Gesù è l'arcangelo Michele?

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Roberto Carson
00martedì 16 giugno 2009 00:51
Un vostro fratello, mio collega di lavoro, ieri mattina mi spiegava che per voi Gesù non è Dio, ma bensì l'arcangelo Michele. Purtroppo non è stato in grado di spiegarmi quanto diceva con la bibbia, quindi lo chiedo a voi: da cosa deducete questa conclusione?

e-mail mandata da Michele
biblista
00giovedì 18 giugno 2009 14:29
La figura dell'arcangelo Michele viene associata a Gesù, perchè nelle Scritture vengono forniti molti dettagli che portano verso questa direzione.

In realtà quello di “arcangelo Michele”, altro non sarebbe che uno dei tanti nomi o ruoli affidati da Dio a Gesù. Così, come a seconda del ruolo assolto, gli è stato affidato il nome di: la Parola, Emmanuele, Salvatore, Gesù, Silo, Messia, Signore, Cristo, Re, …, allo stesso modo, per il suo ruolo di capo degli angeli, o “arcangelo”, Dio gli ha messo nome: Michele, che nella lingua
ebraica vuol dire: “chi è simile a Dio? ”, una sfida che nessuno, né in terra né in cielo, è in grado di raccogliere.

Esaminiamo adesso, quali riscontri abbiamo a favore di questa asserzione.

Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono l’iniquità”. Mt 13:41
Questa scrittura mostra che gli angeli sono “suoi ”, ovvero: del Figlio dell’uomo! A Cristo infatti, Dio avrebbe affidato l’organizzazione e la gestione di tutti gli eserciti celesti, le creature angeliche, perché ciascuno assolva diligentemente il proprio ruolo.
Cristo nei cieli, è stato posto come “capo degli angeli”. A chi del resto, Dio, avrebbe potuto affidare un compito così importante, se non a colui che è “il primogenito di ogni creatura; poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati, potenze; tutte le cose sono state create per mezzo di lui. Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui. Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa; è lui il principio, il primogenito dai morti, affinché ogni cosa abbia il primato”. Col 1:15-18

Sì, “le cose che sono nei cieli”, “le cose invisibili”, non sono altro che gli eserciti angelici. Su questi, che formano il “corpo” invisibile dell'Organizzazione celeste di Dio, Gesù ne è il “capo”. “Tutte le cose sussistono in lui”! Per tale ragione, Gesù “è diventato di tanto superiore agli angeli, di quanto il nome che ha ereditato è più eccellente del loro”. Ebr 1:4
Gesù è superiore agli angeli in quanto a rango e dignità, e Dio, ha sottoposto ogni cosa nell’autorità del suo Figlio risorto, compresi gli angeli: “Asceso al cielo, sta alla destra di Dio, dove angeli, principati e potenze gli sono sottoposti.” 1 Pt 3:22
Qui Pietro conferma chiaramente l’autorità che Cristo ha sugli angeli!

Esaminiamo altre basi scritturali con le quali possiamo identificare Gesù nell’arcangelo Michele: “Perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo”. 1 Tess 4:16

Paolo dice che Gesù verrà ‘con voce d’arcangelo’. Se Michele non fosse Gesù, l’espressione ‘voce di arcangelo’ riferita a lui sarebbe inopportuna, in quanto sminuirebbe l’autorità di Cristo che indubbiamente è superiore a quella di chiunque altro, ad eccezione di Dio, che è sopra tutto e tutti.

Un altro passo biblico relativo a Michele è questo:
Or in quel tempo sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo. Vi sarà un tempo di angoscia, come non c’era mai stato dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro.Dn 12:1
Per prima cosa volgiamo l’attenzione al titolo con cui è designato Michele: “il gran principe”, o secondo la Nuova Riveduta: “il grande capo”. Sar, che traduce ‘principe’ o ‘capo’, indica una dignità politica (principe), una carica militare (comandante) o un’autorità locale (governatore). Talvolta è riferito a entità soprannaturali, proprio come nel caso in questione. Degno di nota è il fatto che, il titolo di “principe” (sar), nel libro di Daniele è attribuito per ben tre volte a Michele. Questo ci collega al profeta Isaia, il quale, parlando del Messia, gli attribuisce, fra gli altri titoli, quello di “sar shalom”, “principe della pace”.Is 9
Quando Daniele parla del ‘principe del re di Persia’, “il riferimento è senza dubbio agli angeli malvagi detti dèmoni nel Nuovo Testamento: “Ma il principe del regno di Persia mi si è opposto per ventun giorni: però Michele, uno dei primi principi, mi è venuto in aiuto e io l’ho lasciato là presso il principe del re di Persia.” Dn 10:13
Tali potenze demoniache nel corso del tempo hanno sviluppato una forte influenza su certe nazioni e i loro governi fino ad averne il controllo. Esse hanno messo in atto tutte le risorse possibili allo scopo di ostacolare l’opera e frustrare i piani di Dio”.
Nel caso in questione, vediamo che l’angelo di Satana fece resistenza all’angelo di Dio per ventuno giorni. Fu solo grazie all’intervento di una potestà superiore, che l’angelo di Dio riuscì a vincere l’opposizione del dèmone: “però Michele, uno dei primi principi, mi è venuto in aiuto”.
Daniele si riferisce a Michele come a ‘uno dei primi principi’.
Alcuni concludono che Michele non può essere il capo ‘unico’ degli eserciti angelici, altrimenti avrebbe detto: “il primo principe”, invece parla di “uno dei primi”, come a indicare che ce ne siano altri del suo stesso rango. In realtà, il versetto in questione, tradotto letteralmente, lascia capire attraverso l’uso di un superlativo che egli è ‘il primo dei primi capi’, e non ‘uno dei primi capi’.
La parola ’achad che si traduce comunemente col numero cardinale ‘uno’ è usata ugualmente col significato del numero ordinale ‘primo’. Quest’ultimo senso conviene in base al suo contesto.
Del resto, la succitata scrittura di Daniele 12:1 definisce Michele “il gran principe”, parlando di lui come di uno solo in quella posizione. Inoltre, mette in relazione il sorgere ('amàdh) di Michele, con ‘un tempo di angoscia, come non c’era mai stato dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo’. Questo è strettamente collegato al discorso che fece Gesù ai suoi discepoli, relativo alla venuta del Figlio dell’uomo, quando disse: “Allora vi sarà una grande tribolazione, quale non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà … così sarà la venuta del Figlio dell’uomo… E manderà i suoi angeli con gran suono di tromba per riunire i suoi eletti dai quattro venti, da un capo all’altro dei cieli.” Mt 24:21-31

Il “sorgere” di Michele corrisponde esattamente alla venuta, al sorgere del Figlio dell’uomo, Gesù, il quale viene con i suoi angeli, identificando ulteriormente Michele con Cristo.

Ma, qual è l’azione decisiva che compie Michele nel momento in cui “sorge” a favore del suo popolo? L’ultimo libro della Bibbia, risponde: “E ci fu una battaglia nel cielo: Michele e i suoi angeli combatterono contro il dragone. Il dragone e i suoi angeli combatterono, ma non vinsero, e per loro non ci fu posto nel cielo. Il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù; fu gettato sulla terra, e con lui furono gettati anche i suoi angeli. Allora udii una gran voce nel cielo, che diceva: "Ora è venuta la salvezza e la potenza, il regno del nostro Dio, e il potere del suo Cristo, perché è stato gettato giù l’accusatore dei nostri fratelli, colui che giorno e notte li accusava davanti al nostro Dio." Riv 12:7-11
Sì, Gesù Cristo, nel suo ruolo di capo degli eserciti angelici, sorge e compie la sua prima azione, liberando i cieli da Satana il diavolo, ‘il gran dragone’, e dai suoi angeli malvagi. Poco più avanti, Giovanni descrive un guerriero seduto su un cavallo bianco, con un esercito di angeli al suo seguito: questo fa pensare all’arcangelo Michele, che è stato posto a capo delle schiere angeliche. Di lui viene detto che ha un nome, “un nome che nessuno conosce fuorché lui. Era vestito di una veste tinta di sangue e il suo nome è la Parola di Dio. Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed erano vestiti di lino fino bianco e puro.” Riv 19:12-13

Il guerriero con gli eserciti che lo seguivano, è chiamato: ‘la Parola’: altro elemento a favore dell’identificazione dell’Arcangelo con Gesù!
C’è poi un altro riferimento scritturale, dove l’apostolo Paolo, scrivendo ai Galati, parla di Gesù Cristo come di un angelo, e scrive: “Al contrario mi accoglieste come un angelo di Dio, come Cristo Gesù stesso.” Gal 4:14
Per i Galati, ricevere Paolo era come ricevere un angelo, la stessa cosa che ricevere Cristo Gesù. Cristo può essere considerato “un angelo di Dio”, benchè rispetto agli angeli Gesù sia sicuramente in una posizione superiore.

Uno dei primi Padri della chiesa, che identificò l’arcangelo Michele con Gesù, fu Giustino Martire. Nel suo ‘Dialogo con Trifone’, scrisse: «Vi è cioè, e vien detto esserci, un Dio e Signore diverso dal creatore di tutte le cose, che è chiamato anche angelo per il fatto che annuncia agli uomini ciò che vuole annunciare loro il creatore di tutte le cose, al di là del quale non c’è altro Dio… è un altro Dio rispetto a quello che ha fatto tutte le cose, un altro intendo, per numero, non per distinzione di pensiero. Egli infatti non ha mai fatto nulla se non quello che il creatore del mondo, al di là del quale non c’è altro Dio, ha voluto che facesse o dicesse». [Dialogo con Trifone , pag. 203-56/4, pag. 205-56/11]

Che l’arcangelo Michele fosse il Figlio di Dio in uno dei tanti ruoli affidatigli dal Padre, lo testimonierebbe anche l’opera di un autore greco della prima metà del II secolo, ‘Il Pastore Erma’, nel quale si legge: “... E mi dice: ‘Che cosa cerchi?’. ‘Sono qui, rispondo, a chiederti che ordini al pastore addetto al castigo di uscire dalla mia casa perché troppo mi tormenta’. Bisogna che tu sia afflitto. Così dispose l’angelo glorioso nei tuoi riguardi. Egli vuole che tu sia provato’. ‘Che cosa ho fatto di tanto grave, rispondo, per essere consegnato a tale angelo?”. [Il Pastore, ‘Le Similitudini’. Si.7, LXVI,1]
Poco dopo, l’autore parla di quest’angelo glorioso come di Michele, dicendo: “L’angelo grande e glorioso è Michele che ha il potere su questo popolo e lo governa. Egli pone la legge nel cuore dei credenti e scruta se quelli cui la diede l’hanno osservata”.
La cosa interessante è che, subito dopo, parlando di lui come di un ‘uomo glorioso’, lo definisce ‘il figlio di Dio’, dicendo di lui: “Nessuno di questi angeli gloriosi arriverà a Dio senza di lui. Chi non prende il Suo nome non entrerà nel regno di Dio”.
Anche in un frammento di Melitone, Cristo figura quale «principe dell’esercito degli angeli», e Clemente Alessandrino sostenne che, nel corso della storia veterotestamentaria della salvezza, il Logos ha agito come angelo.
Novaziano denominò Cristo «primo tra tutti gli angeli», ossia il più alto principe degli angeli. Anche Cipriano, nei suoi Testimonia, asserisce che ‘l’uno e medesimo Cristo è angelo e Dio’, mentre Lattanzio, da parte sua, sviluppa la seguente equazione: “Cristo=spirito=angelo”.

Matthew Henry (1662-1714), nel suo commentario biblico analizzò la figura dell’arcangelo Michele, e con riferimento alla guerra in cielo tra la Michele e il dragone, descritta nell’Apocalisse, scrisse: “Michele e i suoi angeli da un lato, e il dragone e i suoi angeli dall’altro. Cristo, il grande Angelo del Patto e i suoi seguaci fedeli, contro Satana e tutti i suoi strumenti. Questi ultimi erano certamente superiori in numero e in forza esteriore rispetto al primo, ma la forza della Chiesa risiede nell’avere come capitano della sua salvezza il Signore Gesù. Il successo della battaglia: il dragone e i suoi angeli combatterono, ma non vinsero. Ci fu una grande battaglia, ma la vittoria spettò a Cristo e alla sua Chiesa, e il dragone e i suoi angeli non furono soltanto sconfitti, ma buttati fuori.” [Commentario Biblico, Vol II, pag.778, III, 2-3 ]
Matthew Hanry riconobbe che il ‘Michele’ della Bibbia è Cristo, il Figlio di Dio, ‘il grande Angelo del Patto’, e attribuì la vittoria di questa battaglia celeste, al capitano della salvezza della Chiesa, il Signore Gesù.

Credo che ci siano sufficienti elementi per giungere alla conclusione secondo cui l'arcangelo Michele sia lo stesso Figlio di Dio, Gesù!


biblista

[per una più dettagliata spiegazione, vedi il libro: "A sua immagine"-Eidon Edizioni]
barnabino
00venerdì 10 luglio 2009 17:55
Vorrei anche aggiungere che in Filone la figura dell'arcangelo è identificato con il Logos mediatore con Dio.

Shalom
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