pavel43, 16/10/2009 20.19:
Provo a spiegarmi un’ultima volta .
La domanda è
Può sembrare singolare il fatto che Gesù in questo passo si rivolse a sua madre chiamandole "donna", apparentemente sembra una mancanza di rispetto. Ma sicuramente c'è stata una motivazione ben precisa.
La mia attenzione va alla motivazione dell’apparente scortesia di Gesù, che in sostanza è la stessa che ha dato da fanciullo
«Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo essere nelle cose del Padre mio?»
In merito a questo leggo:
La risposta di Gesù non era irrispettosa, ma era severa. Richiamò all'ordine la sua stessa madre. Gesù non era al suo servizio. Era Geova che STABILIVA per lui COSA DOVESSE fare, COME DOVESSE farlo e QUANDO DOVESSE farlo.
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Probabilmente Geova colse quell'occasione per COMANDARE a suo figlio di iniziare la sua opera manifestandosi come "figlio di Dio".
A cui aggiungo dall’ultimo intervento
lui, come "figlio di Dio" DOVEVA ATTENDERE le disposizioni di suo padre al riguardo.
Ora mi pare di vedere un Padre col telecomando puntato sul Figlio
Non pensate che l’obbedienza del Figlio sia una sua LIBERA ADESIONE alla volontà del Padre?
Meglio ancora se Lui e il Padre sono una cosa sola uno sola è la volontà.
Questo comprendo io.
Bella l'idea del telecomando... fossimo pure noi, così sincronizzati con la volontà di Dio.... ma non lo siamo.
Ciò che io dicevo, non è mio. Lo ha detto Gesù stesso:
(Giovanni 5:19-20) 19 Perciò, rispondendo, Gesù proseguì e disse loro: “Verissimamente vi dico: Il Figlio non può fare una sola cosa di propria iniziativa, ma solo ciò che vede fare dal Padre. Poiché qualunque cosa Egli faccia, questa fa pure il Figlio in modo simile. 20 Poiché il Padre ha affetto per il Figlio e gli mostra tutte le cose che egli stesso fa, e gli mostrerà opere più grandi di queste, affinché vi meravigliate.
Se questo sincronismo col Padre piaceva a Gesù, non vedo dove stia il problema.
Certo, che Gesù non è un Robot che agisce su "telecomando".
Con tali parole egli ci insegna una cosa che solo un uomo perfetto saprà fare, infatti solo Gesù riuscì a farla.
La volontà (intesa come suo proposito) di Dio in tutto e per tutto.
Gesù non accelerò i tempi, e tantomeno li ritardò. Quando stava spirando sul palo, lo fece capire benissimo dicendo:
"E' compiuto!"
(Giovanni 19:30) 30 Quando ebbe dunque ricevuto il vino acido, Gesù disse: “È compiuto!” e, chinando la testa, rese lo spirito...
No, In cielo i rapporti Padre figlio sono certamente più liberali.
Tale stretta dipendenza Gesù la volle mentre era sulla terra al fine che TUTTO ciò che Geova aveva nel suo proposito di fare, fosse fatta.
Non dobbiamo dimenticare che in una difficilissima situazione Gesù espresse un certo dissenso, chiedendo se fosse possibile una diversa soluzione, rimettendosi poi comunque alle decisioni di suo Padre.
(Luca 22:41-44) 41 Ed egli stesso, allontanatosi da loro circa un tiro di pietra, piegò le ginocchia e pregava, 42 dicendo: “Padre, se lo desideri, rimuovi da me questo calice. Tuttavia si compia non la mia volontà, ma la tua”. 43 Quindi gli apparve un angelo dal cielo e lo rafforzò. 44 Ma, entrato in agonia, continuò a pregare più intensamente; e il suo sudore divenne come gocce di sangue che cadevano al suolo.
Perciò poi, spirando, disse:
"E'compiuto".
Anche noi, quando saremo perfetti, e Geova ci chiederà di fare qualcosa di importante, la faremo in modo consono alla sua volontà e potremo anche noi dire (senza dover morire) "E' compiuto!"
ma non ora.