Conversione

Ultimo Aggiornamento: 08/11/2009 00:22
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05/11/2009 23:50

Re:
.:mErA:., 11/5/2009 1:09 AM:

E' utile ricordare che nei tempi biblici non c'erano molti giusti fra i non-Ebrei. Il popolo d'Israele aveva intorno a sè soltanto adoratori di idoli, cannibali e oppressori.

...



Dimentichi forse i Gabaoniti di Giosué 9? Servirono il popolo di Dio e ne vennero addirittura difesi!

Simon


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06/11/2009 00:06


Mi sembra piuttosto singolare questo tuo ragionamento: forse che gli ebrei di oggi, pur ammettendo di riuscire a definirli, hanno qualcosa a che vedere con quelli dei tempi biblici?


Cioè secondo te gli Ebrei odierni non hanno nulla a che fare con quelli biblici?
Sono un altro popolo, un'altra religione e magari anche un'altra etnia?
Curioso....


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06/11/2009 00:56

Re: Re: Re:
(SimonLeBon), 05/11/2009 23.46:



Mi sembra piuttosto singolare questo tuo ragionamento: forse che gli ebrei di oggi, pur ammettendo di riuscire a definirli, hanno qualcosa a che vedere con quelli dei tempi biblici?
Oppure che la tua fede c'entri qualcosa con quella del tuo bisnonno?
Oppure ancora, ancora piu' singolare, gli ebrei di oggi sono la reincarnazione di quelli storici e ne proseguono le esperienze?
Spiegati.

Simon





Si, ne proseguono le esperienze. Tutta la civiltà ebraica vive per intrero la memoria di eventi di cui il popolo ebraico ha fatto esperienza e, condivide il medesimo destino. Secondo te a che servono l'osservanza dei precetti legati alle festività ebraiche? Cosa sono le festività ebraiche? Solo ottime occasioni per bere e mangiare oppure danzare? Queste sono cose basilari da comprendere per tutti coloro che si rapportano con l'ebraismo.

L'ebraismo non è un libro. Non è l'Antico Testamento. E' una civiltà ed un sistema culturali e religioso. Parte della cultura ebraica è confluita in quel libro che si chiama Bibbia, e non il contrario. Per cui, i fondamenti dell'ebraismo non puoi che dedurli dalla cultura ebraica nel suo complesso come si è storicamente configurata nell'arco dei suoi 4000 anni di storia, e non dalla occasionale lettura di un versetto o un brano di un testo che credi di aver compreso :-)

Shalom!



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Re:
Topsy, 11/6/2009 12:56 AM:


Si, ne proseguono le esperienze. Tutta la civiltà ebraica vive per intrero la memoria di eventi di cui il popolo ebraico ha fatto esperienza e, condivide il medesimo destino. Secondo te a che servono l'osservanza dei precetti legati alle festività ebraiche? Cosa sono le festività ebraiche? Solo ottime occasioni per bere e mangiare oppure danzare? Queste sono cose basilari da comprendere per tutti coloro che si rapportano con l'ebraismo.



Le tue sono affermazioni generiche, che potrebbero giustificare tutto e anche il suo contrario. Magari anche allo stesso tempo! Anch'io proseguo l'esperienza di mio nonno come lui aveva proseguito quell di suo nonno.
Cosa c'entra Dio con tutto questo discorso? La tu mi sembra una definizione folkloristica, non religiosa.


L'ebraismo non è un libro. Non è l'Antico Testamento. E' una civiltà ed un sistema culturali e religioso. Parte della cultura ebraica è confluita in quel libro che si chiama Bibbia, e non il contrario. Per cui, i fondamenti dell'ebraismo non puoi che dedurli dalla cultura ebraica nel suo complesso come si è storicamente configurata nell'arco dei suoi 4000 anni di storia, e non dalla occasionale lettura di un versetto o un brano di un testo che credi di aver compreso :-)

Shalom!



Come dicevo sopra, sono affermazioni offuscate tanto quanto la nebbia della pianura padana, solo per fare un paragone piemontese.
Il libro è un fatto oggettivo, se non fosse perchè scripta manent, piu' o meno.
"Un sistema culturale e religioso" oppure "la cultura ebraica nel suo complesso" sono qualcosa di indefinito, mutevole e spesse volte contraddittorio. Per dirla in breve, è il trionfo del "secondo me".
Quanti correnti, sette, frazioni e partiti si contano in quella massa amorfa che tu chiami "ebraismo"? Cosa non è stato detto da una corrente, che le altre non hanno smentito?

Generalizzo, come fai tu, pur senza offesa.
D'altra parte mi pare di capire che pensi di capire quei testi solo tu... E perché poi? [SM=g27986]

Simon
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06/11/2009 18:15

Cara Topsy,


Per cui, i fondamenti dell'ebraismo non puoi che dedurli dalla cultura ebraica nel suo complesso come si è storicamente configurata nell'arco dei suoi 4000 anni di storia



Mi pare una posizione molto simile a quella della chiesa cattolica, o ortodossa. Forse si è proprio sviluppata come reazione del rabbinismo allo sviluppo del cristianesimo, che si pone come tradizione altra che vuole spiegare il libro?

Shalom
[Modificato da barnabino 06/11/2009 18:18]
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06/11/2009 19:18

Re:
Caro Simon, tu desideri ricercare dell’ebraismo una "definizione" che inquadri tutti gli ebrei come un dato fisso e immutabile ma, nulla di ciò che "vive" lo è. Però se vi si fa notare che l’ebraismo è un’entità mutevole eppure tuttavia sempre una entità ben riconoscibile nel tempo, andate come in tilt, e non riuscite più a venirne a capo :-)

Vi sono tanti bei dibattiti portati avanti da storici e sociologi per tentare di comprendere in cosa consista l’identità ebraica, e il segreto della sopravvivenza del popolo ebraico, e chissà quanto ancora si scriverà su questo! Non so cosa vorresti da me; forse una tesi di 200 pagine che esponga nel dettaglio ciò che caratterizza tale identità? Non ne basterebbero neppure 1000 di pagine! I miei discorsi sono troppo generici?! Ma non si può affrontare una materia talmente ricca e complessa come l’identità ebraica così come si è storicamente configurata in 4000 anni di storia, in uno o più interventi destinati ad un forum in cui la maggioranza degli utenti concepisce l’ebraismo ancora solo come una “religione” (e addirittura di epoca biblica), come lo può essere il cristianesimo o il buddismo.

Etnia, nazione, religione, lingua, terra, usi e costumi, memoria storica…tutto questi fattori assieme, contraddistinguono l’identità ebraica. Come accade in ogni popolo, al suo interno vivono e sono vissuti ideologie differenti, a volte pure in contrasto tra loro (succede anche oggi), ma questo non rende un ebreo meno ebreo di un altro, così come chi un tempo tra i cittadini italiani aderì al partito socialista non fu meno italiano di chi invece optò per Alleanza Nazionale o Democrazia cristiana.

Nel tempo in seno all’ebraismo si sono succeduti e alternati partiti politici/religiosi alla guida del popolo ebraico con una comune visione su questioni fondamentali inerenti alla nazione ebraica e alla sue fede. Tuttavia è fisiologico che in seno ad una società avvenga un ricambio generazionale di queste forze e che una di esse finisca con il dimostrarsi storicamente vincente (sopra tutte) per la sopravvivenza di questa stessa nazione.

Qualora un ebreo in epoca biblica, uno vissuto nel medioevo, ed un ebreo illuminista dovessero incontrarsi, è più che naturale che avrebbero pareri diversi e a tratti divergenti su tante cose, ma come appartenti ad un medesimo popolo, hanno alle spalle un'esperienza storica unitaria, tenuta insieme da un filo ininterrotto, da una forte, essenziale coerenza. Vuoi comprendere quale sia questo filo? La buona notizia e che non è impossibile apprenderlo, la cattiva è che impossibile comprendere - come appuntava un noto sociologo contemporaneo - la vicenda dell'ebraismo come storia di una religione o di una nazione o di un popolo e che, è al contrario indispensabile riconoscere nel popolo ebraico il portatore di una particolare “visione del mondo” e della sua “combinazione” con le forme concrete della vita individuale e collettiva.
[Modificato da Topsy 06/11/2009 19:20]
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07/11/2009 07:57

Re: Re:
Premetto che probabilmente non mi sono spiegato o non sono stato capito. Beh, non è la prima volta...

Topsy, 11/6/2009 7:18 PM:

Caro Simon, tu desideri ricercare dell’ebraismo una "definizione" che inquadri tutti gli ebrei come un dato fisso e immutabile ma, nulla di ciò che "vive" lo è. Però se vi si fa notare che l’ebraismo è un’entità mutevole eppure tuttavia sempre una entità ben riconoscibile nel tempo, andate come in tilt, e non riuscite più a venirne a capo :-)



Non è questione di andare in tilt, mi pare piu' una questione di coerenza. Se il punto di partenza è illustrato nelle 'vostre' scritture, allora all'epoca la definizione era decisamente chiara e lampante: Dio ha definito il suo popolo ed era costituito dagli appartenenti alle dodici tribu' derivate dai dodici figli di Giacobbe. Occasionalmente si leggono alcune "aggiunte", ad esempio a Mera ho citato i gabaoniti. In generale pero', si era ebrei per nascita e la regola era semplicissima, anche se quella nazione, come ogni altra, "viveva".
Oggi tu mi vieni a dire che la definizione è "mutevole".
C'é forse sotto un problema politico?


Vi sono tanti bei dibattiti portati avanti da storici e sociologi per tentare di comprendere in cosa consista l’identità ebraica, e il segreto della sopravvivenza del popolo ebraico, e chissà quanto ancora si scriverà su questo! Non so cosa vorresti da me; forse una tesi di 200 pagine che esponga nel dettaglio ciò che caratterizza tale identità? Non ne basterebbero neppure 1000 di pagine! I miei discorsi sono troppo generici?! Ma non si può affrontare una materia talmente ricca e complessa come l’identità ebraica così come si è storicamente configurata in 4000 anni di storia, in uno o più interventi destinati ad un forum in cui la maggioranza degli utenti concepisce l’ebraismo ancora solo come una “religione” (e addirittura di epoca biblica), come lo può essere il cristianesimo o il buddismo.

Etnia, nazione, religione, lingua, terra, usi e costumi, memoria storica…tutto questi fattori assieme, contraddistinguono l’identità ebraica. Come accade in ogni popolo, al suo interno vivono e sono vissuti ideologie differenti, a volte pure in contrasto tra loro (succede anche oggi), ma questo non rende un ebreo meno ebreo di un altro, così come chi un tempo tra i cittadini italiani aderì al partito socialista non fu meno italiano di chi invece optò per Alleanza Nazionale o Democrazia cristiana.
...



Tu qui fai un'accostamento al "popolo italiano" ma non ti accorgi della differenza abissale per la quale sta proprio nascendo questa discussione: mentre è chiarissimo chi appartiene al "popolo italiano", ed è chiaro anche chi non vi appartiene, lo stesso non si puo' dire di questo fantomatico "popolo ebraico" di cui stai vagamente parlando. Se non occorrono 200 nè 2000 pagine per definire l'appartenenza al "popolo italiano", dunque perchè non esponi chiaramente in un post la definizione di "cittadino del popolo ebraico"?

Simon


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07/11/2009 11:42


In generale pero', si era ebrei per nascita e la regola era semplicissima


Ma sei sicuro di quello che dici?
Ti ricordo che già il Pentateuco e i Profeti parlano dei gherim che si aggiungono al popolo d'Israele e divengono parte di esso.
Gran parte degli uomini che uscirono dall'Egitto con Moshè non erano discendenti di Giacobbe, ma Egiziani, ed esi divennero popolo Ebraico assieme alle dodici tribù.
Ai tempi i Gesù (che per te in quanto Cristiano sono ancora "tempi biblici") c'erano molti proseliti, e ne parla esplicitamente il NT.

Dico questo per sottolineare che l'Ebraismo non è un'eredità tribale, pur essendo indubbiamente legato alla discendenza.


mentre è chiarissimo chi appartiene al "popolo italiano", ed è chiaro anche chi non vi appartiene, lo stesso non si puo' dire di questo fantomatico "popolo ebraico"


Esiste la Halakah che definisce l'Ebraicità di ciascuno.
Ebreo è chi è figlio di madre Ebrea o che si è convertito all'Ebraismo. Coloro che corrispondono a queste caratteristiche godono del diritto di ricevere facilmente la cittadinanza Israeliana come è stabilito dalla legge mi yehudi.

Non è come nel Cristianesimo.
Nel Cristianesimo ci sono sempre controversie su chi è Cristiano, non c'è una legge che lo stabilisca.

Definire l'identità è un'altra cosa e significa definire in cosa consiste l'Ebraicità.

Shabbat Shalom.
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07/11/2009 13:19

Scusate, ma possiamo dire che il 70 EV da questo punto di vista è uno spartiacque non indifferente? Prima c'era la diaspora, e vero, ma c'era anche il tempio a rappresentare l'identità nazionale. Dopo le cose cambiarono.

Per altro sul tema stavo leggendo questo bel libro, che suggerisco a tutti:



www.laterza.it/schedalibro.asp?isbn=9788842083085

Shalom
[Modificato da barnabino 07/11/2009 13:19]
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07/11/2009 14:01

(SimonLeBon), 07/11/2009 7.57:



Non è questione di andare in tilt, mi pare piu' una questione di coerenza. Se il punto di partenza è illustrato nelle 'vostre' scritture, allora all'epoca la definizione era decisamente chiara e lampante: Dio ha definito il suo popolo ed era costituito dagli appartenenti alle dodici tribu' derivate dai dodici figli di Giacobbe. Occasionalmente si leggono alcune "aggiunte", ad esempio a Mera ho citato i gabaoniti. In generale pero', si era ebrei per nascita e la regola era semplicissima, anche se quella nazione, come ogni altra, "viveva".




Il punto di partenza dell'ebraismo non sono le Scritture, ma Dio e il popolo ebraico. Le scrittue sono il prodotto del popolo ebraico ispirato da Hashem, ovvero vengono a seguire; va annotato inoltre che nessun libro per quanto sacro possa essere riesce a riportare per intero il patrimonio culturale e religioso di un popolo che vive. Dunque prima vi è l'esperienza di un evento, la sua elaborazione e infine la sua trascrizione. A volte poi, certi eventi importanti per la memoria storica del popolo ebraico non sono neppure inclusi nel canone ebraico, come ad esempio Hannukà; eppure essa viene osservata, commentata, trasmessa, di generazione in generazione dal popolo da secoli. Questo perchè il popolo ha memoria storica di un evento vissuto, di cui ha fatto esperienza, e se la tramanda sebbene non te la potrebbe illustrare ricorrendo alle proprie Scritture. Il patrimonio culturale e religioso di un popolo è sempre più vasto di quello che puoi dedurre da un testo.












Oggi tu mi vieni a dire che la definizione è "mutevole". 
C'é forse sotto un problema politico?



"Mutevole" è quella entità vitale e dinamica chiamato "ebraismo", che vive nei secoli, fa esperienza di eventi sia drammatici che felici (la liberazione della schiavitù e l'esodo, l'esilio, la shoà, il ritorno in Israele, ect) li elabora, li metabolizza; tutto ciò gli permette di crescere, svilupparsi e arrichirsi...l'identità ebraica è il prodotto di tutte queste esperienze, alla stregua di ciò che accade ad una persona che vive e si rapporta con le molte realtà con cui entra costantemente in contatto.










Tu qui fai un'accostamento al "popolo italiano" ma non ti accorgi della differenza abissale per la quale sta proprio nascendo questa discussione: mentre è chiarissimo chi appartiene al "popolo italiano", ed è chiaro anche chi non vi appartiene, lo stesso non si puo' dire di questo fantomatico "popolo ebraico" di cui stai vagamente parlando. Se non occorrono 200 nè 2000 pagine per definire l'appartenenza al "popolo italiano", dunque perchè non esponi chiaramente in un post la definizione di "cittadino del popolo ebraico"?




Ti ho spiegato poco sopra che quelle 200 pagine che non risulterebbero sufficienti fanno riferimento all'identità ebraica, tuttavia mi rendo conto che questi considerazioni ti confondono. Ok, dimentico che non tutti sono portati a calarsi nella realtà ebraica. Tu preferisci le definizioni del tipo: e' ebreo chi è figlio di madre ebrea, o chi si converte all'ebraismo, così come è "italiano" chi è figlio di cittadini italiani o ne acquista la cittadinanza.


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07/11/2009 14:09

Re:
barnabino, 07/11/2009 13.19:

Scusate, ma possiamo dire che il 70 EV da questo punto di vista è uno spartiacque non indifferente? Prima c'era la diaspora, e vero, ma c'era anche il tempio a rappresentare l'identità nazionale. Dopo le cose cambiarono.


Shalom




Come ricordavo poco sopra, l'ebreo ha vissuto eventi drammatici nel corso della sua plurimillenaria esperienza storica, e anche diversi spartiacque. Pensiamo ad esempio, all'ebraismo prima dell'esilio babilonese e quello successivo, all'ebraismo del II Tempio e quello dopo il 70. d.C; ci sono poi anche eventi che l'hanno certamente influenzato, come l'evento tramautico della Shoà, o il ritorno in patria del popolo ebraico. Da questi eventi discendono tutta una serie di conseguenze a livello religioso e politico che io stessa a volte ho difficoltà a comprendere nella loro totalità.

[Modificato da Topsy 07/11/2009 14:17]
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07/11/2009 16:55

Io credo che oggi dopo millenni di storia,esodi,deportazioni,diaspore,stermini........del popolo ebraico popolo inteso come discendenti diretti delle 12 tribù rimanga ben poco.....l'ebraismo resta sopratutto storia,tradizioni,religione,alimentazione.

L'ebraismo è una galassia di movimenti,correnti,fanatismi e buon senso uniti dal sentire comune una certa storia secolare.

Ho la sfortuna di non conoscere nessun ebreo o sedicente esso di persona li considerò però ,almeno per la loro storia ,un popolo che nel bene e nel male può insegnare molto e ha dato molto alla storia del mondo........... [SM=g27988]

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
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Nella vita non ci sono problemi ma.....soluzioni.
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07/11/2009 17:24


Io credo che oggi dopo millenni di storia,esodi,deportazioni,diaspore,stermini........del popolo ebraico popolo inteso come discendenti diretti delle 12 tribù rimanga ben poco.....l'ebraismo resta sopratutto storia,tradizioni,religione,alimentazione.

L'ebraismo è una galassia di movimenti,correnti,fanatismi e buon senso uniti dal sentire comune una certa storia secolare.


Non sono d'accordo.
L'Ebraismo non "rimane", l'Ebraismo è.
Si sente spesso dire dai Cristiani "ai tempi degli Ebrei" oppure "Gli Ebrei festeggiavano la pasqua.... seguivano queste usanze...." tutti verbi al passato.

Pare che la gente dimentichi un concetto che voglio ribadire:
עם ישראל חי
Il popolo di Israele vive.


Trovatemi un altro popolo capace di vivere una tormentata esistenza per duemila anni tra le nazioni per poi riunirsi nella propria terra e scoprire di aver conservato ancora la stessa identità e le stesse usanze.
Trovatemi un altro popolo che oggi possa piangere per un avvenimento accaduto più di 2500 anni fa (mi riferisco alla distruzione del primo Tempio) come se l'avesse vissuto in prima persona.

Non capisco perchè buona parte del Cristianesimo vuole affermare che l'Ebraismo ormai si è estinto, non esiste più, e gli ebrei odierni sono tutt'altra cosa.
Certamente ci sono dei motivi teologici alla base di queste teorie, motivi che purtroppo influenzano il mondo occidentale ancora oggi.

Shalom.
[Modificato da .:mErA:. 07/11/2009 17:25]
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07/11/2009 21:07

Re:
mEra ma, è ovvio che si dicano queste cose. Già al momento in cui i cristiani provienienti dal paganesimo presero a convertirsi ciò che li rendeva perplessi fu la presenza del popolo ebraico. Oggi come allora lo si credeva (voleva) estinto, ma Israele e sopravissuto a tutto e, a molti (per fortuna non a tutti) non resta altro che parlarne al "passato" per auto-convincersi che gli ebrei non esistano più. Ma come dice bene tu, Israele vive.



Per Gladio che scrivi:

Io credo che oggi dopo millenni di storia,esodi,deportazioni,diaspore,stermini........del popolo ebraico popolo inteso come discendenti diretti delle 12 tribù rimanga ben poco.....




Anche se fosse comprovato che i discendenti diretti esistano, non è rilevante ai fini della appartenenza alla nazione ebraica, poichè ciò che è richiesto per essere riconosciuti come membri del popolo ebraico è che la propria madre sia ebrea. Io sono italiana perchè i miei sono italiani e non perchè ho dimostrato di discendere da un fantomatico antenato vissuto nel periodo storico risorgimentale, quello in cui si compi l'unità d'Italia.

Il popolo (o anche etnia), fa riferimento ad gruppo sociale accomunato da un sentimento durevole di appartenenza, i cui membri condividono lingua, religione, cultura, religione, stili di vita, antenati e, almeno alle origini, abitano uno stesso territorio.

Un ebreo di oggi e uno ebreo al tempo di Gesù, appartengono allo stesso popolo,semplicemente perchè accumunati dalla stessa legge e religione (la Torah), lingua (l'ebraico), stile di vita (osservanza dei precetti), antenati (è ebreo il figlio di madre ebrea), il quale popolo alle origini, risiedeva in uno medesimo territorio, a cui parte di esso, ha già fatto ritorno.
[Modificato da Topsy 07/11/2009 21:10]
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Re:
SimonLeBon:

In generale pero', si era ebrei per nascita e la regola era semplicissima



:MeRa:

Ma sei sicuro di quello che dici?
Ti ricordo che già il Pentateuco e i Profeti parlano dei gherim che si aggiungono al popolo d'Israele e divengono parte di esso.
Gran parte degli uomini che uscirono dall'Egitto con Moshè non erano discendenti di Giacobbe, ma Egiziani, ed esi divennero popolo Ebraico assieme alle dodici tribù.
Ai tempi i Gesù (che per te in quanto Cristiano sono ancora "tempi biblici") c'erano molti proseliti, e ne parla esplicitamente il NT.

Dico questo per sottolineare che l'Ebraismo non è un'eredità tribale, pur essendo indubbiamente legato alla discendenza.



E' ovvio che sono sicuro. Infatti ti ho ricordato io stesso alcune delle "aggiunte". Questo pero' non toglie niente alla "regola" che era la discendenza per nascita. Infatto ho scritto "in generale", non "sempre".

SimonLeBon:

mentre è chiarissimo chi appartiene al "popolo italiano", ed è chiaro anche chi non vi appartiene, lo stesso non si puo' dire di questo fantomatico "popolo ebraico"



:MeRa:

Esiste la Halakah che definisce l'Ebraicità di ciascuno.
Ebreo è chi è figlio di madre Ebrea o che si è convertito all'Ebraismo. Coloro che corrispondono a queste caratteristiche godono del diritto di ricevere facilmente la cittadinanza Israeliana come è stabilito dalla legge mi yehudi.

Non è come nel Cristianesimo.
Nel Cristianesimo ci sono sempre controversie su chi è Cristiano, non c'è una legge che lo stabilisca.

Definire l'identità è un'altra cosa e significa definire in cosa consiste l'Ebraicità.

Shabbat Shalom.



Qui stiamo uscendo dal seminato: anche i figli di padre o madre italiana sono italiani o possono diventarlo, ma non è quella la definizione di popolo o nazione di cui stavamo parlando.
Mi pare che Topsy in altri 3D abbia rifiutato di identificare Israele con lo stato Israeliano di cui tu parli. Se fossero la stessa cosa allora il discorso sarebbe chiaro, ma cosi' non è.
Dunque, come vogliamo definire sto' popolo chiamato "Israele"?
Ti ricordo che non esiste alcun "popolo Cristiano", quindi non serve darne la definizione. Dunque dobbiamo concludere che anche la definizione di "Israele" non è necessaria?

Simon
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Re: Re:
Topsy, 11/7/2009 9:07 PM:

mEra ma, è ovvio che si dicano queste cose. Già al momento in cui i cristiani provienienti dal paganesimo presero a convertirsi ciò che li rendeva perplessi fu la presenza del popolo ebraico. Oggi come allora lo si credeva (voleva) estinto, ma Israele e sopravissuto a tutto e, a molti (per fortuna non a tutti) non resta altro che parlarne al "passato" per auto-convincersi che gli ebrei non esistano più. Ma come dice bene tu, Israele vive.



Pur con tutto il rispetto, a me sembra di parlare piu' con dei nostalgici dei tempi andati, piuttosto che dei continuatori legittimi. L'impressione è di aver chiesto a Sergio Leone i dettagli storici delle esplorazioni del "far west". Non basta vestirsi alla Thomas Milian per diventare i continuatori legittimi di un'epoca passata, anche se puo' sembrare suggestivo.


Per Gladio che scrivi:


Io credo che oggi dopo millenni di storia,esodi,deportazioni,diaspore,stermini........del popolo ebraico popolo inteso come discendenti diretti delle 12 tribù rimanga ben poco.....



Anche se fosse comprovato che i discendenti diretti esistano, non è rilevante ai fini della appartenenza alla nazione ebraica, poichè ciò che è richiesto per essere riconosciuti come membri del popolo ebraico è che la propria madre sia ebrea. Io sono italiana perchè i miei sono italiani e non perchè ho dimostrato di discendere da un fantomatico antenato vissuto nel periodo storico risorgimentale, quello in cui si compi l'unità d'Italia.



Carissima, se prendi la cartina o il mappamondo, puoi trovare subito dov'è lo stato chiamato Italia ed indicarlo come patria della maggioranza di quelli strani tipi chiamati italiani, mettendo insieme i valdostani con gli abitanti di Lampedusa.
Adesso ripetiamo l'esercizio con "la nazione ebraica": dove la trovo?



Simon

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Mah io sinceramente non capisco che cos'è che non ti sta bene degli Ebrei.
Qual è il problema?
Banalmente ti possiamo dire che Ebreo è chi è considerato tale secondo la halakah (Legge rabbinica).
Perchè questa definizione non va bene?
Considera chi è Ebreo con questo semplice criterio.
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Re:
(SimonLeBon), 07/11/2009 22.35:




Qui stiamo uscendo dal seminato: anche i figli di padre o madre italiana sono italiani o possono diventarlo, ma non è quella la definizione di popolo o nazione di cui stavamo parlando.





Ehilà, sei di nuovo andato in tilt? Te lo stiamo ripetendo già da diversi post che è ebreo il nato da madre ebrea, o chi si converte, in modo simile a quanto avviene per l'acquisto della cittadinanza italiana: o per nascita (è italiano il figlio di genitori italiani) o per concessione su domanda. Siamo esattamente entro il seminato, e le definizioni che cerchi ti sono state offerte.








Mi pare che Topsy in altri 3D abbia rifiutato di identificare Israele con lo stato Israeliano di cui tu parli. Se fossero la stessa cosa allora il discorso sarebbe chiaro, ma cosi' non è.
Dunque, come vogliamo definire sto' popolo chiamato "Israele"?
Ti ricordo che non esiste alcun "popolo Cristiano", quindi non serve darne la definizione. Dunque dobbiamo concludere che anche la definizione di "Israele" non è necessaria?




Non è che abbia "rifiutato" di identificare Israele con lo Stato di Israele, e che sono relamente due cose diverse. Lo Stato di Israele è sorto nel 1948; Israele inteso come popolo ebraico scaturisce dall'Alleanza stipulata da Dio.
Lo Stato di Israele conta tra i suoi cittadini (cittadini israeliani): ebrei, arabi, cristiani, drusi...mentre Israele, inteso come popolo ebraico, è composto unicamente da ebrei.


Eh si, hai proprio la fissa delle definizioni.
La definizione di Israele e del suo ruolo nella storia, ci è data dalla Torah: Esodo 19,5-6.

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Sesso: Femminile
07/11/2009 23:47

(SimonLeBon), 07/11/2009 22.45:


Pur con tutto il rispetto, a me sembra di parlare piu' con dei nostalgici dei tempi andati, piuttosto che dei continuatori legittimi.




Si li conosciamo a memoria questi discorsi. Non sono molto originali. Un "Fossile". Di norma, gli ebrei, secondo la polemica cristiana, sono coloro che sono rimasti ancorati a delle idee sorpassate che continuano a conservare, ma ormai la loro religione è qualcosa che, proprio per questo motivo, non ha nessuna vitalità, ect...

Avevi premesso che domandavi per conoscere. Noto in realtà che posti per polemizzare, ricorrendo ai classici luoghi comuni di impronta teologica. Lo evidenzia perfettamente quanto parli di "continuaotri legittimi".
Ecco che compare l'idea che gli ebrei non sono i legittimi continuatori di un bel nulla...fammi un pò riflettere, lo saranno forse i cristiani?!



L'impressione è di aver chiesto a Sergio Leone i dettagli storici delle esplorazioni del "far west". Non basta vestirsi alla Thomas Milian per diventare i continuatori legittimi di un'epoca passata, anche se puo' sembrare suggestivo.




Sei molto offensivo. Mi spiace, ti credevo una persona più corretta.
Ho aderito all'invito di Roberto Carson perchè mi ha garantito che in questo forum si desiderava dialogare e conoscere l'ebraismo. Adesso non vedo altro che post denigratori nei confornti del popolo ebraico, e dei singoli ebrei dipinti come attori mascherati in modo suggestivo che si spacciano falsamente come continuatori di una data fede religiosa.

E' curioso come coloro che disprezzano gli ebrei utilizzano due accuse contradditorie per farlo. Li si chiama "fossili" perchè "fedeli" al Patto, e dall'altra "impostori" perchè invece lo hanno tradito. Gran brutta cosa l'odio di matrice religiosa.





Carissima, se prendi la cartina o il mappamondo, puoi trovare subito dov'è lo stato chiamato Italia ed indicarlo come patria della maggioranza di quelli strani tipi chiamati italiani, mettendo insieme i valdostani con gli abitanti di Lampedusa.
Adesso ripetiamo l'esercizio con "la nazione ebraica": dove la trovo?




Permettemi: sei un grande ignorante. Va e studia, forse se hai ancora in tempo per riabilitarti.




[Modificato da Topsy 07/11/2009 23:49]
07/11/2009 23:54

Non so, io fatico proprio a capire proprio di cosa stiate parlando, cosa vuol dire essere "ebreo" penso che sia un sacro santo diritto degli ebrei deciderlo, su questo punto credo che non esistano obiezioni di sorta.

Simon scrive



Pur con tutto il rispetto, a me sembra di parlare piu' con dei nostalgici dei tempi andati, piuttosto che dei continuatori legittimi. L'impressione è di aver chiesto a Sergio Leone i dettagli storici delle esplorazioni del "far west". Non basta vestirsi alla Thomas Milian per diventare i continuatori legittimi di un'epoca passata, anche se puo' sembrare suggestivo.




Questa frase secondo me non ha nessun senso, prova ad immaginartela rivolta contro di noi a parti invertite
[Modificato da amedeo.modigliani 08/11/2009 00:06]
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