Ma non capisco come si possa credere in una cosa semplicemente scritta su un libro.. senza nessuna prova scientifica, senza nessuna motivazione valida che dia forza alla tesi scirtta nella bibbia...
Chi crede più alla fede che alla scienza questo evento lo chiamano "miracolo"!
Sarebbe sorpreso di sapere che la maggioranza degli scienziati non condivide la sua "fede" scientista. Lei presuppone che nulla dovrebbe esistere e nulla si dovrebbe credere al di la del metodo scientifico?
E' una certezza debole, molto più di quella che Lei sembra dileggiare considerandola non logica.
Sono consapevole che viviamo in un era scientista dove si è persuasi a credere che la ragione costituisca la sola via d'accesso alla conoscenza e che una cosa non esista se non è scientificamente acclarata e dimostrata. Tuttavia il paradosso di una simile convinzione consta nel dato di fatto che abitualmente e tutti i giorni affidiamo la nostra capacità introspettiva ed induttiva su evidenze che non sono scientificamente dimostrabili. Farò solo due dei molteplici esempi concreti per illustrare la fallacia di quello che è a tutti gli effetti un sofisma molto comune nella nostra era tecnologica.
Nel momento in cui colloquio o scrivo, ad esempio, do per scontato che il mio interlocutore possegga le doti intellettive equipollenti a me medesimo. Credo cioè che egli sia dotato di una mente esattamente come ne sono dotato io. Questa evidenza non ha basi scientifiche. E' un assioma che accettiamo semplicemente perché lo deduciamo da determinati effetti, ma la certezza che il nostro prossimo possegga una mente come la nostra è ascientifica o metascientifica. Questo fatto, all'apparenza banale, è indimostrabile scientificamente: nulla può dimostrarmi che esista una mente come la mia nel corpo di un altro individuo. Quand'anche potessi avere accesso ad una tecnologia scientifica in grado di esperire la mente altrui, nel momento stesso in cui ne farei esperienza essa smetterebbe di essere la mente del mio prossimo per divenire la mia.
Ergo, qualsiasi argomentazione in favore dell'esistenza della mente altrui è un'induzione non dimostrabile scientificamente. Naturalmente non esiteremmo un istante a definire "pazzo" qualcuno che asserisse di essere la sola mente del pianeta, semplicemente perché l'esistenza di una mente al di fuori della propria non è dimostrabile empiricamente.
Ne deduciamo una verità metascientifica: Una cosa non è falsa semplicemente perché non si può dimostrare.
Altro esempio: tutti noi esperiamo cosa siano i sogni, tuttavia nessuno può dimostrarne l'esistenza: noi e solo noi siamo in grado di registrarne l'esperienza e siamo gli unici a cui appartengono. Non abbiamo nessun modo di dimostrarne l'esistenza ad altri. Collegando appositi strumenti per la registrazione dell'attività cerebrale possiamo scientificamente dimostrare un'attività neuronale e registrarla su un grafico. Tuttavia le varie fasi del sonno e la loro diversa registrazione non diranno mai ad un estraneo che cosa sia la visione a cui corrispondono quesi segni ondulatori.
O potrebbe forse dimostrarmi scientificamente la bontà e la genuinità dei sentimenti che prova verso chi le è caro?
E si potrebbe continuare a lungo su tutto ciò in cui crediamoe siamo certi pur non potendolo misurare o acclare col ricorso al metodo scientifico.
Ne deduciamo allora un'altra verità metascientifica e veniamo alla confutazione delle certezze scientiste del nostro lettore, ovvero che una fede per essere tale non può avere nessun requisito razionale o scientifico: Una cosa può essere razionale anche se non dimostrabile scientificamente e i due termini non sono assolutamente sovrapponibili come sopra esemplificato.
La fede implica certezza, ma una certezza che si fonda sulla propria esperienza. E' la certezza di una verità che non può essere provata mediante dati di fatto razionalmente cogenti, bensì di una verità della quale sono certo a causa della mia evidenza esperienziale e soggettiva.
Questa fede si basa su fatti, ragion per cui è razionale. I fatti tuttavia non sono riconoscibili né comprovabili col ricorso al metodo scientifico: io, persona vivente, sono l'unico strumento capace di "registrarli".
Naturalmente un "fatto" scientificamente dimostrabile non ha più dignità di uno non dimostrabile se sempre di "fatto" si tratta, come l'esistenza della mente altrui e dei sogni.
Con questo non è intenzione del credente svilire i progressi e la capacità d'indagine della scienza, ma solamente evidenziarne i limiti.
In conclusione è assolutamente vero che la realtà di Dio è un dato di fatto che non è dimostrabile scientificamente, ma non per questo è meno vero o reale di tutto ciò che non si possa dimostrare attraverso il metodo scientifico: poiché, a differenza di quello che si è indotti a credere, la scienza non è l'unico strumento per determinare se una cosa sia vera o meno.
Cordialità.