Perchè la morte di Gesù fu necessaria?

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Roberto Carson
00domenica 4 ottobre 2009 10:43
Domanda ricevuta in redazione

Cari testimoni di Geova, dopo che un iscritto al vostro forum mi ha invitato a dare un'occhiata, mi è venuta voglia di porvi una domanda (forse per voi banale), domanda che circa un mese fa feci al parroco della parrocchia che frequenta mai moglie (cattolica super praticante, a differenza mia che sono allergico alla religione), ma che a mio avviso non fu in grado di darmi una risposta soddisfacente, se non arrampicandosi magistralmente sugli specchi....
Venendo a noi la domanda è questa: che senso ha il fatto che Gesù dovesse morire per salvarci dal peccato? Se Dio è amore perchè mai avrebbe voluto la morte del figlio???
Spero che mi darete una risposta convincente!
Saluti

Giovanni Calamia
Roberto Carson
00mercoledì 7 ottobre 2009 17:24
Riceviamo la seguente risposta tramite ffz-mail dall'utente monseppe1:

Egr. sig. Giovanni Calamia.

La sua domanda è interessante. Permette di comprendere cose importanti. Dal momento che forse molte cose non le sono note, mi scuso per il lungo testo della risposta, ma è necessario ricordarle.

Come giustamente lei ricorda, Dio è Amore. Nessun padre amorevole "vuole" la morte del suo prorio e diletto figlio.

In effetti, però Dio "ha permesso" che tale suo figlio morisse nella carne su questa terra.
Era proprio necessario in tale atto di amore verso il genere umano implicare la vita di suo figlio?

Per capire tale modo di agire di Dio (il cui nome in italiano è noto come Geova), occorre comprendere che quando Geova stesso emette delle leggi, coerentemente Egli stesso si attiene a tali leggi. Non le cambia solo per suo tornaconto personale.

Le leggi di Dio sono buone e giuste per ogni uomo che le metta in pratica, per questo Dio stesso le considera sacre e le rispetta egli stesso, anche quando ciò gli può costare molto.

Nella sua creazione originale, Dio si propose di far vivere il genere umano in una condizione paradisiaca. Per tale sua creazione, aveva predisposto un luogo meraviglioso, il "giardino di Eden" inoltre, nella sua immeritata benignità, aveva pure predisposto che tale sua creazione (Adamo ed Eva e tutta la loro futura dicendenza) potessero vivere per sempre, senza malattie e sofferenze e senza mai invecchiare, mantenendo sempre un aspetto maturo e vigoroso, in perfetta salute.

A tal fine redispose mediante un potente angelo (da qui forse il concetto di un "angelo custode"), per una garanzia di sicurezza della loro stessa vita. Che tale garanzia fosse stata diposta per ogni creatura umana perfetta, affinchè nessuna calamità improvvisa potesse danneggiarla o causarne la morte improvvisa (incidenti, imprevisti ecc) fu ricordato anche a Gesù quando fu tentato da satana.

(Matteo 4:5-7) 5 Allora il Diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo pose sul parapetto del tempio 6 e gli disse: “Se tu sei figlio di Dio, gettati giù; poiché è scritto: ‘Egli darà ordine ai suoi angeli riguardo a te, ed essi ti porteranno sulle loro mani, affinché non urti mai il tuo piede contro una pietra’”. 7 Gesù gli disse: “È anche scritto: ‘Non devi mettere alla prova Geova il tuo Dio’”.

Mentre Dio aveva dato ogni cosa necessaria alla coppia originale, perfetta nel loro corpo, affinché potesse vivere una vita eterna felice e soddisfacente, Geova diede a tale due sue creature la capacità di decidere personalmente ciò che dovevano fare. Si chiama "libero arbitrio". Tale dono, avrebbe impedito che la nuova creazione fosse solo una specie di automa perfettamente riuscito. Insomma erano autonomi nell'esercizio della loro volontà.

Dio sapeva anche che l'esercizio di tale importante dono, il libero arbitrio, sena opportuna istruzione, poteva anche condurre ad una inclinazione egoistica nel tempo e ciò avrebbe potuto creare problemi nei reciprochi rapporti in tempi futuri.

Affinchè tale creazione umana fosse debitamente istruita, Geova decise di riservarsi il decidere cosa fosse bene o cosa fosse male per loro. A tal fine, espresse tale sua giusta scelta dando modo alla coppia edenica di mostrare rispetto e riconoscimento verso il loro padre e creatore, semplicemente ubbidendo ad un semplice comando.

(Genesi 2:15-17) 15 E Geova Dio prendeva l’uomo e lo poneva nel giardino di Eden perché lo coltivasse e ne avesse cura. 16 E Geova Dio impose all’uomo anche questo comando: “Di ogni albero del giardino puoi mangiare a sazietà. 17 Ma in quanto all’albero della conoscenza del bene e del male non ne devi mangiare, poiché nel giorno in cui ne mangerai positivamente morirai”.

Non era qualcosa di difficile, e tantomeno la coppia edenica veniva privata di alcuna cosa necessaria. Solo dovevano riconoscere il diritto di Dio di stabilire ciò che era bene e ciò che era male per loro, rappresentato appunto da uno specifico albero (uno dei tanti che erano in Eden), che a tal fine sarebbe stato sempre riservato a Dio.
la conseguenza per la trasgressione di tale comando era serissima. Sarebbero morti.

La storia è generalmente nota. Essi, istigati proprio dall'angelo che avrebbe dovuto proteggerli, e che con tale azione si rese "Satana (oppositore) e Diavolo (Bugiardo)", determinarono nel loro "perfetto" arbitrio di ascoltare tale oppositore di Dio e disubbidirono al comando che Dio aveva dato espressamente ad Adamo, coglendo il frutto pribito (era un letterale frutto; non è specificato se mela, pera o pesca) e mangiandone.

Per tale trasgressione, nel "giorno" (un periodo di quasi mille anni dal momento che originariamente erano stati creati per vivere in eterno) essi sarebbero morti.

Furono pertanto cacciati dal giardino di Eden per vivere la triste vita che oggi ancora tutti noi stiamo pure soffrendo essendo divenuti imperfetti nella carne.
Adamo ed Eva, mentre erano perfetti nella carne, avrebbero potuto generare figli perfetti, atti a vivere una perfetta vita in eterno.
Dopo il loro peccato, con la condanna a morte che meritarono per la loro ribellione e disubbidienza, i figli che generarono furono privi di tale perfezione o possibilità di vivere in eterno in perfetta salute senza mai invecchiare.

Proprio come lo stampo di un oggetto, perfettamente lavorato, avrebbe generato o stampato oggetti perfetti, una volta causata una seria ammaccatura o incrinatura di tale stampo, ogni oggetto che fosse successivamente stampato avrebbe ricevuto l'imperfezione dell'ammaccatura e della crepa. In modo simile, Adamo ed eva DOPO la loro condanna a morte, trasmisero ai loro posteri, ovvero a noi, solo ciò che avevano. la loro condanna a morte e la perdita della loro perfetta integrità fisica. La loro condanna, inevitabilmente fu trasmessa a tutto il genere umano e per tale motivo oggi tutti noi, buoni o cattivi che si sia, invecchiamo, ci ammaliamo, soffriamo e moriamo. lo ricorda anche l'apostolo Paolo:

(Romani 5:12) 12 Ecco perché, come per mezzo di un solo uomo il peccato entrò nel mondo e la morte per mezzo del peccato, e così la morte si estese a tutti gli uomini perché tutti avevano peccato . . .

Immagino il suo pensiero. Non era "giusto" che i senza colpa, i figli, fossero condannati per l'errore dei loro padri. E' però altrettanto vero che se un genitore (sciagurato, certamente) porta con sè il figlio in auto e decide di uccidersi mentre il figlio è in auto con lui, inveitabilmente tale figlio "muore ingiustamente" a motivo della negligenza del Padre (ripeto, sciagurato).

Come le ho ricordato all'inizio, Dio stesso si attiene alla sua legge. La condanna a morte era data, doveva essere eseguita indipendentemente dalle conseguenze. Responsabili di ogni effetto negativo e doloroso furono solo i nostri primogenitori che ascoltarono il ribelle Satana.

E' ancora l'apostolo paolo che ce lo ricorda:

(Romani 5:18-19) 18 Così, dunque, come per mezzo di un solo fallo risultò a uomini di ogni sorta la condanna, similmente anche per mezzo di un solo atto di giustificazione è risultato a uomini di ogni sorta che sono dichiarati giusti per la vita. 19 Poiché come per mezzo della disubbidienza di un solo uomo molti furono costituiti peccatori, similmente anche per mezzo dell’ubbidienza di uno solo molti saranno costituiti giusti.

Anche però ci svela come Dio, nella sua immeritata benignità avesse subito provveduto un mezzo di salvezza, pur attenendosi alle sue leggi, per i "senza colpa", che erano comunque condannati a morte dall'azione sciagurata dei nostri primogenitori.

Occorreva un "riscatto". Dove trovarlo dal momento che, come ricorda Paolo, era necessaria "l'ubbidienza" di un solo uomo? Ovviamente, avendo peccato l'uomo Adamo mentre era "perfetto", era necessario come riscatto che un "perfetto" figlio di Dio, come lo era Adamo nella carne, morisse fedelmente ubbidendo ad ogni legge di Dio fino alla sua morte stessa.

Qui interviene il grande amore che Geova, nostro Dio ha saputo mostrarci:

(Giovanni 3:16-18) ...“Poiché Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque esercita fede in lui non sia distrutto ma abbia vita eterna. 17 Poiché Dio ha mandato suo Figlio nel mondo non per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18 Chi esercita fede in lui non sarà giudicato. ...

Se lei come padre dovesse far liberare suo figlio da un rapitore, avendo a disposizione 1000 uomini, ne manderebbe uno solo? Per garantirsi la risucita, io credo che lei ne manderebbe 2000! reclutandoli se necessario.
Similmente, il nostro creatore, mandò ad adempiere questo doloroso aspetto della sua legge "anima per anima", ciò che aveva di meglio in quanto a fedeltà, amore, potenza e capacità.
Mandò il suo proprio figlio.

Era però Gesù una creatura spirituale, il "primogenito" di Dio. Fu pertanto necessaria una meravigliosa quanto grandiosa opera da parte di Dio. Con il consenso stesso di suo figlio gesù, che pure lui ci ha amati intensamente, come lui stesso disse:

(Giovanni 13:34-35) ...Vi do un nuovo comandamento, che vi amiate gli uni gli altri; come vi ho amati io, che anche voi vi amiate gli uni gli altri. 35 Da questo tutti conosceranno che siete miei discepoli, se avrete amore fra voi”.

e ancora disse:

(Giovanni 15:12-14) 12 Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come vi ho amati io. 13 Nessuno ha amore più grande di questo, che qualcuno ceda la sua anima a favore dei suoi amici. 14 Voi siete miei amici se fate quello che vi comando.

Gesù dovette essere mutato da grande cretura spirituale (dio o divino) che era nei cilei, in un misero, anche se perfetto uomo nella carne. Cessando di esistere come figlio di Dio in cielo e divenendo un "perfetto" figlio di Dio nella carne, sulla terra.

Sì, Gesù compì questo necessario sacrifficio di riscatto a favore di tutto il genere umano "volontariamente" con il consenso di Dio e Padre suo, Geova. Lo fece volenterosamente, benché fose cosa difficile e dolorosa, come ormai sappiamo, perché sia Geova che Gesù hanno amoto la loro creazione proprio come un padre amorevole può amare i propri figli a costo della sua stessa vita. Sia Geova che Gesù hanno dato il meglio di loro stessi a nostro favore.

Certo.. Dio "poteva" (è onnipotente) distruggere Adamo ed Eva e ricreare una nuova coppia umana perfetta; magari un poco più "robottizzata" per evitare ulteriori ribellioni. Lei, lo avrebbe trovato giusto? Gli angeli che in cielo osservavano ciò che accadeva a seguito della ribellione dei nosti primogenitori, che idea si sarebbero fatti del loro "Creatore"? Lo avrebbero amato perché, come dice la bibbia "Egli è buono"?

Sì, ha senso che Dio abbia usato proprio suo figlio Gesù per riscattarci. Ha proprio lo stesso senso che lo può avre per un padre che ami la sua progenie. Un padre che sia perfino pronto a sacrificare la sua propria vita a favore dei suoi figli.
Ha senso perché:

(1 Giovanni 4:16) ...Dio è amore, e chi rimane nell’amore rimane unito a Dio e Dio rimane unito a lui.

Speriamo di aver risposto alla sua domanda.

sinceri saluti.

un testimone di Geova.
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