Separazione per dissenso religioso

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Roberto Carson
00martedì 23 febbraio 2010 17:29
Domanda ricevuta in redazione

E' vero che i tdg possono separarsi dal proprio coniuge se questo non vuole convertirsi alla religione del coniuge testimone?

A.A.
monseppe1
00lunedì 1 marzo 2010 04:44
Re: Domanda ricevuta in redazione

Roberto Carson, 23/02/2010 17.29:


E' vero che i tdg possono separarsi dal proprio coniuge se questo non vuole convertirsi alla religione del coniuge testimone?

A.A.



Egregio sign. A.A.

NO!
Chi le ha detto questo l'ha male informata.

Per coloro che osservano gli insegnamenti di Gesù come espressi nella bibbia, il matrimonio è una istituzione originariamente stabilita da Dio, In Eden, Quando condusse Eva ad Adamo, e ne stabilì lo stretto legame che doveva esservi mediante il comando di procreare figli e riempire la terra.

Anche se in passato, in certi periodi storici fu concesso al popolo d'Israele di divorziare da una donna, tale il comando era generalmente era associa a situazione i impurità (tipo adulterio o simile).

Il pensiero per i cristiani di oggi sul matrimonio, lo esprime con chiarezza lo stesso figlio di Dio, Gesù:

(Matteo 19:4-9) ...Rispondendo, egli disse: “Non avete letto che colui che li creò dal principio li fece maschio e femmina 5 e disse: ‘Per questo motivo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno una sola carne’? 6 Così che non sono più due, ma una sola carne. Perciò, quello che Dio ha aggiogato insieme l’uomo non lo separi”. 7 Essi gli dissero: “Perché dunque Mosè prescrisse di darle un certificato di ripudio e di divorziare da lei?” 8 Egli disse loro: “Per la durezza dei vostri cuori Mosè vi concesse di divorziare dalle vostre mogli, ma non è stato così dal principio. 9 Io vi dico che chiunque divorzia da sua moglie, se non a causa di fornicazione, e ne sposa un’altra commette adulterio...

Quando due persone di diversa fede decidono comunque di convivere nel legame del matrimonio, lo decidono perché si amano. Sopratutto perché si amano, in quanto proprio la diversa fede è di per sé occasione di attrito o disaccordo.

L'apostolo Paolo infatti sconsigliò (se era questione evitabile) di contrarre matrimoni misti nella fede.

(2 Corinti 6:14) 14 Non siate inegualmente aggiogati con gli increduli...

Ammesso pertanto che ciò si sia verificato, o si verifichi quando uno dei due coniugi diventa testimone di Geova mentre l'altro mantiene la propria convinzione religiosa, nessuno consiglia o suggerisce una "separazione".

(1 Corinti 7:12-16) ...Ma agli altri dico, sì, io, non il Signore: Se un fratello ha la moglie incredula, ed essa acconsente a dimorare con lui, non la lasci; 13 e se una donna ha il marito incredulo, ed egli acconsente a dimorare con lei, non lasci il marito. 14 Poiché il marito incredulo è santificato in relazione alla moglie, e la moglie incredula è santificata in relazione al fratello; altrimenti, i vostri figli sarebbero realmente impuri, ma ora sono santi. 15 Ma se l’incredulo si separa, si separi; il fratello o la sorella non è in servitù in tali circostanze, ma Dio vi ha chiamati alla pace. 16 Poiché, moglie, che ne sai se non salverai [tuo] marito? O, marito, che ne sai se non salverai [tua] moglie?

Se però l'amore che in principio generò il legame che fece unire i due nel vincolo del matrimonio è nel frattempo venuto meno, può succedere che la diversa fede crei attriti nella vita coniugale che potrebbero divenire insopportabili per uno dei due coniugi.
(indipendentemente di chi ne sia la causa in torto).

In tal caso, potrebbe essere necessaria la dolorosa soluzione di una separazione. Questa separazione non pone fine al vincolo matrimoniale. Diverebbe solo una via necesaria da seguire per evitare danni peggiori. Paolo ancora consiglia:

(1 Corinti 7:10-11) 10 Agli sposati do istruzioni, non io ma il Signore, che la moglie non si separi dal marito; 11 ma se in realtà si separa, che rimanga senza sposarsi oppure che si riconcili col marito; e che il marito non lasci la moglie.

Se l'amore che unì la coppia era genuino, potrebbe anche riaffiorare.
Personalmente ho conosciuto diverse coppie che hanno imparato (amandosi realmente) a convivere pur nel mantenimento della diversa fede.

Perciò, se il coniuge mantiene la sua fede originaria, al cristiano è consigliato di fare tutto il possibile per mantenere vivo il legame matrimoniale. L'amore (altruistico) è di grande aiuto per questo.
In ogni caso, se i problemi dovessero degenerare divenendo un danno per uno dei due coniugi, sarà una scelta "personale" che sarà presa di volta in volta quando tale problema si dovesse presentare.

Fare coercizioni minacciando separazioni per indurre l'altro coniuge a mantenere la stessa fede o a condividere la nuova, (chiunque sia a farlo, sia testimone di Geova o no), oltre a non essere "cristiano" non è neppure amorevole.

Quindi, no! i testimoni di Geova in questo caso non "possono" (nel senso che sia "concesso" loro) di separarsi. Possono essere prese decisioni personali quando si dovessero presentare gravi problemi che le giustifichino, ma non è la soluzione che consigliono le scritture.

(1 Corinti 13:4-8) 4 L’amore è longanime e benigno. L’amore non è geloso, non si vanta, non si gonfia, 5 non si comporta indecentemente, non cerca i propri interessi, non si irrita. Non tiene conto del male. 6 Non si rallegra dell’ingiustizia, ma si rallegra della verità. 7 Copre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa. 8 L’amore non viene mai meno. ...

un sincero saluto, Giuseppe.


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