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Glossolalia - analisi biblica

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2009 11:17
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08/10/2009 20:42

Un pò di tempo fa in questo forum è stata aperta una discussione sul tema "Glossolalia" in cui si è certato di esaminare il fenomeno sotto una prospettiva sociologica:

tdgstoriasoctel.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd...

In questa discussione, invece, propongo di esaminare l'argomento dal punto di vista teologico-biblico.

Come primo spunto riporto i versetti biblici che i pentecostali usano per giustificare la dottrina della glossolalia, già postati nell'altra discussione da Christofer:

Isaia 28:11 (1 Corinzi 14:21)
Marco 16:17
Atti 2:4-15
Atti 10:44-48
Atti 19:2-6
Romani 8:26
1 Corinzi 12:8-11
1 Corinzi 13:1
1 Corinzi 14:1-40

Cosa ne pensate?



Per contatti: roberto.carson@tiscali.it
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Post: 5.668
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09/10/2009 20:53

Isaia 28:11 (1 Corinzi 14:21)

Isaia 28:11 - Ebbene, sarà mediante labbra balbuzienti e mediante una lingua straniera che il SIGNORE parlerà a questo popolo.

1 Corinzi 14:22 - Quindi le lingue servono di segno non per i credenti, ma per i non credenti; la profezia, invece, serve di segno non per i non credenti, ma per i credenti.

Fra i segni che Dio aveva promesso anticamente al suo popolo d'Israele, per avvertirlo della venuta del Messia e del giudizio per chi non avrebbe accettato, ve n'era uno particolare: il messaggio, che il popolo avrebbe respinto, dopo averlo udito nella propria lingua, gli sarebbe stato ripetuto in altre lingue, in lingue straniere!

A questa profezia Paolo fa riferimento in 1 Corinzi 14:21-22, quando parla del fenomeno delle lingue a Corinto. Egli dice che Dio avrebbe profetizzato al suo popolo (Isaia 28:11) parlandogli in linguaggi nuovi, stranieri.

Perciò Paolo scrisse: Pertanto le lingue servono di segno non per i credenti, ma per i non credenti, cioè per il popolo ebreo che non credeva al Messia (1 Corinzi 14:22).

Dato che Paolo aveva, nel versetto precedente, citato le profezie di Isaia, nelle quali Dio aveva detto che avrebbe parlato a "questo popolo" con altre lingue, è più che chiaro che le lingue autentiche parlate alla pentecoste avevano un solo scopo preciso: avvertire il popolo ebreo che il Messia era venuto e che rifiutandolo il popolo stesso sarebbe andato in rovina.

Tale messaggio, confermato da un segno preannunciato, poteva servire solo ai giudei che conoscevano la profezia di Isaia.

Per i pagani invece, che neanche la conoscevano, il segno delle lingue straniere non poteva avere alcun valore o significato. Anzi, se i pagani avessero sentito questo segno, non avrebbero potuto che concludere che chi parlava così era un pazzo (1 Corinzi 14:23).



Per contatti: roberto.carson@tiscali.it
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11/10/2009 10:07

Marco 16,17
A mio parere, e non solo mio, l'autenticità del versetto è quantomeno dubbia. Per intanto fa parte della sola "conclusione lunga", non di quella breve, altrettanto dubbia: i manoscritti piu' autorevoli le omettono entrambe.

Ad ogni modo ecco il versetto in discussione:

17 E questi sono i segni che accompagneranno quelli che hanno creduto: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno nuove lingue;

Ed ecco il seguente:

18 prenderanno in mano dei serpenti anche se berranno qualcosa di mortifero, non farà loro alcun male; imporranno le mani agli infermi, e questi guariranno».

Suppongo che chi considera ispirato il primo, sia disposto a dare la stessa autorità anche al secondo. Ben ora vorrei sapere quante chiese o gruppi religiosi operano in questo modo, cioè i loro fedeli prendono in mano serpenti velenosi senza problemi, bevono veleni senza conseguenze, impongono le mani agli infermi e quelli guariscono all'istante.

Se a voi è noto un gruppo di questo tipo, fatemelo sapere con urgenza perchè ho molti amici e amiche che vorrebbero essere guariti all'istante da molte malattie e infermità.

Al v. 17 la frase "parleranno nuove lingue" è generica e lascia quindi spazio alle piu' svariate interpretazioni: si parla di lingua moderne, di lingue antiche, di lingue incomprensibili che solo lo Spirito Santo conoscerebbe e che quindi da Quello devono essere tradotte. Diversi gruppi evangelici propongono interpretazioni diverse, ognuno in uno sforzo abbastanza palese di tirare l'acqua al proprio mulino. [SM=g27985]


Simon
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24/10/2009 11:17

Marco 16:17

Il primo riferimento all'uso di lingue, o linguaggi diversi da quelli normalmente parlati dagli apostoli, è in Marco 16:17, quando Gesù profetizzò riguardo alle esperienze future dei suoi discepoli. Egli aveva appena comandato loro: "Andate per tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura (v. 15).

La traduzione riveduta dice, al versetto 17: "Questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto". Spesso si è data alle parole, "che avranno creduto", il senso che tutti i credenti dei secoli futuri, che avranno creduto in Gesù, dovranno dimostrare i segni elencati nei versetti 17 e 18. Ma una traduzione più accurata è: "Questi sono i segni che accompagneranno coloro che credono, o che hanno creduto" (cioè, gli apostoli).

Spiros Zodhiates, nel suo "The Complete Word Study New Testament", scrive: "in questo versetto il verbo credere, in greco, è pisteùsasi (participio attivo aoristo) e si riferisce a coloro che avevano già creduto e non a coloro che avrebbero creduto nel fututo.

Uno studio a confronto dei passi di Atti 4:29,30,33; Atti 5:12; Atti 10:44,47; Atti 14:3; Romani 15:19; 2 Corinti 12:12; Ebrei 2:4 dimostra che furono proprio gli apostoli o delle persone da loro delegate che hanno manifestato questi segni e che tali segni furono considerati la prova del loro ministero apostolico.

Per di più Paolo afferma in 1 Corinzi 1:22, che erano i Giudei che chiedevano o pretendevano segni come prova dell'autenticità del messaggio: "Poichè i giudei chiedono dei miracoli" (in greco, semeia, segni). D'altra parte, il richiedere dei segni era loro diritto. Pietro riconobbe questo diritto e affermò che Gesù stesso era stato "accreditato da Dio fra voi mediante opere potenti e prodigi e segni" (Atti 2:22).

Le due parole tradotte in Marco 16:17 con "parleranno in lingue nuove" sono glossais...kainais e significano precisamente: parleranno in linguaggi nuovi, nel senso di lingue "diverse" da quelle che essi normalmente parlavano, e non nuove nel senso di "mai esistite prima". Questo segno è stato pienamente manifestato e la profezia di Gesù fu adempiuta alla Pentecoste. Difatti, i presenti hanno sentito parlare i discepoli in circa 15 diversi dialetti, tutti riconoscibili. Ma non è mai stato detto che questo segno, o altri, come il bere il veleno senza alcuna conseguenza, avrebbero dovuto essere ripetuti in tutti i tempi della storia della chiesa nè in tutti i credenti.



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