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Nuovi cieli e nuova terra

Ultimo Aggiornamento: 01/10/2010 15:38
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26/09/2010 11:34

Il brano che segue è tratto dall'opera Morè Nevuchìm (La Guida Dei Perplessi) di Rabbi Moshe ben Maimon (1138 - 1204), noto anche come Maimonide, che in questo testo analizza il significato di alcune espressioni bibliche utilizzate dai Profeti.

"La credenza nella Creazione del mondo è un fondamento necessario di tutta la Legge religiosa, ma la distruzione del mondo, dopo che è stato creato e fatto venire all'esistenza, per noi non è affatto un fondamento della Legge, e credendo alla perpetuità del mondo non si sconvolge nulla delle nostre credenze. [....] Dunque non resta altro che la questione dei messaggi dei Profeti e dei Saggi: essi dicono davvero che questo mondo sarà inevitabilmente distrutto, oppure no?
La maggior parte del nostro volgo crede che lo dicano, e che tutto questo mondo verrà distrutto; io però ti spiegherò che le cose non stanno così, poichè molti passi della Scrittura parlano della perpetuità del mondo, e tutto ciò da cui, stando al senso letterale, sembra che esso sarà distrutto, è evidentissimamente una metafora, come io spiegherò. Se poi uno dei letteralisti rifiuta questa spiegazione, non bisogna essere rigidi con lui. [....]

Il passo in cui si parla esplicitamente della perpetuità del mondo è questo: "La terra resta sempre la stessa" (Ecclesiaste 1:4). [....].
Anche David ha già spiegato chiaramente che il cielo è perpetuo, e che le sue regole e tutto ciò che esso contiene mantengono sempre lo stesso stato, dicendo: "Lodate Hashem dai cieli, perchè Egli comandò ed essi furono creati, li ha stabiliti per sempre [le'ad le'olam], ha dato una legge che non passerà" (Salmi 148:1; 5-6). [....]

Dopo questa premessa, tu sappi che spessissimo Isaia usa nel suo discorso un'espressione che appare poco nei discorsi degli altri: quando racconta la caduta di un regno o la distruzione di una grande nazione, si esprime dicendo che le stelle sono cadute, i cieli hanno ruotato, il sole si è oscurato, la terra è stata rovinata e scossa dal terremoto, e molte espressioni metaforiche di questo genere. Allo stesso modo, quando Isaia descrive l'avvento di un regno e il rinnovarsi di una fortuna, parla di crescita della luce del sole e della luna e del rinnovarsi del cielo e della terra. [....]
Inoltre, quando il Profeta narra la distruzione della gente di un qualche luogo, a volte mette al posto di quella gente tutta la specie umana, come dice Isaia: "Hashem allontanerà l'uomo" (Isaia 6:12) riferendosi alla distruzione di Israele; e Sofonia dice sullo stesso argomento: "Cancellerò l'uomo dalla faccia della terra.... e stenderò la mia mano su Yehudah" (Sofonai 1:2-4).

Quando Dio rivelò ad Isaia la caduta del regno di Babilonia e la distruzione di Sennacherib e del suo successore Nabucodonosor, egli descrisse i disastri che si sarebbero verificati alle fine dei loro regni e la loro sconfitta, e disse: "Le stelle del cielo e le loro costellazioni non faranno più brillare la loro luce, il sole si oscurerà al suo sorgere e la luna non diffonderà la sua luce" (Isaia 13:10), e disse inoltre, in questa descrizione: "Perciò scuoterò i cieli, e la terra sarà scossa dal suo luogo a causa dell'indignazione di Hashem Tzevaot nel giorno della sua ira" (Isaia 13:13). Ora, io non penso che qualcuno abbia raggiunto un'ignoranza, una cecità e un'adesione al senso letterale delle espressioni metaforiche tale da pensare che le stelle del cielo e la luce del sole e della luna siano state alterate davvero quando il regno di Babilonia crollò. Tutto questo è una descrizione di colui che è stato sconfitto, il quale vede indubbiamente ogni luce oscurarsi, e ogni cosa dolce diventare amara, e immagina la terra restingersi e il cielo rinchiudersi su di essa. [....]
Poi Isaia fa fluire il suo discorso con queste metafore continue e descrive lo stato dell'esilio e i suoi particolari, e poi descrive il ritorno del regno [d'Israele] e la sparizione di tutti quei dolori, dicendo metaforicamente: "Io creo nuovi cieli e nuova terra, e le cose di prima non si ricorderanno più e non verranno più in mente" (Isaia 65:17) [....]
Ti è ormai chiara e palese la questione. Infatti, quando dice: "Io creo nuovi cieli e nuova terra", spiega immediatamente questo dicendo: "Perchè ecco, io creo Gerusalemme per la gioia e il suo popolo esultante" (Isaia 65:18), e dopo questa promessa dice: come queste condizioni di fede e di gioia che io ti ho promesso di creare sono fisse e permanenti, così la vostra discendenza e il vostro nome durerà in eterno. [....].

Queste metafore si trovano soprattutto in Isaia, e io le ho rintracciate tutte. A volte, però, alcune di esse si trovano anche nel discorso di altri. Dice Geremia nella sua descrizione della distruzione di Gerusalemme per i peccati dei nostri padri: "Ho visto la terra, ed ecco, era vuota e informe" (Geremia 4:23), e dice Ezechiele nella sua descrizione della dissoluzione del regno d'Egitto e della fine del Faraone per mano di Nabucodonosor: "Quando ti estinguerò, coprirò i cieli e ne oscurerò le stelle, coprirò il sole con una nube e la luna non darà più la sua luce; tutti i luminari del cielo li oscurerò su di te e manderò le tenebre sul tuo paese" (Ezechiele 37:7-8). Gioele figlio di Pethuel dice a proposito delle numerose cavallette che vennero ai suoi giorni: "Davanti a loro trema la terra, i cieli tremano, il sole e la luna si oscurano e le stelle ritirano il loro splendore" (Gioele 2:10). [....]

L'affermazione che tu trovi sempre presso tutti i Saggi è "Non c'è niente di nuovo sotto il sole" (Ecclesiaste 1:9), e dunque non c'è alcun rinnovamento, per nessun motivo, e infatti coloro che interpretano i "nuovi cieli e nuova terra" nel senso letterale dicono: «Anche i cieli e la terra che saranno creati in futuro sono già stati creati e sussistono già» (Bereshit Rabbah 1). Non credere che questo contraddica ciò che ho spiegato; piuttosto, è possibile che qui si voglia dire che la natura che richiede necessariamente quegli stati che vengono promessi è stata creata fin dai sei giorni della Creazione."
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28/09/2010 20:44

Re:
Anche noi tdG crediamo che la terra resterà per sempre, dal momento che Dio l'ha promessa molte volte e per l'eternità.

Simon
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30/09/2010 11:32


Anche noi tdG crediamo che la terra resterà per sempre, dal momento che Dio l'ha promessa molte volte e per l'eternità.



Però la prospettiva cristiana lega strettamente questi eventi alla fine di questo mondo, al giudizio, alla resurrezione, dovranno quindi anche "la nuova terra e i nuovi cieli" conformarsi ad una nuova vita per i corpi gloriosi sul modello di Cristo.
Una continuità ma anche una radicale capovolgimento.
Da quello che leggo da Mera intravedo più una prospettiva di un nuovo assetto geo-politico con lo sguardo rivolto al popolo ebraico.
Se non ho capito correggimi Mera.
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Post: 484
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30/09/2010 18:57

Re:
pavel43, 30/09/2010 11.32:


Anche noi tdG crediamo che la terra resterà per sempre, dal momento che Dio l'ha promessa molte volte e per l'eternità.



Da quello che leggo da Mera intravedo più una prospettiva di un nuovo assetto geo-politico con lo sguardo rivolto al popolo ebraico.
Se non ho capito correggimi Mera.


Nell'Ebraismo alcuni vedono il Mondo Avvenire come un universo del tutto nuovo dove non esisterà la materia, altri affermano che si tratta del nostro stesso mondo portato al massimo splendore, e altri ancora pensano ad un rinnovamento completo che non comporterà la distruzione dell'universo attuale.
Il Mondo Avvenire verrà instaurato soltanto al termine della cosiddetta era del Messia, un'epoca in cui ci sarà pace sulla terra e nessun aspetto della natura sarà modificato. Questo è il Millennio di cui parla il libro dell'Apocalisse di Giovanni. Quel libro può essere compreso solo se si conosce approfonditamente l'escatologia ebraica.

"In futuro ci sarà l'era del Messia, che è una parte di questo mondo. Alla fine di essa ci sarà il Giudizio e la Resurrezione dei morti, e questa è la ricompensa che riguarda il corpo e l'anima" (Nachmanide).

Shalom.
[Modificato da .:mErA:. 30/09/2010 18:58]
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Post: 482
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01/10/2010 15:09


Questo è il Millennio di cui parla il libro dell'Apocalisse di Giovanni.


Questo Millennio è inteso come un tempo determinato e di prova con ulteriore giudizio finale come per i millenaristi cristiani?

Quel libro può essere compreso solo se si conosce approfonditamente l'escatologia ebraica.


Questa tua nota mi stimola a saperne di più sull'escatologia ebraica, mi puoi dare qualche affidabile indicazione in rete?
grazie
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Post: 484
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Età: 33
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01/10/2010 15:38

Questo Millennio è inteso come un tempo determinato e di prova con ulteriore giudizio finale come per i millenaristi cristiani? 

E' un'era di pace universale in cui la Torah verrà osservata come nei tempi antichi, il Messia regnerà a Gerusalemme e tutti i popoli saranno monoteisti. Sulla sua durata ci sono pareri differenti, ma secondo l'opinione più generale essa durerà mille anni, come dice l'Apocalisse.


Questa tua nota mi stimola a saperne di più sull'escatologia ebraica, mi puoi dare qualche affidabile indicazione in rete?


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