Ispirazione del Talmud e della Mishnah

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(SimonLeBon)
00martedì 21 luglio 2009 14:09
(SimonLeBon), 21/07/2009 6.01:


Provvedero'. Accetto pero' la sfida, pubblichero' stralci di Berakoth, che sono disponibili online, e tu mi farei vedere che per stile, contenuti, modo di esporre i fatti e scopo che si propone il testo è pari pari ad un testo ispirato degli "scritti".



Topsy:

All'epoca del II Tempio chi riteneva che Dio avesse rivelato la sua parola e la sua volontà metteva in forma scritta il messaggio che affermava di aver ricevuto, e per fare in modo che venisse accettato come tale, o firmava il proprio libro con il nome di un eroe biblico, o imitava la stile della Legge, dei Profeti e degli Scritti. I Libri Apocrifi dell'Antico Testamento rientrano nella prima categoria, gli scritti essenici nella seconda. Nessuno di essi è entrato a far parte del canone ebraico, non sono considerati sacri, nè ispirati.

Non è l'imitazione dello stile letterario dell'autore dei Salmi o del Libro di Ester il requisito su cui si fonda la autorevolezza dei Maestri della Legge (Giuristi). Il tuo disorientamento è dovuto al fatto che hai creduto che un trattato talmudico come "Berachot" fosse per contenuti, modi di esporre i fatti e scopo che si propone un fac-simile di Proverbi o di Ruth.

Lo stile e la formulazione del Trattato Berachot (Talmud), differiscono sia dagli "Scritti" che dalla "Mishnàh". E gli stessi trattati della "Mishnà" sono differenti tra loro per contenuto, esposizione e linguaggio: leggi ad esempio "Pirkè Avot" che in misura prevalente riporta "massime morali" e confrontalo con gli altri trattati che si occupano di "materia legale" o "ritualistica".

Stile e formulazione, variano a secondo del contenuto della materia trattata: dispute legali, leggende, parabole, anedotti, prediche.

Ovvero, presso l'ebraismo, non è considerato sacra ed ispirata un'opera, solo perchè risulta praticamente un "fac-simile", in tutto e per tutto, di Lamentazioni o del Cantico dei Cantici.



Dal tuo commento devo dedurre che probabilmente non sono stato chiaro.
Ci riprovo.
Leggendo tutto d'un fiato, seppure in qualunque traduzione, da Genesi fino a Malachia, i libri indiscutibilmente ispirati, non trovo in alcun modo "dispute legali, leggende, parabole, anedotti, prediche". Mosé non ha mai scritto, o fatto scrivere, "Dio mi ha detto, ma ad Aronne ha comunicato, per Miriam pensa che... comunque i suoi figli non la pensavano cosi' e fecero diversamente."
Di seguito, non leggo di tali dispute, dibattiti, opinioni, contraddizioni, smentite e ripetizioni in nessun'altro dei libri del canone ufficiale.
Ora almeno due sono i problemi che io vedo in questo momento:

1. O Dio ha cambiato completamente modo di ispirare i propri servitori, oppure questi testi non sono ispirati. Non in alcuno dei modi d'ispirare precedenti. Se non sono ispirati, allora le contraddizioni sono lecite, ma il valore ai nostri occhi è decisamente inferiore.

2. Questi testi non possono essere contemporanei del canone, altrimenti si tratterebbe di una specie di ispirazione "parallela" dalle modalità per certi aspetti contradditorie al primo. Devono essere testi successivi, scritti con la pretesa di dare un'interpretazione a quelli del canone oppure per risolvere questioni che quello non tocca.

Simon
.:mErA:.
00martedì 21 luglio 2009 15:51

O Dio ha cambiato completamente modo di ispirare i propri servitori, oppure questi testi non sono ispirati.


Ti è già stato spiegato magistralmente che Genesi, Isaia, Giobbe e il trattato di Berakhot sono ispirati in modo diverso e in misura diversa.

La Torah è il massimo livello di ispirazione;
I Profeti sono scritti tramite lo spirito di profezia, di livello inferiore all'ispirazione della Torah;
Gli Scritti sono ispirati tramite il Ruach Hakodesh (Spirito Santo) inferiore allo spirito di profezia.

Anche gli scritti rabbinici possono essere considerati come frutto del Ruach Hakodesh.
Ciascun maestro, essendo esperto delle Scritture e ricoprendo il ruolo di autorità per il popolo, esprimeva il suo punto di vista, diverso da quello di tutti gli altri rabbini.
Ribadisco che la contraddizione è del tutto normale per l'Ebraismo e non compromette l'ispirazione di un testo, anzi, lo arricchisce.

Shalom.
Roberto Carson
00martedì 21 luglio 2009 20:30

La Torah è il massimo livello di ispirazione;
I Profeti sono scritti tramite lo spirito di profezia, di livello inferiore all'ispirazione della Torah;
Gli Scritti sono ispirati tramite il Ruach Hakodesh (Spirito Santo) inferiore allo spirito di profezia.



E' documentato da qualche parte nelle Scritture che esistono questo gradi diversi di ispirazione?
Topsy
00martedì 21 luglio 2009 22:51
Re:
Roberto Carson, 21/07/2009 20.30:


La Torah è il massimo livello di ispirazione;
I Profeti sono scritti tramite lo spirito di profezia, di livello inferiore all'ispirazione della Torah;
Gli Scritti sono ispirati tramite il Ruach Hakodesh (Spirito Santo) inferiore allo spirito di profezia.



E' documentato da qualche parte nelle Scritture che esistono questo gradi diversi di ispirazione?




A questa domanda si può trovare risposta nel Topic in cui è stato trattato del canone ebraico delle Scritture.
.:mErA:.
00martedì 21 luglio 2009 23:41
Il versetto fondamentale era questo:
"Ascoltate con attenzione le mie parole: se tra voi c'è un mio profeta,io mi faccio conoscere a lui in visioni, gli parlo per mezzo di sogni.Ma è diverso per Mosè, mio servo. Egli ha autorità su tutta la mia casa. Io gli parlo direttamente in un linguaggio chiaro,senza enigmi.Egli mi vede apparire davanti a sé". (Numeri 12, 6-8)

Topsy
00mercoledì 22 luglio 2009 00:13
Re:
(SimonLeBon), 21/07/2009 14.09:




Dal tuo commento devo dedurre che probabilmente non sono stato chiaro.
Ci riprovo.
Leggendo tutto d'un fiato, seppure in qualunque traduzione, da Genesi fino a Malachia, i libri indiscutibilmente ispirati, non trovo in alcun modo "dispute legali, leggende, parabole, anedotti, prediche". Mosé non ha mai scritto, o fatto scrivere, "Dio mi ha detto, ma ad Aronne ha comunicato, per Miriam pensa che... comunque i suoi figli non la pensavano cosi' e fecero diversamente."
Di seguito, non leggo di tali dispute, dibattiti, opinioni, contraddizioni, smentite e ripetizioni in nessun'altro dei libri del canone ufficiale.
Ora almeno due sono i problemi che io vedo in questo momento:

1. O Dio ha cambiato completamente modo di ispirare i propri servitori, oppure questi testi non sono ispirati. Non in alcuno dei modi d'ispirare precedenti. Se non sono ispirati, allora le contraddizioni sono lecite, ma il valore ai nostri occhi è decisamente inferiore.




Ho già dimostrato "come e perchè" la tripartizione delle Scritture Ebraiche, in tre blocchi distinti non è affatto casuale, ma si ricollega al diverso livello di ispirazione profetica. Ciò dimostra come l'Eterno, per la concenzione ebraica, ispira diversamente per gradi e modalità, gli autori delle opere sacre dell'ebraismo.

Non è lo stile letterario o le modalità di esposizione di uno scritto che lo rende sacro ed ispirato. Ti ho già fatto osservare che tra un libro come Genesi o Esodo ed Ezechiele esiste una palese differenza di esposizione e contenuto, la stessa che è possibile ravvisare tra Levitico e il Cantico dei Cantici , ed anche che, l'imitazione di uno stile letterario della Bibbia Ebraica, non è requisito necessario per qualificarlo ispirato. Se così fosse, gli scritti di Qumran che per stile e formulazione imitano perfettamente i testi facenti parte del canone ebraico, dovrebero essere inclusi in esso, eppure non vi rientrano affatto.

Le dispute legali e il dibattimento, costituiscono il mezzo attraverso cui si è giunti a codificare le norme del Pentateuco che Dio ha comandato di osservare e salvaguardare. Deuteronomio prevede che Israele istituisca giudici e scribi, e che in caso in cui sorgano difficoltà nel decidere su questioni di diritto, è intimato agli ebrei di recarsi dai sacerdoti e dal giudice in carica "a quel tempo" e consultarli, di avere cura di quanto insegnano, agire in base alla legge che essi indicano e alla sentenze che emettono; e raccomanda di non deviere da quello che essi avranno esposto, né a destra, né a sinistra.

Le opere rabbiniche che si occupano di halakhah riportano quanto i sacerdoti e i giudici di ogni tempo hanno insegnato ed indicato. E si premurano di registrare in che modo si è giunti a definire una norma, una legge, un insegnamento, i pareri dei vari maestri che hanno partecipato al dibattimento, i versetti scritturali con cui confermano la loro opinione giuridica, ect.

Ora io mi chiedo, per quale ragione un tale resoconto dovrebbe inefficiare l' ispirazione e l'autorevolezza dell'opera che lo documenta?







2. Questi testi non possono essere contemporanei del canone, altrimenti si tratterebbe di una specie di ispirazione "parallela" dalle modalità per certi aspetti contradditorie al primo. Devono essere testi successivi, scritti con la pretesa di dare un'interpretazione a quelli del canone oppure per risolvere questioni che quello non tocca.



Le risposte alle tue domande li trovi nei manuali che si occupano di legislazione ebraica.



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