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Ricerca sui sostituti del sangue dal Vietnam a Parma

Ultimo Aggiornamento: 22/08/2009 09:48
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22/08/2009 09:42

Il 12esimo simposio internazionale sui sostituti del sangue si terrà quest'anno alla Camera di Commercio di Parma, dal 25 al 28 agosto. Il summit, a ricorrenza triennale, è sempre stato ospitato dagli Usa e dal Giappone, i cui centri di ricerca lavorano da più tempo in quest’ambito, mentre l’anno scorso si è svolto a Pechino – indice dell’interesse della Cina a questa ricerca, dovuta al fatto che l’ Oriente è scoperto per quanto riguarda i donatori di sangue – .

Parma è la prima città europea che ospita il convegno, cui parteciperanno i principali scienziati del settore, provenienti da tutto il mondo. “È il riconoscimento dell’impegno profuso in questi anni” ha affermato il professor Andrea Mozzarelli, docente di biochimica della facoltà di Farmacia dell'università di Parma e presidente del simposio, che ha rimarcato gli obiettivi e le difficoltà di una ricerca di lunga durata. "Il nostro gruppo, che collabora con altri centri stranieri, si è avvalso dei fondi messi a disposizione dalla Ue nel triennio 2004-2007 e attualmente dei finanziamenti dalla Fondazione Cariparma. L’obiettivo è ottenere un prodotto utilizzabile in alternativa alle trasfusioni, in grado di mantenere un’elevata capacità di trasportare l’ossigeno ai tessuti. Più che di ‘sostituti del sangue’, sarebbe più corretto parlare di ‘terapie contro l’ipossigenazione’. Questi prodotti potrebbero essere utilizzati in tutte le situazioni in cui le trasfusioni non possono essere praticate o possono risultare dannose, come nel caso di pazienti immuno-reattivi a tutti i gruppi sanguigni, neonati pre-termine, soggetti affetti da ischemie, testimoni di Geova".

Un filone di ricerca avviato in America, negli anni ’70, ai tempi della guerra in Vietnam, grazie alle sovvenzioni dell’esercito, quando l’obiettivo era salvare i soldati. Il secondo boom di finanziamenti si è avuto all’epoca della guerra del Golfo. La ricerca in questo campo, però, è a un punto critico – ammette il professore – e finora nessun prodotto è stato approvato per uso umano. Le difficoltà circa l’impiego dei sostituti del sangue sono legate agli effetti che hanno sull’organismo: recentemente ci sono state aziende americane, come la Northfield laboratories e la Biopure corporation, che hanno accelerato un po’ i tempi rispetto alla necessaria lentezza della ricerca scientifica e, testando i sostituti del sangue, si è visto che i loro effetti collaterali erano maggiori dei benefici”.

Stefano Bettati, docente di biofisica della facoltà di Medicina dell'ateneo parmigiano, ha sottolineato l’i mportanza del lavoro di squadra: “La ricerca sui sostituti del sangue va avanti da almeno 30 anni, il difetto, finora, è stato l’a pproccio settoriale e la poca comunicazione tra i diversi specialisti. Visto che la nostra ricerca non è dettata da interessi commerciali, dovremmo poter essere in grado di fare rete per far convergere i diversi filoni di ricerca e ottenere risultati migliori”.

Per introdurre il convegno internazionale, la presidenza del simposio e l’Avis comunale e provinciale hanno organizzato, il 24 agosto alle 21 alla Camera di Commercio, una tavola rotonda a scopo divulgativo dal titolo "Il sangue: Donatori e Ricercatori Insieme per la Vita", in cui interverranno esponenti di primo piano nel panorama nazionale del volontariato, della medicina e della ricerca. “È importante sottolineare – hanno affermato Doriano Campanini, presidente dell’Avis e Ferdinando Sandroni, in rappresentanza del Comune- la sinergia tra l’Avis e l’università di Parma, tra volontariato e ricerca scientifica. È importante capire che c’è bisogno di entrambe le componenti”.

Tratto da: parma.repubblica.it/dettaglio/Ricerca-sui-sostituti-del-sangue-dal-Vietnam-a-Parma...



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Ritengo molto significative le parole del Prof. Stefano Bettati: “La ricerca sui sostituti del sangue va avanti da almeno 30 anni, il difetto, finora, è stato l’approccio settoriale e la poca comunicazione tra i diversi specialisti. Visto che la nostra ricerca non è dettata da interessi commerciali, dovremmo poter essere in grado di fare rete per far convergere i diversi filoni di ricerca e ottenere risultati migliori”.

E' triste riscontrare come sia difficile portare avanti delle ricerche, per quanto importanti e benefiche, che non siano motivate da fini lucrativi. Comunque, grazie a Dio, esistono dei medici coscienziosi che mettono a disposizione le loro competenze ed energie al solo fine di fare qualcosa di buono.



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