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E se non esistesse nessun Dio?

Ultimo Aggiornamento: 09/01/2012 15:44
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Città: GENOVA
Età: 51
Sesso: Maschile
07/01/2010 20:54


Secondo voi come si potrebbe abbattere un tale ragionamento?



Pur leggendo la digressione del Dott. Glielmi non vedo conclusioni definitive per quello che, riassumendo, sia il concetto di Dio "ipso facto", ovvero: l'uomo ha bisogno di Dio e ipso facto lo struttura secondo la sue necessità antropomorfe.

Non si può assumere l'idea che un bisogno, qualunque esso sia, conscio od inconscio, sia per forza di cose artificialmente creato per soddisfarne la necessità: tutti necessitiamo d'amore, ma non per questo l'atto d'amore non esiste se non nella nostra fantasia. Gli evoluzionisti possono pure definirla una strategia genetica per la preservazione del pool genico, fatto sta che l'amore è una necessità ed un bisogno reale, quanto quello della spiritualità umana.

Non sono d'accordo quando il Dott. Glielmi afferma:

oggi gli scienziati atei e gli agnostici si oppongono alle superstizioni ed alle credenze di una fede religiosa, che per essere “fede” non può avere alcun requisito razionale o scientifico.



Sono consapevole che viviamo in un era scientista dove si è persuasi a credere che la ragione costituisca la sola via d'accesso alla conoscenza e che una cosa non esista se non è scientificamente acclarata e dimostrata. Tuttavia il paradosso di una simile convinzione consta nel dato di fatto che abitualmente e tutti i giorni affidiamo la nostra capacità introspettiva ed induttiva su evidenze che non sono scientificamente dimostrabili. Farò solo due dei molteplici esempi concreti per illustrare la fallacia di quello che è a tutti gli effetti un sofisma molto comune nella nostra era tecnologica.

Nel momento in cui colloquio o scrivo, ad esempio, do per scontato che il mio interlocutore possegga le doti intellettive equipollenti a me medesimo. Credo cioè che egli sia dotato di una mente esattamente come ne sono dotato io. Questa evidenza non ha basi scientifiche. E' un assioma che accettiamo semplicemente perché lo deduciamo da determinati effetti ma la certezza che il nostro prossimo possegga una mente come la nostra è ascientifica o metascientifica. Questo fatto, all'apparenza banale, è indimostrabile scientificamente: nulla può dimostrarmi che esista una mente come la mia nel corpo di un altro individuo. Quand'anche potessi avere accesso ad una tecnologia scientifica in grado di esperire la mente altrui, nel momento stesso in cui ne farei esperienza essa smetterebbe di essere la mente del mio prossimo per divenire la mia.

Ergo, qualsiasi argomentazione in favore dell'esistenza della mente altrui è un'induzione non dimostrabile scientificamente. Naturalmente non esiteremmo un istante a definire "pazzo" qualcuno che asserisse di essere la sola mente del pianeta, semplicemente perché l'esistenza di una mente al di fuori della propria non è dimostrabile empiricamente.

Ne deduciamo una verità metascientifica: Una cosa non è falsa semplicemente perché non si può dimostrare.

Altro esempio: tutti noi esperiamo cosa siano i sogni, tuttavia nessuno può dimostrarne l'esistenza: noi e solo noi siamo in grado di registrarne l'esperienza e siamo gli unici a cui appartengono. Non abbiamo nessun modo di dimostrarne l'esistenza ad altri. Collegando appositi strumenti per la registrazione dell'attività cerebrale possiamo scientificamente dimostrare un'attività neuronale e registrarla su un grafico. Tuttavia le varie fasi del sonno e la loro diversa registrazione non diranno mai ad un estraneo che cosa sia la visione a cui corrispondono quesi segni ondulatori.

Ne deduciamo un'altra verità metascientifica e veniamo alla dimostrazione della non veridicità del quotato del Dott. Glielmi ovvero che una fede per essere tale non può avere nessun requisito razionale o scientifico: Una cosa può essere razionale anche se non dimostrabile scientificamente e i due termini non sono assolutamente sovrapponibili come sopra esemplificato.

La fede implica certezza, ma una certezza che si fonda sulla propria esperienza. E' la certezza di una verità che non può essere provata mediante dati di fatto razionalmente cogenti, bensì di una verità della quale sono certo a causa della mia evidenza esperienziale e soggettiva.
Questa fede si basa su fatti, ragion per cui è razionale. I fatti tuttavia non sono riconoscibili né comprovabili col ricorso al metodo scientifico: io, persona vivente, sono l'unico strumento capace di "registrarli".

Naturalmente un "fatto" scientificamente dimostrabile non ha più dignità di uno non dimostrabile se sempre di "fatto" si tratta, come l'esistenza della mente altrui e dei sogni.

Le digressioni poi che riguardano il lato meramente psicologico nell'affrontare l'esistenza di un Dio creatore le considero deboli in quanto trovo personalmente molto singolare ed estremamnte significativo che le speculazioni su cui si basano non sono frutto di un'autoconsapevolezza nel momento che si esperiscono bensì una rilettura e un'applicazione decisamente esogena all'oggetto che le vive. Un feto, un neonato non ha infatti le facoltà intellettive necessarie per ricordare o associare quella che a tutti gli effetti è un'interpretazione a posteriori, un costrutto e una struttura portante razionalizzata per determinati fini dimostrativi. Si potrebbero con questo metodo costruire teorie a partire dal fine senza timore di essere smentiti in quando essendo mere congetture non vi è modo di falsificarle.

Con lo stesso metodo potremmo trovare analogie e verità velleitarie tra un albero delle Sephiroth e la struttura meccanica di un auto.

Con questo non voglio assolutamente svilire i progressi e la capacità d'indagine della psicologia, ma solamente evidenziarne i limiti.

In conclusione è assolutamente vero che la realtà di Dio è un dato di fatto che non è dimostrabile scientificamente, ma non per questo è meno vero o reale di tutto ciò che non si possa dimostrare attraverso il metodo scientifico: poiché, a differenza di quello che si è indotti a credere, la scienza non è l'unico strumento per determinare se una cosa sia vera o meno.

Cordialità.
[Modificato da Methatron 07/01/2010 21:03]
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"Noi conosciamo la verità non soltanto con la ragione, ma anche con il cuore. E invano il ragionamento, che non vi ha parte, cerca d'impugnarne la certezza" - B. Pascal
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