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L'ascensione nascota

Ultimo Aggiornamento: 23/02/2010 14:48
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22/02/2010 15:17

Pochi studiosi capiscono davvero questo evento importantissimo. L’indizio - che dovrebbe far riflettere, portando ad un approfondimento - si trova in Gv 20:17: “Non trattenermi, perché non sono ancora salito al Padre”. Queste parole le dice Yeshùa a Maria Maddalena la domenica mattina del 18 nissàn, quando le donne si recano al sepolcro trovandolo vuoto. Per la precisione, Yeshùa le dice: Μή μου ἅπτου, οὔπω γὰρ ἀναβέβηκα πρὸς τὸν πατέρα (mè mu àptu, ùto gar avabèbeka pros ton patèra), “non mi toccare, non ancora infatti sono salito a il padre”. La poca comprensione che gli studiosi hanno di questo punto si vede anche dalla traduzione superficiale: “Non trattenermi”; evidentemente non sanno spiegare quel “non mi toccare” del testo originale. Così anche CEI. Conforme al testo biblico è Diodati: “Non toccarmi”. TNM usa un giro di parole: “Smetti di stringerti a me”. Comunque, Yeshùa dice: Μή μου ἅπτου (mè mu àptu), “non mi toccare”.   Yeshùa stesso dà la spiegazione sul perché non deve essere toccato: “Perché non sono ancora salito al Padre”. Doveva quindi salire al Padre. A cosa si riferisce?
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22/02/2010 16:35

Re:
CieloSegreto, 22/02/2010 15.17:

Pochi studiosi capiscono davvero questo evento importantissimo. L’indizio - che dovrebbe far riflettere, portando ad un approfondimento - si trova in Gv 20:17: “Non trattenermi, perché non sono ancora salito al Padre”. Queste parole le dice Yeshùa a Maria Maddalena la domenica mattina del 18 nissàn, quando le donne si recano al sepolcro trovandolo vuoto. Per la precisione, Yeshùa le dice: Μή μου ἅπτου, οὔπω γὰρ ἀναβέβηκα πρὸς τὸν πατέρα (mè mu àptu, ùto gar avabèbeka pros ton patèra), “non mi toccare, non ancora infatti sono salito a il padre”. La poca comprensione che gli studiosi hanno di questo punto si vede anche dalla traduzione superficiale: “Non trattenermi”; evidentemente non sanno spiegare quel “non mi toccare” del testo originale. Così anche CEI. Conforme al testo biblico è Diodati: “Non toccarmi”. TNM usa un giro di parole: “Smetti di stringerti a me”. Comunque, Yeshùa dice: Μή μου ἅπτου (mè mu àptu), “non mi toccare”.   Yeshùa stesso dà la spiegazione sul perché non deve essere toccato: “Perché non sono ancora salito al Padre”. Doveva quindi salire al Padre. A cosa si riferisce?



secondo me ha detto alla Maddalena di non toccarlo, non tanto
perchè non era ancora salito al Padre (quella era una scusa), ma perchè era un po' infastidito dall'essere ripetutamente toccato
da quella donna.
infatti da Tommaso si fece toccare...



22/02/2010 18:29

Bruciolis, non so se la tua è una battuta. Spero di sì, anche se dubbio gusto.
Comunque, hai detto una cosa interessante menzionando il fatto che da Tommaso si fece toccare. Anzi, gli chiede proprio di toccarlo.
Ciò rende ancora più importante l'indagine. La motivazione per non voler essere toccato la formisce Yeshùa stesso: “Non mi toccare, infatti non sono ancora salito al padre”. Non voleva essere contaminato prima di salire al cielo.
Qui si parla di un'ascensione nascosta che pochi discernono.
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22/02/2010 18:52


Qui si parla di un'ascensione nascosta che pochi discernono.



Potresti spiegare meglio a cosa ti riferisci?



Per contatti: roberto.carson@tiscali.it
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22/02/2010 18:54

Re:
CieloSegreto, 22/02/2010 18.29:

Bruciolis, non so se la tua è una battuta. Spero di sì, anche se dubbio gusto.
Comunque, hai detto una cosa interessante menzionando il fatto che da Tommaso si fece toccare. Anzi, gli chiede proprio di toccarlo.
Ciò rende ancora più importante l'indagine. La motivazione per non voler essere toccato la formisce Yeshùa stesso: “Non mi toccare, infatti non sono ancora salito al padre”. Non voleva essere contaminato prima di salire al cielo.
Qui si parla di un'ascensione nascosta che pochi discernono.



ma quale indagine?
se Tommaso l'ha toccato è stato "contaminato" (come dici tu),
e questo PRIMA di salire in cielo... o no!?

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22/02/2010 19:01

Re: Re:
bruciolis, 22/02/2010 18.54:



ma quale indagine?
se Tommaso l'ha toccato è stato "contaminato" (come dici tu),
e questo PRIMA di salire in cielo... o no!?




Caro Bruciolis, se non ho capito male credo che CieloSegreto ipotizzi che prima dell'effettiva ascensione di Cristo ce ne sia stata un'altra, anche prima dell'episodio di Tommaso.
Sarei curioso di capire da dove lo desume.





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23/02/2010 11:53

La mia è una teologia molto semplice.
Gesù invita la Maddalena a non trattenerlo, il tempo prima dell'Ascesione al Padre è comunque breve, vada dunque per ora a riferire ai discepoli dell'evento cui ha assistito,ci sarà occasione per nuove visite.
Una spiegazione più elaborata potrebbe essere un implicito invito a non soffermarsi solamente al dato corporeo ma a riflettere sull'evento e cogliere l'invisibile cioè il Verbo.
Infatti nelle apparizioni successive Gesù spesso mette in "gioco" la sua corporeità al solo fine di aprire gli occhi ai discepoli sugli insegnamenti che pure veva lasciato che vanno oltre.
I discepoli di Emmaus lo riconobbero dai gesti e di qui presero consapevolezza quanto ardesse il loro cuore.
23/02/2010 11:58

Pochi studiosi capiscono davvero questo evento importantissimo. L’indizio - che dovrebbe far riflettere, portando ad un approfondimento - si trova in Gv 20:17: “Non trattenermi, perché non sono ancora salito al Padre”. Queste parole le dice Yeshùa a Maria Maddalena la domenica mattina del 18 nissàn, quando le donne si recano al sepolcro trovandolo vuoto. Per la precisione, Yeshùa le dice: Μ μου πτου, οπω γρ ναββηκα πρς τν πατρα (mè mu àptu, ùto gar avabèbeka pros ton patèra), “non mi toccare, non ancora infatti sono salito a il padre”. La poca comprensione che gli studiosi hanno di questo punto si vede anche dalla traduzione superficiale: “Non trattenermi”; evidentemente non sanno spiegare quel “non mi toccare” del testo originale. Così anche CEI. Conforme al testo è Did: “Non toccarmi”. TNM usa un giro di parole: “Smetti di stringerti a me”. Comunque, Yeshùa dice: Μ μου πτου (mè mu àptu), “non mi toccare”.   Yeshùa stesso dà la spiegazione sul perché non deve essere toccato: “Perché non sono ancora salito al Padre”. Doveva quindi salire al Padre. A cosa si riferisce? La chiave sta nella data stessa di quel giorno: era il 18 nissàn. In questa data precisa gli ebrei dovevano rispettare un’osservanza:Quando sarete entrati nel paese che io vi do e ne mieterete la raccolta, porterete al sacerdote un fascio di spighe, come primizia della vostra raccolta; il sacerdote agiterà il fascio di spighe davanti al Signore, perché sia gradito per il vostro bene; l'agiterà il giorno dopo il sabato. Il giorno che agiterete il fascio di spighe, offrirete un agnello di un anno, che sia senza difetto, come olocausto al Signore. L'oblazione che l'accompagna sarà di due decimi di efa di fior di farina intrisa d'olio, come sacrificio consumato dal fuoco, di profumo soave per il Signore; la libazione sarà di un quarto di hin di vino. Non mangerete pane, né grano arrostito, né spighe fresche, fino a quel giorno, fino a che abbiate portato l'offerta al vostro Dio. È una legge perenne, di generazione in generazione, in tutti i luoghi dove abiterete”. – Lv 23:10-14.

   Questa era l’Offerta del Covone, la prima delle primizie, accompagnata dalle offerte di pane e di vino, letteralmente un pasto, oltre ad un agnello. L’agnello rappresentava ovviamente Yeshùa. “Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti” (1Cor 15:20). Per presentare se stesso a Dio quale primizia, Yeshùa doveva ascendere al cielo. È per questo che quella domenica mattina dice a Maria Maddalena che lo vuole abbracciare: “Non mi toccare μου πτου (mè mu àptu)], perché non sono ancora salito al Padre” (Gv 20:17). Yeshùa non poteva essere inquinato da nessuno che lo toccasse. Stava aspettando d’adempiere questo sacrificio. Stava per essere presentato come primizia, in modo da prendere il suo posto di nostro sommo sacerdote, entrando nel Santo dei Santi del Tempio celeste, dove dimora la presenza di Dio (1Pt 3:22; cfr. Eb 8:1;9:11,12).

   Il passo di Lv prescriveva di agitare l’offerta del covone “il giorno dopo il sabato”. Di certo era quindi nel primo giorno della settimana, chiamato in ebraico “primo giorno” (Gn 1:3), la nostra domenica. Ma a quale sabato si riferiva la prescrizione di Lv? Al v. 5 di Lv 23 si parla del sacrificio della Pasqua da farsi il 14 di nissàn; al v. 6 si dice che il 15 di nissàn è la Festa dei Pani Azzimi (che doveva durare sette giorni). Queste date, ovviamente, potevano cadere in giorni diversi della settimana, secondo l’anno. Proprio come accade con il nostro calendario: ad esempio, il 1° gennaio 2010 è caduto di venerdì, ma il 1° gennaio 2011 cade di sabato. Ora, quando Lv dice “il giorno dopo il sabato”, con tutta evidenza si riferisce al sabato di quel periodo, quello che va dal 14 al 21 nissàn e che copre le Festività appena menzionate. Quel primo giorno dopo quel sabato è anche il giorno da cui parte il conteggio per calcolare il giorno di Pentecoste, come previsto ai vv. 15-21.   Aspetto interessante, l’anno della morte di Yeshùa quel “giorno dopo il sabato” cadeva proprio quella domenica mattina in cui Yeshùa disse che non doveva essere toccato perché doveva salire al Padre. Quando avvenne quell’ascensione? Non avvenne quaranta giorni dopo e neppure quando quella stessa sera – in un’altra occasione -  “si staccò” dagli apostoli (Lc 24:51). La dimostrazione sta nel fatto che quella stessa domenica 18 nissàn, verso sera, quando apparve agli apostoli dopo essere apparso ai discepoli di Emmaus, Yeshùa invita gli apostoli a toccarlo: “Guardate le mie mani e i miei piedi, perché sono proprio io! Toccatemi e guardate” (Lc 24:39). Ora permette di essere toccato, cosa che quel mattino aveva impedito a Maria Maddalena. L’ascensione al Padre per presentare l’offerta del suo sacrificio quale primizia era quindi già avvenuta, probabilmente di mattina.    Era domenica 18 nissàn dell’anno 30 della nostra èra.
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23/02/2010 14:25

Re:
CieloSegreto:


L’ascensione al Padre per presentare l’offerta del suo sacrificio quale primizia era quindi già avvenuta, probabilmente di mattina. Era domenica 18 nissàn dell’anno 30 della nostra èra



quindi è sbagliato parlare di "seconda" venuta di Cristo,
dato che è già avvenuta.
la prossima venuta sarà quindi la terza.
23/02/2010 14:48

Non credo sia sbagliato parlare di seconda venuta. La prima venuta di Yeshùa fu quella storica narrata nei Vangeli e che si concluse con la sua ascensione finale al cielo che “deve in realtà ritenere fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose”. – At 3:21.   La sua seconda venuta sarà con il corpo glorioso.
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