Microevoluzione e macroevoluzione.

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Roberto Carson
00giovedì 18 giugno 2009 22:11
Domanda:
Perdonate la mia ignoranza, ma vorrei sapere quale sia la differenza tra microevoluzione e macroevoluzione. Inoltre, perchè la microevoluzione non scaturisce prove per l'evoluzionismo?

Marisa Gitto
Methatron
00venerdì 19 giugno 2009 00:58
La microevoluzione è incontestabile ed un fatto acclarato oggetto di studio.

La macroevoluzione è una speculazione e una teoria prospettica.

La microevoluzione non può costituire un passo intuitivo verso l'accettazione della macroevoluzione per il semplice fatto che il dato osservativo non permette questo salto ideologico.

La microevoluzione agisce secondo pressioni selettive artificiali o naturali ed opera sul pool genico dell'organismo indirizzandone le potenzialità verso mutazioni vantaggiose o svantaggiose.
Tuttavia ciò che produce non è mai un nuovo organo, una nuova struttura, ma semplicemente una specializzazione di strutture già esistenti.
Al massimo si può ottenere una recessione di organi già preesistenti, ma mai l'insorgere di una nuova struttura o organo complesso.

Questi sono i dati che emergono dall'osservazione e dagli esperimenti condotti fortemente per dimostrare come l'evoluzione debba essere un fatto, ma che hanno dimostrato solo la malleabilità e la capacità d'adattamento biologico espresso nel potenziale genetico.

Possiamo quindi affermare che la microevoluzione, ben lungi dal dimostrare assunti evoluzionistici, è la dimostrazione di come i geni propongano e l'ambiente disponga.

C'è anche da osservare che i mutanti sono frutto di una specializzazione genetica che li rende sì più specializzati, ma allo stesso tempo meno idonei alla sopravvivenza. Generazioni di mutanti senza ricombinazione genetica rischiano una specializzazione estrema che al cambiamento delle condizioni ambientali si potrebbe tradurre in sicura estinzione a causa dell'impoverimento del pool genetico atto alla specializzazione.

Se desidera le porto ad esempio i più comuni casi di microevoluzione sia animale che vegetale.

Cordialità.
Roberto Carson
00venerdì 19 giugno 2009 07:52

Se desidera le porto ad esempio i più comuni casi di microevoluzione sia animale che vegetale.



Porta pure questi esempi, credo sia utile per capire meglio il punto.
Methatron
00sabato 20 giugno 2009 21:29
La Coleopa frigida e la Scatophaga stercorari sono insetti autoctoni dell'isola di Kerguelen sita nell'Oceano Indiano. A causa di agenti selettivi questi insetti hanno subito una regressione o una perdita delle ali. Una mutazione vantaggiosa che ha permesso loro di sopravvivere nell'isola. Se avessero mantenuto l'uso delle ali il forte vento che spazza l'isola li avrebbe soventi spinti in mare aperto dove li avrebbe attesi una morte certa.

In questo caso si parla di microevoluzione poiché gli agenti selettivi hanno operato su una struttura già esistente conducendo ad una specializzazione e all'atrofia o alla scomparsa di una struttura già presente. In nessun caso si è osservato l'insorgere di una nuova struttura.

Un pesce cieco l'Anoptichthys jordani, appartenente al genere dei Caracidi, vive in caverne prive di luce. Esteriormente non presenta organi della vista. Tuttavia all'interno presenta occhi atrofizzati frutto di mutazioni atte alla delezione. I pesci mutanti anche in questo caso presentano una regressione atta alla sopravvivenza, ma non si presenta nessuna mutazione inerente l'insorgenza di una nuova struttura. Ciò che si è evoluto e specializzato è una struttura già preesistente.

Una farfalla, la Biston Betularia ha subito una mutazione e tra il 1850 e il 1920 si impose una forma più scura a spese di quella più chiare. A prescindere dalle cause selettive anche in questo caso si tratta di microevoluzione in cui si è osservato uno spostamento delle frequenze alleliche senza nessuna formazione di nuove varianti. Anche le farfalle più chiare posseggono la melanina, sostanza bruna pigmentante responsabile della variazione cromatica scura, per cui il melanismo si poteva comparire anche senza la necessità di creare dei nuovi geni: è semplicemente un cambiamento nella regolazione della sintesi della melanina e della sua distribuzione sulle ali.

Si potrebbe continuare a lungo prendendo spunto anche dal mondo vegetale, ma credo che il concetto alla base delle due definizioni sia ormai chiaro.

Cordialità.
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