Oggi gli ebrei italiani iscritti alle 21 Comunità del paese sono meno di 30.000 su una popolazione di 57 milioni.
Quasi la metà vivono a Roma, meno di 10.000 a Milano. Gli altri sono sparsi in Comunità definite “medie” (Torino, Firenze, Trieste, Livorno, Venezia) o “piccole”.
Prima della Shoà il numero degli ebrei residenti in Italia era ben superiore, e al numero ormai drasticamente ridotto di ebrei italiani sopravissuti allo sterminio, vanno aggiunti coloro che al tempo delle leggi razziali fuggirono all'estero e non fecero più ritorno in patria, e quelli che a tutt'oggi si trasferiscono definitivamente in Israele.
Nonostante tutto questo, l’ebraismo italiano resta vivo e vivace e i suoi rappresentanti hanno partecipato all'intesa stipulata fra lo Stato italiano e l’Unione delle Comunità ebraiche nel febbraio 1987 (poi approvata e recepita nella legge 8 marzo 1989 n.101) e allo Statuto dell’ebraismo italiano autonomamente adottato nel 1987.
Nell'
Intesa all'Art.3, la Repubblica Italiana riconosce agli ebrei il diritto di osservare il riposo sabbatico, e alle festività religiose ebraiche come il Capodanno (Rosh Hashanà), Yom Kippur, Festa della Legge (Simhat Torà), Pasqua (Pesach), Pentecoste (Shavuoth), e Digiuno del 9 di Av, si applicano le disposizioni relative al riposo sabbatico.