TERREMOTO DEVASTA HAITI

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Walter.Simoni
00mercoledì 13 gennaio 2010 16:02
www.youtube.com/watch?v=uxrkoXQqrDY&feature=player_embedded

www.youtube.com/watch?v=Q9mN-f6SLqI&feature=channel

Un terremoto devasta Haiti, migliaia di morti e dispersi. "Una catastrofe"

Un terremoto di grande intensità con due forti scosse tra i 7,0-7,3 gradi Richter ha ridotto in una distesa di rovine la capitale di Haiti Port-Au-Prince, due milioni di abitanti. Migliaia di persone sono rimaste inghiottite sotto le macerie. Crollati anche il palazzo presidenziale e la sede Onu. L'ipocentro delle quattro scosse è stato ad appena 10 chilometri di profondità. Ravvicinati gli epicentri, tutti in terraferma e nelle vicinanze della capitale: a 15 km a sud-ovest la prima, a 25 km. a ovest-sud-ovest la seconda e la terza, a 30 km. a sud ovest la quarta.
15.55 Il FMI esamina tutte le possibilità" per fornire aiuto - Il Fondo Monetario Internazionale è pronto ad aiutare Haiti. Il direttore del Fondo Monetario Internazionale, Dominique Strauss-Kahn, ha detto a Washington di "avere chiesto ai suoi collaboratori di esaminare tutte le possibilità" per fornire aiuto.
15.30 Dalla Germania aiuti per 1,5 milioni - Sale a 1,5 milioni di euro il valore degli aiuti umanitari che la Germania invierà ad Haiti per le vittime del terremoto. Oltre al milione di euro annunciato questa mattina dal ministero degli Esteri, il governo tedesco contribuirà per ulteriori 500mila euro attraverso il ministero per lo Sviluppo, secondo quanto ha annunciato oggi il responsabile di quest'ultimo dicastero, Dirk Niebel (Fdp).
15.15 - Recuperati 5 corpi nella sede Onu - Lo ha detto il responsabile per le operazioni di mantenimento della pace, Alain Leroy, precisando che si ignora la sorte di un centinaio di dipendenti dell'organizzazione internazionale.
15.10 - Frattini: immediato invio di aerei - "Abbiamo disposto l'invio immediato di un aereo italiano con generi di primissima necessità, vi saranno a bordo funzionari sia della Cooperazione che della Protezione civile", ha detto il ministro degli Esteri da Addis Abeba, dove si trova in visita, parlando dei primi soccorsi da inviare all'isola colpita dal terremoto. "L'aereo - ha precisato Frattini - è pronto a partire nel momento esatto in cui ce lo chiederanno. Abbiamo messo a disposizione un quantitativo di aiuti di emergenza, di viveri ma anche di tende. Quello che facemmo più o meno per lo Tsunami del 2006. Un valore di circa 500mila euro che abbiamo messo insieme in poche ore".
15.10 - Aiuti anche dall'Abruzzo - Una raccolta di fondi sarà avviata anche all'Aquila a favore della popolazione di Haiti, dopo il terremoto che ieri ha provocato migliaia di morti. Lo ha annunciato il sindaco del capoluogo abruzzese, Massimo Cialente, il quale, seppure in un momento di estrema difficoltà - in piena ricostruzione dopo il sisma del 6 aprile 2009 - non vuole rinunciare a un gesto di solidarietà. "Nessuno come noi aquilani può capire quello che la gente di Haiti sta passando - ha detto Cialente -. Ci sentiamo vicini, in una tragedia che colpisce un paese povero che non è certamente dotato del sistema di protezione civile che c'é in Italia".
15.00 - Alle 16 il discorso di Obama - Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, alle 16 ore italiane farà una dichiarazione sul terremoto che ha colpito Haiti.
14.55 - Caritas Italia: 100mila euro per emergenza - Dopo il fortissimo terremoto, Caritas Italiana, in collegamento costante con l'intera rete Caritas, ha subito lanciato un appello per poter contribuire alla realizzazione del piano d'emergenza ed ha messo a disposizione centomila euro per i bisogni immediati. In mattinata si è svolta una teleconferenza della rete internazionale Caritas per fare il punto sulla situazione. Le comunicazioni sono ancora interrotte e non è stato possibile contattare la Caritas nazionale. Alcuni centri Caritas, tra cui la sede del Catholic Relief Services, Caritas statunitense, e un centro per ragazzi di strada risultano lesionati.
14.50 - Testimoni: cadaveri ancora nelle strade - I cadaveri sono ancora riversi nelle strade di Port-au-Prince, mentre le autorità restano assenti: lo denuncia Carel Pedre, giornalista e conduttore radio tra i più famosi di Haiti, contattato telefonicamente dall'ANSA. "Sto girando nelle strade della capitale - ha detto Pedre -. I cadaveri sono ancora lì per terra. Le autorità non hanno diramato nessun annuncio. Né io ho visto agenti o militari impegnati nei soccorsi". "Qui c'é la distruzione totale, ora mi sposterò in periferia, voglio vedere come stanno le cose lì", ha aggiunto Pedre, che informa i suoi concittadini di quanto accade in tempo reale tramite il social network Twitter.
14.40 - Onu: centinaia di morti, grande sforzo umanitario - "Pensiamo che i morti ad Haiti saranno almeno centinaia". Lo ha detto il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon. L'Onu, ha aggiunto, è pronta ad uno sforzo senza precedenti per rispondere a questa catastrofe umanitaria: "Verseremo immediatamente 10 milioni di dollari". Ban Ki-moon ha anche espresso il proprio cordoglio al popolo colpito dal terremoto.
14.38 - Trentamila evacuati a Cuba - Circa 30 mila persone sono state evacuate da Baracoa (la città piu orientale del Paese) in seguito all'allarme tsunami per il terremoto ad Haiti. Lo rendono noto oggi i media cubani. In poco meno di un ora gli abitanti di Baracoa si sono rifugiati ieri nelle zone più alte della città e sono rientrati nelle proprie case in serata, quando è cessato l'allarme tsunami del Pacific Tsunami Warning Center degli Stati Uniti. L'evacuazione è avvenuta nonostante il Centro nazionale di inchieste sismologiche di Cuba avesse considerato "molto poco probabile" che ci fosse uno tsunami. Il terremoto è stato sentito forte anche nell' est di Cuba, distante 77 chilometri da Haiti.
13.45 - Missionario francese: la città è a terra - "Siamo a terra": una delle poche testimonianze che riescono ad arrivare da Haiti è quella di un missionario francese, padre André Siohan, dei missionari di Saint Jacques, tramite un messaggio di posta elettronica indirizzata da Port-au-Prince all'agenzia Misna. "Sono stato in centro città stamani per visitare le comunità religiose amiche: la zona è totalmente devastata e ci sono migliaia di vittime”.
13.45 - Ambasciatore di Haiti a Roma: per ora linee interrotte - "Per ora non abbiamo ancora notizie, forse a causa delle linee interrotte. Tra un paio d'ore avremo maggiori informazioni. Al momento siamo in contatto con Washington. Visto il fuso orario, potremo sapere qualcosa solo nel pomeriggio, quando ad Haiti sarà giorno". Lo ha detto l'ambasciatrice di Haiti in Italia, Benoit Geri, in merito al terremoto avvenuto ad Haiti.
13.40 - Allerta del dipartimento di Stato Usa - Il Dipartimento di Stato ha invitato i cittadini americani ad evitare qualsiasi viaggio ad Haiti fino a nuova disposizione. "Vi sono stati danni gravissimi ad Haiti e le comunicazioni restano molto difficili - afferma una dichiarazione del Dipartimento di Stato - Resta sempre la possibilità di nuove scosse". L'ambasciata Usa a Port-au-Prince ha creato una task force per dare assistenza ai cittadini americani che hanno bisogno di aiuto.
13.35 - Direttrice dell’Unesco: nessuna notizia del personale - L'Unesco non ha più notizie dei 14 membri del suo personale attualmente operanti ad Haiti. Lo ha annunciato la direttrice generale dell'agenzia Onu Irina Boskova, esprimendo la propria "preoccupazione" per le conseguenze del violento sisma che ha colpito l'isola.
13.30 - Frattini: "Preoccupato" - Il ministro degli Esteri è in costante contatto con l'Unità di Crisi della Farnesina e segue "con preoccupazione" l'evolversi della situazione ad Haiti, colpita stanotte da un devastante terremoto. Lo ha riferito stamani il capo dell'Unità di Crisi del ministero Fabrizio Romano in una conferenza stampa nella quale ha spiegato che la Farnesina continua ad essere in contatto in queste ore con le strutture diplomatiche italiane a Santo Domingo che coprono anche Haiti e con le Unità di Crisi degli altri Paesi dell'Ue. Romano ha parlato di un "quadro ancora confuso" nell'isola caraibica e di "una situazione che presenta caratteri di estrema fluidità ".
13.15 - Sarebbe morto il capo della missione Onu ad Haiti - Hedi Annabi e tutte le persone che si trovavano con lui nell'edificio della missione sarebbero morti a causa del terremoto. Lo ha reso noto il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner.
13.05 - "E' la fine del mondo" - Sono le parole con le quali si chiude un video girato da una donna poco minuti dopo il terremoto ad Haiti da una collina vicino a Port-au-Prince. La donna racconta in francese la propria disperazione mentre cerca di entrare in contatto con i propri familiari. Nel video, che può vedersi su Youtube, ci sono diverse immagini della capitale d'Haiti sotto una densa cappa di polvere.
13.00 - Negli Usa passeggeri descrivono il caos - "Abbiamo lasciato un paese nel caos". I passeggeri dell'ultimo volo Usa a lasciare Port-au-Prince sono giunti a Miami raccontando storie di orrore. "La gente piangeva ed urlava nelle strade - ha raccontato un passeggero haitiano appena giunto in Florida - Io pensavo che l'edificio dove stavo fosse stato colpito da qualcosa, perché ha cominciato a tremare, ma si trattava del terremoto". I passeggeri del volo American Airlines hanno detto che l'aeroporto di Port-au-Prince è in cattive condizioni. "Gli edifici dell'aeroporto sono stati gravemente danneggiati - ha raccontato un passeggero - i danni erano visibili anche dal nostro aereo".
12.45 - Ad Haiti anche due sorelle friulane - Si tratta di due religiose friulane, impegnate da anni nell'assistenza a bambini e famiglie. Le due suore, Anna D'Angela, originaria di Varmo (Udine), e Olivia Pia Colussi, di Casarsa (Pordenone), lavorano in collaborazione con l'associazione "Pane condiviso" di Colloredo di Prato (Udine), che da ieri sera non ha loro notizie
12.40 - Sisma più forte di Irpinia e Messina - L'intensità del sisma haitiano è stata di poco superiore a quella del sisma di Messina del 28 dicembre 1908 (magnitudo 7.0, 85.926 morti), ed ha superato anche quella del sisma che il 13 gennaio 1915 si verificò in Abruzzo (magnitudo 6.8, 32.610 morti); e del sisma che il 23 novembre 1980 colpì l'Irpinia e la Basilicata (magnitudo 6.8, 2.570 morti). Il sisma di Haiti è stato anche nettamente più forte di quello che il 6 Aprile dello scorso anno, alle ore 3:33, colpì L'Aquila e le zone limitrofe, che fu di magnitudo Richter 5.8 (circa 300 morti).
12.35 - La stampa locale: la capitale è morta - "In migliaia abbiamo dormito all'aperto stanotte. Dormito? Si fa per dire. Con la luce del giorno abbiamo scoperto una distruzione indescrivibile": è il testo di uno dei primi comunicati della stampa haitiana all'indomani della catastrofe che ha colpito l'isola, pubblicato sul sito Haitipressnetwork. "Le vittime sono numerose. I principali edifici della capitale sono crollati - continua il resoconto -. La cattedrale di Port-au-Prince, il palazzo presidenziale, gli uffici pubblici sono in ginocchio. Sono stati distrutti anche molti edifici scolastici, e centinaia di studenti e docenti sono intrappolati sotto le macerie". "La città è morta, una parte di Haiti è stata distrutta. Ad accrescere l'angoscia il fatto che da ieri le comunicazioni non vanno più".
12.30 - "Urla dalle macerie" - Lo ha detto, via chat su Skype, Fiammetta Cappellini dell'Avsi, che si trova a Port-Au-Prince. "Si sentono dalle macerie le grida di aiuto di chi è rimasto sotto e i parenti sono impazienti. Si disperano. Mancano le luci per illuminare la scena e continuare a scavare di notte. Non possiamo che attendere la mattina, ma questa notte è veramente nera per tutti noi".
12.10 - Facebook e Twitter in tilt - Si moltiplicano sui social network gli appelli a portare immediati soccorsi alla popolazione di Haiti, con Twitter spesso offline per eccesso di collegamenti. Sulla bacheca del gruppo Facebook "Haiti ha bisogno di noi, e noi di Haiti", oltre 2.200 le persone iscritte in poche ore, si susseguono le iniziative di solidarietà individuali e di gruppo per la raccolta di generi di prima necessità da inviare sull'isola. E non mancano gli appelli di persone che a Haiti hanno perso contatto con i propri cari: "Qualcuno ha notizie di danni nella zona di Belleville?", chiede un belga, così come altri europei, francesi e tedeschi in testa, ed americani.
11.45 - "La Chiesa cattolica si attiverà immediatamente" - Lo ha detto il Papa al termine dell'udienza generale: "La Chiesa cattolica non mancherà di attivarsi immediatamente tramite le sue istituzioni caritative per venire incontro ai bisogni più immediati della popolazione" di Haiti devastata da un terremoto che ha causato migliaia di vittime.
11.40 - Appello del Papa: "Serve generosità di tutti" - Un appello per Haiti, colpita la notte scorsa da un violento terremoto con migliaia di vittime, è stato lanciato da papa Benedetto XVI al termine dell'udienza generale. "Mi appello alla generosità di tutti - ha detto il Papa - affinché non si faccia mancare a questi fratelli e sorelle che vivono un momento di necessità e di dolore, la nostra concreta solidarietà e il fattivo sostegno della Comunità internazionale". Il pontefice ha anche assicurato l'impegno in questo senso della Chiesa cattolica.
11.10 - Dalla Germania aiuti umanitari per un milione di euro - Lo ha reso noto oggi il ministero degli Esteri tedesco. Il ministro, Guido Westerwelle, ha fatto il punto sulla situazione del Paese dopo il terremoto durante la riunione dell'Esecutivo. Il governo, secondo un comunicato del ministero, ha inoltre formato una unità di crisi per valutare le necessità della popolazione ed eventualmente prendere misure aggiuntive.
11.00 - Rischi di una nuova scossa molto forte - La possibilità che si verifichi "un evento sismico grande dopo un primo evento sismico analogo é molto alta, soprattutto nelle settimane immediatamente successive". Lo ha affermato l'esperto dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) Luca Malagnini, funzionario della sala sismica dell'Ingv, a proposito del terremoto devastante che ha colpito ieri sera Haiti, con una scossa di magnitudo 7 seguita da altre otto meno forti.
10.50 - Seriamente danneggiato un ospedale di Msf - A seguito del terremoto, le equipe di Medici Senza Frontiere (Msf) ad Haiti hanno constatato "danni significativi alle proprie strutture mediche, dove pazienti e operatori sanitari sono rimasti feriti e dove stanno giungendo i feriti". Lo riferisce la ong in un comunicato. L'ospedale traumatologico di Msf Trinit, con 60 posti letto, una delle poche strutture chirurgiche gratuite a Port-au-Prince, "é stato seriamente danneggiato dal terremoto. Sebbene sia difficile da confermare, i feriti sarebbero centinaia".
10.40 - In partenza squadra italiana di soccorso - Il dipartimento della Protezione civile in stretto coordinamento con il ministero degli Esteri, della Difesa e con la Croce rossa italiana, sta organizzando in queste ore un primo team di intervento per il soccorso alla popolazione colpita la scorsa notte dal terremoto. E' prevista oggi la partenza di un C130 della 46ma Aerobrigata che porterà nell'isola caraibica un ospedale da campo e un team sanitario specializzato in medicina di emergenza. A bordo del velivolo sarà presente anche una squadra del dipartimento della Protezione civile che a fianco delle autorità locali si occuperà di pianificare l'eventuale ulteriore invio di materiali e mezzi, anche sulla base delle necessità verificate sul posto.
10.25 - La Caritas Italiana lancia un appello per l'emergenza - "I danni sono enormi - afferma l'organizzazione che si è già attivata per gli aiuti anche a livello locale. Haiti - ricorda - è il paese più povero dell'America Latina ed è periodicamente provato da calamità naturali e crisi sociali. Dei circa nove milioni di abitanti, su una superficie che è poco più di quella della Sicilia, oltre la metà vive con meno di un dollaro al giorno.
10.20 - Sono circa 190 gli italiani che si trovano ad Haiti, in base ai dati in possesso della Farnesina. Lo ha detto ai microfoni di Radio Uno il responsabile dell'Unità di crisi, Fabrizio Romano. "Ci risulta che ad Haiti ci sono 180 connazionali iscritti all'anagrafe consolare ai quali va aggiunta un'altra decina di italiani che si sono iscritti al sito della Farnesina, Dove siamo nel mondo", ha riferito Romano. "Non possiamo naturalmente escludere che ve ne siano altri che non sono registrati al consolato e neanche al sito".
10.00 - Farnesina: al momento nessun italiano coinvolto - Lo ha detto a Radio Uno Rai Fabrizio Romano, capo dell'Unità di Crisi: "La mancanza di informazione non vuol dire che non ce ne siano", ha aggiunto Romano. "Stiamo naturalmente lavorando, sia direttamente attraverso le nostre strutture sul luogo, sia in contatto con le altre unità di crisi dei Peesi europei per arrivare a un quadro realistico e aggiornato". "I connazionali, iscritti all'anagrafe consolare, sono circa 180", ha precisato Romano, "ai quali vanno aggiunti una decina di italiani che si sono iscritti al nostro sito 'dove siamo nel mondo'. Non possiamo escludere che ce ne siano altri che non si sono registrati né al consolato né al nostro sito".
09.50 - Nessun finanziere italiano sull'isola - Fonti del Comando generale della guardia di Finanza, interpellate sulla presenza nell'isola di personale della Fiamme Gialle hanno precisato che "fino all'estate scorsa un militare e un ufficiale della Guardia di Finanza si trovavano in missione umanitaria presso l'Onu a Port-au-Prince, ma dall'estate scorsa non ci sono più".
09.40 - Anche l'ambasciata di Roma offre aiuti - "Non riusciamo a metterci in contatto con il nostro governo. I telefoni non funzionano, le mail non funzionano. Le uniche notizie che ci arrivano sono dalla nostra ambasciata a Washington. Il governo italiano ci ha offerto degli aiuti, ma non so dare ora i dettagli come del resto non sono ancora arrivate richieste precise da Haiti. Siamo comunque in contatto con il sottosegretario Scotti". A dirlo a CNRmedia Jerie Benoit, ambasciatrice di Haiti in Italia.
09.20 - Ci sarebbero due finanzieri italiani - A dirlo a CNRmedia è il portavoce dell'ambasciata italiana a Santo Domingo Gianfranco Del Pero. "Abbiamo notizia che forse due uomini della Guardia di Finanza si trovano ad Haiti, ma non abbiamo avuto nessuna conferma né sappiamo delle loro condizioni di salute". "Non riusciamo a metterci in contatto con Haiti. E' un problema nostro, dei colleghi francesi, americani, tedeschi e spagnoli con i quali stiamo collaborando. Nessuno ha davvero notizie per adesso.
09.10 - "Ci hanno detto che l'Hotel Le Montana sarebbe crollato". Ci hanno detto che c'erano 300 persone dentro e che solo cento ne sarebbero usciti, cosa che ci preoccupa moltissimo" ha detto ancora il responsabile francese. L'albergo si trova sulle colline che circondano la capitale haitiana non lontano dal quartier generale delle Nazioni Unite ed è considerato tra gli alberghi più lussuosi di Port-au-Prince. E' una costruzione moderna, bianca, con una piscina e grandi terrazze a dieci minuti dal centro abitato, ristrutturata recentemente perché costruita nel 1947. Joyandet ha anche detto di non aver per il momento informazioni sul numero esatto delle vittime e che "i militari stanno lavorando molto". Ad Haiti ci sono 1400 francesi di cui 1200 vivono nella capitale.
08.50 - Novemila uomini in missione Onu - E' di circa 9 mila uomini di numerosi paesi, tra militari e personale della polizia, il corpo internazionale della 'Minustah', la missione dell'Onu per la stabilizzazione di Haiti, il cui quartier generale a Port-au-Prince è stato distrutto dal terremoto. Lo rilevano i media del Brasile, paese che è alla guida della Minustah. Del totale del personale, circa 7 mila sono militari di diversi paesi (tra i quali, Usa, Brasile, Francia, Corea del sud, Argentina, Cile, Canada) e 2 mila poliziotti di quegli stessi stati più altre nazioni, molti dei quali africani e asiatici. Nell'elenco non è compresa l'Italia.
08.40 - Duecento persone sotto le macerie di un hotel - L'hotel si trova a Port-au-Prince ed è crollato in seguito al violento terremoto che ha colpito ieri la capitale haitiana: lo ha reso noto il Sottosegretario alla Cooperazione francese, Alain Joyandet.
08.20 - In corso saccheggi, corpi nelle strade - Scene di saccheggio nella Port-a-Prince devastata dal terremoto avvenuto ieri sera: i giornalisti dell'Agence France Presse giunti nella capitale haitiana hanno visto la folla portare via la merce da un supermercato rimasto parzialmente distrutto dal sisma. Lungo le strade del quartiere di Delmas giacciono morti e feriti: molti residenti della capitale stanno trascorrendo la notte in strada dopo aver abbandonato el loro abitazioni, molte delle quali crollate.
08.15 - Ad Haiti funziona un solo ospedale - Tre ospedali di Port-au-Prince sono crollati, e nella capitale haitiana colpita ieri da un violento terremoto è in funzione un solo nosocomio, che non è in grado di accettare ulteriori pazienti perché oramai collassato: lo ha dichiarato a SkyTg24 il vicepresidente della Croce Rossa Internazionale, Massimo Barra, spiegando che l'unica soluzione è l'allestimento di ospedali da campo. Tuttavia, con la viabilità della capitale in gran parte compromessa e l'aeroporto internazionale chiuso l'unica via di accesso è attraverso la confinante Repubblica Dominicana, dove non vi sono stati danni né vittime.
08.15 - Aiuti anche dalla Francia - Due aerei francesi con aiuti e squadre di soccorso sono in partenza oggi per Haiti, devastata da una serie di violente scosse di terremoto. Lo hanno reso noto fonti ufficiali a Parigi, precisando che un aereo decollerà da Fort-de-France e l'altro da Marsiglia.
08.00 - Si teme che i morti siano centinaia, il centro città è stato completamente distrutto, crollati numerosi edifici pubblici e anche la sede della missione delle Nazioni unite sull'isola. Le comunicazioni telefoniche sono interrotte. Gli Stati uniti si sono già mobilitati per inviare soccorsi e aiuti d'urgenza alla popolazione, tutte le capitali hanno preso contatto con le proprie rappresentanze diplomatiche sul posto.
07.58 - La Farnesina "sta verificando" la situazione, mentre il ministro degli Esteri Franco Frattini ha promesso che l'Italia "non lesinerà sforzi per essere in concreto vicina alla popolazione haitiana, e naturalmente agli italiani presenti nell'area del terremoto". Il sisma, magnitudo 7.0 che ha colpito Haiti è il più violento dal 1770, secondo i dati forniti dall'Usgs, l'Istituto di Geofisica americano. Il terremoto principale, seguito da diverse scosse di assestamento di magnitudo superiore a 5, si è prodotto alle 16.53 locali con epicentro a 15 chilometri ad ovest dalla capitale Port-au-Prince (due milioni di abitanti) e a una profondità di 8 chilometri.
07.45 - Allerta poi revocato - Il centro di prevenzione tsunami statunitense ha lanciato l'allerta per gran parte delle Antille - Cuba, Haiti, Repubblica Domenicana e Bahamas - e lo ha poi revocato. Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha espresso in un comunicato "tutta la sua solidarietà al popolo di Haiti dopo il devastante terremoto". Ban ha manifestato anche la sua più profonda preoccupazione anche per i numerosi componenti dello staff delle Nazioni unite, di cui non si hanno notizie. L'edificio di sei piani a Port au Prince che ospitava la missione delle Nazioni unite (MINUSTAH - Missions des Nationes Unies pour Stabilisation en Haiti) è stato quasi completamente distrutto dal terremoto.
07.45 - Fra i dispersi anche il capo della missione, generale Carlos Alberto dos Santos Cruz, di nazionalità brasiliana. Il presidente degli Stati uniti Barack Obama è intervenuto neppure un'ora dopo il sisma per esprimere il suo cordoglio: "I miei pensieri e le mie preghiere vanno a tutti coloro che sono stati colpiti da questo terremoto", ha dichiarato Obama in un comunicato. "Seguiamo la situazione da vicino e siamo pronti ad andare in aiuto del popolo di Haiti". L'Onu è presente ad Haiti dal 2004 con una forza di stabilizzazione di 9.000 uomini (Minustah) che ha contribuito alla riduzione della violenza in quello che è il paese più povero del continente americano.
13 gennaio 2010
Roberto Carson
00lunedì 18 gennaio 2010 18:20
Leogane, la città dei dimenticati "Vi imploriamo, venite a salvarci"

Nella provincia dell'isola tagliata fuori dai soccorsi
"Mia figlia l'ho salvata io scavando solo con le mani"



dal nostro inviato ANGELO AQUARO
La campana di Saint Rouse non suona più per nessuno. Adesso troneggia in mezzo alle macerie della chiesa che era un vanto della città. Quella all'angolo la chiamano ancora Grand Rue.

Ma c'è poco di grandioso a specchiarsi in un piazza di tende e miseria. Quanti sono i morti di Leogane? Cinquemila? Diecimila? "Io ho scavato con le mie mani per due giorni e due notti. Mia figlia, Guadana, era lì: sette anni. L'ho salvata, io, Maginot Petit, io con l'aiuto di mio fratello, Jerhal Petit. Vede? Questa era la nostra casa. Questo era il mio ristorante: 'Le Meraville de Jesus de la Misericordie'. Questa era la nostra vita. E cinque giorni dopo stiamo ancora aspettando".

Cristo si è fermato a Port-au-Prince. L'inferno dopo la capitale sono trenta chilometri di morti e macerie che nessuno nemmeno piange.

Trenta chilometri di vergogna per quel Primo Mondo che promette e non mantiene. "Perché nessuno ci viene a cercare? Perché nessuno ci aiuta a seppellire i nostri morti? Perché?". "Benvenuti a Leogane" dice il cartello verde all'ingresso della città punita da Dio e dimenticata dagli uomini. Ma la porta principale di questo inferno è un'altra. La porta principale è una decina di metri più in là. C'è scritto "Zealand Beach" e infatti questo è un posto di mare: non siamo ad Haiti, "L'isola dell'amore"? Eccoli, i primi tre corpi. Una donna pietrificata mentre urla aiuto, le braccia tese in avanti e il palmo delle mani all'infuori: ultima inutile resistenza. L'altra donna e il ragazzino invece sono su un fianco e sembrano riposare: non fosse per quegli occhi spalancati di paura. Una catasta come un'altra.

Leogane è la bocca dell'inferno. L'epicentro del terremoto che martedì scorso ha cancellato Haiti è a pochi chilometri da qui. Ma l'epicentro dell'attenzione internazionale è altrove. Leogane è una città fantasma: il 90 per cento delle costruzioni venute giù. Le vittime più alte di questa guerra che nessuno ha dichiarato. Quella che una volta era una città adesso sembra il set di un film di zombie. Non era un ritrovo di povera gente. Lo vedi dalle vittime della Grand Rue: Sogebank, Banque National, Banque Popoulaire. Questa era la città della canna da zucchero. Questa era la città della Fabrique de Kola. Ora solo cartelli e macerie. E la Coca Cola venduta ai banchetti del mercato nero nel piazzale d'ingresso: quello con il distributore Texaco dove un esercito di profughi sui camioncini si dà battaglia per la benzina che costa due dollari al gallone. Quattro volte il prezzo normale.
La piazza principale è un campo allestito con mezzi di fortuna. Non c'è una tenda di nessuna protezione civile del mondo. E' rimasta in piedi solo la Pharmacie che ha un nome che qualcuno potrebbe avere inventato in questi giorni di inutile attesa: "Perseverance". Mira Laumpalier è impalato davanti a quel che resta della sua casa: "Ho perso mia madre, ho perso mio padre, ho perso i miei due fratelli".

Lui l'unico che si è salvato. "Sì, da solo, come tutti qui, mi sono sollevato tra le macerie, intorno ancora le grida strazianti della Grand Rue. Era già buio". Adesso ha raggiunto gli zombie nella piazza del paese. Vive così. Possibile?

I più fortunati sono accolti nella Chiesa di Gesù Cristo degli Ultimi Santi. Rue Saint Laurent è la parallela dietro alla Grand Rue. È rimasta miracolosamente in piedi e abitabile. La Sala dei Testimoni di Geova all'angolo invece è venuta giù. Francoise Annui è la "mama" che ha provato a santificare la prima domenica dopo l'orrore con la prima messa. I bambini e le bambine sono in camicia bianca e cravatta nera: è la divisa della congregazione e nel paesaggio d'orrore quest'aggrapparsi alla normalità è accecante. "Che cosa potevamo fare? Abbiamo aperto le porte della Chiesa a chi voleva accamparsi. Hanno portato tutto loro: cioè niente". Joe Danton è nel consiglio della chiesa: "Questa è la vera vergogna del terremoto. Sa perché nessuno è venuto fin qui? Perché tutte le televisioni sono a Port-au-Prince. La Cnn è a Port-au-Prince. La Abc a Port-au-Prince. L'Nbc a Port-au-Prince. Vi imploriamo: salvateci. Fate sapere al mondo che ci stanno seppellendo vivi".

I morti sono quelli che non hanno più bisogno di niente. "Non c'è più nulla da scavare a Leogane. I miracoli li abbiamo finiti", dice Fednel Joseph. Al collo il fazzoletto d'ordinanza: protegge dalla polvere e dalla puzza dei cadaveri. Ma com'è possibile che nessuno sia arrivato fin qui? "Qualcuno arriva: come lei. Guarda, fotografa e se ne va. È questo il vostro aiuto?".

Rabbia e dignità. Alle porte della città c'è l'Army Camp dell'Onu. Ma non fatevi illusioni. Tutta Haiti pullula delle postazione delle Nazioni Unite allestite in questi anni di peacekeeping: tanti fortini del Deserto dei Tartari. Accanto a quello di Leogange è sorta l'ennesima tendopoli fai da te: "Venez a' Jesus" dice il cartello che pubblicizza gli ultimi protestanti scesi fin qua. Sì, Cristo si è fermato a Port-au-Prince. Ma non i quattromila detenuti scappati dalla prigione crollata. "Dicono che sono venuti tutti verso qui, in provincia. Ma noi che cosa possiamo fare?". Durandissit Makinson è agente di IV categoria. Ma la divisa? "A casa. Distrutta. Meglio così: se qui giri vestito da poliziotto ti linciano. Siamo rimasti in cinquanta: che possiamo fare?". Il commissariato è inagibile: "Il nostro ufficio è il cortile".

Bang, bang, bang. Colpi di pistola, parapiglia. Che succede? Due minuti dopo due poveracci sono con la faccia a terra e le mani dietro alla schiena. Li hanno sorpresi a saccheggiare tra le macerie della Banque Populaire. La gente se ne accorge e insegue la polizia.

Gli agenti si barricano dietro i cancelli del commissariato. Per questa volta è andata. "E la sera è peggio". La sera, si sa, il buco nero di Haiti si riempie di incubi. Vale solo la regola del machete. Già di giorno se sbagli a incrociare uno sguardo non è una bella sensazione. Le canne da zucchero sventolate dalle gang in libera uscita fanno paura come bastoni. Ma canne, bastoni o machete che importa: è una battaglia tra disperati. La verità è che cinque giorni dopo l'orrore a Leogane non c'è più nulla neppure da rubare. Neppure un briciolo di speranza.

(18 gennaio 2010)

Fonte: www.repubblica.it/esteri/2010/01/18/news/leogane_la_citt_dei_dimenticati-...
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