fatina della luce, 18/01/2010 22.09:
Salve........ètanto tempo che non entro nel forum e ieri sera ho avuto una discussione con un testimone e un'aspirante psicologa mia amica sull'omosessualità. Praticamente è venuto fuori che non si sa bene se l'omosessualità sia una deviazione come le altre, e quindi da curare o sia qualcosa di genetico che cmq non si può evitare. sta di fatto che psicologicamente parlando si tende sempre a far capire al paziente in terapia, in questo caso una persona confusa sulla propria sessualità,se stessi, a sentire le proprie emozioni e non per forza ad assecondarle, ma almeno a capire chi si è e cosa si desidera...e cosa, senza nuocere gli altri ti fa vivere"bene".Io so che biblicamente parlando un uomo che giace con un altro uomo non erediterà il Regno di Dio. Ma in base a che cosa un omosessuale non può ereditare il Regno di Dio.Se cmq ama come una donna ed un uomo e la sua condizione anzi, non lo favorisce affatto in quanto non può sposarsi, non può avere figli......viene denigrato e ancora oggi sottoposto a pregiudizio. Vorrei sapere il pensiero di Dio in questo....e dato che Lui parla attraverso la Bibbia, vorrei sapere dove spiega perchè non faranno parte del Nuovo Mondo.
Grazie
Dio è amore... Ma è anche Giustizia.
Ciò che è bene e ciò che è male, originariamente, doveva stabilirlo Lui. Adamo ed Eva erano nudi, ed era cosa normalissima; quando "decisero" essi stessi che ciò era male o ciò che era bene, sentirono vergonagna della loro nudità e cercarono di coprirsi.
Questa imperfezione ci porta oggi a ciò che siamo.
Il comado di Dio sull'omossesualità è chiaro. Dio dice all'uomo (alla persona) che non deve giacere con un maschio come farebbe come con una femmina.. e aggiunge.. "E'una cosa detestabile" (a Lui, a Dio).
Tali pratiche, quasi sempre, portano poi ad azioni estremamente egoistiche, con il principale desiderio di soddisfare i sensi della cerne, più che delle "naturali" espressioni o sentimenti di amore fra due persone (normalmente fra uomo e donna). Questo fu il caso di Sodoma e di Gomorra.
(Genesi 19:4-5) 4 Prima che potessero coricarsi, gli uomini della città, gli uomini di Sodoma, accerchiarono la casa, dal ragazzo al vecchio, tutto il popolo in una turba. 5 E chiamavano Lot e gli dicevano: “Dove sono gli uomini che sono entrati da te questa notte? Portaceli fuori affinché abbiamo rapporti con loro”.
In Eden il comando riginale dato ad Adamo era di "crescere e di moltiplicarsi"; questo sarebbe avvenuto mediante l'espressione intima di forti sentimenti che legano un uomo e una donna nel naturale rapporto matrimoniale. Lo scopo dell'emissione del seme, quindi era basilarmente (indipendentemente che avesse successo o meno) quello di procreare.
Tale atto doveva essere cosciente, consapevole e pianificabile, in quanto comportava le successive responsabilità verso la prole generata. Per tale motivo esso
non è regolato da "calori" o da irresistibili stimoli ormonali che osserviamo talvolta nel regno animale.
Infatti, almeno dal conteggio attuale, Adamo ed Eva stettero assime per almeno 35 anni senza generare prole. Evidentemente ciò poteva essere normale per una creatura perfetta o vicina alla perfezione.
(Genesi 5:18) 18 E Iared viveva per centosessantadue anni. Quindi generò Enoc...
(Genesi 5:21) 21 Ed Enoc viveva per sessantacinque anni. Quindi generò Metusela.
(Genesi 5:28-29) ...E Lamec viveva per centottantadue anni. Quindi generò un figlio. 29 E gli metteva nome Noè...
Ciò non prova che generassero solo a tarda età, ma che potevano genereare anche a distanza di decine di anni dopo che erano regolarmente aggiogati assieme (sposati).
Dal momento che il "seme" (specialmente maschile) per Dio significa "vita", infatti esso la trasmette attraverso l'ovulazione, ciò che il comando di Dio ribadisce è sostanzialmente il non farne un uso improprio. Esso è stato progettato (il seme)
per dare vita ad un nuovo essere umano, che originariamente avrebbe dovuto essere perfetto e alla Gloria di Dio.
Quando due persone dello stesso sesso (maschile specialmente) si uniscono in rapporti carnali, è inevitabile che tale "seme" venga usato in modo "detestabile" dal punto di Vista di Dio. Tale pratica, è pertanto decisamente condannata da Dio e dalla Bibbia.
(1 Corinti 6:9-10) ...Che cosa! Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non siate sviati. Né fornicatori, né idolatri, né adulteri,
né uomini tenuti per scopi non naturali,
né uomini che giacciono con uomini, 10 né ladri, né avidi, né ubriaconi, né oltraggiatori, né rapaci erediteranno il regno di Dio.
E costa la vita eterna, se praticata.
Che dire delle "attitudini" o delle vecchie pratiche, che spesso le persone si trvano a vivere anche per errate esperienze sopratutto fatte in età giovanile, quando nel passaggio della pubertà allo sviluppo di giovane, entrano in gioco forti sentimenti che spesso sono di difficilissimo controllo per i giovani sopratutto? (si sta sviluppando un cambiamento ormonale che stimola fortemente tali desideri sessuali).
Paolo, ancora dice, infatti:
(1 Corinti 6:11) 11 E questo eravate alcuni di voi. Ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati dichiarati giusti nel nome del nostro Signore Gesù Cristo e con lo spirito del nostro Dio.
Pertanto non si tenti di "
far dire" che i testimoni di Geova
accettano fra loro persone che abbiano "attitudini" omosessulai. Sarebbe un meschino tentativo di altarare le cose.
I testimoni di Geova accettano fra loro, come "fratelli" coloro che "
una volta, un tempo, in passato"
erano di tale pensiero o praticavano tali cose, avendo essi stessi compreso che tali pratiche sono condannate da Dio, e
avendole rigettate, (indipendentemente da quanto ciò possa costare a loro emotivamente) astenendosene
realmente e praticamente.
Se pertanto uno che sia dedicato e battezzato parlasse di tali pratiche immorali (passata omossesualità) in modo come giutificabile, inevitabile, o non condanntata da Dio, si pone nella condizione di essere ripreso dagli anziani locali
e se persevera in tale attitudine, anche di essere disassociato per "condotta che non si addice a un cristiano".
Pertanto possiamo, come fratelli, dare tutto il nostro conforto a coloro che coraggisamente e con determinazione, anche se "un tempo" erano di tale sorta, abbiano fatto coraggiosamente e realmente i passi necessari per mantenersi "puri" dinnanzi a Dio. Non pensando mai alla loro precedente vita, ma guardando alla condotta eccellente che intanto tengono nella congregazione e con essa lodano Geova, nostro Dio.
Questo io comprendo.