Nell'Ebraismo non esiste la salvezza, o almeno non secondo il concetto cristiano.
Per il Cristianesimo l'uomo è diviso dal Creatore a causa del profondo baratro del peccato, e necessita di un Redentore (Gesù) per trovare riscatto dalla sua condizione. Per salvarsi è importante non solo agire bene, ma anche e soprattutto aderire alla vera dottrina e alla vera fede.
L'Ebraismo non presenta alcuna "buona novella" o "vera dottrina" da diffondere tra i popoli, e non crede nella rigida distinzione luterana tra salvati e dannati.
Gli Ebrei credono soltanto che il Creatore li abbia scelti per essere luce delle genti e gli abbia dato a questo scopo una Legge perfetta ed esclusiva. Perciò quando nell'Ebraismo si parla di "salvezza", o meglio
Redenzione (Geulah) si intende il ritorno nella terra promessa, la ricostruzione del Tempio e l'inizio dell'era messianica di pace e prosperità.
Il giudizio finale, il "purgatorio" e la Resurrezione dei morti sono concetti per i quali vale la libera interpretazione e il libero pensiero. Non si sa esattamente in cosa consisterà il giudizio, chi saranno i giudicati, chi risorgerà e come sarà la vita nel Mondo Avvenire.
L'importante è mettere in pratica le 613 mitzvot della Torah (per gli Ebrei) e i sette precetti Noachidi (per i Gentili), al resto ci pensa Hashem.
-------------------------------------
http://www.ritornoallatorah.it