Ospedale di Nardò: operata testimone di Geova senza trasfusioni

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Roberto Carson
00lunedì 11 aprile 2011 18:02
Come forse molti sanno, i testimoni di Geova rifiutano le trasfusioni di sangue per credenze religiose ed è proprio per questo motivo che, in seguito ad un incidente stradale, la signora Ilde De Marco di 58 anni è stata trasferita a Nardò, dove l'operazione era fattibile, dal nosocomio in cui era stata trasportata subito dopo il sinistro cui era rimasta coinvolta.

Antonio Leo, ortopedico e direttore dell’unità operativa di ortopedia nell’ospedale di Nardò, ha spiegato come la sua equipe ha operato nel caso della signora De Marco: “i colleghi del primo ospedale in cui è stata trasportata la donna non hanno ritenuto eseguibile l’intervento in quanto la paziente, essendo testimone di Geova, rifiutava categoricamente qualsiasi tipo di trasfusione.

La frattura in questione, già al momento dell'incidente, comporta una notevole perdita di sangue che continua anche nel periodo post-operatorio e trattandosi, inoltre, di un intervento complesso e delicato si registra una ulteriore perdita ematica durante l’operazione. E' quasi sempre necessario, quindi, ricorrere alle trasfusioni per compiere questo tipo di interventi.

La paziente è stata trasferita a Nardò dove la mia equipe ha stabilito modi e tempi per pianificare al meglio l’intervento. Abbiamo procrastinato la data dell’intervento chirurgico in modo da arrivare alla data prevista con una massa ematica tale da poter permettere un tranquillo trasferimento in sala operatoria”.

L’operazione, effettuata il 5 gennaio, si è conclusa nel migliore dei modi e, infatti, la donna ha voluto ringraziare con una lettera il dottore Leo e tutto il personale medio e paramedico per la professionalità e competenza dimostrata. Con questo brillante intervento chirurgico è stato dimostrato che, laddove si mettano in pratica tecniche e strategie atte al massimo recupero del sangue durante un’operazione, si può affrontare buona parte degli interventi chirurgici senza far ricorso alle trasfusioni di sangue.

Oggi giorno - ha concluso Leo -, data la cronica carenza di scorte di sangue, è importante promuovere queste nuove soluzioni che possono essere applicate anche in pazienti che non hanno vincoli religiosi”.

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