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Dio il Figlio o "il Figlio di Dio"?

Ultimo Aggiornamento: 06/01/2010 17:59
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06/01/2010 12:14

Interessante articolo di Danilo Troiano

"Tu sei il Cristo, il Figlio dell'Iddio vivente". (MATTEO 16:16).
GESÙ era Dio? Molti "cristiani"direbbero di sì. Ma sapevate che c'è qualcun altro che Gesù chiamò "Dio"? Aprite la vostra Bibbia in Giovanni 20:17 e leggete le parole di Gesù stesso verso la fine di questo versetto:
Io ascendo al Padre mio e Padre vostro e all'Iddio mio e Iddio vostro.
Se questo vi sorprende, potreste rimanere stupiti di fronte ad alcune delle altre cose che la Bibbia dice riguardo a Gesù e a Dio.

La nascita di Cristo

Pensate per un attimo all'angelo che annunciò la nascita di Gesù a Maria. Egli non le disse che il bambino sarebbe stato Dio, ma che sarebbe stato Figlio di Dio.
E anziché dire, come fanno alcuni, che "Dio stesso" venne sulla terra per provvedere il riscatto, le Scritture dicono che a questo scopo Dio mandò il suo Figlio.

Cosa pensava Pietro di Gesù?

Gesù chiese ai suoi discepoli chi pensavano che egli fosse. Simon Pietro rispose forse: "Tu sei Dio"? No. Pietro disse: "Tu sei il Cristo, il Figlio dell'Iddio vivente". Gesù corresse Pietro? No. Gesù disse: "Felice te, Simone figlio di Giona, perché non te lo hanno rivelato la carne e il sangue, ma il Padre mio che è nei cieli". ( Matteo 16:15-17).

Dio il Figlio?

Alcuni scrittori religiosi, pensando che Dio sia una Trinità, parlano di "Dio il Figlio". Giovanni Battista, però, non chiamò Gesù "Dio il Figlio", ma "il Figlio di Dio".
I discepoli di Gesù non dissero: "Tu sei Dio il Figlio", ma "Tu sei veramente il Figlio di Dio". C'è una grossa differenza tra queste due affermazioni.

Il Padre è maggiore del Figlio?

Le Scritture parlano dell'esistenza preumana di Gesù. Egli esisteva prima di Abraamo, era col suo Padre celeste "prima che il mondo fosse", era "il primogenito di tutta la creazione", e per mezzo di lui "tutte le altre cose furono create". (Giovanni 17:5; 8:58; Colossesi 1:15-17)
Gesù "umiliò se stesso e divenne ubbidiente fino alla morte, sì, la morte su una croce. E per questa stessa ragione Dio l'ha esaltato a una posizione superiore e gli ha benignamente dato il nome ch'è al di sopra d'ogni altro nome".
San Paolo dice pure che 'l'Iddio del nostro Signore Gesù Cristo... lo ha destato dai morti e lo ha fatto sedere alla sua destra nei luoghi celesti, molto al di sopra di ogni governo e autorità e potenza e signoria e di ogni nome che si nomina non solo in questo sistema di cose, ma anche in quello avvenire'. ( Filippesi 2:8, 9; Efesini 1:17, 20, 21).

Gesù si mostrò di non essere uguale al Padre, ma di essergli sottomesso

Nondimeno, Gesù mostrò ripetutamente di non essere uguale al Padre, ma di essergli sottomesso. Disse di essere stato inviato e istruito dal Padre, il quale gli aveva comandato ciò che doveva dire. Gesù disse di aver "finito l'opera" che il Padre gli aveva affidato, e che i suoi seguaci 'avevano conosciuto che egli era stato mandato dal Padre'.

I nemici di Gesù lo accusarono di aver detto d'essere Dio?

Nemmeno i nemici di Gesù lo accusarono di aver detto d'essere Dio. Dissero piuttosto che egli si faceva "uguale a Dio" chiamando Dio suo Padre.
Volevano uccidere Gesù perché, come traduce una nota versione cattolica, "chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio". Gesù disse: "In verità, in verità vi dico, il Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa". ( Giovanni 5:18, 19, Versione cattolica della CEI.)

Il Padre è maggiore di me.

Nonostante la sua altissima posizione, Gesù disse agli apostoli: "Il Padre è maggiore di me". (Giovanni 14:28)
Secondo alcuni, questo poteva dirsi solo per il fatto che Gesù era ancora sulla terra, e non varrebbe più ora che egli è tornato in cielo. Ma questo non è ciò che dice la Bibbia.

Dopo l'ascensione di Gesù

Dopo l'ascensione di Gesù al cielo, i suoi seguaci continuarono a insegnare che il Padre è maggiore del Figlio. Oltre venti anni dopo, Paolo scrisse circa "l'Iddio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo". (Romani 15:6)
Osservate attentamente queste parole.
SanPaolo sta parlando del Dio di Gesù. Coerentemente Paolo distingue non solo fra il Padre e Gesù, ma fra Dio e Gesù. Scrive riguardo a Dio e a Cristo. Il comune saluto di Paolo nelle sue lettere era: "Abbiate immeritata benignità e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo". (Romani 1:7; I Corinti 1:3; II Corinti 1:2; Galati 1:3; Efesini 1:2; Filippesi 1:2)
San Paolo inoltre scrisse non che Cristo è Dio, ma che "è l'immagine di Dio", in quanto lo rappresenta perfettamente. (II Corinti 4:4) Un traduttore (quello della Living Bible), credendo che Dio sia una Trinità, ha cambiato questo versetto, rendendolo: "Cristo, che è Dio".
Ma dato che questo non è ciò che il versetto realmente dice, vi ha aggiunto questa nota in calce: "Letteralmente, 'che è l'immagine di Dio'".
=== Rivelazione di Gesù Cristo, che Dio gli diede ===

Anche il libro biblico di Apocalisse (Rivelazione) distingue non semplicemente fra Gesù e il Padre, ma fra Gesù e Dio.
Inizia dicendo: "Rivelazione di Gesù Cristo, che Dio gli diede". (Rivelazione 1:1)
Più di 60 anni dopo l'ascensione di Gesù, l'Apocalisse cita Gesù che dall'alto dei cieli dice: "Colui che vince, lo farò colonna nel tempio del mio Dio . . . Scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, la nuova Gerusalemme che discende dal cielo e dal mio Dio, e quel mio nuovo nome". ( Rivelazione 3:12).

La distinzione fra Dio e l'Agnello Gesù Cristo continua fino all'ultimo capitolo delle Scritture

Questa distinzione fra Dio e l'Agnello Gesù Cristo continua fino all'ultimo capitolo della Sacra Bibbia, dove il grande trono celeste della splendida Nuova Gerusalemme non è descritto come il trono di un'immaginaria Trinità, ma come "il trono di Dio e dell'Agnello". (Apocalisse 22:1, 3)
Non è difficile capire queste dichiarazioni, a meno che uno non sia stato abituato a cercare di far dire loro quello che non dicono.
Alla destra della potenza.
I nemici di Gesù, in cerca di un pretesto per metterlo a morte, non gli chiesero se diceva di essere Dio, ma se era "il Cristo, il Figlio di Dio". Egli rispose: "Tu stesso lo hai detto. E vi dico: Da ora in poi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della potenza e venire sulle nuvole del cielo". (Matteo 26:63, 64) In precedenza Gesù aveva citato e applicato a sé queste parole di Davide: "Espressione di Yahvè al mio Signore: 'Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi'". Gesù non disse di essere Yahvè o parte di un'antiscritturale Trinità, ma che si sarebbe seduto alla destra di Dio, in attesa che maturassero il tempo e i propositi di Dio.

Stefano, che visione ebbe di Gesù in cielo?

Stefano, il primo uomo a morire per la sua fede in Cristo, ricevette una visione del risuscitato Gesù in cielo.
Vide forse che Gesù era Dio o parte di una Trinità? No. Come avevano predetto Gesù e Davide, vide Gesù "alla destra di Dio".
Una traduzione (The Living Bible) dice che Stefano vide "Gesù il Messia in piedi accanto a Dio, alla sua destra!" ( Atti 7:55, 56).

La visione avuta da Daniele

Una veduta più ampia di ciò si trova nella grandiosa visione dell'Antico dei Giorni avuta da Daniele, il quale scrisse: "Continuai a guardare nelle visioni della notte, ed ecco, con le nuvole dei cieli veniva qualcuno simile a un figlio d'uomo, e ottenne accesso all'Antico dei Giorni, e lo fecero accostare proprio dinanzi a Lui.
E gli furono dati dominio e dignità e regno, affinché tutti i popoli, i gruppi nazionali e le lingue servissero proprio lui. Il suo dominio è un dominio di durata indefinita che non passerà, e il suo regno un regno che non sarà ridotto in rovina". (Daniele 7:13, 14)
Gesù non era l'Antico dei Giorni, Yahvè Dio, ma era il Figlio dell'uomo.
E si noti che questi fu portato dinanzi al suo Padre celeste, per ricevere "dominio e dignità e regno, affinché tutti i popoli, i gruppi nazionali e le lingue servissero proprio lui".
Il libro biblico di Apocalisse o Rivelazione mostra chiaramente che la grande folla di ogni nazione e lingua che viene sotto il dominio di Cristo è composta di persone che conoscono la differenza fra Dio e l'Agnello Gesù Cristo, perché il loro grido di lode è: "La salvezza la dobbiamo al nostro Dio, che siede sul trono, e all'Agnello". Inoltre, i 144.000 in piedi sul celeste monte Sion con l'Agnello Gesù Cristo hanno "il suo nome e il nome del Padre suo scritto sulle loro fronti". (Appoc. 7:9, 10; 14:1).

Figlio di chi?

Gli ebrei conoscevano il nome di Dio. Sapevano di chi parlava Gesù quando disse: "È il Padre mio che mi glorifica, colui che voi dite sia vostro Dio".
Chi era questo Dio? Sia che lo pronunciassero ancora o no, ne vedevano il nome nelle loro copie delle Scritture; era nei rotoli custoditi nelle loro sinagoghe ed era scritto in caratteri ebraici nella Settanta, la traduzione greca della Bibbia che leggevano e usavano. Yahvè non è un altro nome di Gesù.
Quando Gesù chiamava "Dio suo Padre" e si definiva "il Figlio di Dio", i suoi ascoltatori ebrei capivano che egli diceva di essere il Figlio di colui il cui nome era scritto con le quattro lettere ebraiche YHWH.
Egli non diceva di essere Yahvè, ma il Figlio di Yahvè.

Il nuovo patto per i cristiani

La grande profezia di Geremia sul nuovo patto mostra che non solo gli ebrei, ma anche i cristiani sarebbero stati un popolo per il nome di Yahvè. Se i traduttori della vostra Bibbia hanno giustamente usato il nome di Dio dove compare nel testo originale ebraico, leggerete:
"'Ecco, vengono i giorni', è l'espressione di Yahvè, 'e io per certo concluderò con la casa d'Israele e con la casa di Giuda un nuovo patto . . . Poiché questo è il patto che concluderò con la casa d'Israele dopo quei giorni', è l'espressione di Yahvè.
'Per certo metterò la mia legge dentro di loro, e la scriverò nel loro cuore. E per certo io diverrò il loro Dio, ed essi stessi diverranno il mio popolo. E non insegneranno più ciascuno al suo compagno e ciascuno al suo fratello, dicendo: "Conoscete Yahvè!" poiché mi conosceranno tutti, dal più piccolo fino al più grande d'essi', è l'espressione di Yahvè". ( Geremia 31:31-34).

San Paolo parla di Cristo che appare dinanzi alla persona di Dio

San Paolo dedica quattro capitoli del libro di Ebrei (i capitoli 7-10) per trattare questo nuovo patto, che Dio stabilì con l'Israele spirituale. Paolo non dà a intendere che Cristo fosse stato l'autore di quel patto (convalidato mediante il suo sangue), ma dice che Cristo ne era stato il "mediatore". L'autore era Yahvè Dio. Del mediatore, Paolo scrive: "Cristo entrò . . . nel cielo stesso, per apparire ora dinanzi alla persona di Dio per noi". (Lettera agli Ebrei 8:6; 9:15, 24).
Secondo Geremia, chi doveva essere il Dio dei cristiani ammessi nel nuovo patto? Yahvè! Fu infatti Yahvè a dire: "Per certo concluderò . . . Per certo metterò . . . Per certo io diverrò il loro Dio".
E riguardo ai cristiani che sono nel nuovo patto questa profezia dice: "'Mi conosceranno tutti, dal più piccolo fino al più grande d'essi', è l'espressione di Yahvè".
Perciò tutti quelli che sono veramente inclusi nel nuovo patto cristiano, come pure altri fedeli cristiani che si associano con loro, devono essere persone che conoscono Yahvè e lo servono!
Più di 400 anni fa Giovanni Calvino scrisse: "Queste parole, 'Conoscete Geova', sottolineano i primi elementi della fede". ( Commentaries on the Book of the Prophet Jeremiah and the Lamentations, di Giovanni Calvino, traduzione di John Owen, pagina 136).

Un cambiamento di situazione

Ai giorni di Gesù i suoi ascoltatori conoscevano l'Iddio di Abraamo, di Isacco e di Giacobbe. I loro antenati adoravano Yahvè, e il tempio di Dio si ergeva in mezzo a loro. Ciò che dovevano capire era l'importanza di onorare e seguire Gesù.
Perciò Gesù disse che tutti dovevano 'onorare il Figlio come onoravano il Padre. Chi non onorava il Figlio non onorava il Padre che lo aveva mandato'. ( Giovanni 5:23.)
Oggi la situazione si è capovolta. I seguaci delle chiese della cristianità parlano moltissimo del Figlio, ma trascurano "il Padre che lo ha mandato". È stato Dio a esaltare Gesù 'a una posizione superiore e a dargli benignamente il nome ch'è al di sopra d'ogni altro nome, onde nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio di quelli che sono in cielo e di quelli che sono sulla terra e di quelli che sono sotto il suolo, e ogni lingua confessi apertamente che Gesù Cristo è il Signore alla gloria di Dio Padre'.
Non dobbiamo dimenticare, come fanno molti, che si deve far confessione riguardo a Gesù "alla gloria di Dio Padre".
Molti degli odierni capi religiosi, e quindi dei loro seguaci, si sono completamente dimenticati del Padre.
Ma Gesù, rivolgendosi in preghiera al suo Padre celeste, disse: "Questo significa vita eterna, che acquistino conoscenza di te, il solo vero Dio".
Ma questo non basta. Dobbiamo anche conoscere e seguire colui che Dio ha inviato.
Per questo Gesù aggiunse: "E di colui che tu hai mandato, Gesù Cristo". ( Giovanni 17:3).

Conclusioni della trattazione

La "New Catholic Encyclopedia" (Volume 13, pagina 426), dice: "Chiedere se il NT [Nuovo Testamento] presenta Gesù come Dio il Figlio" significa 'andare in cerca di appellativi che furono elaborati solo in epoca successiva'.
Perciò, mentre Gesù e gli apostoli insegnarono che egli era "il Figlio di Dio", furono teologi successivi a elaborare il concetto di "Dio il Figlio".
Perciò Dio il Figlio" non è un concetto biblico ma è un concetto posteriore!

Danilo.

Fonte: www.ciao.it/Con_la_D__Opinione_948897#fullreview



Per contatti: roberto.carson@tiscali.it
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06/01/2010 17:59

RISPOSTA SEMPLICE........LOGICA E IN LINEA CON LA SACRA SCRITTURA.
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