Caro Ortodox,
Caro barnabino, di deviazioni dalla Mishna ce ne sono tante nel processo di Gesù, a partire dall'ora e dal luogo a finire al momento di esecuzione della condanna
Se per te il Sinedrio era solo una manica di delinquenti e disonesti "perfidi giudei" è possibile che se ne infischiassero di tutte le regole, ma in quel caso non ci sarebbe stato bisogno di testimoni, di processo o altro, potevano uccidere Gesù quando volevano.
Non è così: il Sinedrio era composto anche da persone oneste, ad esempio Giuseppe d'Arimatea o Nicodemo che non avrebbero permesso gravi irregolarità, come
mettere a morte illegalmente qualcuno.
Poi dove lo leggi che il nome non doveva essere pronunciato durante il processo?
Ti ho già riportato le coordinate talmudiche.
Io leggo (mi sono informato) che la sola pronuncia del nome era passibile di blasfemia da punire con la morte, ovunque venisse pronunciato
Questo è vero solo per i III secolo dC e non per il I secolo, dove per esempio la Mishnah (Berechkoth 9,5) insegna che "si ordinò che ciascuno salutasse i suoi amici menzionando il Nome", forse per distinguersi da samaritani o dai cristiani.
Se come dici tu Gesù lo pronunciava a destra e sinistra
Non ho mai detto che lo pronuciasse a "destra e sinistri", non capisco dove lo deduci, ma piuttosto che ne faceva un uso
avveduto.
i farisei non avrebbero avuto alcun problema a farlo condannare per blasfemia da pronuncia di nome divino e a lapidarlo
La blasfemia non era nel pronuciare il nome ma nel
profanarlo. Se qualcuno accusato di apostasia (bestemmia) prima della sentenza (che poteva assolverlo come condannarlo) pronunciava il Nome questo lo rendeva immediatamente blasfemo, perché non era stato ancora giudicato innocente, e il Nome era nella bocca di un bestemmiatore.
Invece, siccome Gesù quel nome non lo pronunciò mai, questa sentenza non potè essere eseguita e si dovette ricorrere ai romani per farlo crocifiggere
E allora perché processarlo per bestemmia, con tanto di testimonianze confuse, se sapevano già di non poterlo mettere a morte, come era il loro piano? Potevano accusarlo da subito di sedizione.
Inoltre l'esecuzione di Stefano non viene fatta a seguito di una condanna (il processo infatti non si conclude ma viene bruscamente interrotto) ma sull'onda di una sollevazione popolare
Non direi proprio, quello fu un processo in piena regola davanti al Sinedrio. Atti dice:
"...lo presero con la forza e lo condussero
al Sinedrio. E presentarono
falsi testimoni, che dissero: “Quest’uomo
non smette di dire cose contro questo santo luogo e contro la Legge..."
Dunque un processo: non è "linciato" da dei facinorosi, ma il Sinedrio,
massima autorità giudaica, è riunito alla presenza del sommo sacerdote... non mi sembrano porprio quattro scalmanati! Ci sono poi dei
testimoni e c'è un'accusa chiara: bestemmia. Stefano con le sue parole ha profanato il tempio e la legge. Insomma,
un processo in piena regola.
Il nome non c'entra proprio niente altrimenti lo avrebbero ucciso molto prima che egli terminasse il suo discorso e Luca avrebbe specificato che questo era il motivo
Invece c'entra, perché lo "stizzimento" legalmente non ha alcun valore, e i testimoni (o
mi vuoi far credere che tutto il Sinedrio fosse corrotto?) potevano far intervenire le autorità romane, che non apprezzavano certo tumulti e linciaggi in città.
Se come tu dici potevano fare lo stesso con Gesù, ma non potevano: la bestemmia, stizza o meno, comportava solo l'allontanamento dalla comunità e questo (per Gesù) non bastava. Viceversa Stefano cita a memoria dei passi dell'AT dove compare il Nome Divino (o non vi compare, cosa dici?) sia nel TM che nella LXX in uso all'epoca e per questo formisce l'appiglio legale per lapidarlo (che era appunto la pena della bestemmia).
Ma Stefano viene considerato martire cristiano proprio perchè morì per Cristo e non per blasfemia della legge ebraica
A noi qui non interessano i "motivi" per cui venne messo a morte, ma l'appiglio legale usato per farlo.
Shalom