Contributo di Anna Nuzzolo
Caro Fernando (9/1/10)
Sulla questione posta da Bruno Burzi («Parola inaffidabile?», 4/1/10) vorrei dire che sinceramente mi ha un po' sconcertato.
Sono d'accordo con te che non bisogna prescindere dalla presenza di Dio, cercando di fare a meno di lui e di quanto vuole dire a noi personalmente, pensando che tanto abbiamo la Bibbia. Questo lo condivido a tutto tondo, ma se Dio non ci avesse dato anche la Bibbia credo che sarebbe stato il caos più totale. Non pensi che ognuno avrebbe creduto e insegnato tutto ciò che gli fosse venuto in mente, spacciandolo per Parola di Dio? Come può un essere umano peccatore essere depositario obiettivo e sufficiente dei principi divini? Sono domande che emergono chiaramente in me al solo pensiero che Dio non ci avesse fatto pervenire nulla né di orale né di scritto. Anche perché noi non siamo Adamo, che aveva conosciuto Dio personalmente nel giardino di Eden, né i suoi immediati discendenti che hanno potuto sentire il racconto di questa esperienza di prima mano. Siamo discendenti troppo lontani e ben facili a traviarci.
Questo lo dico nonostante io, da tempo, non sopporti più molto di sentir definire la Bibbia come «il nostro manuale di istruzioni». Tutto ciò mi dà l'idea di qualcosa di freddo e meccanico, un po' uniformante - come se fossimo tutti uguali e le nostre vite fossero tutte uguali (fermo restando che i principi divini sono quelli pensati da Dio e non è che me li cambio io a mia immagine e somiglianza). Ma io non vedo Dio in questo modo, proprio perché ho sperimentato la sua presenza nella mia vita in maniera calorosa e personale. Lo ringrazio di cuore per la sua Parola scritta, che per me è fonte di insegnamento, di correzione, di incoraggiamento, di consolazione e tanto altro ancora, ma se io non potessi rivolgermi al Signore come una persona vivente, tutta la Bibbia non mi servirebbe a nulla.
C'è tanta gente che conosce la Bibbia, ma non conosce Dio, quindi evidentemente c'è una differenza fra le due cose, che necessitano obbligatoriamente di una sinergia che, quando manca, produce gravi problemi. Inutile conoscere la Bibbia, ma non sperimentare il Signore personalmente nella propria vita, ma mi sembra strano quando un cristiano dice appunto di credere nel Signore Gesù e non ha interesse a conoscere la Bibbia. In essa non ci sono delle fredde disposizioni divine, ma tutto un discorso di Dio, che mi spiega, mi racconta, mi corregge, mi ammonisce, mi istruisce, mi chiama, mi incoraggia, mi conforta... mi dice che lui c'è, è qui, nella mia vita, e vuole parlarmi e interagire con me. Per questo la Bibbia per me è molto preziosa, ma non sarebbe niente se Il Signore stesso non avesse mantenuto la promessa di essere con noi.