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Nascita dei vangeli sinottici - Jean Carmignac

Ultimo Aggiornamento: 16/08/2009 22:07
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14/08/2009 09:55

Jean Carmignac (1914-1986), nel libro in oggetto, arrivò alle seguenti conclusioni:

1) È certo che Marco, Matteo e i documenti utilizzati da Luca sono stati redatti in una lingua semitica (probabilmente l’ebraico e non l’aramaico);

2) È molto probabile che il nostro Vangelo di Marco sia stato composto in lingua semitica dall’apostolo Pietro;

3) È possibile che l’apostolo Matteo abbia redatto una raccolta di discorsi utilizzata dagli evangelisti Matteo e Luca;

4) La redazione greca del Vangelo di Luca è verosimilmente da collocare intorno al 58-60, quella semitica di Matteo nello stesso periodo, quella semitica di Marco intorno al 50;

5) Se si può riferire a Luca (come fanno alcuni antichi) l’accenno di 2 Cor 8,18-19 al «fratello, la cui lode, a motivo del vangelo, è diffusa in tutte le Chiese» e che viene designato ad accompagnare Paolo nel suo viaggio, intendendo che Paolo pensi al Vangelo scritto, e non solo a quello predicato, allora la redazione di Luca risalirebbe al 50-53 e lì vicino quella definitiva di Matteo, mentre il Marco semitico si collocherebbe nel 42-45;

6) Il Vangelo semitico di Pietro sarebbe stato tradotto in greco da Marco, a Roma, verso il 63 (Carmignac interpreta in questo modo le informazioni tramandateci da Papia di Gerapoli);

7) È verosimile che il traduttore greco di Matteo abbia utilizzato Luca.

8) A proposito dei Vangeli di Matteo e Marco Carmignac (insieme ad altri) utilizzava la presenza di semitismi, ossia di costrutti che non appartengono alla lingua greca, ma risentono della struttura della lingua ebraica, per dedurne l’ipotesi che si tratti di traduzioni dall’ebraico o dall’aramaico.

9) Carmignac era dunque persuaso che i vangeli sinottici, specie quelli di Matteo e Marco, fossero una traduzione greca di un originale semitico. Egli giunse a questa conclusione dopo aver tentato alcune retroversioni dal greco in ebraico, che a suo parere dimostravano una pedestre dipendenza da un originale semitico. La sopraggiunta morte gli impedì di dar alle stampe queste retroversioni commentate, assieme alla documentazione tecnica (in grossi volumi) di cui parlava nel suo volumetto; quest’ultimo infatti costituiva, a detta sua, solamente una presentazione divulgativa delle tesi alle quali stava lavorando da vent’anni. Purtroppo, a distanza di quindici anni, il materiale già pronto non è ancora stato pubblicato, né è accessibile agli studiosi.
[Modificato da christofer2006 14/08/2009 09:56]
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