| | | OFFLINE | Post: 5.668 | Città: AGORDO | Età: 47 | Sesso: Maschile | |
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04/07/2009 18:22 | |
Estratto da "Il Divin Piano delle Età".
La prolungata miseria e le tenebre del mondo, come il progresso lento della verità non sono stati soltanto un mistero per la Chiesa, ma il mondo stesso ha conosciuto e risentita la sua condizione. Simili a quelle che coprirono l'Egitto, quelle tene¬bre sono state sì folte che potevansi toccare. Per prova, ponderate lo spirito dei seguenti versi trat¬ti da un giornale di Filadelfia. I dubbi e l'oscurità dei credo delle diverse scuole, opposti gli uni agli altri, non sono ancora dissipati, a quanto pare, dai pensieri dello scrittore, dai raggi della verità divina proveniente direttamente dalla Parola di Dio:
La vita è gran mistero, ma a noi chi dir potrà
Perché di questa creta ha Dio necessità?
Da la sua mari formata con sommo suo poter,
Materia ed intelletto han spirito e voler,
SoI nata per morir – ahi, fato ben sicuro! –
Qual mai di questo spirito il porto fia oscuro?
Nessuno ancora giammai fra la grande fiumana
Che visse e che morì nella miseria umana,
E' poi fra noi tornato il gran segreto a disvelar
Del futuro, ove tutti dovremo un giorno entrar.
Da Te, o Signore, invocasi qualche luce novella
Che i passi nostri guidi qual benefica stella;
Che la mente illumini senza poggiar su fede,
E le notturne ombre sgombri al fin dal piede:
Quel dubbio sì pauroso, quel gelido tremor,
Pensiero che avvelena dei beni il ver tesor.
Quest'ingegno mobile, con slancio più ardito
I dogmi altrui rigetta – rinnegali stizzito –
Che avverse sètte impongono e insegnano le scuole
E la ragione avvincono con leggi e con parole
Quale, o Signor, Tu sei conoscere desiamo,
Qual parte noi del tutto rappresentar dobbiamo;
E, presso Te, qual posto fu a noi già destinato.
O supremo Fattore d'infinito creato,
Deh! gli occhi nostri libera dal velo che li oscura,
Comanda che sia luce, ma luce bella e pura.
Rilevaci il segreto del grande Trono d'or,
Nel buio dell'ignoto cerchiamo il ver tesor.
A questo noi rispondiamo:
Fra breve della vita, aperto il grande arcano,
dirà che questa creta Dio non la vuole invano;
Da la sua man creata, col sommo suo poter,
A lui simile in tutto, sia mente che voler
Dessa a morir non nata, bensì a novella vita,
Di lui segue il precetto che a ben operare invita;
Non già per la sentenza che in nulla si risolve
"Di polvere formata ritornerai in polve"
Poiché fra la fiumana un Uomo tal vi fu
Che visse, che soffrì e che morì quaggiù;
Che vinse e che risorse ed il pensier di Dio
Rivelò pel futuro ch'è tanto tuo che mio;
E il verbo suo ci svela la gran luce novella
Che i passi nostri guida qual benefica stella.
Che non la fede segue1 ma la vision sicura
E sperde de la notte la tetra ombra oscura;
Quel dubbio pauroso, quel gelido terror,
Pensiero che avvelena de' beni il ver tesor;
E quel sottile ingegno che in modo più ardito
I dogmi altrui rigetta – rinnegali stizzito –
Che prave sette impongono e insegnano le scuole,
E la ragione avvincere vorrian con le parole.
Vederti qual Tu sei si puote ora imparare
Qual parte nel gran tutto a noi toccherà fare;
E presso Te qual posto ci sia già designato;
O supremo Fattore d'infinito creato,
Ora ch'è tolto il velo appien son manifesti,
Per chiunque sia guidato da raggi sì celesti,
I sublimi segreti del grande Trono d'or.
A lui che li dischiude sia sempre gloria ed onor.
Il Pastore Russell, oltre ad essere un uomo di cultura e ad avere una profonda conoscenza della Parola di Dio, non mancava nemmeno di vena poetica.
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