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Ebraico biblico e ebraico moderno

Ultimo Aggiornamento: 19/04/2010 02:07
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15/04/2010 22:07

Il problema della conservazione della lingua e dei dialetti è stato posto ed affrontato ormai in tutte le salse.
Nel caso dell'ebraico leggevo di recente che quello biblico, tramandatoci dagli Scritti, è costituito da circa 8'000 parole, mentre quello moderno, tornato in auge dopo la costituzione dello stato di Israele, supera le 200'000 parole.
Non posso garantire l'esattezza del calcolo, ma mi chiedevo, al di là delle dichiarazioni di principio, quanto si possono ancora accostare queste due lingue.

Simon
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15/04/2010 23:39

Beh... ai tempi biblici non era necessario parlare di macchine fotografiche, compact disc o, banalmente, di patate fritte!

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16/04/2010 00:27

Re:
barnabino, 15/04/2010 23.39:

Beh... ai tempi biblici non era necessario parlare di macchine fotografiche, compact disc o, banalmente, di patate fritte!

[SM=g27988]



Concordo con Barnabino. E' naturale che una lingua nel corso dei secoli si arricchisca di tantissimi nuovi termini.





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16/04/2010 12:42

Ebraico biblico ed Ebraico moderno sono la stessa lingua.

Ovviamente quello moderno conta molti più termini, come ad esempio televisione, computer, CD, frigorifero, democrazia ecc.
In molti casi questi neologismi sono stati formati attingendo dall'Inglese.

Alcuni costrutti sintattici nell'Ebraico biblico sono diversi rispetto alla lingua moderna, ma si possono facilmente ritrovare nella poesia israeliana contemporanea, dunque è anche una questione di stile letterario.

Nelle sinagoghe in Israele si leggono i testi e le preghiere senza traduzione. La stessa cosa avviene nella lettura della Haggadah durante la cena pasquale, che negli altri stati dura molto di più perchè è necessario tradurre.
Noi Italiani, al contrario, non possiamo leggere facilmente Dante senza una parafrasi che assomiglia sempre di più a una vera e propria traduzione. Triste destino della nostra lingua che un tempo aveva la fama di essere immutabile.

Shalom.
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16/04/2010 15:42

L'ebraico biblico ha un numero limitato di vocaboli anche perchè la Bibbia affronta determinate tematiche e vi include vocaboli ad esse connesse ma tace su vocaboli, anche di uso quotidiano che tuttavia non fu necessario includere. Oggi, come è stato già detto, è sorta la necessità di aumentare il numero di vocaboli per adattare l'ebraico alla modernità. Nell'ebraico moderno alcune forme verbali sono state semplificate rispetto al passato, ma chi conosce la base dell'ebraico moderno è anche in grado di leggere e comprendere l'ebraico biblico. Nelle scuole elementari, i bimbi leggono senza alcun problema la Genesi o i Salmi.
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16/04/2010 21:39

Re:
Le vostre mi sembrano dichiarazioni un po' ottimistiche, o sbaglio?

Topsy, 4/16/2010 3:42 PM:

L'ebraico biblico ha un numero limitato di vocaboli anche perchè la Bibbia affronta determinate tematiche e vi include vocaboli ad esse connesse ma tace su vocaboli, anche di uso quotidiano che tuttavia non fu necessario includere.



Si, questo è chiaro ed anche logico. Sentivo dire proprio questa settimana che un terzo della Divina Commedia è costituito da circa 30 parole in tutto. Il testo biblico non è un dizionario, ma uno spaccato di vita.


Oggi, come è stato già detto, è sorta la necessità di aumentare il numero di vocaboli per adattare l'ebraico alla modernità.



Per questo mi chiedevo, cosi' come il SUV o le griffes non sono italiano, cosa c'entra l'ebraico moderno con quello biblico? E' vero, come sentivo dire, che dalla fondazione dell'israele moderno nel dopoguerra si è ricominciato a parlare una lingua essenzialmente perduta? Se cosi' fosse, mi immagino quale accozzaglia di lemmi deve essere diventato questa lingua, tenendo anche conto le piu' disparate origini di chi lo parla.


Nell'ebraico moderno alcune forme verbali sono state semplificate rispetto al passato, ma chi conosce la base dell'ebraico moderno è anche in grado di leggere e comprendere l'ebraico biblico. Nelle scuole elementari, i bimbi leggono senza alcun problema la Genesi o i Salmi.



Qui mi pare torni l'ottimismo. Cosa intendi per "senza nessun problema"? Si sono scervellati fior di studiosi sul senso della genesi e tu mi dici che lo comprendono alle elementari?!


Nelle sinagoghe in Israele si leggono i testi e le preghiere senza traduzione. La stessa cosa avviene nella lettura della Haggadah durante la cena pasquale, che negli altri stati dura molto di più perchè è necessario tradurre.



Posso solo immaginare, ma quanta parte è rito e quanta è vera comprensione? Quanto è religione e quanto linguistica?


Simon
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16/04/2010 23:44

Caro Simon,


Per questo mi chiedevo, cosi' come il SUV o le griffes non sono italiano, cosa c'entra l'ebraico moderno con quello biblico?



Beh, saprai bene che l'ebraico è come Lazzaro (o lo stoccafisso, a chi piace!) nel senso che era una lingua praticamente morta, letteraria o religiosa, un pò come il nostro latino, che è stata risuscitata. Un caso direi unico, per quanto ne sappia, grazie alla Haskalà, un movimento illuminista che riteneva fosse necessario abbandonare lo yiddish per ritrovare la bellezza dell'ebraico biblico.

In teoria sarebbe stato possibile scrivere usando solo 8000 vocaboli, ma attenersi alla solo lingua biblica era una scommessa, anche perché, come detto, manca di alcune parole del vocabolario antico. Ho letto che ad esempio troviamo solo tre colori (bianco, nero o rosso) per cui le belle ragazze dei romanzi della Haskalà erano condannate ad avere capelli neri, pelle bianca come la neve e gote rosse!

In realtà molte parole moderne furono ricavate con delle circonlocuzioni, per esempio la cucina è la "casa di cottura" mentre la biblioteca la "casa dei libri", l'orologio un "indicatore di ore" ed il treno un "veicolo di ferro". Con il tempo però vennere "create" nuove parole, prendendole a prestito da fornti ebraiche di tutti i tempi (non solo la bibbia) o anche dall'arabo, lingua prossima all'ebraico. D'altronde oggi l'ebraico è una lingua parlata e come tale non è più cristallizzato ma come ogni altra lingua si evolve con calchi semantici da altre lingue o con parole che sono fusione di due parole ebaiche. Per esempio per il computer è usato il verbo "chashev" (calcolare) per "to compute".

Queste informazioni le ho prese, un pò riassunte a caso, da:

Mireille Hadas-Lebel, Storia della lingua ebraico, Giuntina

Shalom
[Modificato da barnabino 16/04/2010 23:47]
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16/04/2010 23:49

Re:
Parli di cose che non conosci e quindi come tutti, in assenza di riscontri pratici, ognuno si abbandona ad ogni genere di elecrubazioni.

Col tempo ogni lingua si evolve, alcuni nuovi termini vengono coniati, ed altri cadono in disuso. Succede nello stesso testo biblico. Il linguaggio di Genesi non e` lo stesso di Ezechiele, o di Giobbe. Nessuna lingua resta immutata nel corso dei secoli, neppure l`ebraico biblico e` sempre identico a se stesso, in tutto e per tutto. In molti passaggi poi alcune termini ed espressioni sono presi a prestito da altre lingue, un tempo dall`aramaico, dal persiano o dalla lingua babilonese ed anche dal greco, oggi dall`arabo o dalle lingue anglosassoni. Niente di nuovo sotto il sole.

L`ebraico biblico continuo` ad essere utilizzato nella liturgia, nella letteratura prettamente religiosa, e nelle questioni legali (halakhah), sebbene nella vita quotidiana, gli ebrei comunicavano nella lingua del luogo in cui risiedevano. Ad un certo punto della storia, l`ebraico il cui uso era limitato a determinate occasioni religiose o conosciuto esclusivamente da eruditi ebrei, risorse, e le masse iniziarono a parlarlo nella vita di tutti il giorni. Oggi, solo un numero limitato di termini biblici piuttosto arcaici possiedo un significato poco chiaro ed ambiguo. Per il resto ogni ebreo sa leggere la Bibbia e comprenderla nel suo senso piu immediato e letterale (lo studio approfondito poi e` compito della preparazione religiosa di ciascuno che varia da ebreo ad ebreo). Si, anche i bimbi delle elementari in Israele sanno leggere l`ebraico biblico e comprederlo nella sua formulazione piu letterale, e se hai difficolta` crederlo, non so che farci :-)


[Modificato da Topsy 17/04/2010 00:21]
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17/04/2010 10:58

Per saperne di più:



Angel Saenz-Badillos, Storia della lingua ebraica, Paideia, 38 euro

"Per quanto ardua si presenti l'impresa di una storia della lingua ebraica, l'opera di Saenz-Badillos fornisce un'immagine chiara della lingua nei suoi rapporti con la storia sociale e culturale delle popolazioni ebraiche, riuscendo al tempo stesso a essere una storia degli studi sulla storia dell'ebraico. Estendendosi dagli inizi dell'ebraico fino all'idioma odierno, questa "Storia della lingua ebraica" si rivolge a studiosi e studenti come pure a chi, pur non essendo ebraista, sia interessato alle vicende di una lingua che si è espressa nel grande monumento costituito dagli scritti poi raccolti sotto il nome di Bibbia, e che, dopo la fioritura medievale, ancor oggi continua a dar prova di grande vitalità. Rispetto alle edizioni che l'hanno preceduta, grazie a un'attenta revisione e a un aggiornamento puntuale l'edizione italiana si presenta come la versione aggiornata di uno dei contributi più riusciti alla storia dell'ebraico"



Mireille Hadas-Lebel, Storia della lingua ebraico, Giuntina, 11,36 euro

"L'importanza della storia della lingua ebraica va molto al di là dell'aspetto meramente linguistico. In quanto lingua della Bibbia, l'ebraico fu considerato per molto tempo dai teologi come "la madre di tutte le lingue". La sua storia è tutt'uno con quella del popolo ebraico nella sua terra prima e nella Diaspora poi. Dopo secoli di torpore, durante i quali l'ebraico era diventato solo una lingua liturgica e una lingua scritta, miracolosamente è tornato a rivivere nella terra che l'ha visto nascere".

Mireille Hadas-Lebel, normalista, ordinario di lettere classiche, libero docente di storia antica, dirige la sezione di studi ebraici dell'Istituto nazionale francese delle lingue e delle civiltà orientali.
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17/04/2010 13:29

Per barnabino:

Mereille Hadas-Lebel sostenva nel libro che hai suggerito (Storia della lingua ebraica della Giuntina) che gli israeliani sono convinti di parlare la lingua della Bibbia, che dal resto capiscono più facilmente di quanto un greco coprenda il greco di Omero. Sulla prima affermazione dico semplicemente che solo l'israeliano più sprovveduto (uno praticamente che non ha mai aperto la Bibbia Ebraica) può pensare di parlare l'ebraico biblico, poichè è sotto gli occhi di tutti che le espressioni e i vocaboli che utilizziamo quotidianamente costituisce una evoluzione della lingua biblica, altrimenti non si chiamerebbe ebraico moderno. Ma sempre di ebraico parliamo, così come l'italiano delle ultime Lettere di Jacopo Ortis del Foscolo non è certamente l'italiano di oggi, ma i nostri studenti sanno leggerlo e comprenderlo, e sempre di italiano si tratta. La seconda affermazione corrisponde a verità, senza dubbio.
Ed è anche' vero che, l'ebraico moderno ha preso in prestito da altre lingue alcuni termini, ma l'autrice ricorda come non dobbiamo esagerare la portata di queste adozioni le quali, secondo alcune statistiche, non superano il 5%.
[Modificato da Topsy 17/04/2010 13:46]
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17/04/2010 14:03

Cara Topsy,


Sulla prima affermazione dico semplicemente che solo l'israeliano più sprovveduto può pensare di parlare l'ebraico biblico, poichè è sotto gli occhi di tutti che le espressioni e i vocaboli che utilizziamo quotidianamente costituisce una evoluzione della lingua biblica, altrimenti non si chiamerebbe ebraico moderno



Si, l'ho visto, ma mi pare solo per mettere in evidenza, come tu stessa dici, la consapevolezza di parlare un'evoluzione di quella lingua. Dunque da una parte il legame stretto con la tradizione biblica e dall'altro le spinte che come ogni altra lingua riceve dall'esterno e dall'interno.

La stessa Hadas-Lebel evidenzia come in effetti è proprio la grande passione degli israeliani (dovuta proprio quella loro consapevolezza di parlare la lingua derivata dalla Bibbia) a tenere viva quella lingua e a spingere verso l'ebraicizzazione... fa notare i gli ebrei sono i soli al mondo ad aver tradotto il nome dei beatles: Chipushiot!
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17/04/2010 16:47

Re:
Topsy, 4/17/2010 1:29 PM:

Per barnabino:

...
ebraico moderno. Ma sempre di ebraico parliamo, così come l'italiano delle ultime Lettere di Jacopo Ortis del Foscolo non è certamente l'italiano di oggi, ma i nostri studenti sanno leggerlo e comprenderlo, e sempre di italiano si tratta. La seconda affermazione corrisponde a verità, senza dubbio.
Ed è anche' vero che, l'ebraico moderno ha preso in prestito da altre lingue alcuni termini, ma l'autrice ricorda come non dobbiamo esagerare la portata di queste adozioni le quali, secondo alcune statistiche, non superano il 5%.



Aggiungerei almeno tre elementi di difficoltà, rispetto a tutti gli stati moderni europei:

1. la formazione recente dello stato di Israele rispetto agli altri.
2. il continuo afflusso di persone nello stato geografico, che non conoscono la lingua e quindi la imparano sul posto.
3. l'elemento laico dello stato, che non obbliga a basare la propria lingua su un testo religioso.

Simon
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17/04/2010 18:38

Re: Re:
(SimonLeBon), 17/04/2010 16.47:

Topsy, 4/17/2010 1:29 PM:

Per barnabino:

...
ebraico moderno. Ma sempre di ebraico parliamo, così come l'italiano delle ultime Lettere di Jacopo Ortis del Foscolo non è certamente l'italiano di oggi, ma i nostri studenti sanno leggerlo e comprenderlo, e sempre di italiano si tratta. La seconda affermazione corrisponde a verità, senza dubbio.
Ed è anche' vero che, l'ebraico moderno ha preso in prestito da altre lingue alcuni termini, ma l'autrice ricorda come non dobbiamo esagerare la portata di queste adozioni le quali, secondo alcune statistiche, non superano il 5%.



Aggiungerei almeno tre elementi di difficoltà, rispetto a tutti gli stati moderni europei:

1. la formazione recente dello stato di Israele rispetto agli altri.
2. il continuo afflusso di persone nello stato geografico, che non conoscono la lingua e quindi la imparano sul posto.
3. l'elemento laico dello stato, che non obbliga a basare la propria lingua su un testo religioso.

Simon



Caro Simon, non sono uno specialista dell'argomento, ma nella mia ignoranza non vedo come i tre punti da te citati possano costituire una difficoltà nell'effettiva riesumazione della lingua ebraica.
Potresti essere più specifico?





Per contatti: roberto.carson@tiscali.it
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17/04/2010 21:16

Re
Roberto Carson, 17/04/2010 18.38:



Caro Simon, non sono uno specialista dell'argomento, ma nella mia ignoranza non vedo come i tre punti da te citati possano costituire una difficoltà nell'effettiva riesumazione della lingua ebraica.
Potresti essere più specifico?






Le difficoltà ci sono certamente state al suo inizio, allorchè i religiosi non vollero che si usasse l'ebraico nella quotidianità perchè significava "profanarlo", essa doveva continuare a costituire una "lingua santa" per la sola liturgia, per lo studio e per le questione legali. Altri vollero lo Yiddish come lingua ufficiale dello Stato di Israele. Ma le cose come sappaiamo andarono diversamente, e l'ebraico risorse a nuova vita; ogni ebreo che emigra in Israele si ritrova pagato dallo Stato 5 mesi di Ulpan (corso intensivo di ebraico moderno, la stessa lingua della Bibbia adattata ai tempi moderni); il sistema scolastico israeliano prevede d'obbligo già alle elementari (la scuola primaria) oltre lo studio dell'ebraico, la Bibbia Ebraica assieme alla legge Orale. Israele è uno Stato laico ma le lingue ufficiale sono l'ebraico e l'arabo. Su questo processo hanno vigilato il Comitato della lingua e l'Accademia Ebraica, impegnati nel controllare il vocbolario esistente la struttura della lingua, la sua evoluzione, ect...I linguisti non fanno segreto della circostanza che nel giro di 30 anni, l'ebraico ha recuperato 20 secoli di storia.

Sistema scolastico israeliano:
www.graffinrete.it/tracciati/storico/tracciati1/israele.htm


[Modificato da Topsy 17/04/2010 21:19]
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17/04/2010 22:09

Re: Re
Topsy, 4/17/2010 9:16 PM:



Le difficoltà ci sono certamente state al suo inizio, allorchè i religiosi non vollero che si usasse l'ebraico nella quotidianità perchè significava "profanarlo", essa doveva continuare a costituire una "lingua santa" per la sola liturgia, per lo studio e per le questione legali. Altri vollero lo Yiddish come lingua ufficiale dello Stato di Israele. Ma le cose come sappaiamo andarono diversamente, e l'ebraico risorse a nuova vita; ogni ebreo che emigra in Israele si ritrova pagato dallo Stato 5 mesi di Ulpan (corso intensivo di ebraico moderno, la stessa lingua della Bibbia adattata ai tempi moderni); il sistema scolastico israeliano prevede d'obbligo già alle elementari (la scuola primaria) oltre lo studio dell'ebraico, la Bibbia Ebraica assieme alla legge Orale. Israele è uno Stato laico ma le lingue ufficiale sono l'ebraico e l'arabo. Su questo processo hanno vigilato il Comitato della lingua e l'Accademia Ebraica, impegnati nel controllare il vocbolario esistente la struttura della lingua, la sua evoluzione, ect...I linguisti non fanno segreto della circostanza che nel giro di 30 anni, l'ebraico ha recuperato 20 secoli di storia.

Sistema scolastico israeliano:
www.graffinrete.it/tracciati/storico/tracciati1/israele.htm



Si, ma questo vale probabilmente per i soli ebrei (della definizione abbiamo già tentato di parlare piu' volte).
Io conosco un paio di famiglie ed ho letto di una decina di altre persone adulte che si sono trasferite ad abitare in Israele.
Tutti parlano un'altra lingua madre, chi il russo, chi l'inglese, chi il francese o il ceco. In aggiunta si sono sposati con persone che non parlano affatto l'ebraico, nemmeno una parola. Sul posto potresti pagargli anche 5 anni di corsi, probabilmente i primi 5 mesi basterebbero a malapena per l'alfabeto.

Non la vedo cosi' facile come la fai tu, anche perchè l'ebraico non è la piu' facile delle lingue ed è stato mescolato e cambiato abbondantemente durante le varie deportazioni e la diaspora. Il progetto è interessante, ma la qualità del risultato finale è l'oggetto di questo thread.
Cosa intendi quando dici che sono stati recuperati 20 secoli?

Simon
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17/04/2010 22:43

Già anche io parlo in italiano con ebrei italiani in Israele, ed esistono delle minoranze che parlano le loro lingue di provenienza. Altre lingue usate sono l’inglese che è materia di studio in quasi tutte le scuole, il russo, e sono relativamente diffuse anche altre lingue come francese, spagnolo, tedesco, polacco, ungherese, yiddish e questo non toglie il fatto che al di fuori della loro ristretta cerchia, coloro che parlano tali lingue sono costretti a conoscere e comunicare in ebraico (e questo accade anche a me!) per farsi comprendere dato che è la lingua ufficiale dello Stato israeliano e che i loro figli frequentando le scuole israeliane impareranno d'obbligo l'ebraico e la Bibbia ebraica. E' ciò che accade dal resto ovunque all'estero; coloro che emigrano da adulti avranno senz'altro difficoltà a comunicare nella lingua del luogo, ma non i loro figli o i loro nipoti. Non sono i cittadini di un Paese ad adottare la lingua di una altra nazione, ma gli immigrati che apprenderanno progressivamente la lingua del Paese in cui decidono di risiedere, a meno che rifiutandosi di adattarsi, decidano di comunicare a gesti o per mezzo di segnali di fumo con il resto della popolazione e le istituzioni.

Oggi l’ebraico è parlato da milioni di persone, viene utilizzato diffusamente ad ogni livello di comunicazione individuale e collettiva, nel mondo dell’economia, nell’esercito, nell’istruzione, nel mondo scientifico e accademico, nel commercio, nello sport e in ogni altro campo della vita sociale (tv inclusa). Non sono io che la faccio facile, ma tu che prendi delle eccezioni di minoranze disadattate e le assolutizzi.

Per il resto continui a ripetere le medesime cose, precedentemente confutate. Non sei un linguista, non conosci l'ebraico biblico, ne quello moderno, non vivi in Israele per cui non sai di che parli :-)
Io dico, invece di scrivere per "sentito dire", vieni in Israele, e poi ne riparleremo.
[Modificato da Topsy 17/04/2010 23:29]
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18/04/2010 18:42

Re:
Topsy, 4/17/2010 10:43 PM:

$
...

Per il resto continui a ripetere le medesime cose, precedentemente confutate. Non sei un linguista, non conosci l'ebraico biblico, ne quello moderno, non vivi in Israele per cui non sai di che parli :-)
Io dico, invece di scrivere per "sentito dire", vieni in Israele, e poi ne riparleremo.



Grazie dell'invito, ma se anche dovessi lasciare moglie, figli e lavoro per venire andare a vedere sul posto, cosa cambierebbe? Beh, forse potrei andare a visitare il mio amico disadattato col Ph.D. in Elettronica.

Se tu sei piu' informata e piu' linguista di me, rispondi alla mia curiosità: cosa vuol dire che in 30 anni sono stati recuperati 20 secoli di storia linguistica. Io lo trovo molto curioso. [SM=g27987]

Simon
[Modificato da (SimonLeBon) 18/04/2010 18:45]
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18/04/2010 19:19

Caro Simon, facciamo un riassunto del tuo pensiero emerso dalle varie discussioni:

1: Gli Ebrei non esistono. Esistevano una volta, ma non si sa quando sono spariti, e comunque erano una nazione che amava molto la pena di morte.
2: Gli "Ebrei" di oggi in realtà sono come gli attori dei film western: fingono di essere gente di un'epoca lontana.
3: L'ebraico non esiste.
4: In Israele si parla il russo, l'inglese, il francese e il ceco.

Certo che tutto questo è curioso....
Non ho capito se c'è un punto preciso dove vuoi arrivare.
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18/04/2010 20:36

Re:
.:mErA:., 18/04/2010 19.19:

Caro Simon, facciamo un riassunto del tuo pensiero emerso dalle varie discussioni:

1: Gli Ebrei non esistono. Esistevano una volta, ma non si sa quando sono spariti, e comunque erano una nazione che amava molto la pena di morte.
2: Gli "Ebrei" di oggi in realtà sono come gli attori dei film western: fingono di essere gente di un'epoca lontana.
3: L'ebraico non esiste.
4: In Israele si parla il russo, l'inglese, il francese e il ceco.

Certo che tutto questo è curioso....
Non ho capito se c'è un punto preciso dove vuoi arrivare.



Caro mErA, alla luce di queste tue ultime considerazioni ho deciso di aprire una discussione specifica:

tdgstoriasoctel.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=...



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18/04/2010 21:18

Re:
Ciao :mErA,

.:mErA:., 4/18/2010 7:19 PM:

Caro Simon, facciamo un riassunto del tuo pensiero emerso dalle varie discussioni:

1: Gli Ebrei non esistono. Esistevano una volta, ma non si sa quando sono spariti, e comunque erano una nazione che amava molto la pena di morte.
2: Gli "Ebrei" di oggi in realtà sono come gli attori dei film western: fingono di essere gente di un'epoca lontana.
3: L'ebraico non esiste.
4: In Israele si parla il russo, l'inglese, il francese e il ceco.

Certo che tutto questo è curioso....
Non ho capito se c'è un punto preciso dove vuoi arrivare.



Non mescolare troppi post, cosi' crei confusione. Non siamo qui per discutere tutti i miei post o il mio punto di vista da solo. Un forum è concepito per discutere e superare o confermare il proprio punto di vista, alla luce di quello di tutti gli altri foristi.

In questo 3D specifico volevo parlare della relazione che c'è tra l'ebraico dei tempi andati, che per semplicità ho chiamato "biblico", e quello moderno. Mi interessava sapere se le due lingue sono imparentate e in quale grado.

Come in ogni altro 3D, io dico la mia e gli altri dicono la loro. Ma non vedo nulla di sconvolgente in questo processo.
A me personalmente piacciono le argomentazioni che si basano sui fatti e su argomenti constatabili, ma è questione di gusti. Nei forum sono ammesse anche le impressioni o i pareri personali, le sensazioni, le supposizioni, le fantasie etc. Non siamo in una comunità che bada troppo al rigore del metodo.

Simon

p.s. Sulle tue osservazioni Carson ha aperto un 3D separato.
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