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I parenti uccidono più della mafia

Ultimo Aggiornamento: 02/03/2012 17:12
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08/09/2009 08:03

Prendiamo spunto dalla seguente notizia, che riflette una realtà sociale davvero spaventevole, per argomentarla dal punto di vista biblico, in relazione agli ultimi giorni profetizzati dalle Scritture.
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I parenti uccidono più della mafia. In particolare al Nord

Omicidio-suicidio o suicidi allargati. Crescono in Italia del 12,1 per cento, secondo i dati Eures, i delitti compiuti all’interno delle mura domestiche. La tragedia di Reggio Emilia - dove un uomo ha ucciso la moglie e un figlio, ha ridotto in fin di vita l’altro figlio e la padrona di casa e poi ha tentato di togliersi la vita - conferma il primato dei delitti in famiglia nelle statistiche degli omicidi volontari compiuti in Italia.
Ad essere interessato dal fenomeno è in particolare il Nord Italia: 94 vittime pari al 48,2 per cento del totale. Nella triste graduatoria è seguito dal Sud con 62 le vittime (31,8 per cento) e infine dal Centro Italia (Toscana, Marche, Lazio e Abruzzo) dove sono state 39 (20 per cento) le vittime di stragi e follie familiari.
Dalle analisi vittimologiche, del movente ma anche degli indici di rischio e disagio sociale ed economico effettuate dell’Eures è la Lombardia ad essere la regione italiana più interessata dal fenomeno assieme al Veneto e dalla Campania.
Le vittime più frequenti sono le donne con 134 casi nel 2006 (+36,7 per cento rispetto al 2005) e pari al 68, 7 degli omicidi-suicidi familiari.
I casi più frequenti di delitti hanno come vittime coniuge o ex compagno (35,9 per cento con 70 casi). Il 23, 6 per cento dei casi, invece, riguarda gli omicidi genitori-figli o viceversa: 21 genitori uccisi e 23 i figli. Il 5,1 per cento riguarda i casi di omicidi tra parenti. Tra i moventi principali: litigi e dissapori (24,6%), passione (in particolare al Nord con il 28,7% dei casi) e denaro (al Sud con il 16,1%).

Spesso si sente parlare del periodo estivo come il momento il cui si verificano più frequentemente casi di omicidio-suicidio. Esiste una “stagione” in cui si uccide di più?
No. È sbagliato parlare dell’estate come il momento di maggior picco del fenomeno o imputare al caldo la perdita della lucidità che porta a consumare stragi familiari” spiega a Panorama.it, Fabio Piacenti, presidente dell’Eures. “Dalle nostre indagini emerge invece che tragedie come quelle avvenute a Reggio Emilia, dove un padre uccide nel sonno la famiglia e tenta il suicidio, avvengono la domenica o nei primi giorni della settimana, spesso di lunedi e nelle prime ore del mattino. I dati raccolti da Criminalpol, Carabinieri, Prefetture e Procure di tutta Italia mostrano che i casi più efferati si sono verificati proprio nei primi giorni dell’anno (gennaio è uno dei mesi più interessati, ndr) e nel cambio di stagione. Insomma nei periodi di forte di stress come, per esempio, il rientro al lavoro dopo le ferie”.
Tra i delitti compiuti in famiglia aumentano, con percentale spaventosa, quelli che si concludono con il suicidio o il tentativo di togliersi la vita da parte dell’autore della strage. Dal 2000 ad oggi si sono verificati 340 casi, quasi mille morti, per una media di 3 al mese, ovvero 1 ogni 10 giorni. Nel 93 per cento dei casi la mano assassina è quella di un uomo.
Perchè, secondo lei, chi uccide il proprio familiare sempre più spesso tenta di togliersi la vita?
L’omicida-suicida non riesce a superare e ad affrontare le difficoltà di ricominciare una vita e ricostruire un persorso affettivo e professionale. Questo è quanto emerso negli ultimi nove anni.

La crisi economica quanto incide? Nella strage di Reggio Emilia, l’omicida era un ex operaio disoccupato…
Incide in modo significativo. È il clima di sfiducia generale che non fa vedere uno spiraglio di luce e di speranza per il futuro questo porta alla voglia di cancellare tutto: la famiglia e se stessi.

Il Nord, Lombardia in particolare, detiene il primato delle mattanze. Perchè?
Nel Sud è il concetto di famiglia allargata a salvare la stessa famiglia dalla strage. Di fronte ai problemi esiste ancora una mediazione ampia di più soggetti familiari come i nonni gli zii i cugini e di conseguenza anche un’assistenza familiare che diventa la salvezza nei momenti di crisi. Nel Nord, invece, come nel centro Italia questo legame si annulla e le famiglie sono sempre di più nuclei isolati senza punti di riferimento.


Lunedì 31 Agosto 2009 - http://blog.panorama.it/italia/2009/08/31/i-parenti-uccidono-piu-della-mafia-in-particolare-al-nord/

Walter Simoni

walter.simoni@yahoo.it
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Post: 100
Città: PIOMBINO
Età: 85
Sesso: Femminile
02/03/2012 11:42

parenti uccidono più che la mafia
in relazione agli ultimi giorni dice la scrittura le persone sarebbero state senza affezione naturale (nella stessa famiglia)e così che la crisi economica come mancanza di lavoro fornisce la base a forti litigi discussioni che sboccano in tragedie familiari
02/03/2012 17:12

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