IN COSA CREDONO I TESTIMONI DI GEOVA

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Roberto Carson
00sabato 8 agosto 2009 21:23
I testimoni di Geova fanno parte di una religione cristiana presente in tutto il mondo e si impegnano per parlare ad altri dì Dio, il cui nome è Geova, e di suo Figlio, Gesù Cristo. I Testimoni si rifanno al modello del cristianesimo del I secolo. Credono che oltre a farci avvicinare di più a Dio, vivere secondo i principe della Bibbia dia un senso alla vita, promuova forti vincoli familiari e aiuti le persone a divenire cittadini onesti e produttivi.

Bitonto, 07/08/2009

LA BIBBIA
È l'infallibile e ispirata Parola di Dio e su di essa i testimoni di Geova basano tutte le loro credenze. Alcune parti della Bibbia vanno intese in senso figurato, simbolico.- 2 Timoteo 3:16,17; Rivelatone (Apocalisse) 1:1.
La Parola di Dio dà consigli pratici e intramontabili su argomenti quali matrimonio, vita familiare, relazioni umane, ricerca della felicità e molti altri soggetti. (Efesini 5:33-6.4; Matteo 5:3; 7:12) I testimoni di Geova ritengono che la Bibbia sia l'unica fonte di vera guida. - Salmo 119: 105; Giovanni 17:17.

DIO
Geova è il nome del solo vero Dio, il Creatore di tutte le cose. Come tale è degno di ricevere la nostra adorazione e la nostra devozione. Le sue principali qualità sono amore, giustizia, sapienza e potenza. — Salmo 83:18; 1 Giovanni 4:8; Rivelazione (Apocalisse) 4:11.

GESU'
È II Figlio di Dio. Venne sulla terra dai cielo e diede la sua perfetta vita umana come sacrificio di riscatto. La sua morte e la sua risurrezione hanno reso possibili la salvezza e la vita eterna per coloro che esercitano fede in lui. Ora Gesù regna in cielo quale Re del celeste Regno di Dio, che presto porterà la pace sull'intera terra. Gesù non pretese mal di essere uguale a Dio e quindi non fa parte di una Trinità. — Giovanni 3:16; 14:28; Rivelazione (Apocalisse) 11:15.

LO SPIRITO SANTO
È la forza attiva di Dio, che egli impiega per compiere la sua volontà e guidare i suoi servitori. Geova Dio si servi dei suo spirito, la forza più potente dell'universo, per creare tutte le cose animate e inanimate. (Salmo 33:6) Geova usò il suo spirito santo per guidare i pensieri di scrittori umani e trasmettere loro il suo messaggio. — 2 Timoteo 3:16, 17; 2 Pietro 1:20, 21.
I cristiani ricercano e seguono la guida dello spirito sia nella vita privata che nel ministero, dando prova di ciò nei loro rapporti con gii altri - Giovanni 16:13; Galati 5:22, 23.

VIVERE NELLA SOCIETA'
Ci sono testimoni di Geova a ogni livello sociale; non vivono fisicamente appartati da chi non condivide la loro fede. Vivono, lavorano e vanno a scuola con persone di ogni fede religiosa con cui mantengono rapporti cordiali. I testimoni di Geova seguono l'esempio dì Gesù di ‘non fare parte del mondo’ nel senso di evirare le controversie e i pregiudizi contrari allo spirito cristiano che oggi dividono l'umanità. Pur non facendo vita ascetica evitano gli eccessi legati alla ricerca dei piaceri, della ricchezza e della preminenza — Giovanni 17:15, 16; 1 Giovanni 2:15, 16.

I GIOVANI
I testimoni di Geova si interessano vivamente del benessere dei giovani. Geova Dio attribuisce grande valore all’adorazione che gli viene resa dai giovani e desidera che essi siano felici. (Salmo 110:3; Ecclesiaste 11:9, 10). Anche Gesù mostrò sincero interesse per i giovani. [Matteo 19:14) I testimoni di Geova considerano i giovani fedeli degli esempi da imitare. — 1 Timoteo 4: 12.

Riferimenti

Ilario Musicco
Congregazione Cristiana Testimoni di Geova
Bitonto Italia
ilario.musicco@fastwebnet.it
+39 340 70 50 598


Tratto da: www.informazione.it/c/D2CF0283-92C3-4A3B-9E1E-24B89160D25A/IN-COSA-CREDONO-I-TESTIMONI-...
pavel43
00domenica 9 agosto 2009 10:41

I testimoni di Geova seguono l'esempio dì Gesù di ‘non fare parte del mondo’ nel senso di evirare le controversie e i pregiudizi contrari allo spirito cristiano che oggi dividono l'umanità.



A me pare che a partire da questo stesso forum i tdG affrontano le controversie e quelli che considerano i pregiudizi contrari allo spirito cristiano.
Non di meno faceva Gesù affrontando spesso situazioni pericolose.
Forse ‘non fare parte del mondo’ va spiegato diversamente.
Roberto Carson
00domenica 9 agosto 2009 20:08

Forse ‘non fare parte del mondo’ va spiegato diversamente.



No caro Pavel, il punto è spiegato in maniera esatta e chiara.

"I testimoni di Geova seguono l'esempio dì Gesù di ‘non fare parte del mondo’ nel senso di evirare le controversie e i pregiudizi contrari allo spirito cristiano che oggi dividono l'umanità."

I TdG non 'fanno parte del mondo', infatti non partecipano alle guerre, non nutrono nessun tipo di pregiudizio razziale o di altro genere, non partecipano alle proteste pubbliche e non prendono parte a nessun altro tipo di manifestazione che fomenti violenza o odio.


A me pare che a partire da questo stesso forum i tdG affrontano le controversie e quelli che considerano i pregiudizi contrari allo spirito cristiano.
Non di meno faceva Gesù affrontando spesso situazioni pericolose.



Si, questo forum in parte fa quello che tu menzioni, ma questo non significa affatto "fare parte del mondo".

pavel43
00lunedì 10 agosto 2009 08:22

I TdG non 'fanno parte del mondo', infatti non partecipano alle guerre, non nutrono nessun tipo di pregiudizio razziale o di altro genere, non partecipano alle proteste pubbliche e non prendono parte a nessun altro tipo di manifestazione che fomenti violenza o odio.



Prima mancava questa spiegazione

posso chiederti cosa ne pensi di questa interpretazione?

Giovanni 15,19 Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia.
. Il ragionamento di Gesù è il seguente: "il mondo, nel suo egoismo, ama ciò che s'assomiglia ad esso, e amerebbe voi pure, se solo il vostro ideale di religione e di moralità tosse simile al suo. L'odio del mondo dunque è sicura prova che siete miei discepoli".
commento
La male fa parte di questo mondo, è dentro ciascuno di noi, ma noi non siamo del mondo, nel senso che non dobbiamo amare nel mondo ciò che in se stesso il mondo ama(le logiche di potere), dobbiamo amare nel mondo ciò che in se stesso il mondo odia, cioè collaborare alle opere della bontà di Dio(pace giustizia…).





barnabino
00lunedì 10 agosto 2009 11:06
Caro Pavel,


La male fa parte di questo mondo, è dentro ciascuno di noi



Su questo ci sarebbe da discutere, infatti se il "peccato" dimora nella nostra carne non è così per il "male" in senso più generale. Peccato e male non sono proprio sinonimi, I Gv 5 dice:

"Sappiamo che chiunque è stato generato da Dio non pratica il peccato, ma Colui che è stato generato da Dio vigila su di lui e il malvagio non fa presa su di lui. Noi sappiamo che abbiamo origine da Dio, ma tutto il mondo giace nel potere del malvagio"

Dunque qui il male non è quello dentro di noi, la matura peccaminosa, ma è l'influenza del malvagio, l'Iddio di "questo mondo".


ma noi non siamo del mondo, nel senso che non dobbiamo amare nel mondo ciò che in se stesso il mondo ama (le logiche di potere), dobbiamo amare nel mondo ciò che in se stesso il mondo odia, cioè collaborare alle opere della bontà di Dio (pace giustizia)



Infatti è quello che fanno i TdG, rifuggono le logiche do potere a cui inevitabilmente è sottoposta la politica e perseguono pace e giustizia, che sono rappresentante dal Regno Messianico. Non è la pace e la giustizia umana che dobbiamo perseguire, ma quella di Dio, non con strumenti umani veràà il regno, ma secondo Gesù per intervento divino.

Shalom
pavel43
00lunedì 10 agosto 2009 16:27
Possiamo dire che l’uomo sperimenta il male attraverso il peccato?
Quindi se il male non è nell’uomo non sarà necessariamente nell’uomo “politico”.
Né la “struttura politica” è necessariamente il male ma la “struttura politica” come “logica di potere” . Da questa bisogna rifuggire. Ma chi opera in una “struttura politica” con “con logica di servizio” assumendosi il peso delle relative responsabilità
si dedica al bene comune
barnabino
00lunedì 10 agosto 2009 17:41
Caro Pavel,


Possiamo dire che l’uomo sperimenta il male attraverso il peccato?



Qui il discorso è differente, Giovanni parla del male non come peccato, ma come influenza di Satana sul mondo o sistema di cose.


Quindi se il male non è nell’uomo non sarà necessariamente nell’uomo “politico”



Non mi pare che nessuno abbia mai associato il male all'uomo, ma al sistema di cose sotto il controllo di Satana. Entrare in quel sistema significa inevitabilmente accettarne lo logica e le regole, pur con tutte le buone intenzioni non si può andare contro quelle regole, perché il sistema non lo accetta. Voglio dire: è fatica specata, a cosa sono serviti governi di ispirazione cristiana? Hanno forse evitato guerre disastrose, crisi economiche, massacri? Dio al potere sulla terra? E quando mai Di o ha dato ordine all'uomo di realizzarlo? E come? A costo di usare le armi contro i nemici politici o religiosi?


Da questa bisogna rifuggire. Ma chi opera in una “struttura politica” con “con logica di servizio” assumendosi il peso delle relative responsabilità si dedica al bene comune



Il problema è nei "limiti" e nelle "responsabilità". Quando la logica di servizio e la struttura che dovrebbe realizzarlo superano certi limiti di coscienza il "bene" può diventare molto relativo rispetto al "male" che viene fatto rispetto al punto di vista divino.

I TdG in quanto attori sociali portano la loro testimonienza entro al società, con un logica di servizio spesso impeccabile. Ma dobbiamo individuare dei limiti che sono invalicabili e che sono stati segnati da Gesù.

Gesù poteva tranquillamente impegnarsi con responsabilità in attività "politiche", nella "logica di servizio" poteva utilizzare il suo potere per indirizzare in quel senso i discepoli, ma altro era il suo messaggio e noi a quel messaggio di affidiamo.

Per Gesù non era impossibile sfamare folle, eppure lo fece solo in circosstanze eccezionali, e non verso tutti ma verso alcuni. Non cercò mediazioni politiche, che pure al suo tempo erano possibili, non fondò un partito, non rincorse il potere.

Shalom
pavel43
00martedì 11 agosto 2009 07:28


Il problema è nei "limiti" e nelle "responsabilità". Quando la logica di servizio e la struttura che dovrebbe realizzarlo superano certi limiti di coscienza il "bene" può diventare molto relativo rispetto al "male" che viene fatto rispetto al punto di vista divino.


E’ proprio quando il peccato si fossilizza in strutture sociali che Dio chiede di non separare la pratica religiosa dall’impegno sociale come unica coerente testimonianza:
Amos 5,21-24
21 Io detesto, respingo le vostre feste
e non gradisco le vostre riunioni;
22 anche se voi mi offrite olocausti,
io non gradisco i vostri doni
e le vittime grasse come pacificazione
io non le guardo.
23 Lontano da me il frastuono dei tuoi canti:
il suono delle tue arpe non posso sentirlo!
24 Piuttosto scorra come acqua il diritto
e la giustizia come un torrente perenne
barnabino
00martedì 11 agosto 2009 09:38
Caro Pavel,


E’ proprio quando il peccato si fossilizza in strutture sociali che Dio chiede di non separare la pratica religiosa dall’impegno sociale come unica coerente



Come ho detto il miglior esempio lo ha lasciato Gesù, nelle strutture sociali del suo tempo il peccato era fossilizzato a tutti i livelli, e le cose non cambiarono negli anni successivi.

Ma altro era l'impegno di Gesù, altro era quello di Pietro (il tuo papa) o di Paolo. L'obiettivo ed il fine del cristiano non era concentrato sull'impegno sociale, a meno che tu non mi faccia vedere dove, dentro le strutture e le leve di comando. Quello, semmai, era l'obiettivo dei farisei che attarverso la pratica religiosa volevano fungere è da moralizzatori e da mediatori con le classi dirigenti romane.

Non sottovalutare lo zelo e le buone intenzioni dei farisei in questo senso, il loro era un impegno sociale molto coerente, al di là degli eccessi a cui arrivarono. Interessante che l'obiettivo politico dei farisei portò come conseguenza al piano di soppressione di Gesù: la morte di un solo uomo valeva la salvezza della nazione? Politicamente ineccepibile la dicisione, e politicamente capita spesso di prendere decisioni di questo tipo, e loro scelsero, coerentemente dal punto di vista etico, quello che era il male minore...

Dunque se a livello individuale nessuno deve separare la pratica religiosa dalla coerenza a livello sociale (il cristiano non presterà ad interesse, non affamerà il vicino, non froderà, non evaderà le tasse, non accetterà corruzione) l'obiettivo del cristiano è seguire le orme di Cristo. La salvezza, la giustizia, il regno non verranno da mezzi umani, anche il più santo degli uomini non sarà in grado di eliminare le conseguenze del peccato.

Dunque forte impegno individuale ma nessuna compromissione con un sistema che riteniamo corrotto alla radice, perché a quelle regole del gioco Gesù non c'è stato... a Gesù furono offerti tutti i governi della terra, quale migliore occasione di non separare la pratica religiosa dall’impegno sociale? Eppure Gesù ha rifiutato... indicativo, non credi, rispetto all'idea di un "cristianesimo politico"?


Amos 5,21-24



Al tempo di Amos esisteva un'istituzione politica, un regno che era espressione di Dio sulla terra, la nazione d'Israele. Con il cristianesimo la nostra cittadinanza è nei cieli, come dice Pietro noi siamo forestieri e residenti temporanei...

Shalom
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