La sacca di sangue era quella di un altro paziente con
lo stesso cognome. 17 iscritti nel registro degli indagati
SALERNO — Sono due le inchieste aperte a Salerno per chiarire come aGerardo Fasolino, il settantacinquenne di Marina di Camerota, morto lo scorso 2 luglio all’ospedale «San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona» durante una trasfusione, sia stato iniettato sangue incompatibile con il proprio. Ci sarebbe stato un errore di omonimia sulla sacca di sangue prelevata prima della trasfusione. A Gerardo Fasolino sarebbe stato iniettato sangue compatibile in realtà con un altro uomo ricoverato nel reparto di cardiochirurgia che ha lo stesso cognome dell’anziano. Per i risultati dell’autopsia, eseguita ieri mattina dal medico legale Giovanni Zotti (a cui ha assistito anche il medico legale della famiglia, Giuseppe Raimo), bisognerà attendere almeno un paio di settimane. Le inchieste sono due: una amministrativa della direzione sanitaria dell'ospedale, una seconda della magistratura.
Dopo l’esame autoptico si comincia a fare più chiarezza sulle cause che hanno determinato il decesso improvviso. Offrendo, così, sia alla magistratura salernitana che alla direzione generale (che ha nominato una commissione per un’inchiesta interna) maggiori elementi per accertare eventuali responsabilità del personale ospedaliero che quel giorno era in servizio presso l’azienda. Il pubblico ministero del Tribunale di Salerno, Marinella Guglielmotti, che sta indagando sul caso, ha iscritto 17 persone nel registro degli indagati. Nelle maglie della magistratura sono finiti medici e infermieri della seconda divisione di ortopedia e del centro trasfusionale, oltre agli anestesisti.
Ma nulla esclude che dopo i risultati degli esami istologici, le indagini possano prendere un’altra piega e chiudere il cerchio intorno a poche persone. Qualora l’autopsia dovesse confermare che ad uccidere Gerardo Fasolino sia stato un gruppo sanguigno incompatibile con il proprio, allora l’inchiesta giudiziaria si concentrerebbe su chi, la sera del 2 luglio scorso, sia entrato nell’emoteca, dove vengono conservate le sacche di sangue, per prelevare quella che sarebbe poi servita per la trasfusione. Se l’indagine giudiziaria segue il suo corso, anche l’inchiesta interna avviata dalla direzione generale dell’azienda ospedaliera non si ferma. Subito dopo la tragedia è stata nominata una commissione con il compito di accertare eventuali responsabilità mediche. Ieri mattina, nei corridoi del Ruggi si vociferava di un provvedimento di sospensione emesso dal direttore generale Attilio Bianchi nei confronti di medici ed infermieri dei reparti sotto accusa. Indiscrezione che, già nel pomeriggio, sono state smentite.
Tratto da:
corrieredelmezzogiorno.corriere.it/salerno/notizie/cronaca/2009/7-luglio-2009/trasfusione-fatale-sacca-sangue-un-paziente-lo-stesso-nome-16015425132...[Modificato da Roberto Carson 08/07/2009 17:18]
Per contatti: roberto.carson@tiscali.it