È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

L'ascensione nascota

Ultimo Aggiornamento: 23/02/2010 14:48
Autore
Stampa | Notifica email    
23/02/2010 11:58

Pochi studiosi capiscono davvero questo evento importantissimo. L’indizio - che dovrebbe far riflettere, portando ad un approfondimento - si trova in Gv 20:17: “Non trattenermi, perché non sono ancora salito al Padre”. Queste parole le dice Yeshùa a Maria Maddalena la domenica mattina del 18 nissàn, quando le donne si recano al sepolcro trovandolo vuoto. Per la precisione, Yeshùa le dice: Μ μου πτου, οπω γρ ναββηκα πρς τν πατρα (mè mu àptu, ùto gar avabèbeka pros ton patèra), “non mi toccare, non ancora infatti sono salito a il padre”. La poca comprensione che gli studiosi hanno di questo punto si vede anche dalla traduzione superficiale: “Non trattenermi”; evidentemente non sanno spiegare quel “non mi toccare” del testo originale. Così anche CEI. Conforme al testo è Did: “Non toccarmi”. TNM usa un giro di parole: “Smetti di stringerti a me”. Comunque, Yeshùa dice: Μ μου πτου (mè mu àptu), “non mi toccare”.   Yeshùa stesso dà la spiegazione sul perché non deve essere toccato: “Perché non sono ancora salito al Padre”. Doveva quindi salire al Padre. A cosa si riferisce? La chiave sta nella data stessa di quel giorno: era il 18 nissàn. In questa data precisa gli ebrei dovevano rispettare un’osservanza:Quando sarete entrati nel paese che io vi do e ne mieterete la raccolta, porterete al sacerdote un fascio di spighe, come primizia della vostra raccolta; il sacerdote agiterà il fascio di spighe davanti al Signore, perché sia gradito per il vostro bene; l'agiterà il giorno dopo il sabato. Il giorno che agiterete il fascio di spighe, offrirete un agnello di un anno, che sia senza difetto, come olocausto al Signore. L'oblazione che l'accompagna sarà di due decimi di efa di fior di farina intrisa d'olio, come sacrificio consumato dal fuoco, di profumo soave per il Signore; la libazione sarà di un quarto di hin di vino. Non mangerete pane, né grano arrostito, né spighe fresche, fino a quel giorno, fino a che abbiate portato l'offerta al vostro Dio. È una legge perenne, di generazione in generazione, in tutti i luoghi dove abiterete”. – Lv 23:10-14.

   Questa era l’Offerta del Covone, la prima delle primizie, accompagnata dalle offerte di pane e di vino, letteralmente un pasto, oltre ad un agnello. L’agnello rappresentava ovviamente Yeshùa. “Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti” (1Cor 15:20). Per presentare se stesso a Dio quale primizia, Yeshùa doveva ascendere al cielo. È per questo che quella domenica mattina dice a Maria Maddalena che lo vuole abbracciare: “Non mi toccare μου πτου (mè mu àptu)], perché non sono ancora salito al Padre” (Gv 20:17). Yeshùa non poteva essere inquinato da nessuno che lo toccasse. Stava aspettando d’adempiere questo sacrificio. Stava per essere presentato come primizia, in modo da prendere il suo posto di nostro sommo sacerdote, entrando nel Santo dei Santi del Tempio celeste, dove dimora la presenza di Dio (1Pt 3:22; cfr. Eb 8:1;9:11,12).

   Il passo di Lv prescriveva di agitare l’offerta del covone “il giorno dopo il sabato”. Di certo era quindi nel primo giorno della settimana, chiamato in ebraico “primo giorno” (Gn 1:3), la nostra domenica. Ma a quale sabato si riferiva la prescrizione di Lv? Al v. 5 di Lv 23 si parla del sacrificio della Pasqua da farsi il 14 di nissàn; al v. 6 si dice che il 15 di nissàn è la Festa dei Pani Azzimi (che doveva durare sette giorni). Queste date, ovviamente, potevano cadere in giorni diversi della settimana, secondo l’anno. Proprio come accade con il nostro calendario: ad esempio, il 1° gennaio 2010 è caduto di venerdì, ma il 1° gennaio 2011 cade di sabato. Ora, quando Lv dice “il giorno dopo il sabato”, con tutta evidenza si riferisce al sabato di quel periodo, quello che va dal 14 al 21 nissàn e che copre le Festività appena menzionate. Quel primo giorno dopo quel sabato è anche il giorno da cui parte il conteggio per calcolare il giorno di Pentecoste, come previsto ai vv. 15-21.   Aspetto interessante, l’anno della morte di Yeshùa quel “giorno dopo il sabato” cadeva proprio quella domenica mattina in cui Yeshùa disse che non doveva essere toccato perché doveva salire al Padre. Quando avvenne quell’ascensione? Non avvenne quaranta giorni dopo e neppure quando quella stessa sera – in un’altra occasione -  “si staccò” dagli apostoli (Lc 24:51). La dimostrazione sta nel fatto che quella stessa domenica 18 nissàn, verso sera, quando apparve agli apostoli dopo essere apparso ai discepoli di Emmaus, Yeshùa invita gli apostoli a toccarlo: “Guardate le mie mani e i miei piedi, perché sono proprio io! Toccatemi e guardate” (Lc 24:39). Ora permette di essere toccato, cosa che quel mattino aveva impedito a Maria Maddalena. L’ascensione al Padre per presentare l’offerta del suo sacrificio quale primizia era quindi già avvenuta, probabilmente di mattina.    Era domenica 18 nissàn dell’anno 30 della nostra èra.
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 15:01. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com