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Bibbia e scienza

Ultimo Aggiornamento: 20/02/2010 18:33
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20/02/2010 18:33

La Bibbia precorse gli scienziati? Questa idea non è scritturale. Bibbia e scienza sono su due binari diversi. Gli studiosi più recenti, a ragione, poggiano sull'intento prettamente spirituale della Sacra Scrittura, sganciando la Bibbia dalla scienza. I teologi più moderni insistono sulla necessità di guardare all'intento dello scrittore biblico. Una nuova realtà può essere vista sotto aspetti e angolature diverse e conseguentemente presentata in forme differenti. Si consideri l'arcobaleno: per lo scienziato è frutto di rifrazione dei raggi di diverse lunghezze d'onda, per cui la luce viene così scomposta nei suoi elementi. Se lo scienziato sbaglia in questa valutazione, compie un errore. L'artista e il romanziere descrivono invece la bellezza incomparabile dei tanti suoi colori ed esprimono la piacevole sensazione che ne ricevono. Anche se la loro descrizione non si accorda con la scienza, non vi è alcun errore, in quanto essi non intendono presentare un'opera scientifica, ma solo le proprie sensazioni estetiche. L'errore ci sarebbe solo se sbagliassero nel comunicare le loro sensazioni di gioia o di tristezza suscitate da quei colori.
L’agiografo non ammira né il lato scientifico, né il lato estetico, bensì la bellezza della creazione di Dio. Egli vede nell’arcobaleno un segno di pace tra Dio e l'uomo; vi rinviene la promessa di non voler più mandare un diluvio devastatore. Vi vede la misericordia divina dopo il pericolo di un tremendo temporale. Se sbaglia nella descrizione scientifica non compie un errore. L'errore vi sarebbe solo se errasse nel suo campo specifico, se la presentazione dell'amore misericordioso di Dio non fosse vera. Solo questa valutazione è garantita dall'ispirazione divina.
Giobbe può descrivere goffamente l'ippopotamo (Gb 40:15-24), però non erra scientificamente, poiché da tale descrizione popolare egli voleva trarre lo spunto per esprimere la grandiosa potenza della sapienza di Dio. - Gb 38.
   L'insegnamento spirituale della Bibbia non è presentato in forma astratta, come talora facciamo noi oggi (maniera occidentale), ma è inquadrato nella vita e nel mondo, che vengono descritti come appaiono ai sensi in funzione di una didattica spirituale. Il sole sembra sorgere e tramontare, spostarsi nel cielo, mentre la terra pare starsene immobile. Se l'acqua scende dal cielo, doveva ben esserci – nel pensiero degli ebrei del tempo – un deposito delle acque al disopra del cielo. Questi dati non sono però ciò che la Bibbia vuole insegnarci, ma costituiscono solo la cornice entro cui il dato spirituale s’inquadra. Quel che importa è il quadro non la cornice. Per donare un messaggio spirituale comprensibile, Dio non poteva fare altrimenti. Doveva ben parlare secondo il linguaggio dell'epoca, secondo le conoscenze scientifiche del tempo, altrimenti non sarebbe stato capito. Il rivelare cognizioni scientifiche moderne, in quell'epoca sarebbe equivalso a screditare lo stesso messaggio spirituale. C’è da riflettere su questo paradosso, ma è la verità.    La Bibbia, descrivendo le realtà come appaiono, non presenta degli errori scientifici, ma solo delle convinzioni arcaiche sorte in un'epoca pseudoscientifica, usate come mezzo espressivo per insegnare verità spirituali ispirate da Dio.    Chi ha cercato e cerca di trovare nella Scrittura asserzioni scientifiche secondo le conoscenze attuali, ha preso e prenderà solenni cantonate.    “Guardiamoci dunque” – scrive il Courtade – “dal voler confrontare le assunzioni dei libri sacri con quelle dell'astronomia, della geologia, della biologia. Non vi può essere questione né di opporle né di armonizzarle. A volte esse coincidono materialmente, ma non coincidono sempre e non sono mai dello stesso ordine. Gli scienziati di oggi che si scandalizzassero della Sacra Scrittura sarebbero vittime della stessa illusione dei loro antenati del Medio Evo, che speravano di trovare in esse un aiuto”. - Courtade , Ispiration DB S IV, pagg. 520-528, la citazione è a col. 543.    
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