430 anni profetici

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gattosilvestro67
00sabato 4 luglio 2009 15:29
I 430 ANNI PROFETICI
(Ezechiele 4:3-5)

Leggiamo in 1 Re 6:1 che Salomone nel quarto anno del suo regno (1036 a.C.), cioè quando regnava da tre anni e un mese, cominciò ad edificare il tempio a Geova. Ci mise dieci anni (1036-1026 a.C.). Il 1036 a.C. è una data fondamentale: in essa cominciarono i 430 anni profetici di Ezechiele 4:3-5, che finirono il settimo giorno del quinto mese (maggio) del 606 a.C. (2 Re 25:8). Ezechiele come sacerdote dovette idealmente sdraiarsi nel tempio di Gerusalemme e restare volto a nord, cioè verso tutta la nazione d’Israele, per 390 giorni per portarne l’iniquità e poi girarsi e restare volto a sud, cioè verso Gerusalemme, per 40 giorni per portare l’iniquità dei sacerdoti del tempio. Poi Dio aggiunse: “un giorno per anno ti ho dato” (Ezechiele 4:4). Dal 1036 a.C., da quando fu cominciato ad edificare il tempio da Salomone, nel secondo mese del quarto anno del suo regno, i sacerdoti portarono l’iniquità d’Israele per 390 anni, cioè fino alla predicazione di 40 anni del sacerdote Geremia (Ezechiele 4:3-5). Geremia cominciò a predicare nel tredicesimo anno del regno di Giosia, cioè nel 646 a.C. (Geremia 1:1,2). Predicò ai sacerdoti il pentimento e la correzione e lo fece finché il tempio non fu distrutto e Gerusalemme non subì la desolazione di 70 anni nel 606 a.C. (Ezechiele 4:6).
390+40=430 anni di esistenza del tempio di Gerusalemme.
Quei 430 anni dalla costruzione alla distruzione del santuario hanno un corrispettivo nell’età del Vangelo. I 390 anni vanno dal Rinascimento al ritorno di Cristo, prefigurato da Geremia. I 40 anni della predicazione di Geremia corrispondono ai 40 anni di mietitura dell’età evangelica, compiuta da Gesù stesso, tornato sulla terra.
Si chiamò Devotio moderna un movimento cristiano spiritualista e ascetico, fiorito in Borgogna e nella zona renana nella seconda metà del Quattrocento. Da lì si diffuse in altri Paesi, tra cui la Spagna e i Paesi Bassi. Vi si predicava l’impegno ad una scrupolosa imitazione del modello morale e spirituale di Cristo. Il testo fondamentale su cui si fondavano i suoi seguaci era il De Imitatione Christi del frate agostiniano Tommaso da Kempis, un paese vicino a Colonia (1380-1471). Anche Erasmo da Rotterdam fu profondamente influenzato dalla severa religiosità della Devotio moderna.
John Wessel Gansfort nacque a Groninga (Paesi Bassi) circa nel 1419 e vi morì nel 1489. Fu un teologo tanto illustre da essere chiamato dai suoi contemporanei lux mundi. Fu maestro a Zwolle tra il 1432 e il 1449, dove ricevette la sua formazione religiosa presso i “Fratelli della vita comune”, uno dei vari nomi dei gruppi nati dalla Devotio moderna. Era molto colto, amava le arti e conosceva perfettamente il greco, l’ebraico, il caldeo e l’arabo. Negò l’autorità del papa e dei concili, il potere del clero di sciogliere e di legare, la dottrina del Purgatorio e l’efficacia dei sacramenti se amministrati dai preti. Affermò: “Noi crediamo con la Chiesa, non nella Chiesa”. Per lui solo la Bibbia doveva essere la guida del credente. Anticipò la Riforma di Lutero opponendosi fieramente alla vendita delle indulgenze.
Nel 1440 ci fu l’invenzione dei caratteri a stampa.
Nel 1449 andò a studiare all’Università di Colonia e vi rimase fino al 1456. In quell’anno si trasferì a Heidelberg. Nel 1458 soggiornò a Parigi e intorno al 1470 fu in Italia. Nel 1474 giunse a Firenze, dove incontrò Marsilio Ficino. Ne restò deluso perché trovò in lui troppa superbia dottrinale.
Tornò nei Paesi Bassi nel 1475. Più volte denunciato come eretico, ebbe la fortuna di essere protetto dal vescovo di Utrecht Davide di Borgogna, che era uno dei figli di Filippo III il Buono, duca di Borgogna. Rimase a Utrecht dal 1477 al 1482. Trascorse gli ultimi anni della sua vita (1483-1489) a Groninga, dedicandosi allo studio e alla meditazione. Scrisse allora le sue opere principali, che furono pubblicate a stampa dal 1484 d.C.:
“De oratione” (un commento al Padre Nostro).
“Scala meditationis” e “Exempla scalae meditationis”.
“De magnitudine Dominicae Passionis”.
“De sacramento eucharistiae” (dove affermò che la copula est del racconto evangelico dell’istituzione eucaristica da parte di Gesù Cristo è da intendersi nel senso di “significat”).
La pubblicazione a stampa di queste opere, che schiuse la via alla riforma di Lutero, diede inizio ai 390 anni. Evidentemente essi partirono dal 1484 d.C. per arrivare al 1874 d.C. Mentre i 40 anni di Geremia trovano la loro corrispondenza nel periodo dal 1874 d.C. al 1914 d.C. Ciò concorda con Apocalisse 9:13-15, dove è rivelato che l’epoca di Filadelfia (l’epoca della Riforma), cominciata nel 1484, sarebbe durata “un’ora, un giorno, un mese e un anno”, cioè 391 anni e 15 giorni. Siccome l’epoca di Laodicea (l’epoca della parousia o invisibile presenza di Nostro Signore) cominciò 390 anni dopo, cioè nell’autunno del 1874, quella di Filadelfia finì un anno e 15 giorni dopo: nell’autunno del 1875. La mietitura dell’età del Vangelo (Matteo 13:40) iniziò nel 1875 e finì nel 1915: fu quindi limitata all’epoca di Laodicea (Apocalisse 11:15; 14:14-20).
In quei 390 anni dal 1484 d.C. al 1874 d.C. vari riformatori (John Wessel Gansfort, Martin Lutero, Zwingli, Thomas Cranmer, John Wesley e molti altri fino a William Miller) misero in luce i molti errori della cristianità ufficiale (Israele spirituale infedele). Nei 40 anni successivi ci fu la mietitura dell’età del Vangelo da parte del residuo degli eletti vivente sulla terra in quel periodo. Esso, come Ezechiele, fu posto da Dio quale “sentinella” (Ezechiele 3: 16,17; Isaia 52:7,8).

Tea.
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