Schiavo Fedele e Discreto

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Roberto Carson
00sabato 5 dicembre 2009 23:17
Domanda ricevuta in redazione

Cosa intendete nello specifico voi testimoni con l'espressione "Schiavo Fedele e Discreto"?

Vittorio
Methatron
00lunedì 7 dicembre 2009 17:28
Intendiamo una classe di persone composta da tutti i cristiani in vita in un determinato periodo storico (presente e passato) che ricevono e professano la chiamata celeste per regnare con Cristo in cielo.
ortodox
00lunedì 7 dicembre 2009 22:39
Re:
Methatron, 07/12/2009 17.28:

Intendiamo una classe di persone composta da tutti i cristiani in vita in un determinato periodo storico (presente e passato) che ricevono e professano la chiamata celeste per regnare con Cristo in cielo.



Questa domanda ha sempre incuriosito anche me. Caro Methatron potresti essere più esplicito circa il significato di "classe di persone" e "professare la chiamata celeste"? Forse qualche esempio specifico potrebbe chiarire meglio.

Saluti
ortodox
Methatron
00martedì 8 dicembre 2009 00:42
Romani 8:16, 17 dice: Lo spirito stesso rende testimonianza col nostro spirito che siamo figli di Dio. Se, dunque, siamo figli, siamo anche eredi: eredi in realtà di Dio, ma coeredi di Cristo, purché soffriamo insieme per essere insieme anche glorificati.

Chiunque professi questa chiamata o dichiari la sua unzione dallo spirito ad essere coerede di Cristo si costituisce come suo schiavo fedele e discreto.
ortodox
00martedì 8 dicembre 2009 08:45
Re:
Methatron, 08/12/2009 0.42:

Romani 8:16, 17 dice: Lo spirito stesso rende testimonianza col nostro spirito che siamo figli di Dio. Se, dunque, siamo figli, siamo anche eredi: eredi in realtà di Dio, ma coeredi di Cristo, purché soffriamo insieme per essere insieme anche glorificati.

Chiunque professi questa chiamata o dichiari la sua unzione dallo spirito ad essere coerede di Cristo si costituisce come suo schiavo fedele e discreto.



Caro Methatron sinceramente non capisco il legame fra il passo che mi hai riportato e quello che dici. Paolo scrive che lo spirito rende testimonianza che siamo figli di Dio e coeredi di Cristo. Tu invece dici che qualcuno deve professare la chiamata e dichiarare la sua unzione dallo spirito. Qualcosa mi sfugge. Inoltre non si parla di schiavi fedeli o discreti. Potresti fare un esempio concreto?

Saluti
ortodox
Methatron
00martedì 8 dicembre 2009 11:55

Paolo scrive che lo spirito rende testimonianza che siamo figli di Dio e coeredi di Cristo.



Esatto. Cerco di esporre ciò che intendevo meglio e più chiaramente.

Il termine figurativo schiavo fedele e discreto viene usato da Gesù in risposta alle parole dei suoi discepoli che gli chiesero quale sarebbe stato il segno della sua presenza e del termine del sistema di cose. Ne parlano i vangeli sinottici nel resoconto di Matteo capitolo 24 versi da 45 a 51 e il parallelo resoconto di Luca capitolo 12 versi da 42 a 48. Quì viene chiamato economo.

In queste illustrazioni questo schiavo o economo viene investito della responsabilità di provvedere agli averi del Signore dispensando ciò che è spiritualmente necessario.

Un solo uomo non avrebbe potuto adempiere tale incarico nel corso dell'intera storia e nel diffondersi del cristianesimo ovunque sul pianeta, quindi evidentemente questo economo o schiavo, in seguito definito fedele e discreto per il suo operato, deve necessariamente rappresentare una classe di individui a cui è assegnato il compito di provvedere, nutrire e far crescere gli averi del Signore e un singolo individuo nominato tra il gregge.

L'uso del singolare per descrivere un gruppo non è inusuale: in Isaia ad esempio si dice "Voi siete i miei testimoni... pure il mio servitore" rivolgendosi alla nazione d'Israele oppure nella prima di Giovanni viene descritto l'anticristo come classe di molti singoli che si sarebbero identificati come anticristi per la loro condotta.

Nella prima ai Corinti ai capitoli 3 e 4 Paolo parla di un incarico a lui, e a quelli che ricoprivano simili ruoli all'interno della congregazione cristiana, affidato di economo dei segreti di Dio che doveva dispensare e adempiere fedelmente.

Dalla prima di Pietro capitolo 5 si evince che il dovere di dispensare cibo e avere cura del gregge, degli averi del signore, era affidato ai pastori tra di loro nominati dallo spirito. Chiunque riceve quest'unzione dallo spirito santo resa manifesta da una consapevolezza interiore come descritto nella scrittura di Romani che ho precedentemente menzionato rientra in questa categoria di persone aventi un'incarico speciale nella congregazione del Signore.

Spero di essere stato più chiaro.



ortodox
00martedì 8 dicembre 2009 12:08
Re:
Caro Methatron, nel passo di Matteo in genere si ravvisa un riferimento agli Apostoli e per successione apostolica ai vescovi della Chiesa che ricevono l'unzione e lo Spirito dalle mani del loro predecessore. Stai parlando di loro? Non credo ...

Saluti
ortodox
Roberto Carson
00martedì 8 dicembre 2009 13:53
Re: Re:
ortodox, 08/12/2009 12.08:

Caro Methatron, nel passo di Matteo in genere si ravvisa un riferimento agli Apostoli e per successione apostolica ai vescovi della Chiesa che ricevono l'unzione e lo Spirito dalle mani del loro predecessore. Stai parlando di loro? Non credo ...

Saluti
ortodox



Anche gli apostoli sono parte integrante della "Schiavo Fedele e Discreto" e anche tutti coloro che vennero unti con lo spirito successivamente.


ortodox
00martedì 8 dicembre 2009 14:47
Re: Re: Re:
Roberto Carson, 08/12/2009 13.53:



Anche gli apostoli sono parte integrante della "Schiavo Fedele e Discreto" e anche tutti coloro che vennero unti con lo spirito successivamente.





Caro Roberto, nel mondo cattolico e in quello ortodosso è convinzione diffusa che esista una successione apostolica e che l'unzione sia quella dei vescovi, dei papi, dei patriarchi che l'hanno ricevuta da chi l'aveva a sua volta ricevuta e così indietro fino agli Apostoli stessi, di Chiesa in Chiesa.

Sappiamo che PIetro e Paolo consacrarono i loro "successori" investendo ad esempio Timoteo nel caso di Paolo. Il quale Timoteo a sua volta unse altri episcopi secondo quanto lo stesso Paolo raccomanda.

Non mi è chiara invece la successione dei Testimoni di Geova. Chi sono gli unti? Questi stessi che io ho citato oppure altri?

Saluti
ortodox
barnabino
00martedì 8 dicembre 2009 15:10
Forse stiamo facendo un pò di confusione tra l'unzione in quanto essere generati con spirito e l'abitudine di ungere qualcuno quanto gli veniva conferito un incarico ufficiale.

Shalom

pavel43
00martedì 8 dicembre 2009 15:14
dice Methatron

Intendiamo una classe di persone composta da tutti i cristiani in vita in un determinato periodo storico (presente e passato) che ricevono e professano la chiamata celeste per regnare con Cristo in cielo.


Mi sorgono alcune domande:

Colui che si professa tale è riconoscibile e identificabile all’interno della congregazione?
Quale è la certezza che chi si professa tale lo è veramente?
Potrebbe successivamente a tale “professione” “inciampare” e perdere tale ruolo?
ortodox
00martedì 8 dicembre 2009 15:22
Re:
barnabino, 08/12/2009 15.10:

Forse stiamo facendo un pò di confusione tra l'unzione in quanto essere generati con spirito e l'abitudine di ungere qualcuno quanto gli veniva conferito un incarico ufficiale.

Shalom




Bene allora ritengo sia utile chiarire la questione.

Saluti
ortodox
Methatron
00mercoledì 9 dicembre 2009 01:56

Colui che si professa tale è riconoscibile e identificabile all’interno della congregazione?



E' identificabile se lo dice apertamente e se prende gli emblemi, pane e vino, durante la celebrazione della commemorazione della morte di Cristo.


Quale è la certezza che chi si professa tale lo è veramente?



E' una certezza interiore e in quanto tale appartiene solo alla persona, non c'è nessuna manifestazione esteriore che lo possa dimostrare.


Potrebbe successivamente a tale “professione” “inciampare” e perdere tale ruolo?



Certamente.
L'infallibilità non è prerogativa dell'uomo. Come alcuni cristiani unti del primo secolo inciamparono e furono espulsi dalla congregazione così anche oggi chi sente di avere la chiamata celeste può perdere tale privilegio: essa non è garanzia di nulla a parte se stessa. Naturalmente se si pente dei suoi peccati e ritorna nella congregazione manterrà ugualmente tale speranza così come accadde al fornicatore della congregazione di Corinti.
Methatron
00mercoledì 9 dicembre 2009 02:06

Sappiamo che PIetro e Paolo consacrarono i loro "successori" investendo ad esempio Timoteo nel caso di Paolo. Il quale Timoteo a sua volta unse altri episcopi secondo quanto lo stesso Paolo raccomanda.

Non mi è chiara invece la successione dei Testimoni di Geova. Chi sono gli unti? Questi stessi che io ho citato oppure altri?



La successione è fornita dalla consapevolezza interiore di cui parla Paolo nella sua ai romani, non dipende dal ricoprire un incarico o dall'essere investiti di autorità per svolgere un compito.
Tutti possono ricevere questa chiamata, l'unzione dello spirito ed essere dallo spirito generati come nati di nuovo, comprese le donne che non ricoprono incarichi di responsabilità in relazione all'insegnamento e al pascere il gregge in qualità di pastori.

Anche loro se unti dallo spirito costituiscono lo schiavo fedele e discreto adempiendo al loro mandato di economi nel limite delle loro possibilità.
amico di oreste
00mercoledì 9 dicembre 2009 07:56
Re:
Methatron, 12/9/2009 2:06 AM:


Sappiamo che PIetro e Paolo consacrarono i loro "successori" investendo ad esempio Timoteo nel caso di Paolo. Il quale Timoteo a sua volta unse altri episcopi secondo quanto lo stesso Paolo raccomanda.

Non mi è chiara invece la successione dei Testimoni di Geova. Chi sono gli unti? Questi stessi che io ho citato oppure altri?



La successione è fornita dalla consapevolezza interiore di cui parla Paolo nella sua ai romani, non dipende dal ricoprire un incarico o dall'essere investiti di autorità per svolgere un compito.
Tutti possono ricevere questa chiamata, l'unzione dello spirito ed essere dallo spirito generati come nati di nuovo, comprese le donne che non ricoprono incarichi di responsabilità in relazione all'insegnamento e al pascere il gregge in qualità di pastori.

Anche loro se unti dallo spirito costituiscono lo schiavo fedele e discreto adempiendo al loro mandato di economi nel limite delle loro possibilità.




Il problema da chiarire è che lo Spirito santo veniva trasmesso tramite l'imposizione delle mani, tranne nel caso della pentecoste e dei familiari di Cornelio, ma furono ovviamente eccezioni.
Da questo punto di vista quindi solo la chiesa cattolica e la chiesa ortodossa hanno questa ininterrotta trasmissione e solo di queste chiese si può dire con certezza che "le porte dell hades non le hanno sopraffatte".
Ciao
Alex Giustino
00mercoledì 9 dicembre 2009 09:40

Da questo punto di vista quindi solo la chiesa cattolica e la chiesa ortodossa hanno questa ininterrotta trasmissione e solo di queste chiese si può dire con certezza che "le porte dell hades non le hanno sopraffatte".



Caro AMO, vedo che nonostante il tuo sfoggio di cultura confondi la storia con la tradizione. Molti storici (anche cattolici) contestano apertamente la successione apostolica (non come dottrina, bensì come fatto storico). La successione dei Papi, per fare un esempio, non è così certa per molti secoli...


La pratica della genealogia episcopale ha radici molto antiche. Già nell'alto medioevo si tendeva ad indicare i predecessori genealogici di un vescovo, per sottolinearne la successione apostolica e dunque l'implicito riconoscimento dell'autorevolezza.

Nel medioevo, tra i vescovi nacque la necessità di creare uno stemma di riconoscimento, anche chiamato blasone per la propria persona e spesso veniva usato lo stemma di famiglia. A tal fine si sviluppò l’araldica, materia con regole precise per indicare poteri e podestà.

La genealogia episcopale è praticata da tutti i vescovi anche se non sempre si riesce a risalire con esattezza a prima del XV secolo per la mancanza di documenti certi (dopo il Concilio di Trento e la conseguente creazione dei registri parrocchiali la documentazione divenne molto più puntuale
Fonte: wikipedia voce Genealogia Pastorale



Per quel che riguarda la frase "le porte dell'Hades", quella cattolica è un'interpretazione confutata circa cinque secoli fa da Lutero...

ortodox
00mercoledì 9 dicembre 2009 11:34
Re:
Alex Giustino, 09/12/2009 9.40:


Caro AMO, vedo che nonostante il tuo sfoggio di cultura confondi la storia con la tradizione. Molti storici (anche cattolici) contestano apertamente la successione apostolica (non come dottrina, bensì come fatto storico). La successione dei Papi, per fare un esempio, non è così certa per molti secoli...



Caro Alex, questa osservazione mi sembra assolutamente irrilevante rispetto al problema. Che gli studiosi contestino qualunque cosa è fisiologico, che gli storici vogliano delle prove storiche è logico. Ma qui non stiamo parlando di storia: la successione apostolica è il portato della Tradizione e non può essere messa in discussione, poiché fin dal tempo degli Apostoli, ogni città del Mediterraneo, da Alessandria a Efeso, da Corinto a Roma, ha la sua linea di successione che nessuno si è mai sognato di contestare. La successione è prova a se stessa di Chiesa in Chiesa e ogni comunità ne preserva la memoria. Fai un salto ad Antiochia e capirai quello che intendo dire.

Purtroppo mi sembra che lo stesso non si possa dire per quanto riguarda un'eventuale continuità fra gli Apostli e i Testimoni di Geova, anche perché mi pare che nessuno degli Apostoli sia mai sbarcato a Brooklyn, mentre è accertata la presenza di Pietro e Paolo a Roma.

Non mi sembra quindi che nel vostro caso si possa parlare di alcuna continuità o successione. Le motivazioni "interiori" addotte da Methatron mi lasciano alquanto perplesso: come fa la comunità a riconoscere l'eventuale unto? Esclusivamente grazie alla sua auto proclamazione? O vi sono altri metodi di riconoscimento del designato?

Saluti
ortodox

Methatron
00mercoledì 9 dicembre 2009 11:41

la successione apostolica è il portato della Tradizione e non può essere messa in discussione



E di cosa stiamo parlando allora? Se non può essere messa in discussione accettala come dogma e buona pace a tute le motivazioni o spiegazioni alternative a quella che hai e che non si può mettere in discussione.


Le motivazioni "interiori" addotte da Methatron mi lasciano alquanto perplesso: come fa la comunità a riconoscere l'eventuale unto? Esclusivamente grazie alla sua auto proclamazione? O vi sono altri metodi di riconoscimento del designato?



Io non adduco nulla, ho citato una Scrittura ed è quella che attesta. E comunque se qualsiasi cosa ti si proponga s'infrange sulla non discutibilità della tua convinzione a che pro continuare la conversazione? Ogni cosa s'infrangerebbe sul tuo assioma, mi chiedo quindi perché chiedere se già sai tutto.
Alex Giustino
00mercoledì 9 dicembre 2009 11:50
Scusa, Ortodox, ma se un fatto storico (vero o presunto) deve essere accettato come indiscutibile solo per tradizione, non ci siamo proprio. Mi puoi portare una spiegazione biblica della successione apostolica. Quella sì che la considererei incontrovertibile. Ma non deve essere una frasetta buttata lì, fuori contesto. Se dev'essere indiscutibile dev'esserci una prova incontrovertibile.

E della S.A. prove storiche, nisba.
ortodox
00mercoledì 9 dicembre 2009 11:53
Re:
Methatron, 09/12/2009 11.41:

[
E di cosa stiamo parlando allora? Se non può essere messa in discussione accettala come dogma e buona pace a tute le motivazioni o spiegazioni alternative a quella che hai e che non si può mettere in discussione.



Caro Methatron, la successione apostolica non può essere messa in discussione semplicemente perché non esistono prove contrarie ad essa. Come già ti dissi, ogni città ne porta testimonianza e le fonti la confermano. Su cosa si baserebbe invece la tua contestazione? Quali prove adduci circa la sua non esistenza?



Io non adduco nulla, ho citato una Scrittura ed è quella che attesta. E comunque se qualsiasi cosa ti si proponga s'infrange sulla non discutibilità della tua convinzione a che pro continuare la conversazione? Ogni cosa s'infrangerebbe sul tuo assioma, mi chiedo quindi perché chiedere se già sai tutto.





La scrittura che hai citato attesta soltanto che lo Spirito dà testimonianza che noi siamo figli di Dio. Non vedo dove sta scritto che qualcuno possa autoproclamarsi unto ed essere poi accettato anche dagli altri. Nè in base a che cosa possa esserlo. Non so tutto, questa cosa infatti non l'ho ben capita. Ad esempio, esiste una persona che tu possa indicarmi come unto? Cioè conosci il nome di qualche unto?

Saluti
ortodox

Methatron
00mercoledì 9 dicembre 2009 12:14

La scrittura che hai citato attesta soltanto che lo Spirito dà testimonianza che noi siamo figli di Dio.



Non solo, dice anche che se ricevi questa testimonianza sei coerede di Cristo. Quindi unto dallo spirito santo a sua somiglianza. Ti senti coerede di Cristo? Coerede del Regno che predicava? Su chi regnerai?
ortodox
00mercoledì 9 dicembre 2009 12:15
Re:
Alex Giustino, 09/12/2009 11.50:

Scusa, Ortodox, ma se un fatto storico (vero o presunto) deve essere accettato come indiscutibile solo per tradizione, non ci siamo proprio. Mi puoi portare una spiegazione biblica della successione apostolica. Quella sì che la considererei incontrovertibile. Ma non deve essere una frasetta buttata lì, fuori contesto. Se dev'essere indiscutibile dev'esserci una prova incontrovertibile.

E della S.A. prove storiche, nisba.



Di passi biblici ce ne sono a bizzeffe e mi meraviglio che tu li chieda a me che non sono certo un biblista. Quelli che conosco io vanno da quelli che attestano come la Chiesa sia fondata su Gesù e sugli Apostoli (ad esempio in Efesini 2,20), fino a quelli che invitano a custodire il deposito della fede (Tito e Timoteo).

Paolo affida iil deposito ai suoi discepoli, che a sua volta lo trasmettono ad altri e così avveniva di Chiesa in Chiesa. Abbiamo testimonianze bibliche e storiche che confermano tutto ciò. Dipende cosa si intende per storia: ogni Chiesa di ogni città ha la sua tradizione che riporta la successione apostolica. E' storia viva perchè arriva fino ad oggi, e non storia che si studia sui libri. La Tradizione è storia a tutti gli effetti, anche se soltanto orale non ha certamente minor valore di quella scritta (che comunque esiste per ogni epoca). Anzi essendo viva il suo valore è nettamente superiore perchè coinvolge anche noi in prima persona. Noi viviamo nella stessa storia che va dagli Apostoli ad oggi.

Se poi vuoi mettere in dubbio tutto ciò, fai pure. Ma spetta a te l'onere della prova. Che fino ad ora non hai portato.

Saluti
ortodox
Alex Giustino
00mercoledì 9 dicembre 2009 12:17
Risposta sbagliata: sei tu che affermi la validità storica e biblica della successione apèostolica, che io nego su basi storiche, non teologiche: l'onere della prova è tuo.
amico di oreste
00mercoledì 9 dicembre 2009 12:59
Re:
Alex Giustino, 12/9/2009 12:17 PM:

Risposta sbagliata: sei tu che affermi la validità storica e biblica della successione apèostolica, che io nego su basi storiche, non teologiche: l'onere della prova è tuo.




Dal momento che la chiesa di Cristo sarebbe dovuta arrivare fino alla fine dei tempi è ovvio che essa ha dovuto avere una continuazione ininterrotta, papi a parte è fuori discussione che il passaggio tra fedele e fedele nelle due grandi chiese ci sia stato, questa è stata ed è la prassi ininterrotta da 2000 anni, quindi anche se ci potrebbero essere delle lacune per quanto riguarda il vescovo di Roma, così non è per tutti i vescovi delle altre migliaia di chiese, ne basta solo una che sia ininterrotta per aver assolto questo compito, ipotizzare che questo non sia avvenuto in qualche periodo storico, capisci che è più difficile da provare rispetto al contrario.
Per quanto riguarda invece quello che voi chiamate "schiavo fedele e discreto" come puoi provare la sua continuazione dagli apostoli ad oggi?
Chi era questo schiavo nel 500DC nell'800, nel 1300 o nel 1600?
E se mi dicessi "non lo possiamo sapere, solo Dio lo sa" come puoi provare che la tua chiesa è la stessa che è esistita in questi 2000 anni?

Ciao
ortodox
00mercoledì 9 dicembre 2009 13:12
Re:
Alex Giustino, 09/12/2009 12.17:

Risposta sbagliata: sei tu che affermi la validità storica e biblica della successione apèostolica, che io nego su basi storiche, non teologiche: l'onere della prova è tuo.



Non è la risposta che è sbagliata, caro Alex. E' la domanda. Io affermo quello altri molto più illustri di me hanno affermato nel corso dei secoli, poggio la mia affermazione sul fondamento dei Padri, delle Scritture e della Tradizione, che è fatta di uomini che hanno dato testimonianza e non è un'entità vaga. Di fonti per quello che affermo ce ne sono quante ne vuoi, dalla bibbia alla testimonianza dei Padri e dei fedeli di tutte le epoche, alla Tradizione orale di vescovo in vescovo, di pope in pope, di archimandrita in archimandrita, gente che ha scritto e anche tanto! E non mi pare che gli storici della Chiesa concordino con quello che dici tu. Informati. Sei tu che devi dirmi di quali storici stai parlando, visto che stai mettendo in dubbio tutto ciò. E soprattutto dovresti specificare di quale Storia stiamo parlando. Quali sono gli strumenti storici che ritieni validi se escludi a priori la Tradizione e le fonti antiche? Questo non è fare storia, soltanto inutile polemica.

Saluti
ortodox
ortodox
00mercoledì 9 dicembre 2009 13:21
Re:
Methatron, 09/12/2009 12.14:

[

Non solo, dice anche che se ricevi questa testimonianza sei coerede di Cristo. Quindi unto dallo spirito santo a sua somiglianza. Ti senti coerede di Cristo? Coerede del Regno che predicava? Su chi regnerai?



Si caro Methatron, ma Paolo sta parlando ai Romani e per loro mezzo a tutti i fedeli "che sono in Cristo Gesù". Non a una classe di individui come da te sostenuto, ma a chiunque professi la sua fede ed è guidato dallo Spirito. In una parola, a chi è prte o membro della Chiesa di cui Gesù è il capo. Sono essi, e quindi anche noi, ad essere coeredi di Cristo. Non certo i testimoni di Geova, che da Roma oltretutto non sono mai passati negli ultimi 2000 anni e che anche volendo non potrebbero essere i destinatari della lettera paolina.

Questa scrittura mi pare francamente debole per sostenere che qualcuno possa svegliarsi la mattina ed autoproclamarsi unto dallo Spirito. Almeno a me così pare.

Saluti
ortodox
Spener
00mercoledì 9 dicembre 2009 13:30
Re: Re:
ortodox, 09/12/2009 13.12:



... Sei tu che devi dirmi di quali storici stai parlando, visto che stai mettendo in dubbio tutto ciò.



Beh, di storici che dubitano sulle liste episcopali ce ne sono diversi, invero. Ad esempio:

"le liste episcopali, specie per il periodo antico, sono malsicure, poichè l'intento di offrire elenchi completi o di retrodatare la fondazione di una comunità fino a renderla apostolica portò a inserire nomi incerti o inventati, a dilatare i tempi, a introdurre notizie e particolari di fantasia. [...] anche per Roma la successione dei vescovi è malsicura per il periodo più antico"
(G. Filoramo e D. Menozzi (a cura di), Storia del Cristianesimo - L'antichità, Ed. Laterza, Roma, 2001, pp. 374 ss)

Ma anche se le liste fossero sicure, personalmente concordo con Lutero che "apostrofando" i cattolici affermò: "quand'anche abbiate la continuità storica, avete indubbiamente perso quella teologica".

IMHO
Spener
ortodox
00mercoledì 9 dicembre 2009 13:38
Re: Re: Re:
Spener, 09/12/2009 13.30:



Beh, di storici che dubitano sulle liste episcopali ce ne sono diversi, invero. Ad esempio:

"le liste episcopali, specie per il periodo antico, sono malsicure, poichè l'intento di offrire elenchi completi o di retrodatare la fondazione di una comunità fino a renderla apostolica portò a inserire nomi incerti o inventati, a dilatare i tempi, a introdurre notizie e particolari di fantasia. [...] anche per Roma la successione dei vescovi è malsicura per il periodo più antico"
(G. Filoramo e D. Menozzi (a cura di), Storia del Cristianesimo - L'antichità, Ed. Laterza, Roma, 2001, pp. 374 ss)



Caro Spener, malsicure non significa false. E comunque i fenomeni di presunta falsificazione sono localizzati, non possono certamente essere estesi a tutta l'Ecumene, come giustamente faceva osservare l'Amico di Oreste. Sarebbe un'operazione a dir poco titanica cercare di provare che ovunque e in tutte le Chiese tale successione non sia realmente avvenuta. Spero vorrai considerare questo dato di fatto, da studioso intelligente quale ti reputo.



Ma anche se le liste fossero sicure, personalmente concordo con Lutero che "apostrofando" i cattolici affermò: "quand'anche abbiate la continuità storica, avete indubbiamente perso quella teologica".



Lutero ce l'aveva con la Chiesa Cattolica e non certo con quella Ortodossa [SM=g27988] Noi abbiamo anche quella teologica [SM=g28006] E comunque non è la successione apostolica che qui viene discussa. L'abbiamo tirata in ballo solo per notare come in ogni caso essa non posso mai essere reclamata dai testimoni di Geova. E questo è un altro dato di fatto. Torniamo al tema dello Schiavo Fedele?

Saluti
ortodox

Spener
00mercoledì 9 dicembre 2009 13:56
Re: Re: Re: Re:

Torniamo al tema dello Schiavo Fedele?



Yes, sir!
Torno nell'angolo [SM=g27986]

ortodox
00mercoledì 9 dicembre 2009 14:02
Re: Re: Re: Re: Re:
Spener, 09/12/2009 13.56:


Torniamo al tema dello Schiavo Fedele?



Yes, sir!
Torno nell'angolo [SM=g27986]




Eh eh eh mi fai morire Spener [SM=g27987]. Ma non capiti mai da queste parti? Sarebbe veramente bello incontrarti di persona.

Dai, non stare nell'angolo. Dicci qualcosa. Sai che divoro praticamente tutto quello che scrivi e che con te discuto sempre volentieri. Ammetterai che da tutto quello che è stato scritto finora poco si evince circa l'identità dello Schiavo Fedele. Credo tu ci abbia riflettuto sopra. Sono anche le tue riflessioni che mi interessano.

Ora però vado a pranzo, ho un buco nello stomaco che non mi dà pace.

Saluti
ortodox
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