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Eutanasia

Ultimo Aggiornamento: 01/11/2009 22:04
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18/07/2009 13:21

Domanda ricevuta in redazione

I Testimoni di Geova accettano la pratica dell'eutanasia?

Marisa Gitto



Per contatti: roberto.carson@tiscali.it
18/07/2009 16:38


*** g78 22/8 p. 7 ***

Rispettando la veduta divina della santità della vita, tenendo conto della propria coscienza e ubbidendo alle leggi dei governi, coloro che desiderano conformare la propria vita ai principi biblici non ricorrerebbero mai all’eutanasia attiva, o positiva. — Eso. 20:13; Num. 35:20, 21; Rom. 13:1-5; 1 Piet. 3:16.
Tuttavia, se c’è la chiara evidenza che la morte è imminente e inevitabile, le Scritture non richiedono di ricorrere a mezzi straordinari (e forse costosi) per prolungare l’agonia. In tal caso, non si violerebbe alcuna legge di Dio lasciando che la morte abbia il suo corso. Bisogna comunque stare molto attenti prima di decidere che un paziente non ha più nessuna speranza di guarire.



*** g74 22/9 pp. 27-28 ***

Che dire dell’eutanasia?

LA DONNA giaceva in un letto d’ospedale affetta da una malattia incurabile che l’avrebbe portata alla morte. Un giorno suo figlio entrò nella stanza e le sparò tre colpi, uccidendola. Non cercò di nascondere quello che aveva fatto, ma disse: “Ora le sue sofferenze sono finite. Le ho sparato”.
Quest’uomo fu accusato di omicidio, ma la giuria emanò il verdetto “non colpevole”. Perché? Evidentemente perché l’uomo aveva ucciso la madre onde por fine alle sue sofferenze. Questo fu un caso di eutanasia (parola greca che significa “buona morte”).
Ogni tanto i giornali parlano di casi di eutanasia. Spesso gli “omicidi” sembrano avere buoni motivi, desiderando por fine alle sofferenze dei pazienti quando i medici non offrono nessuna speranza di miglioramento. Talvolta sono le stesse persone sofferenti a supplicare altri di farle morire.
Quale dev’essere la veduta del cristiano in simili situazioni? È giusto ricorrere all’eutanasia “positiva”, mettendo deliberatamente a morte una persona? Che dire dell’eutanasia “negativa”, cioè il lasciare morire una persona che è allo stadio terminale di una malattia non dando inizio o non continuando una cura “straordinaria” che ritarderebbe solo di breve tempo la morte?
Innegabilmente, non è facile prendere decisioni in simili casi. Possono essere coinvolti sentimenti molto profondi, per cui è difficile esercitare sano giudizio. Ma la Bibbia contiene princìpi che saranno utili per valutare giustamente le cose.
Le Scritture mostrano che Dio considera la vita umana qualche cosa di prezioso, di sacro. Il sesto dei Dieci Comandamenti dichiara: “Non devi assassinare”. (Eso. 20:13) In Numeri 35:20, 21, la Bibbia dà una definizione dell’omicidio. Secondo La Sacra Bibbia di F. Nardoni questi versetti dicono: “Se uno dà a un altro una spinta per odio, o gli scaglia contro qualche cosa, apposta, in modo da farlo morire . . . colui che ha percosso, sia fatto morire: egli è omicida”.
L’eutanasia, che non è motivata da malizia o odio, corrisponde forse a tale descrizione? Ebbene, nel caso dell’eutanasia positiva, non è forse vero che essa viene praticata “apposta” nel senso che l’atto è premeditato? E non si impiega spesso “qualche cosa” (come la pallottola di una pistola, una pillola o un ago)?
Un’altra cosa da considerare è il comando biblico dato ai cristiani di ‘mantenere una buona coscienza’. (1 Piet. 3:16) Che l’eutanasia positiva possa influire sfavorevolmente sulla propria coscienza si capisce dai commenti di Robert S. Morison in Scientific American del settembre 1973: “La stragrande maggioranza dei medici e certo una sostanziale maggioranza dei laici inorridisce istintivamente al pensiero di ricorrere a misure attive come prescrivere un noto veleno o iniettare in una vena una grossa bolla d’aria”.
Geova Dio richiede inoltre che i cristiani siano ‘sottoposti alle autorità superiori’. (Rom. 13:1) L’eutanasia è illegale negli Stati Uniti, in Canada, in Italia e in quasi tutte le altre nazioni. È vero che pochi ricevono la pena intera prevista per questo delitto. Comunque, non è solo il timore delle pene, ma è la “coscienza” che dovrebbe spingere i cristiani a ubbidire alle leggi del paese. — Rom. 13:5.
Rispettando la veduta di Dio sulla santità della vita, tenendo conto della loro coscienza e ubbidendo alle leggi governative, quelli che desiderano conformare la loro vita ai princìpi biblici non ricorrerebbero mai all’eutanasia positiva.
Ma che dire se sorge il problema di cominciare o continuare una speciale cura quando la morte è evidente e non si può evitare? I medici diranno che il massimo che potrebbero fare sarebbe di prolungare il processo della morte impiegando apparecchi meccanici come respiratori perché i polmoni continuino a respirare, strumenti per stimolare il muscolo cardiaco e altri mezzi straordinari per sostenere il paziente. Tali tecniche possono essere molto costose e causare ulteriore disagio al moribondo. Richiede la Bibbia di applicare tali misure? No, in tal caso lasciando che la morte segua il suo corso senza impedirlo non si trasgredirebbe nessuna legge di Dio. Non c’è nulla nelle Scritture che richieda di prolungare un processo di morte già avanzato.
Ma a questo riguardo bisogna esercitare molta cautela. Sissela Bok, in Bio-Science dell’agosto 1973, descrive il problema che si presenta ai medici quando decidono se smettere la cura e lasciar morire qualcuno:
“Ci dev’essere la prova che la prima funzione — la lotta contro la morte e la malattia — è impossibile se i medici vi devono rinunciare senza rammarico. Tuttavia è sempre difficile esser certi che in un particolare caso sia impossibile; sapere che per un paziente la morte è inevitabile. Il rischio di una diagnosi errata è onnipresente; anche i migliori diagnosti fanno errori predicendo la morte (Kamisar 1958). E quando la diagnosi è corretta, la prognosi può sempre essere mutata da una nuova conquista medica”.
È dunque molto difficile determinare se negare un trattamento straordinario in molti casi di grave malattia. Ciascun caso ha le sue proprie particolarità e si deve decidere tenendo conto della veduta di Dio sulla preziosità della vita. Ma chi è responsabile di prendere tale decisione deve soppesare attentamente i fatti prima di concludere che la persona sta per morire.

[Modificato da amedeo.modigliani 18/07/2009 16:38]
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Città: MILANO
Età: 80
Sesso: Maschile
18/07/2009 18:02

mi sembra un'esposizione condivisibile anche dai cattolici
sacralità della vita
no all'eutanasia attiva
libertà di accettare o meno l'accanimento terapeutico
poi giustamente la casistica richiede molto discernimento da parte di chi deve decidere della vita altrui


[Modificato da Roberto Carson 18/07/2009 18:30]
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Post: 166
Sesso: Maschile
30/10/2009 19:48

Quale posizione assumete rispetto al caso di Eluana Englaro?



Continuiamo a donare.

http://www.youtube.com/watch?v=WmxT21uFRwM

http://www.youtube.com/watch?v=EqaSOpEF3mM
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Età: 47
Sesso: Maschile
01/11/2009 22:04

Re:
(Oreste), 30/10/2009 19.48:

Quale posizione assumete rispetto al caso di Eluana Englaro?



Nel caso specifico di Eluana Englaro, i TdG non hanno una posizione ufficiale. Ogni TdG ha il proprio punto di vista individuale.




Per contatti: roberto.carson@tiscali.it
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