa parte della mia natura e mi riesce semplice.

M. F. = Quali sono i tuoi hobby?

P. T. = Mi piace moltissimo viaggiare, fotografare, scrivere, osservare il cielo notturno con il mio telescopio... mmmh... ci sarebbe molto altro da dire, mi piace tutto ciò che riguarda la natura, l’uomo, il suo ambiente, sono un curioso nato, ma non dovrei dormire la notte per riuscire portare avanti tutti i miei interessi. In realtà il lavoro e altre attività che sono per me di primaria importanza mi lasciano pochissimo tempo, per cui sono felice anche di quel poco che mi rimane per coltivare qualche hobby, in pratica le prime cose che ho menzionato.

M. F. = Su cosa stai lavorando adesso?

P. T. = Sto terminando il nuovo romanzo e raccogliendo materiale per un saggio storico. Ho già scritto la trama dei successivi quattro romanzi e ogni tanto aggiungo qualcosa. Ci sono grosse sorprese in vista, cose che hanno stupito anche me, e stupiranno anche i lettori.

M. F. = Si tratta di romanzi con gli stessi protagonisti de Il Settimo Sepolcro?

P. T. = I prossimi tre sì, ma ho in mente (già scritta la trama e qualcos’altro...!) anche un fantasy che raccoglie le mitologie comuni dell’umanità inserite in un contesto reale, una vera novità nella sua struttura tecnica e in diverse altre cose. Poi c’è il romanzo che ho nel cassetto da tempo che descriverà nel dettaglio il lato oscuro e meno conosciuto del nazionalsocialismo, un’indagine di cui mi occupo da molti anni e che continua ad intrigarmi moltissimo. Inoltre ci sono altri progetti estremamente interessanti che riguardano marginalmente l’aspetto librario e che spero di riuscire a portare a termine. Poi... ma è meglio fermarmi a quello che posso realizzare in tempi ragionevoli, il resto lo vedrete...

M. F. = Grazie, Pierluigi. Ora i tuoi lettori sanno qualcosa di più di te e del tuo mondo.

P. T. = Grazie a voi.


Tratto da www.pierluigitombetti.it - con autorizzazione dell'autore



Per contatti: roberto.carson@tiscali.it
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