Adam Smith fu uno stimato economista del XVIII secolo a cui ancora oggi le teorie economiche strizzano l'occhio per produrre i loro teoremi ed è particolarmente lodato per il valore che egli attribuì all'egoismo individuale. Secondo i suoi stilemi l'avidità e l'egoismo individuale hanno il loro contributo nel progresso economico di una nazione come del prossimo. Quando andiamo infatti a fare la spesa facciamo leva sull'avidità e sull'egoismo, ovvero sull'interesse, del macellaio piuttosto che del besagnino, ma anche sul nostro poiché non ci interessa nulla né del macellaio né del besagnino se non la merce e il prezzo migliore a cui la offre. Non siamo lì per instaurare un rapporto sociale umanistico bensì per ottemperare alle leggi del libero mercato basate sull'interesse. A sua volta quindi il macellaio merce di qualità non perché ci vuole bene, ma semplicemente perché ricaverà del guadagno dai maggiori clienti che si presenteranno al suo banco. Non c'è bisogno di influenzare il libero mercato poiché è governato da leggi naturali quasi che a indirizzarlo fosse una "mano invisibile".
La distribuzione della ricchezza nel libero mercato è inevitabilmente legata a pochi. I ricchissimi sono pochi e detengono quasi la totalità della ricchezza, mentre i poveri sono molti e ne detengono pochissima. Quali leggi governano questa sperequazione? Ebbene sembra proprio un fattore naturale vedere ammassate immense ricchezze a favore di pochi. I governi cercano di mitigare questa sperequazione introducendo dei caratteridi controllo come la tassazione dei beni di lusso e del reddito che dovrebbero mitigare quasta naturale diversità. Tuttavia nessuno ha introdotto il carattere di controllo più autorevole e funzionale: l'amore per le pari opportunità.
Questo semplice concetto lo ha introdotto Geova quando stabilì per israele il Giubileo. Nell'arco di una generazione (ogni 50 anni) si stabilivano delle sperequazioni nella distribuzione della ricchezza nazionale dovute a cause e fattori che adesso non spiego, ma che potevano anche esulare dal cinismo di A.S. senza togliere nulla al risultato. Quindi chi si vedeva costretto a vendere la terra ereditata o perfino se stesso come schiavo a causa di rovescio finanziario poteva avere la speranza che i suoi figli non avrebbero dovuto seguire necessariamente lo stesso destino. Le opportunità venivano azzerate, le terre tornavano ai proprietari originali o agli aventi diritto per asse ereditario così che potevano cominciare in libertà un altro ciclo economico. Anche chi si era venduto come schiavo poteva ritornare libero ed avere nuove possibilità nel nuovo arco di attività economica.
Questo semplice ed efficace nonché equo e giusto carattere di controllo evitava ciò che è sotto gli occhi di tutti: pochi ricchi che detengono il 90% delle risorse economiche e moltissimi poveri che si spartiscono il restante 10% (ad esempio).
Questo mi suscita altre riflessioni oltre all'ammirazione per il nostro compassionevole e giusto Creatore. Ma la domanda che volevo rivolgere a M.E.R.A. era se in israele si pratica o meno il Giubileo. Se sì che risultati pratici porta, se no, perché?
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"Noi conosciamo la verità non soltanto con la ragione, ma anche con il cuore. E invano il ragionamento, che non vi ha parte, cerca d'impugnarne la certezza" - B. Pascal