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E adesso?? (qualche consideraione sull'importanza dell'uso del nome divino)

Ultimo Aggiornamento: 15/02/2010 19:35
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14/02/2010 15:31

mi si consenta ..
Sono rimasto fuori dalla precedente discussione sul nome perchè prima non cero, anche se premetto che non voglio affatto riprenderla,visto che è stata chiusa.

Solo che ci tenevo a spiegare un mio piccolo passaggio e rispondere brevemente a questa obiezione.


Cielo

Caro dispensa, Devo ‘considerare questo un tuo atto di fede nell'uomo che adora il suo Dio’? Credo sia proprio così. Però, dispensa, non so se ti rendi conto di quello che hai scritto: “atto di fede nell'uomo”. Personalmente preferisco attenermi a questo: “Abbiate fede in Dio”. - Mr 11:22.



E chi lo dice che i masoreti non lo conoscevano veramente, quale certezza vi poni che non lo sapevano ? E mi rimproveri a me di atto di fede nell'uomo?

Credi che Dio non abbia fede nell'uomo?
La fede che ci sarà sempre un Giobbe, un Paolo, ..persone imperfette si, ma pure fedeli e ispirati?.

Dopo hanno fatto seguito pure quei fedeli non ispirati, e pur non considerandoli infallibili io ho fede che ci siano uomini che ci tengono al nome di Dio, come alla fede in Cristo.

Senza la loro fede tu non avresti una bibbia.

Quindi era ovvio che il mio atto di fede è relativo al cuore dell'uomo.
Quindi anche se imperfetto, ho fiducia ( non cieca)nelle motivazioni di tanti, anche se non di tutti.

Per coerenza se devo togliere qualcosa perchè non è certa l'origine, dovremmo togliere diverse cose delle scritture, solo perchè a motivo di dissonanze cognitive si è creato un alone di incertezza vera o falsa che sia.

Inutile dire che non sono daccordo..anche perchè lo stesso concetto di tradurre Eterno Signore in sostituzione sarebbe maggiormente falsità, o adulteramento.
Quindi dovremmo dire di un Dio senza nome, sostituito da una espressione proverbiale.

Questo sarebbe molto strano per un Dio ci tiene così tanto a glorificare il suo nome.Rivel.15:4..ecc..ecc.

Nome di consonanti incluso con vocail che io citerei comunque poichè sarebbe quello molto più vero di tutte le sostituzioni totali.
Per questo facevo l'esempio sul fatto che seppure non esista una verità totale, questo non giustifica che tolgo pure quella che ho sol perchè è relativa, questo se realmente amo questa verità e questo Dio e il suo nome che lo identifica tra i molti dei.




Per banabino
Nel mio essere stretto o sintetico in realtà facevo l'esempio delle vocali volendo dire che il senso di ciò che vi leggi nelle scritture per certi aspetti dipende dalla tua anima.

Quindi troverai ad esempio quello che leggendo di lago di fuoco, ci vede alla lettera una caverna sotterranea dove le anime vengono torturate vita natural durante...di tipo eterna.

Chi invece no.

Nel mettere le vocali a quella parola io ci ho visto il sentimento l'amore di un uomo per il suo Dio, proprio come nel caso di un figlio che cerca del nome del suo vero Padre.

Ce chi invece in nome di altro sentimento toglie le vocali indicate per quel caso.

Dunque scrivevo di specchio dell'anima.

14/02/2010 16:17

Caro Dispensa, tu domandi: “E chi lo dice che i masoreti non lo conoscevano [il nome di Dio] veramente, quale certezza vi poni che non lo sapevano?” Io non so chi lo dica. Personalmente sono certissimo che lo conoscessero e lo rispettassero. La prova sta nel fatto che lasciarono inalterato il tetragramma, apponendovi le vocali di Adonày (che diedero la forma spuria “Yehovah”) per non farlo leggere.
Scrivi ancora: “E mi rimproveri a me di atto di fede nell'uomo?” Per carità, Dispensa, io non rimprovero alcunché a nessuno, ci mancherebbe. Mi sembra di ricordare però che la cosa fosse riferita a un tuo atto di fede in chi sostiene la giustezza del nome “Geova”. Ben lungi dall’essere un rimprovero, volevo solo farti notare che sarebbe meglio riporre la fede in Dio e nella sua parola scritta, non in un’interpretazione umana.
Sono certo, come tu scrivi che Dio ha fede (meglio, direi fiducia) nell’essere umano. Se così non fosse, saremmo stati abbandonati a noi stessi da tempo. Ma Dio ha inviato Yeshùa proprio per la fiducia che ha che non tutti vogliono essere disubbidienti. Già da appena dopo il peccato di Adamo Dio interpella l’uomo: “Dove sei?” (Gn 3:9). Oggi ci rifiutiamo di ascoltare quella voce, eppure Dio
continua ad interpellarci.
Non si tratta di “dire di un Dio senza nome, sostituito da una espressione proverbiale”, come scrivi. Si tratta invece di capire il significato che il nome aveva presso gli ebrei. Nella Bibbia conoscere il nome di qualcuno significa poterlo in qualche modo padroneggiare. Adamo dà il nome agli animali, mostrando la sua superiorità su di loro (Gn 2:20). Giacobbe, nella lotta con l’angelo, vuol sapere il suo nome: “Giacobbe gli chiese: ‘Ti prego, svelami il tuo nome’”, ma l’angelo, capendo la sua finalità “rispose: ‘Perché chiedi il mio nome?’” (Gn 32:29). A Mosè che pretende di conoscere addirittura il nome di Dio, l’Altissimo non rivela il suo nome santissimo e dice: “Io sono colui che sono” (Es 3:14). Yeshùa vuole affermare la sua superiorità sul demonio: “Qual è il tuo nome?”. - Mr 5:9.
In quanto al glorificare il nome di Dio, anche qui la Bibbia va capita con le categorie semitiche e non con le nostre occidentali. Nella Bibbia il nome è la persona stessa. Noi occidentali diciamo che una persona ha un nome, i semiti dicevano che la persona è il suo nome (cfr. 1Sam 25:25). In Ger 14:9, brano scritto in poesia, – solo per farti un esempio – si ha un chiasmo e un parallelismo. Il parallelismo è una figura molto amata dagli ebrei biblici in cui uno stesso concetto viene ripetuto cambiando le parole. Il versetto dice: בקרבנו יהוה ושמך עלינו נקרא ואתה (veatàh veqirbènu yhvh veshimchà alènu niqrà), “e tu tra di noi Yhvh e nome di te su noi è invocato”. Se noti, Yhvh corrisponde esattamente a “nome di te”.
Comunque, Dispensa, la discussione è stata chiusa. Ognuno rimanga attaccato al nome che crede. Personalmente, preferisco l’esempio di Yeshùa che rivolse sempre a Dio chiamandolo “Padre”.
“Padre nostro [che sei] nei cieli, sia santificato il tuo nome [ovvero: TU (concetto semitico)]”. – Mt 6:9, TNM.
15/02/2010 19:30

Caro cielo non avere fretta di andartene.
1 Parte teologica:
Io trovo che il tuo cuore è limpido, ma la tua mente un po’ annebbiata.

Come faccio a dirlo?.

Puoi forse negare che è stato Dio a darsi un nome con tanto di vocali, quando è che è stato?

Quindi a che vale la discussione che mi riporti e fatta da tanti, che Dio non deve avere un nome ?

Lo hai stabilito tu o Dio?

Se noi diamo il nome ad ogni cosa è anche vero che un mattone o una pietra non lo chiamiamo Marco, o Pietro.
Noi come immagine di Dio, e quindi come figli ci identifichiamo con un nome.
Anche il primogenito, che è l’esatta Sua immagine o impronta si è dato un nome.

Un nome è diverso dall’attributo.

Padre è un attributo, un ruolo che Dio ha per chi è ritornato nel seno del suo favore, ma non per gli empi o ribelli.
Quindi Padre non identifica l’interezza della sua persona, neppure l’attributo di Dio, che equivarrebbe a Avvocato, Ingegnere.
Invece il nome identifica l’interezza della sua personalità, ciò che ha mostrato di essere e ciò che mostrerà di essere.

Conoscerlo significa proprio questo, sapere ciò che ha mostrato di essere nelle opere e nel sentimento; questo significa conoscere la sua persona il cui nome lo identifica e lo distingue dai suoi figli….Gabriele, Michele…ec..
Farsi un nome significa che a quel nome viene identificata la persona la sua parola e le sue gesta con le sue caratteristiche o peculiarità di giustizia e sapienza.

Chi sei tu uomo da prenderti l’autorità di dire a Dio: tu non devi avere un nome?

Chi sei tu da farne della conoscenza del nome di Jah ( Rivelazione) un privilegio per pochi eletti?

Quando l’angelo si presentava dicendo : Io Geova ( o il nome che vuoi tu); stava rappresentando Dio proprio mediante l’identificazione di quel nome; nome che apprendeva la semplice donna, che andava a riferirlo a suo marito.

E l’angelo si guardava bene dal nominare il suo nome di angelo, dato che in quel momento non stava rappresentando se stesso , ma il nome del vero Dio.

Se l’angelo non pronunciava il suo proprio nome , non era certo perché egli non era importante avere un nome, ma perché non voleva dare importanza a se stesso proprio rivelando il suo nome un nome, poiché egli stava rappresentando il nome di Dio: YHWH.

Proprio il fatto che non voleva dire il suo, ci fa comprendere l’importanza prioritaria che dava al nome, a un nome, che stava rappresentando.

Ti sembra ragionevole occultare il nome di Dio? Te lo ha ordinato Dio? (vedi scritture riportate nel secondo post che segue)

Non nominare il nome di Dio invano implica che chiunque del popolo conosceva quel nome, e che pertanto si doveva guardare dal nominarlo per ragioni false o come falso profeta, questo disonorando quel nome.

E perché caro Cielo dai spazio alle superstizioni?

Era solo per i maghi del paganesimo la teoria che possedere il nome di un dio, significava averne il controllo.
E chi era Dio? Un programma al super computer che a conoscere la password si ottiene l’accesso al pannello di controllo?
Trovi serio questo discorso?

Lo sai che questo intendere lo hanno proprio gli spiriti impuri, per lo scopo di illudere gli uomini di modo tale che si sentano sicuri di potersi accostare ad essi, pensando di non correre pericolo?

Viceversa non lo hai letto nelle scritture che il vero Dio YHWH se ne importava di tutte le cerimonie religiose operate da sacerdoti infedeli, che pronunciavano il suo nome.
RITENENDOLE PER L’APPUNTO COME FUNZIONI MAGICHE, PERCHE SI CREDEVANO CHE CON QUELLE OPERAZIONI FORMALI POTEVANO MANIPOLARE DIO PER AVERNE LE BENEDIZIONI IL FAVORE E L’OMBRA DEL SUO POTERE. ISAIA 1:10-15, 66:3 “ Le vostre lune nuove li ho odiati, le vostre preghiere non ascolto; chi presenta un ricordo..come una benedizione con parole magiche.

A prescindere dal decimo o dal ceppo fedele il resto di Israele aveva trovato il modo di essere fedele nelle formalità delle legge, anche evitando l’idolatria come pratica oggettiva;, ma diventando infedele nello spirito o il cuore della legge, qui rimanendo o diventando un adorazione spiritica, magica idolatrica.

Ed era inevitabile che accadesse, poiché Dio li ha costretti a restare come un unico popolo a rimanere fedeli alla legge, e al patto che come popolo avevano fatto con Lui; ma giustamente in questo modo forzato; al fine che un ceppo potesse condurci a Cristo; si otteneva per il resto al di fuori del decimo o i settemila; una classe di adoratori di formato Yahvista, ma con il medesimo spirito dei pagani. “ adoratori di Baal” Romani 11:4.

Come dire che l’uomo nella sua stoltezza non ha bandiere nazionali; il peccato è sempre quello, cambia la forma , ma non la sostanza; questo spiegando la ragione del perché erano nemici di Dio, e quindi del Figlio Gesù.

Ora ti sembra ragionevole dare credito a queste superstizioni magiche?

Poteva mai preoccupare una tal cosa il sacerdote leale che conosceva realmente il nome di Dio, cioè conoscendolo nel suo vero significato?
Tu hai conosciuto veramente il nome di Dio? Lui è ciò che vuole essere, e non ciò che puoi volere tu.
Quindi la superstizione in essere non è stata creata ne da Lui, ne da chi sotto ispirazione riportava per iscritto la sua parola.

Dio si può trattenere dal far conoscere il valore del suo nome.
Il pagano poteva gridare : Chi è questo YHWH, noi non lo conosciamo; eppure citano il suo nome.
(Diversamente dal caso di Raab: “Abbiamo udito come YHWH prosciugò le acque “)
Quando Israele non aveva la benedizione di Dio, YHWH non faceva conoscere il valore del suo nome ai suoi nemici., nemici che conoscevano il suo nome.

Adesso che abbiamo conosciuto con il cuore il nome di Dio, ti chiedo di trovarmelo anche in forma mentale o grammaticale.
Hai trovato che si è persa metà del suo nome? I motivi li hai trovati puri o impuri?

Padre sia santificato il tuo nome, implica:
1) Il Padre ha un nome.
2) Il nome era conosciuto da chi ascoltava.
3) Per logica dobbiamo trovare una qualche citazione del nome

YHWH al posto di Kyrios

Se non lo troviamo facciamo la supposizione che chi l’ha tolto dal vecchio testamento, lo ha fatto anche con il nuovo.

Il nuovo è nelle mani di gente che ha attinto il messaggio originale e che non poteva manipolarlo , perché ahimè le lettere apostoliche erano conosciute da molti, i quali potevano rendersene conto dell’artificio.

Inoltre agli inizi non si potevano coordinare tutte le idee e le persone per poter ottenere una manipolazione di massa.
Dunque l’unica era attenersi il più possibile alla fonte originale, e nel momento che i cristiani si sono organizzati si ritrovano loro malgrado con uno scritto già precostituito.
Si trovano dunque nell’impossibilità di manipolare la contestualità del messaggio.

Ma una cosa o più cose nel piccolo potevano esserlo manipolate; una è proprio la superstizione dei convertiti giudei, quella di occultare il nome di Dio YHWH.

Se lo hanno fatto con le consonanti nel vecchio testamento, è cosa certa che lo hanno fatto nel nuovo.

Il nuovo è stato così veloce nella sua manifestazione temporale, che non può che attingere dal vecchio in quanto all’uso del nome.
A questo punto se vi era questa volontà di soppressione La verifica del nome nel nuovo la possiamo trovare solo attingendo dal vecchio.
Soprattutto quando fa riferimento in modo specifico al vecchio, qui diventa ancora più evidente la volontà di sopprimere il nome, noi trovandolo occultato proprio là dove la antica fonte lo cita.

Non ti fa pensare nulla tutto questo? Non ti viene il sospetto di quanto in realtà è stato fatto scorrettamente?
Ti riporto il sunto parziale dello studio fatto da alcuni specialisti del campo, nel seguente post.

15/02/2010 19:35

A.C.
La prima traduzione della Bibbia, detta dei Settanta, è stata fatta da ebrei all'inizio del terzo secolo prima della nostra era.

Tuttavia, per rispetto superstizioso questi traduttori hanno preferito mantenere il Tetragramma YHWH scritto in ebraico all'interno del testo greco. Ci fu però una sola eccezione, un traduttore ebreo che ha preferito inserire sotto forma vocalizzato Iao (), Che divenne noto in questo momento, perché gli storici Varrone e Diodoro Siculo citato nei loro libri (I Storia: 94:2; Antiquitates Rerum Divinarum).

A dispetto di queste precise testimonianze , sotto forma di Iao si è trovato un uso limitato, ed è stato molto spesso calunniato. Il che è un paradosso . Il grande profeta Geremia ha spiegato che l'obiettivo dei falsi profeti era quello di indurre la gente a dimenticare il nome (Jr 23:27), Un tentativo, tuttavia, finalizzato allo scopo di essere sconfitti (Sal 44:20 21),

Poiché Dio riserva il suo nome per i suoi servi (Is. 52:6) e naturalmente per coloro che apprezzano (Ml 3:16). Abramo, che è il padre di quelli che hanno la fede, ha il piacere di annunciare questa denominazione secondo la Genesi 12:8, ed ha avviato una personalizzata procedura biblica. E che ,secondo lo stesso profeta Gioele, è addirittura obbligatorio proclamare questo nome per essere salvati durante il grande giorno di Dio (Giole 3,4; 5).

Secondo Esodo 23:13, il rifiuto di pronunciare il nome di un dio è un rifiuto di adorare il dio in questione, in modo da rifiutare di pronunciare il nome del vero Dio, il rifiuto per adorarlo (Giosuè 23:7, il rifiuto di pronunciare il nome degli altri dei è equivalente a rifiutarsi di adorarli).

Primo quinto secolo

La pronuncia Jehovah è comunque ancora oggi difesa da un limitato numero di studiosi come Gerard Gertoux [9]. Il lavoro dello studioso francese è basato sull'ipotesi che nell'ebraico biblico alcune consonanti potessero essere anche usate come vocali (un po' come la V latina che può suonare sia V sia U). Richiamando l'autorevole testimonianza di Giuseppe Flavio che spiegò come il tetragramma si componesse di 4 vocali (vedasi Giuseppe Flavio, La Guerra Giudaica, V, 5, 7), Gertoux ha ipotizzato che "iod", "heh" e "waw" potessero suonare come "i", "e", "o".

L'eventualità che "heh" in termine di parola potesse essere vocalizzata "a" invece che "e" permetterebbe poi di giustificare sia la pronuncia "Ieoa" sia l'accreditata lettura Yah della forma abbreviata YH. Il contributo fornito da Gertoux è sicuramente originale ed interessante, anche perché riprende alcune antiche argomentazioni già elaborate e proposte da Giuda Levita (1075-1141), da Papa Innocenzo III (1198-1216) e dal filosofo Nicola Cusano (1401-1464).

Giuseppe Flavio nella sua opera La guerra giudaica V: 235 ha dichiarato: «Il sommo sacerdote aveva la testa vestita con un diadema di lino ricamato con un bordo viola, e circondato da un'altra corona in oro che aveva in rilievo le lettere sacre, queste sono quelle quattro vocali»

Infatti, in ebraico queste consonanti Y, W, H, servono come vocali, sono infatti chiamati 'madri della lettura' (matres lectionis). Gli scritti di Qumran mostrano che nel primo secolo Y usata come vocale servito solo per indicare i suoni I ed E, W servita solo per i suoni ö e ü, e una H finale servito per la A. suono Queste equivalenze possono essere verificate in migliaia di parole. Inoltre, la H è stata usata come una vocale solo alla fine delle parole, non è mai al loro interno. Quindi, a leggere il nome YHWH come quattro vocali sarebbe IHUA che è IEUA, perché tra due vocali la H è sentito come una lieve E.

Eusebio citava uno scrittore di grande antichità (prima del 1200 aC,) chiamato Sanchuniathon, che ha parlato degli ebrei nel quarto capitolo del suo lavoro dal titolo Fenicia Storia. Filone di Byblos ha tradotto questo lavoro in greco, all'inizio della nostra era, e aveva famigliarità con Porfirio. Sanchuniathon sosteneva che ha ottenuto le sue informazioni da Ieroubal il prete di IÉÜÔ (), Che è Ierubbaal trovato in Giudici 7:1. Secondo Giudici 7:1, Ierubbaal era il nome del giudice Gedeone che era un sacerdote di Geova (Giudici 6:26; 8:27), Probabilmente scritta IÉÜÔA () In greco.

Ireneo di Lione credeva che la parola IAO ( in greco, [IAH] In latino) significa 'Signore' primitive in ebraico (Contro le eresie II: 24:2) E ha stimato che l'uso di questo IAO parola ebraica per indicare il Nome del Padre sconosciuto, aveva lo scopo di impressionare le menti creduloni nel culto dei misteri (Contro le eresie I: 21:3). Inoltre, il concetto greco di un Dio anonimo, sostenuto principalmente da Platone, mescolato con il concetto ebraico di Dio con un nome di persona ha generato affermazioni assolutamente contraddittorie.

Così, Clemente di Alessandria ha scritto nel suo libro (Stromateon V: 34,5) Che il Tetragramma è stato pronunciato Iaoue e che Dio è senza forma e senza nome (StromateonV: 81,6).
Allo stesso modo, Philo un filosofo ebreo del primo secolo aveva una buona conoscenza della Bibbia e sapeva che la Tetragramma era il nome divino pronunciata all'interno del tempio, perché connessi: «vi era una targa d'oro a forma di un anello e tenendo quattro caratteri incisi di un nome che aveva il diritto di sentire e di pronunciare nel luogo santo quelle di cui le orecchie e la lingua sono stati purificati dalla sapienza, e nessun altro e assolutamente in nessun altro posto»(De Vita Mosis II :114-132). Tuttavia nella stessa opera, paradossalmente, egli spiega, commentando Esodo 3:14 dalla traduzione LXX che Dio non ha nome di suo! (De Vita Mosis Io: 75).


I traduttori cristiani (di origine pagana) non avendo comprensione della lingua ebraica scambiava il Tetragramma con il Signore; Marcione in 140 C.E. ha anche modificato l’ espressione <<Lascia che il tuo nome sia santificato» in «Lasciate che il vostro spirito sia santificato». D'altra parte, alcuni cristiani (di origine ebraica), come Simmaco hanno mantenuto il Tetragramma scritto in ebraico all'interno del testo greco (nel 165). Eusebio ha chiarito che Simmaco è stato un Ebionita, Che è un giudeo-cristiano, e che aveva redatto un commento sul libro di Matteo (Storia Ecclesiastica VI: 17). Tuttavia, i giudeo-cristiani sono stati completamente respinti dopo 135 della nostra era, da parte dei cristiani "come eretici ebrei.

Intere traduzioni sono state effettuate secondo la Settanta, pertanto molti lettori ignorato il problema della vocalizzazione del Nome. Tuttavia Jerome, che ha realizzato la prima traduzione latina direttamente dal testo ebraico, ha notato nel suo commento al Salmo 8:2: «Il nome del Signore, in ebraico ha quattro lettere, Yod Egli Waw Egli, che è il nome proprio di Dio, che alcune persone per ignoranza, scrivere     (invece di y h w h) In greco e che può essere pronunciata Yaho». Agostino d'Ippona ha scritto circa 400, che «Varrone è stato giustamente scritto che il culto del dio Giove ebrei»! (De consensu evangelistarum Io: 22), La sua osservazione dimostra che egli probabilmente confuso il nome di Giove (Ioue) Con il nome ebraico di Dio Iao, O forse Ioua.
Guarda caso il nome Giove è anagramma di Geova inteso però in forma plurale, cosa che la storia delle religioni pagane suggerisce l’identificazione con la trinità primordiale edenica..i tre Geovi.
Nell’occulto gli angeli ribelli si identificano proprio come i tre geovi dell’Eden.


DAL SECOLO SESTO-UNDICESIMO

Alcuni cristiani orientali, grazie alla loro conoscenza della lingua ebraica, hanno impedito una completa scomparsa del nome. Così, Severi di Antiochia, Utilizzato il formulario IOA () In una serie di commenti in ottavo capitolo del vangelo di Giovanni (Jn 8,58), sottolineando che era il nome di Dio in ebraico, un nome che si trova anche nelle prime pagine di un codice di 6th secolo (Coislinianus) Per assegnare l'Invisibile o l'indicibile. E 'interessante notare che il Vangelo di Matteo in ebraico è stato trovato in un lavoro datato da 6th al 9th (Libro di Nestore) e attribuiti al sacerdote Nestorio, In cui il nome di Dio appare sotto la forma ebraica "Il Nome" (Hashem) Invece del solito "Signore". In relazione a un lavoro di Severi di Antiochia, Il famoso studioso di James Edesse chiarito circa 675 in un commento tecnico, che i copisti dei Settanta (del suo tempo) sono stati divisi sull'opportunità di scrivere il nome divino Adonay, per mantenerla all'interno del testo greco in forma     (corrispondente in realtà al YHYH nome ebraico, come ha ricordato), o di tradurre come Kurios e scrivere in margine del manoscritto.

Queste citazioni sono eccezionali Tuttavia anche il famoso traduttore Albino Alcuinoio, Ha precisato che anche se il nome di Dio è stato scritta Jod Egli Vau Heth, È stato letto Signore, perché questo nome è ineffabile. Le cose cominciarono a cambiare quando traduzioni traduttori ancora una volta effettuate direttamente dall’ ebraico e non da una traduzione. Il primo è stato senza dubbio il famoso Caraita Yefet Ben Eli che ha tradotto la Bibbia in arabo. Copia di questa traduzione (realizzata intorno al 960), si trova a volte la Tetragramma vocalizzato Yahwah (o Yahuwah),

Una trascrizione della forma normale ebraico Yehwah di questo tempo (o Yahowah chi si trova in alcuni codici all'interno di punteggiatura babilonese), perché in arabo ci sono solo tre suoni: â, î e U. La forma Yahuwah era apparentemente capito Yah Huwa "Oh," in arabo, perché sembra così in un manoscritto del 10 secolo. Alcuni imam famosi, come Abu-l -Qasim al-Junayd morto nel 910, ora conosciuto come Fahr Ad-Din Razi, Pur sapendo che Dio aveva 99 bei nomi spiegato che il nome del supremo (ISM-al -un 'zam) Di Dio è stato Ya Huwa non Allah.

Un seguace di Al -Junayd, La Soufi Husayn ibn Mansur Al -Hallaj (857-922), affermato: «Ecco le parole di senso che sembrava ambigua. So che i templi in possesso per la sua Ya-Huwah e che i corpi sono spostati con la sua Ya-Sin. Adesso HU e Sîn sono due strade che finiscono nella conoscenza del punto iniziale» [2]. Ya-Sin è un riferimento alla Sura 36 e Ya-huwah ha scritto y'hwh in arabo, fa riferimento alla Hebrew Tetragramma. Al -Hallaj è stata respinta in quanto pazzo dal suo maestro, al -Junayd, E morì eseguite in Bagdad come eretico.






Il papiro di Nash misura 7,5 X 12,5 centimetri, è costituito da soli 4 fragmenti di 24 linee ed è scritto in ebraico. Fu chiamato così da W. L. Nash, segretario della Society of Biblical Archaeology, che nel 1902 lo acquistò da un mercante egiziano. Il papiro fu reso pubblico l’anno successivo e venne presentato alla Cambridge University Library, dove è tuttora conservato. Si tratta molto probabilmente del più antico papiro ebraico mai ritrovato e potrebbe risalire al II secolo avanti Cristo. Contiene parti di Esodo 20 (con larghi stralci del Decalogo) ed alcuni versetti di Deuteronomio 6 (con varie ripetizioni dello Shema). Il tetragramma è visibile più volte e, nell’ultima riga del manoscritto, è addirittura ripetuto due volte (Ascolta Israele, YHWH è Dio, YHWH è uno). Il Santo Nome יהךה ricorre poi in altri 6 punti del papiro e solo una volta è privo dello iod iniziale. Il papiro di Nash costituisce una evidente testimonianza della presenza del tetragramma nel testo pre-masoretico.

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