L'inferno

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Walter.Simoni
00martedì 30 giugno 2009 17:45
...luogo infuocato e di tormenti eterni?
Nella teologia dei tdG c'è la chiara negazione dell'inferno inteso come luogo di tormenti e di fuoco ardente, dove vengono relegate le anime impenitenti e malvage.
La Scrittura dice: “Il salario che il peccato paga è la morte”. (Romani 6:23) Questa dichiarazione biblica sostiene che la morte adamica è di fatto la punizione, il prezzo, il salario che si paga, per scontare il peccato ereditato. Dalla morte, per grazia di Dio si può anche tornare in vita, per mezzo della risurrezione dell'ultimo giorno.(Gv 5:28,29) Quando però tale peccato diventa uno sfacciato rifiuto dell'amore di Dio, e non c'è pentimento, allora la punizione definitiva diventa la morte PER SEMPRE, la negazione alla prospettiva di una vita futura, visto che la vita è il dono che Dio dà.
La Bibbia infatti sostiene che: "I giusti vivranno per sempre, e i malvagi saranno stroncati".(Salmo 37)
Come si legge, dnq: i malvagi saranno STRONCATI,... e credo che sia diverso dal concetto di TORMENTI e FUOCO ETERNO.

Come provano i ns amici sostenitori del contrario, la scritturalità di tale dottrina?
pavel43
00venerdì 3 luglio 2009 14:42
Fuoco e zolfo a parte, la dannazione non viene da Dio che ci ha creati per amarlo e conoscerlo.
L'uomo creato libero può scegliere il male e morire impenitente.
Ora se alla resurrezione si troverà in questo irrimediabile stato sarà per una sua scelta che Dio rispetterà.
Lo stroncamento sarebbe contrario alla libertà.
Walter.Simoni
00venerdì 3 luglio 2009 16:08
Re:
pavel43, 03/07/2009 14.42:

...
Lo stroncamento sarebbe contrario alla libertà.


Non capisco... perchè, l'essere relegati nel tormento eterno del fuoco inestinguibile - (vedi dottrina cattolica)- ... è più vicino alla libertà? [SM=g27994]


Walter.Simoni
00venerdì 3 luglio 2009 16:13
Re:
pavel43, 03/07/2009 14.42:

...la dannazione non viene da Dio...



Infatti! Essa è invenzione umana!
Ciò che Dio ha stabilito è che ciascun essere umano è libero di scegliere se VIVERE o MORIRE. Dio dà vita eterna a chi accetta di sottomettersi alla Sua volontà, mentre, in alternativa, riporta all'inesisteza (con la morte eterna), colui che decide liberamente di non assoggettarsi alla volontà divina.

Questo è ciò che deduco dall'insegnamento biblico!

Walter.Simoni
00venerdì 3 luglio 2009 16:19
Re:
pavel43, 03/07/2009 14.42:

...L'uomo creato libero può scegliere il male e morire impenitente. Ora se alla resurrezione si troverà in questo irrimediabile stato sarà per una sua scelta che Dio rispetterà.




In tal caso il suo destino sarà quello di coloro che non saranno trovati scritti “nel libro della vita”: gli impenitenti, vengono scagliati nel lago di fuoco, che significa la distruzione eterna o seconda morte. — Ri 20:15.
"Inoltre, chiunque non fu trovato scritto nel libro della vita fu scagliato nel lago di fuoco".



pavel43
00venerdì 3 luglio 2009 22:42

Non capisco... perchè, l'essere relegati nel tormento eterno del fuoco inestinguibile - (vedi dottrina cattolica)- ... è più vicino alla libertà?



E' forse più facile capire perchè Dio permette il male?Perchè permette che l'uomo perisca nel rifiuto del suo creatore?
Ma Dio "non" poteva che creare l'uomo libero, a immagine del suo essere che è la libertà.Ma si sa che la libertà comporta responsabilità. Come si concilia tale prospettiva con lo "stroncamento"?
Walter.Simoni
00venerdì 3 luglio 2009 23:15
Re:
pavel43, 03/07/2009 22.42:


Non capisco... perchè, l'essere relegati nel tormento eterno del fuoco inestinguibile - (vedi dottrina cattolica)- ... è più vicino alla libertà?


... Come si concilia tale prospettiva con lo "stroncamento"?



Credo d'averlo già espressa la ragione per cui Dio ha scelto come alternativa al dono della vita eterna, lo stroncamento eterno: semplicemente perchè "stroncamento" significa "negazione del dono", della misericordia concessa da Dio verso coloro che si sono mostrati umili e grati.
La punizione del fuoco ardente e del tormento è in contrasto con l'essenza di Dio stesso: l'amore. E' in contrasto anche con ciò che Dio ha stabilito come "punizione" per chi liberamente si oppone a Dio e alla sua volontà: "Il salario che il peccato paga è LA MORTE", ... e non "il tormento nel fuoco eterno".


E' forse più facile capire perchè Dio permette il male?Perchè permette che l'uomo perisca nel rifiuto del suo creatore?



Dio ha permesso il male per dimostrare la giustezza delle sue leggi. Ha voluto che l'uomo comprendesse da se stesso come sia impossibile avere successo nella vita, quando si esclude volutamente Dio e la sua volontà.

La ragione per la quale ha voluto che l'uomo perisse nel rifiuto del suo creatore è dovuta alla sfacciataggine di mettersi al posto di Diom pretendendo di fare le sue veci e di essere persino più capaci di Dio nella gestione di se stessi e degli altri.


Ma Dio "non" poteva che creare l'uomo libero, a immagine del suo essere che è la libertà.



Infatti l'uomo è libero, e in piena libertà ha scelto tra le due vie alternative che Dio gli ha posto dinnanzi: la via della vita o la via della morte?
L'uomo ha scelto per sè la via della morte, e Dio non può far altro che prenderne atto e rispettare la decisione responsabile che l'uomo ha scelto.


Ma si sa che la libertà comporta responsabilità.



E certo, mio caro: è ovvio che la libertà comporta responsabilità! La responsabilità che ricade sull'uomo è quella di aver deciso per sè e per la sua discendenza. E' a causa sua che oggi ne paghiamo lo scotto.

Shalom

pavel43
00sabato 4 luglio 2009 17:47

L'uomo ha scelto per sè la via della morte, e Dio non può far altro che prenderne atto e rispettare la decisione responsabile che l'uomo ha scelto.



siamo d'accordo rimane da stabilire cosa è questa morte
Walter.Simoni
00domenica 5 luglio 2009 13:45
Re:

pavel43, 04/07/2009 17.47:


L'uomo ha scelto per sè la via della morte, e Dio non può far altro che prenderne atto e rispettare la decisione responsabile che l'uomo ha scelto.



siamo d'accordo rimane da stabilire cosa è questa morte




La morte non è provocata soltanto dalla cessazione della respirazione e della pulsazione cardiaca, poichè da questa condizione ci si può anche riprendere e tornare a vivere, piuttosto, è la scomparsa della forza vitale o spirito dalle cellule del corpo, a procurare la morte di cui parla la Bibbia. (Sl 104:29; 146:4; Ec 8:8)

La Bibbia spiega che i morti “non sono consci di nulla” e che la morte è uno stato di completa inattività. (Ec 9:5, 10; Sl 146:4)
Quelli che muoiono finiscono “nella polvere della morte” (Sl 22:15), divenendo “impotenti nella morte”. (Pr 2:18; Isa 26:14) Nella morte non c’è menzione di Dio né lode a lui. (Sl 6:5; Isa 38:18, 19)

La morte è l'esatto contrario della vita: vivere significa: essere, esistere; morire significa al contrario: cessare di esistere, non vivere, non esistere.

Eppure, per quanto riguarda l'uomo timorato di Dio, la Bibbia rassicura che Dio si ricorderà di coloro che hanno fatto la sua volontà e li riporterà in vita, attraverso la risurrezione della carne.



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