Breve storia delle traduzioni bibliche in Italia.

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Roberto Carson
00domenica 7 giugno 2009 16:09
Buona parte della Bibbia (parliamo del Nuovo Testamento) è stata scritta in Italia tra cui il vangelo secondo Marco, i Fatti degli apostoli (Atti), e le lettere paoline agli Efesini, Filippesi, Colossesi, 2° Timoteo, Ebrei e Filemone [8!]. Ciononostante la Bibbia in Italia non ha avuto vita facile grazie, soprattutto, a Colei che avrebbe dovuto difenderla e divulgarla. Di seguito riporto una breve e non esaustiva cronologia dei fatti che ne hanno segnato il travagliato percorso.

La Vetus latina

Con questa definizione si indicano convenzionalmente traduzione latina antica anteriore alla Vulgata di san Girolamo. Già alla fine del I secolo si provvide a tradurre (almeno in parte) le Scritture a beneficio della gente comune digiuna del greco della classe colta.

La Vulgata latina

Realizzata da “san” Girolamo (mi si perdonino le virgolette ma sulla santità di una persona lascio giudicare a Dio) su commissione di papa Davaso verso la fine del IV secolo viene comunemente chiamata Vulgata cioè divulgata tra il popolo. Caratteristica interessantissima Girolamo traduce- per la prima volta- l’Antico Testamento direttamente dal testo ebraico e non dalla LXX (Settanta greca). Pio X nel 1907 commissionò all’Ordine dei Benedettini un’edizione critica della stessa presso l’Abbazia di San Girolamo A Roma. Nel 1943 Pio XII, con l'enciclica Divino Affilante Spiritu , dichiarò la preferenza della Chiesa cattolica per i testi originali e l'uso delle lingue volgari nella liturgia Autorizzato da Paolo VI a seguito del Concilio Vaticano II e togliendo di fatto alla Vulgata il primato sulle altre traduzioni cattoliche. Papa Giovanni Paolo II ha pubblicato la Nova Vulgata nel 1979 (II edizione nel 1985). La Nova Vulgata riforma e corregge la Vulgata in quanto traduzione: gli esegeti possono liberamente criticare la traduzione che di un determinato passo si trova nella Vulgata senza essere tacciati di eresia.

L’invenzione della stampa

Anche se è possibile che i cinesi abbiamo sperimentato caratteri tipografici già nel XI secolo l’invenzione della stampa viene attribuita a Johannes Guthenberg e alla sua Bibbia pubblicata nel 1456 a Magonza. La stampa (una volta appreso il segreto) prese la via delle rotte commerciali europee così che Sweynheym e Panartz possono aprire una tipografia a Roma nel 1467 e Vindelinus de Spira può stampare la prima Bibbia in italiano a Venezia nel 1471 tradotta da Malermi. (vedi sottotitolo successivo)

Le versioni in lingua “volgare”

Col tempo nacque la necessità di nuove traduzioni della Bibbia grazie alla nascita delle lingue “volgari”, cioè nazionali; la lingua ufficiale continuava ad essere il latino ma sempre meno persone lo capivano. Nel 1470 circa nasce la prima traduzione italiana a cura del monaco Nicolò Malermi altrimenti detto Malerbi. E’ bene ricordare che non tutto il mondo religioso ed intellettuale era favorevole- anzi era contrario come dimostrano i fatti- alla “volgarizzazione” della Bibbia. Uno dei pochi che si distingue dal coro è il camaldolese Paolo Giustiniani il quale auspicava che nella liturgia era preferibile la lettura delle Sacre Scritture nella lingua materna e non in latino. Bello il commento dell’ umanista Erasmo da Rotterdam, anch’egli traduttore biblico: “Come se Cristo, avesse insegnato cose talmente complicate che a fatica un gruppo di teologi potesse comprenderle ...”

Le versioni italiane

Prima del Concilio di Trento del XVI secolo erano in uso versioni italiane che in parte si rifacevano a traduzioni del XIII secolo, come La Bibbia d’Agosto (Malermi, Venezia, 1° agosto 1471) e la traduzione veneziana di Antonio Brucioli del 1532. Tuttavia il Concilio di Trento nel 1546 decretò che la vetus et vulgata editio era da ritenersi l’unico testo ufficiale e approvato per la liturgia e l’insegnamento. Un notevole passo indietro. L’ Indice dei libri proibiti di Paolo IV del 1559 conteneva già il divieto di stampare, leggere e possedere traduzioni della Bibbia in volgare senza l’autorizzazione scritta del Santo Uffizio ( si veda la nota a “san” Girolamo) dell’inquisizione romana. (la sottolineatura è mia). La quarta norma della bolla Dominigi grecis di Paolo IV del 1564 consentirà la lettura in lingua volgare dietro permesso, personale e scritto, del vescovo o dell’inquisitore, previa consultazione del parroco o del confessore. Un passo avanti(fino all’ Indice del 1596).Conseguenze: per almeno 2 secoli non venne pubblicata in Italia nessuna Bibbia in lingua italiana. Devoti emigranti italiani, riformati e cattolici, provano a pubblicare una Bibbia in italiano all’estero come il protestante lucchese Giovanni Diodati (Ginevra 1607) e un Nuovo Testamento a cura del cattolico Massimo Teofilo (Lione 1551) che avrà il “privilegio” di subire un processo inquisitoriale e di vedere la sua opera nell’ Indice del 1559.

Dobbiamo attendere fino alla seconda metà del ‘700 per avere la traduzione cattolica di Antonio Martini il cui IX volume poté fregiarsi del Breve con cui Pio VI dichiarava l’opera conforme ai canoni dell’Indice .

Le traduzioni moderne

All’inizio del XX secolo esce la traduzione del valdese Giovanni Luzzi, tra il 1950 e il 1960 i testimoni di Geova pubblicano progressivamente in inglese in sei volumi la loro traduzione. Questa nuova, ottima traduzione moderna uscita prima in inglese è ora disponibile, per intero o in parte in oltre 70 lingue (tra cui l’italiano già dal 1967). Tra parentesi, nel 1973 la Traduzione del Nuovo Mondo ( così si chiama) fu classificata da un manuale inglese tra le 14 principali traduzioni inglesi del ventesimo secolo. Il numero complessivo di Bibbie stampate dai testimoni di Geova supera i 143 milioni di copie. Dalla pubblicazione della Traduzione del Nuovo Mondo in italiano fino al 1992 ne sono state distribuite 3.597.220 copie, in massima parte la Bibbia completa, facendone di fatto una delle traduzioni più lette dagli italiani. Per leggerla on line: watchtower.org/i/bibbia/index.htm

Nel 1971 esce la traduzione cattolica(CEI) della Conferenza Episcopale Italiana che si evolve, dopo alcune tappe fondamentali, nella CEI UELCI (Unione Editori e Librai Cattolici Italiani) del 2008.

Considerazioni finali

Particolarmente dal Concilio Vaticano II è più facile, per l’italiano medio in generale e per il cattolico in particolare, avere accesso a una buona traduzione biblica. In effetti avere un libro e non leggerlo è come non possederlo! Per chi è alla ricerca della Verità a volte può bastare un frammento di un’antica preghiera pronunciata da Gesù e riportata dall’evangelista Giovanni (17:17): “Santificali per mezzo della verità; la tua parola è verità”.


Absit iniuria verbis

Cristiano Cressoni


fonte

Questo articolo è stato pubblicato sul sito Wikio News Your Way, in data 20 febbraio 2009, da parte di Cristiano Cressoni, rubrica Attualità (www.wikio.it)
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