Walter.Simoni, 30/06/2009 15.47:
Che la Parola sia “nel seno” del Padre, non indica affatto una “condizione permanente” in senso ontologico, altrimenti sarebbe come dire che, il mendicante della narrazione di Luca 16: 22 -23, sarebbe un tutt'uno con Abramo, visto che usa la stessa espressione.
La grammatica la indica invece chiaramente e il passo di Giovanni è costruito in modo diverso da quello di Luca. Il participio del verbo essere in Giovanni indica proprio una condizione permanente di esistenza. Niente di tutto ciò in Luca.
Nella versione TILC, il passo in questione è reso così: “Nessuno ha mai visto Dio: il Figlio unico di Dio, quello che è sempre vicino al Padre, ce l’ha fatto conoscere”. Cosa vuol dire questo? Che la vicinanza spirituale, il rapporto di filiazione, l’unità descritta dall’espressione: "Io sono nel Padre e il Padre è in me", (Giov. 14:11), è ciò che permetteva a Cristo di sentire in sé la presenza del Padre attraverso la potenza dello Spirito santo e ‘mostrare’ il Padre a coloro che aprivano l’intendimento al messaggio del Vangelo, affinché il Padre vivesse anche in loro. Così il Padre diviene come ‘visibile’, grazie alle opere compiute da Cristo, e alla conoscenza del Padre che ha trasmesso al mondo.
L'espressione greca κόλπον τοῦ πατρὸς indica letteralmente l'interno del Padre e non una generica vicinanza. La conoscenza e la visibilità del Padre attraverso Gesù non è affatto simbolica ma reale, essendo Gesù "Immagine della Gloria" (vedi Ebrei). Gesù risponde alla domanda degli Apostoli di mostrare loro il Padre:
"Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai tu dici: "Mostraci il Padre"? (Giov. 14,9) Insomma, le prove sono tante.
Si tratta di un'unione di vivere l’uno dell’altro, come Cristo e il cristiano: “Io vivo unito al Padre, e voi uniti a me e io a voi”, (Gv 14:20) una sorta di legame spirituale, un’unione non fisica, ontologica, (altrimenti i discepoli diverrebbero parte di una Trinità), ma un’unione di volontà, così che, la volontà dell’uno è la volontà dell’altro, l’amore dell’uno è l’amore dell’altro, le parole dell’uno sono le parole dell’altro, e insieme divengono “uno”, “uno solo”. Questa ‘unione’ o ‘unità’, è suggellata dall’amore, così che nell’amore Dio è in Cristo e noi, uniti a Cristo, siamo in Dio: “Dio è amore, e chi vive nell’amore è unito a Dio, e Dio è presente in lui”.(1Gv 4:16)
Si tratta secondo me di una unione di vivere uno
nell'altro, e non solo di un legame spirituale. E questa unione avviene
nell'amore. I verbi sono molto precisi, come ho già detto.
Saluti
ortodox
[Modificato da ortodox 30/06/2009 21:01]