NOSTRA FIGLIA DESIREE- Una storia di vita e di fede.

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Roberto Carson
00domenica 24 maggio 2009 23:38
NOSTRA FIGLIA DESIREE- Una storia di vita e di fede.

Roberto Fiorentini, Eurolito S.P.A.

Roberto Carson
00domenica 24 maggio 2009 23:41
Prefazione di Maurizio Costanzo

Fra le brutte storie di questi ultimi anni certamente l'uccisione di Desirèe, 14 enne di Leno in provincia di Brescia, è tra le più terribili. Era il 28 settembre del 2002 quando tre minorenni e un adulto tesero una trappola a Desirèe Piovanelli per poi ucciderla. Maurizio Piovanelli, il papà di Desirèe, caparbiamente non ha abbandonato il suo paese pur avendo per vicino di casa quel Giovanni Erra, l'adulto del gruppo, e, in case abbastanza prossime, i familiari degli altri tre assassini.
A Maurizio Piovanelli manca disperatamente Desirèe come se sua figlia sia appena uscita di casa e il rito barbarico stia per compiersi. Ho avuto occasione di intervistare almeno tre volte il papà di Desirèe e ogni volta ho cercato di convincerlo ad abbandonare il suo paese cercando di disciplinare perciò le sensazioni, le memorie, le rabbie. E' un uomo cortese, Maurizio Piovanelli, e mi ha sorriso.
Ho capito che non c'era niente da fare: la partita l'avrebbe giocata fino in fondo, costi quel che costi. L'altra angustia riguarda le sentenze ondivaghe emesse negli ultimi mesi. Lui si aspetta che da un momento all'altro uno degli assassini di sua figlia venga rimesso in libertà e lui debba vivere il doppio schiaffo: quello della contiguità con i familiari di chi ha generato i mostri e forse anche i "mostri" stessi.

Roberto Fiorentini, che ha curato "Nostra figlia Desirèe': annota, in poche pagine, cose di grande interesse che agevolano il percorso nelle tipologie dei protagonisti. Nel libro si legge molto spesso di sconfinamenti, di sette sataniche e quant'altro. In questo caso la tragedia di Desirèe si andrebbe ad aggiungere ad altre analoghe. In una domanda a Maurizio Piovanelli si legge: "Maurizio, altri magistrati, nei primi giorni dopo il delitto, hanno spiegato che i tre ragazzi erano sotto "anestesia etica": Una frase agghiacciante perchè vuoi dire persone prive di morale che agiscono per impulsi terzi che non sono quelli determinati dalla nostra volontà:
E forse è vero se si pensa che alla lettura della sentenza gli imputati hanno riso. Negli occhi di Maurizio Piovanelli, un uomo mite, disperato, ma non rassegnato, si è aggiunto un ulteriore velo di tristezza. Da quando l'ho conosciuto devo ammettere di provare per lui una forte solidarietà. Malgrado la sua ostinazione nel rimanere a Leno, come gli ho detto a voce, gli ripeto per scritto di trovare il modo di andarsene da quella scenografia del dolore che lo accompagna da anni.

Roberto Carson
00domenica 24 maggio 2009 23:43
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