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Un'esperienza particolare.

Ultimo Aggiornamento: 08/08/2012 19:20
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23/04/2011 17:21

Realmente vissuta dal sottoscritto.

In un post ho citato un particolare che ritengo giusto riceva ulteriori informazioni.

Seppure per questioni di orfano di padre e difficili situazioni economiche, sin dalla mia nascita sono praticamente vissuto in collegi sia religiosi sia civili, fino a quasi 16 anni.

Come da bravo giovane di questo mondo, ho sepmre odiato l'ingiustizia, ma ero pure il classico ragazzo terribile.

Mia madre ne sa ben da cosa ha passato. Poco dopo lo stato adolescienziale, cominciavo a prendere una brutta piega, contraria pure al mio senso di giustizia. Fumavo (già due pacchetti al giorno) e bestemmiavo (si dice come un turco o due?) e stavo diventando direi un pessimo elemento.

Sfruttando l'occasione che mia madre conosceva un facoltoso industriale, (un "principe" almeno titolo nobiliare), dovendo questo personaggio andare a San Giovanni Rotondo da padre Pio, ottenne che anche io potessi recarmi da quello che è considerato da motli un sant'uomo, sperando appunto che le sue benedizioni fossero più efficienti delle preghiare (di mia madre).

Riassumo soltanto i punti salienti che ancora, a distanza di ormai oltre 45 anni, ricordo vivamente.

Salii lungo una via che conduceva al monastero dove il frate risedieva.
Fui subito colpito dalle numerose bancherelle che a destra e a sinistra della via vendevano reliquie di ogni genere. Fra queste erano immancabilmente i guanti "Ho letto" "indossati da Padre pio".
(Padre Pio indossava dei quanti che lasciavano libere le dita delle mani e li usava per nascondere le sue stimmate che sapevo sanguinavano spesso).
Non potei fare a meno di chidedermi quante volte al giorno il sant'uomo cambiasse suddetti guanti ed ero preoccupato per l'igene che questo poteva comportare dal momento che vendevano proprio quelli usati da lui.

Arrivati al monastero, entrammo in un corile interno. Ci fu dato un biblietto (sia a me che al "principe") non ricordo che numero, ma dico 250 per far capire il problema. Camminando sotto i loggioni che conducevano alla stanza dove padre pia confessava, si doveva fare il giro di tutto un cortile entro il quale decine di persone aspettavano (credo) di poter essere ricevute da Padre pio.

Ricordo ancora i commenti che sentii (non mi invento nulla, e non infioretto nulla).

"Ma quando tocca a me? è ormai una settimana che aspetto di essere ricevuto"; "ho molto lavoro arretrato per aspettare il mio turno". L'altro, gli chiese che numero aveva, egli disse un numero che era almeno 200 volte più piccolo del mio......

Eppure io stavo entrando, per "direttissima" per esser confessato dal Padre proprio in quel momento... In quel momento non ero abbastanza maturo per capire subito.

Giunti nella stanza prima di quella dove il padre confessava, ci accogli un frate cappuccino che ci "prepara" a essere ricevuti da Padre pio.

Ricordo queste parole: "Fate un accurato esame di coscienza e cercate di ricordare tutto ciò che dovete confessare, perché il padre vuole sapere anche quante volte avete peccato". Poi anche disse: "Se non vi dà subito l'assoluzione, non vi preoccupate. Il padre vuole essere certo del vostro pentimento e dovrete allora tornase se vorrete la sua assoluzione".

Feci il mio difficile esame di coscienza.. ero davvero un mascalzone allora!

Finalmente fui introdotto davanti a padre Pio. Lui era seduto su uno scanno, e ai suoi piedi era un piccolo inginocchiatoio sul quale ovviamente mi inginocchiai.

La prima cosa che il frate mi chiese è "Che peccati hai commesso"?

Nella mia ingenuità, mi trovai in forte imbarazzo e infine decisi di dire per primo quello che, almeno per me, era il peggiore dei peccati.

Gli dissi:

"Ho bestemmiato Dio".

Il frate mi chiese: "quante volte?"

Potevo averle contate? Cercai di essere sincero e fra me, valutai che già una volta, bestemmiare Dio, il nostro creatore, è cosa gravissima; pertanto risposi:

"troppe volte".

Ricordo ancora il viso infuriato del frate, quasi urlando cominciaò a scalciare verso di me (un calcio me lo presi pure) dicendo: "va via!" "Va via".

Schoccato (è dir poco) mi sono alzato e sono uscito.

Il frate che ci aveva accolti, vedendomi decisamente sconvolto, cercò di consolarmi dicendomi che ci aveva avvertito che il frate voleva sapere ogni cosa, pure il numero delle volte.

Poi, forse pensando di potermi consolare per il forte stato emotivo che manifestavo in quel momento, fece la cosa che mai avrebbe dovuto fare. Mi disse:

"Non ti preoccupare, stai tranquillo, ti assolvo io dei tuoi peccati" "Ego assolbum tui ecc..." con tanto di segno di croce..

Non riuscii a sopportare altro.

Ricordo che mi dissi: "Una che è santo mi caccia a calci e un frate mi assolve senza aver ascoltato i miei peccati"? Non capivo più nulla!.
fuggii lettralmente da quel luogo e dovetti "meditare" su ciò che avevo finora visto udito e costato.

Andai quindi sul monte che è vicino al convento e davanti alla croce che vi era sopra. Lì lasciai le mie scarpe (si gesto stupido, convengo), e cominciai a vagare per tutto il giono e fino a notte inoltrata sul monte cercando di capire cosa stava succedendo.

Il monte era pieno di sassi (abbastanza aguzzi). Era difficile camminare scalzi.

Quando alfine, quasi sul fare del mattino tornai in paese, (già mi stava cercando la polizia)... ricordo che entrai in un bar per chiedere da bere. Vedendomi scalzo, mi chiesero che fine avevano fatto le mie scrpe. Dissi che le avevo lasciate davanti alla croce sul monte.

Quasi stavano cominciando a gridare al miracolo! Perchè i miei piedi non erano sanguinanti.

(premetto: sapevo fare molte cose allora, comprese arti marziali, e fra gli esercizi che facevo erano anche il modo di poter camminare su terreni fortemente accidentati senza ferirsi). No, nessun "miracolo".

Qui finisce la particolare e strana cosa che mi successe, ma che da quel momento mi indusse a riflettere molto su ciò che significa religione..... finché, poi, dopo aver fatto il militare, mi fu data la testimonianza di casa in casa (ai primi del 1970), e leggendo in una sola notte il libro "Laverità che conduce alla vita eterna", che mi era stato lasciato, compresi che c'era qualcosa che meritava di essere approfondito.

Ricordo, che chiudendo il libro blu, dissi:

"se le cose stanno così, Ho trovato la Verità!"

Iniziai a investigare e come mia consuetudine ad accertarmi di ciò che avevo letto. Il resto, è storia passata. A Geova piacendo, se saprò continuare a tenere sotto controllo e vincere le mie imperfezioni, Spero in ciò che il nostro Dio, Mediante il sacrificio di Gesù, ha promesso per tutti coloro che con cuore sincero lo ricercano.

monseppe1

23/04/2011 19:43

grazie per aver condiviso questa esperienza interessante
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Post: 100
Città: PIOMBINO
Età: 85
Sesso: Femminile
08/08/2012 19:20

esperienza
bella perche? tu dici:::::::::::::.con tutto quello che ho passatto!!! ma la veritàti è entrata nel cuore ! con il famoso libro chiamato anche la bomba blù .......li bro bellissimo per capire la bibbia anch'io ho fatto lo studio nel libro "La Verità"mi trovavo in Argentina , [SM=g27987]
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