Veri cristiani e falsi cristiani

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(Oreste)
00giovedì 29 ottobre 2009 13:42
I TdG, nei loro discorsi e nelle loro pubblicazioni si identificano come "i veri cristiani", lasciando sott'indendere che tutti gli altri membri delle varie religioni cristiane siano "falsi cristiani".
Viceversa, spesso gli oppositori dei TdG definiscono quest'ultimi "non cristiani" o "pseudo-cristiani".

Personalmente mi trovo in disaccordo con entrambi gli schieramenti!
A mio avviso, il vero cristiamo è colui che segue l'esempio di Cristo, imitando il suo amore, la sua generosità, il suo prodigarsi per gli altri e tutte le altre sue qualità.

Quindi, un vero cristiano può essere un cattolico, un evangelico, un mormone, un anglicano, un ortodosso, un testimone di Geova, l'importante è che si attenga agli attributi sopra menzionati.

Svalutare l'essere cristiano di un individuo per il solo fatto che crede nella trinità, o perchè non ci crede, che crede nell'immortalità dell'anima, o perchè non ci crede, se crede nella reincarnazione o qualunque altra cosa, a mio parere è ingiusto. Gesù evangelizzava l'amore e compiva atti caritatevoli, non si perdeva in diatribe dottrinali.

Che ne pensate?
amedeo.modigliani
00giovedì 29 ottobre 2009 13:45
Re:
(Oreste), 29/10/2009 13.42:

I TdG, nei loro discorsi e nelle loro pubblicazioni si identificano come "i veri cristiani", lasciando sott'indendere che tutti gli altri membri delle varie religioni cristiane siano "falsi cristiani".
Viceversa, spesso gli oppositori dei TdG definiscono quest'ultimi "non cristiani" o "pseudo-cristiani".

Personalmente mi trovo in disaccordo con entrambi gli schieramenti!
A mio avviso, il vero cristiamo è colui che segue l'esempio di Cristo, imitando il suo amore, la sua generosità, il suo prodigarsi per gli altri e tutte le altre sue qualità.

Quindi, un vero cristiano può essere un cattolico, un evangelico, un mormone, un anglicano, un ortodosso, un testimone di Geova, l'importante è che si attenga agli attributi sopra menzionati.

Svalutare l'essere cristiano di un individuo per il solo fatto che crede nella trinità, o perchè non ci crede, che crede nell'immortalità dell'anima, o perchè non ci crede, se crede nella reincarnazione o qualunque altra cosa, a mio parere è ingiusto. Gesù evangelizzava l'amore e compiva atti caritatevoli, non si perdeva in diatribe dottrinali.

Che ne pensate?




Quelle che tu descrivi si chiamano brave persone, non necessariamente "cristiani", pensi che non esistano atei dall'animo nobile? Li dovrei chiamare cristiani solo perché compiono atti caritatevoli e mostrano amore?
Roberto Carson
00giovedì 29 ottobre 2009 17:17
Caro Oreste, il Cristianesimo non è soltanto uno stile di vita, non è composto unicamente da un insieme di valori etici da rispettare. Nel Cristianesimo vi è anche una dottrina. La Bibbia non parla esclusivamente su come dobbiamo comportarci, ma ci insegna anche a conoscere Dio, suo Figlio Cristo Gesù, ci spiega cosa succede dopo la morte e tante altre cose. La Bibbia è il libro cristiano per eccellenza, quindi se non accettiamo i suoi autentici insegnamenti non possiamo definirci cristiani fino in fondo.
Ecco perchè i TdG non identificano come veri cristiano coloro che adulterano i sani e puri insegnamenti biblici.
(Oreste)
00giovedì 29 ottobre 2009 21:25
Re: Re:
amedeo.modigliani, 29/10/2009 13.45:




Quelle che tu descrivi si chiamano brave persone, non necessariamente "cristiani", pensi che non esistano atei dall'animo nobile? Li dovrei chiamare cristiani solo perché compiono atti caritatevoli e mostrano amore?



Caro Amedeo, sul fatto che bisogna fare una certa distinzione tra brave persone e veri cristiani, non posso fare altro che darti perfettamente raggione. Infatti un ateo che si comporta bene è senza dubbio una brava persona, ma non certo un cristiano, visto che non crede nemmeno in Dio. Un musulmano che si comporta bene è una brava persona, ma non è assolutamente un cristiano perchè è un masulmano! Lo stesso si può dire per un bhuddista, per un induista e così via.

Ma se un cattolico si comporta bene e segue l'esempio di Cristo, oltre ad essere una brava persona è anche un vero cristiano, perchè riconosce Gesù quale suo personale Salvatore. Lo stesso dicasi per un ortodosso, per un valdese, per avventista, per un mormone o per un testimone di Geova!


(Oreste)
00giovedì 29 ottobre 2009 21:33
Re:
Roberto Carson, 29/10/2009 17.17:

Caro Oreste, il Cristianesimo non è soltanto uno stile di vita, non è composto unicamente da un insieme di valori etici da rispettare. Nel Cristianesimo vi è anche una dottrina. La Bibbia non parla esclusivamente su come dobbiamo comportarci, ma ci insegna anche a conoscere Dio, suo Figlio Cristo Gesù, ci spiega cosa succede dopo la morte e tante altre cose. La Bibbia è il libro cristiano per eccellenza, quindi se non accettiamo i suoi autentici insegnamenti non possiamo definirci cristiani fino in fondo.
Ecco perchè i TdG non identificano come veri cristiano coloro che adulterano i sani e puri insegnamenti biblici.



Caro Roberto, anche quello che dici tu è vero, il Cristianesimo comporta anche un sistema teologico-dottrinale. Il problema è che tale sistema varia da movimento a movimento... quello che è verità per te è eresia per il cattolico e viceversa. Quindi, le dottrine che tu ritieni necessarie da accettare per essere veri cristiani, diventano caratteristiche del falso cristiano per il cattolico e viceversa. Allora quì il punto diventa relativo a seconda dei punti di vista degli esponenti di ogni diverso movimento.

Quindi il tuo giudicare un trinitario non cristiano per la sua credenza nel dogma, diventa un punto di vista di parte. Lo stesso vale per il trinitario che ritiene che il TdG non sia cristiano per il rifiuto della dottrina!

Per facilitare le cose non sarebbe meglio ritenere cristiani chi segue zelantemente le orme di Cristo senza soffermarsi in inutili diatribe dottrinali?



(SimonLeBon)
00giovedì 29 ottobre 2009 21:43
Re: Re:
Se qualcuno ha a portata di mano lo Zingarelli potrebbe riportare la definizione data alla voce "Cristiano". A suo tempo l'ho consultata e sono rimasto abbastanza sorpreso... il Cristo era passato in secondo piano.
Questo puo' succedere anche a redattori autorevoli, quando si lasciano influenzare da correnti o credenze religiose specifiche.

Da parte nostra, noi TdG portiamo come "novità" la necessità di vivere ogni giorno la dottrina esposta nelle scritture. In questo modo viene speso un certo impegno nel delimitare la differenza tra chi è TdG e chi non lo è, in modo che la definizinone stessa di TdG non sia carta straccia...

Aggiungerei anche che ai tempi bilici i cristiani si conoscevano e mandavano i saluti anche a distanze notevoli. Evidentemente la cosa era ancora sentita.

Simon

(Oreste)
00giovedì 29 ottobre 2009 21:48
Nello Zingarelli, se non erro, viene detto che il cristiano deve accettare che Cristo sia Dio. Per me questa è una pura bagianata!

Mentre il Devoto e Oli dice che il cristiano è il seguace di Cristo. Adesso ci siamo!
Roberto Carson
00venerdì 30 ottobre 2009 12:35
Re: Re:
(Oreste), 29/10/2009 21.33:



Caro Roberto, anche quello che dici tu è vero, il Cristianesimo comporta anche un sistema teologico-dottrinale. Il problema è che tale sistema varia da movimento a movimento... quello che è verità per te è eresia per il cattolico e viceversa. Quindi, le dottrine che tu ritieni necessarie da accettare per essere veri cristiani, diventano caratteristiche del falso cristiano per il cattolico e viceversa. Allora quì il punto diventa relativo a seconda dei punti di vista degli esponenti di ogni diverso movimento.

Quindi il tuo giudicare un trinitario non cristiano per la sua credenza nel dogma, diventa un punto di vista di parte. Lo stesso vale per il trinitario che ritiene che il TdG non sia cristiano per il rifiuto della dottrina!

Per facilitare le cose non sarebbe meglio ritenere cristiani chi segue zelantemente le orme di Cristo senza soffermarsi in inutili diatribe dottrinali?






Caro Oreste, tu dici:


il punto diventa relativo a seconda dei punti di vista degli esponenti di ogni diverso movimento.



Si effettivamente le cose stanno così.
E' normale che ognuno tiri acqua al proprio mulino!
Tuttavia il vero cristianesimo lo si denota unicamente dalla coerenza che si ha con le scritture, sia in ambito di principi che dottrinale.
Sta alla responsabilità di ogni individuo trovare quale sia e ti assicuro che se uno è alla ricerca della verità prima o poi la troverà.
EverLastingLife
00venerdì 30 ottobre 2009 13:05
Re:
(Oreste), 29/10/2009 13.42:



Quindi, un vero cristiano può essere un cattolico, un evangelico, un mormone, un anglicano, un ortodosso, un testimone di Geova, l'importante è che si attenga agli attributi sopra menzionati.




Lasciamo perdere l'apparato dottrinale e ragioniamo in termini esclusivamente pratici. Tu dici che anche un cattolico può definirsi un vero cristiano. Ma il punto è, rovesciando la domanda: un vero cristiano potrebbe essere un cattolico?

In tempo di guerra, se le autorità cattoliche esortassero i fedeli a partecipare attivamente agli scontri armati (come avvenuto in occasione dei due conflitti mondiali), in ottemperanza al volere del governo, a costo di sopprimere arbitrariamente delle vite umane, un buon cattolico dovrebbe naturalmente sentirsi in dovere di obbedire. Ma sarebbe egli anche un buon cristiano?

Un vero cristiano potrebbe essere un anglicano? Una parte della chiesa anglicana ha da tempo ratificato la nomina di sacerdoti gay. Il fedele anglicano dovrebbe evidentemente accettare lo spirito e gli effetti di tale decisione come espressione della volontà di Cristo. Ma come conciliarla con il cristianesimo di S.Paolo, che dichiarò che gli 'uomini che giacciono con uomini non erediteranno il regno di Dio' (1 Corinti 6:9, 10) ?

Non si può immaginare di definirsi cristiani e, al contempo, seguaci di una Chiesa che mostra di fatto di contraddire i principi basilari del cristianesimo: nei due casi citati, il rispetto per la sacralità della vita umana e quello per la morale cristiana.

Non restano quindi che due alternative: Cristo non si riconosce in nessuna religione organizzata odierna, oppure si riconosce in una sola, l'unica che si sforza di applicare coerentemente il cristianesimo in tutti gli aspetti del quotidiano.

Tu che ne pensi?

ELL

(Oreste)
00venerdì 30 ottobre 2009 13:29

Tu che ne pensi?



mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm............ che dire?
Il tuo commento è molto riflessivo!!!! Sotto molti aspetti non ho come darti torto...

Però tieni conto che molti singoli cattolici o anglicani non si sono macchiati delle colpe causate dalle loro rispettive chiese, inoltre non credo che sia giusto decristianizzare il singolo per coloro che dirigono il movimento. Se il singolo credente cattolico o anglicano o atro, vive la propria vita in armonia con una buona condotta cristiana, perchè colpevolizzarlo?
EverLastingLife
00venerdì 30 ottobre 2009 13:59
Re:


(Oreste), 30/10/2009 13.29:




Però tieni conto che molti singoli cattolici o anglicani non si sono macchiati delle colpe causate dalle loro rispettive chiese, inoltre non credo che sia giusto decristianizzare il singolo per coloro che dirigono il movimento. Se il singolo credente cattolico o anglicano o atro, vive la propria vita in armonia con una buona condotta cristiana, perchè colpevolizzarlo?




No, certo, ma se costui, in presenza di seri dubbi sul grado di 'cristianesimo' della propria confessione di fede, ritiene tuttavia di rimanere cattolico, c'è da chiedersi se possa definirsi ancora un cristiano. Cristo può perdonare l'ignoranza, e possiamo supporre che non attribuisca ai singoli le colpe dei 'vertici', ma la scelta deliberata di aderire ad una organizzazione religiosa degenere non lascia molto spazio alla presunzione di buona fede.

ELL



pavel43
00venerdì 30 ottobre 2009 16:26


No, certo, ma se costui, in presenza di seri dubbi sul grado di 'cristianesimo' della propria confessione di fede, ritiene tuttavia di rimanere cattolico, c'è da chiedersi se possa definirsi ancora un cristiano. Cristo può perdonare l'ignoranza, e possiamo supporre che non attribuisca ai singoli le colpe dei 'vertici', ma la scelta deliberata di aderire ad una organizzazione religiosa degenere non lascia molto spazio alla presunzione di buona fede.


Simili interventi si configurano come "analisi sociologiche"?
Come serenamente intervenire quando si è bollati come appartenenti ad "una organizzazione religiosa degenere".
Dove sarebbe il confronto pacato?
L'unica risposta è che l'estensore e l'organizzazione di appartenenza si giudicano da soli in tale contesto.
amedeo.modigliani
00venerdì 30 ottobre 2009 17:05

Hai ragione Pavel, questo spazio non si prefigge di trovare chi è "bravo" e chi è "cattivo" ma di affrontare serenamente ciascuna questione evitando giudizi di questo tipo.

Cerchiamo di seguire questa traccia per favore, si può parlare di tutto ma come ho già detto altre volte se con i nostri commenti alimentiamo un clima di scontro scade la qualità del forum e i lettori di altre fedi potrebbero giustamente sentirsi offesi, quindi evitiamo
[SM=g27988]


Modigliani in veste di moderatore
(Oreste)
00venerdì 30 ottobre 2009 17:15
Non so se sono stato io ad offendere la sensibilità di qualcuno con qualcosa che ho scritto, in tal caso chiedo sinceramente scusa, non era affatto mia intenzione.
amedeo.modigliani
00venerdì 30 ottobre 2009 17:25
Re:
(Oreste), 30/10/2009 17.15:

Non so se sono stato io ad offendere la sensibilità di qualcuno con qualcosa che ho scritto, in tal caso chiedo sinceramente scusa, non era affatto mia intenzione.




Rispondevo alla segnalazione di Pavel
EverLastingLife
00venerdì 30 ottobre 2009 18:06
Re:
pavel43, 30/10/2009 16.26:



No, certo, ma se costui, in presenza di seri dubbi sul grado di 'cristianesimo' della propria confessione di fede, ritiene tuttavia di rimanere cattolico, c'è da chiedersi se possa definirsi ancora un cristiano. Cristo può perdonare l'ignoranza, e possiamo supporre che non attribuisca ai singoli le colpe dei 'vertici', ma la scelta deliberata di aderire ad una organizzazione religiosa degenere non lascia molto spazio alla presunzione di buona fede.


Simili interventi si configurano come "analisi sociologiche"?
Come serenamente intervenire quando si è bollati come appartenenti ad "una organizzazione religiosa degenere".
Dove sarebbe il confronto pacato?
L'unica risposta è che l'estensore e l'organizzazione di appartenenza si giudicano da soli in tale contesto.




Come giustamente rilevi, spetta al singolo giudicare della coerenza di principio, e soprattutto della reale adesione ai dettami cristiani, della propria attuale religione. Egli può benissimo arrivare a giudicarla come degenere e l'evidenza dei fatti indica che un numero incalcolabile di ex-aderenti a confessioni cristiane sono pervenuti a tale conclusione. E la Chiesa Cattolica Romana di certo non fa eccezione: non vedo motivo di scandalo. Il giudizio insomma non è mio né tuo, ma discende direttamente dal rapporto individuale che abbiamo con Dio e con la nostra coscienza.

ELL


pavel43
00venerdì 30 ottobre 2009 23:53
Quando incontro i tuoi “fratelli” in servizio non nego la mia disponibilità al dialogo, premetto sempre : sono cattolico praticante
La immancabile risposta è:
bene ci fa piacere
Ci soffermiamo a parlare secondo la disponibilità di tempo

Quando mi sono presentato in questo forum sono stato accolto con queste parole:
Lo scambio di opinioni, in tal caso, diventerà dialogo costruttivo, fonte di crescita ed elevazione morale, visto che non è di tutti saper stare insieme a persone di orientamenti differenti.

Devo pensare che certe espressioni fanno parte di una tattica di avvicinamento?

Certi sommari giudizi non lasciano spazio ad un dialogo costruttivo visto che delegittimano in partenza l’interlocutore.
Un’analisi sociologica sospende ogni iniziale giudizio per far spazio ai necessari elementi che in positivo e negativo rientrano nel tema fissato.
Roberto Carson
00sabato 31 ottobre 2009 00:02

Quando mi sono presentato in questo forum sono stato accolto con queste parole:
Lo scambio di opinioni, in tal caso, diventerà dialogo costruttivo, fonte di crescita ed elevazione morale, visto che non è di tutti saper stare insieme a persone di orientamenti differenti.

Devo pensare che certe espressioni fanno parte di una tattica di avvicinamento?



Caro Pavel, nelle parole da te citate non c'è alcuna tattica di avvicinamento subliminale.

Quanto ti è stato detto, se non sbaglio, ha trovato un riscontro veritiero, non mi risulta che qualcuno ti sia mai mancato di rispetto in questo lido.

Nel contempo, da parte tua, devi essere tollerante nei confronti delle opinioni degli altri utenti.

Quanto detto detto da ELL era finalizzato a titolo di esempio per rispondere ad una domanda posta da Oreste, sono convinto che ELL non voleva mancare di rispetto ne a te e ne a nessun utente di fede cattolica.

Comunque, se ti sei sentito offeso, in qulità di admin ti chiedo scusa.
(Oreste)
00sabato 31 ottobre 2009 00:17
Re:
pavel43, 30/10/2009 23.53:

Quando incontro i tuoi “fratelli” in servizio non nego la mia disponibilità al dialogo, premetto sempre : sono cattolico praticante
La immancabile risposta è:
bene ci fa piacere
Ci soffermiamo a parlare secondo la disponibilità di tempo

Quando mi sono presentato in questo forum sono stato accolto con queste parole:
Lo scambio di opinioni, in tal caso, diventerà dialogo costruttivo, fonte di crescita ed elevazione morale, visto che non è di tutti saper stare insieme a persone di orientamenti differenti.

Devo pensare che certe espressioni fanno parte di una tattica di avvicinamento?

Certi sommari giudizi non lasciano spazio ad un dialogo costruttivo visto che delegittimano in partenza l’interlocutore.
Un’analisi sociologica sospende ogni iniziale giudizio per far spazio ai necessari elementi che in positivo e negativo rientrano nel tema fissato.



Gentile Pavel43,
vorrei spezzare una lancia in favore dell'amico EverLastingLife il quale ha utilizzato quelle espressione spinto dall'esigenza di supportare degli esempi logici per potere offrire delle risposte convincenti alle mie domande.

A mio avviso, non ho riscontrato intenti polemici nei suoi post.


amedeo.modigliani
00sabato 31 ottobre 2009 00:43
Cosa c'entrerebbe il discorso sul vero cristianesimo e sul falso cristianesimo con la sociologia? se non lo si chiarisce rischiamo l'ennesimo caos... [SM=g27994]

Per esempio, chi l'ha detto che il vero cristianesimo non dovrebbe essere fatto di gente che ammazza e va in guerra? impostare il discorso in questo modo apparentemente non ha niente a che fare con la sociologia ma al massimo con una particolare teologia, tuttavia può servire a descrivere il particolare punto di vista del convertito ai tdg, giunto magari dal cattolicesimo o da altre fedi... e se ho interpretato bene le intenzioni di ELL andavano proprio in questa direzione, descrivere cioè una tipologia di convertito (o comunque di credente) e la natura delle sue ragioni (oggettive o meno).

EverLastingLife
00sabato 31 ottobre 2009 12:44
Re:
pavel43, 30/10/2009 23.53:

Quando incontro i tuoi “fratelli” in servizio non nego la mia disponibilità al dialogo, premetto sempre : sono cattolico praticante
La immancabile risposta è:
bene ci fa piacere
Ci soffermiamo a parlare secondo la disponibilità di tempo

Quando mi sono presentato in questo forum sono stato accolto con queste parole:
Lo scambio di opinioni, in tal caso, diventerà dialogo costruttivo, fonte di crescita ed elevazione morale, visto che non è di tutti saper stare insieme a persone di orientamenti differenti.

Devo pensare che certe espressioni fanno parte di una tattica di avvicinamento?

Certi sommari giudizi non lasciano spazio ad un dialogo costruttivo visto che delegittimano in partenza l’interlocutore.
Un’analisi sociologica sospende ogni iniziale giudizio per far spazio ai necessari elementi che in positivo e negativo rientrano nel tema fissato.




Questo è pur sempre un sito di testimoni di Geova fedeli. Dato che qui non siamo in contesto laico, è ovvio che non ti puoi aspettare un' "analisi sociologica" perfettamente neutrale. Non incontrerai mai nessun "vero" testimone di Geova dubbioso delle proprie credenze o persuaso, anche solo minimamente, che altre confessioni di fede possiedano la sospirata Verità o che riscuotano l'approvazione divina. Il che, detto fra noi, dovrebbe costituire l'intimo convincimento di qualunque religioso praticante, sia esso testimone di Geova, cattolico, ortodosso, pentecostale e via elencando. Il relativismo spirituale (tutte le religioni portano a Dio, o giù di lì) è nemico della vera fede, che esige l'adesione esclusivo ad un solo sistema di credenze (il cristianesimo nel nostro caso) e ad una sola Chiesa organizzata, ed esclude, per conseguenza logica, che altre possano rivendicare il possesso della Verità rivelata.

Devi anche comprendere che nient'altro che un genuino altruismo cristiano, quello di chi è convinto della necessità di estendere ad altri le proprie convinzioni - perché ritenute come le sole vere e le sole congruenti con la volontà di Dio - spinge i testimoni di Geova che incontri per strada a trattarti con la gentilezza e la cortesia che ti inducono in sospetto. Essi non hanno alcun interesse né materiale, né ideologico o di altra natura a convertirti alla propria religione, se non quello di essere SINCERAMENTE preoccupati del tuo benessere contingente ed eterno. Puoi ovviamente dissentire nel merito (come in effetti avviene), ma non metterne in dubbio le motivazioni, ipotizzando un atteggiamento ingannevole indirizzato a chissà quali losche finalità.

Detto questo, mi scuso per l'infelice scelta di termini.

ELL




amedeo.modigliani
00sabato 31 ottobre 2009 12:57
Re: Re:
EverLastingLife, 31/10/2009 12.44:




Questo è pur sempre un sito di testimoni di Geova fedeli. Dato che qui non siamo in contesto laico, è ovvio che non ti puoi aspettare un' "analisi sociologica" perfettamente neutrale. Non incontrerai mai nessun "vero" testimone di Geova dubbioso delle proprie credenze o persuaso, anche solo minimamente, che altre confessioni di fede possiedano la sospirata Verità o che riscuotano l'approvazione divina. Il che, detto fra noi, dovrebbe costituire l'intimo convincimento di qualunque religioso praticante, sia esso testimone di Geova, cattolico, ortodosso, pentecostale e via elencando. Il relativismo spirituale (tutte le religioni portano a Dio, o giù di lì) è nemico della vera fede, che esige l'adesione esclusivo ad un solo sistema di credenze (il cristianesimo nel nostro caso) e ad una sola Chiesa organizzata, ed esclude, per conseguenza logica, che altre possano rivendicare il possesso della Verità rivelata.




Prendo spunto da questo post di ELL per ricordare a tutti che i commenti che nelle intenzioni (al di là delle competenze speficiche degli utenti) esulano dagli scopi della sezione dovrebbero essere fatti altrove.


Nel caso specifico, se è vero che "è ovvio che non ti puoi aspettare un' "analisi sociologica" perfettamente neutrale" allora possiamo anche chiudere la sezione, dar fuoco alle lauree dei nostri due sociologi (anzi 3) e ritirarci tutti nella sezione apologetica. [SM=g27992]
(Oreste)
00sabato 31 ottobre 2009 13:10

Nel caso specifico, se è vero che "è ovvio che non ti puoi aspettare un' "analisi sociologica" perfettamente neutrale" allora possiamo anche chiudere la sezione, dar fuoco alle lauree dei nostri due sociologi (anzi 3) e ritirarci tutti nella sezione apologetica.



Scusami Amedeo, ma questa tua precisazione mi sembra un pò troppo utopica. Davvero tu sei convinto che esistano sociologi delle religioni che esprimono un punto di vista del tutto neutrale? Mi sembra molto difficile! Ti ricordo che il GRIS (di cui mio padre ne ha fatto parte) anche sostiene di portare aventi analisi sociologiche, infatto la sigla GRIS sta per Gruppo di Ricerca e Indagine Socio-religioso, ma sul non essere di parte da parte del GRIS avrei moooooooooooooooooooooooolte cose da ridire...

In confronto quanto detto da ELL, se parliamo di obiettività, è oro colato rispetto al GRIS.
amedeo.modigliani
00sabato 31 ottobre 2009 13:16
Re:
(Oreste), 31/10/2009 13.10:


Nel caso specifico, se è vero che "è ovvio che non ti puoi aspettare un' "analisi sociologica" perfettamente neutrale" allora possiamo anche chiudere la sezione, dar fuoco alle lauree dei nostri due sociologi (anzi 3) e ritirarci tutti nella sezione apologetica.



Scusami Amedeo, ma questa tua precisazione mi sembra un pò troppo utopica. Davvero tu sei convinto che esistano sociologi delle religioni che esprimono un punto di vista del tutto neutrale? Mi sembra molto difficile! Ti ricordo che il GRIS (di cui mio padre ne ha fatto parte) anche sostiene di portare aventi analisi sociologiche, infatto la sigla GRIS sta per Gruppo di Ricerca e Indagine Socio-religioso, ma sul non essere di parte da parte del GRIS avrei moooooooooooooooooooooooolte cose da ridire...

In confronto quanto detto da ELL, se parliamo di obiettività, è oro colato rispetto al GRIS.




Nella cartella suggerimenti puoi trovare l'elenco delle mie proposte per migliorare il forum, tra queste figura anche la modifica del titolo di questa sezione.

Per la cronaca: il GRIS è tutt'altro che un'istituzione seria, dovremmo ambire a ben altri modelli.
EverLastingLife
00sabato 31 ottobre 2009 13:20
Re: Re: Re:
amedeo.modigliani, 31/10/2009 12.57:



Prendo spunto da questo post di ELL per ricordare a tutti che i commenti che nelle intenzioni (al di là delle competenze speficiche degli utenti) esulano dagli scopi della sezione dovrebbero essere fatti altrove.


Nel caso specifico, se è vero che "è ovvio che non ti puoi aspettare un' "analisi sociologica" perfettamente neutrale" allora possiamo anche chiudere la sezione, dar fuoco alle lauree dei nostri due sociologi (anzi 3) e ritirarci tutti nella sezione apologetica. [SM=g27992]




Ho scritto ciò che sinceramente credo. La premessa necessaria da fare, è che qui si stia parlando di cristiani 'convinti' piuttosto che solo nominali. Se possiamo dare tale ipotesi per assodata, ne avanzo subito un'altra, che è addirittura lapalissiana: un sociologo testimone di Geova resta sempre un testimone di Geova. E' fisiologico che la fede condizioni il pensiero di un testimone di Geova, non importa che di mestiere faccia il sociologo, lo psichiatra o il magistrato civile piuttosto che il ciabattino o il manovale.

Un sociologo testimone di Geova è prima di tutto un cristiano; egli ritiene anzi di essere un 'vero cristiano' (per riprendere il titolo dell'amico Oreste) e ne viene come conseguenza naturale la presunzione che gli altri non siano nel giusto. Inoltre qualsiasi vero cristiano che faccia il sociologo rimane pur sempre convinto della necessità di convertire gli altri, e gioirebbe della eventualità che un cattolico diventasse testimone di Geova. Non è questo anche il tuo caso? Nessun contesto di analisi sociologica può prescindere da tale assunzione, dato che un testimone di Geova rimane tale per il 100% del suo tempo, delle sue attività e delle sue riflessioni. Negare questo punto equivale a relativizzare le proprie convinzioni di fondo.

Se quanto da me affermato non è conforme al contesto, sono ben felice di lasciarvi alle vostre elucubrazioni, delle quali evidentemente non sono capace di afferrare lo spirito.

ELL

(Oreste)
00sabato 31 ottobre 2009 13:21

Per la cronaca: il GRIS è tutt'altro che un'istituzione seria, dovremmo ambire a ben altri modelli.



Sono d'accordo!
Roberto Carson
00sabato 31 ottobre 2009 13:28
La discussione è stata abbastanza esaudiente, le domande poste da Oreste hanno trovato delle risposte. Per evitare di divagare in argomentazioni non attineti alla discussione, chiudiamo il thread.
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