tdG distante dalla dottrina

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Walter.Simoni
00venerdì 10 luglio 2009 08:32
domanda via mail
Se un testimone di Geova dovesse discostarsi dottrinalmente da una qualche tesi promulgata dallo "schiavo fedele e discreto" a cosa andrebbe incontro?
Marisa Gitto [SM=g28005]


amedeo.modigliani
00venerdì 10 luglio 2009 10:10
Andrebbe in contro a nulla, purché si eviti di utilizzare questa "distanza" come un pretesto per creare scompiglio all'interno della congregazione. Non esiste alcun reato ideologico o "psico-reato" per citare Orwell. Forse può essere d'aiuto questa citazione tratta dal nostro libro "Proclamatori"


*** jv cap. 28 pp. 626-629 Prove e vagliatura all’interno ***

Quando prevale l’orgoglio

A volte però alcuni che avevano posizioni di responsabilità arrivarono a considerarsi il canale della luce spirituale, al punto di opporsi ai provvedimenti dell’organizzazione. Altri semplicemente cedettero al desiderio di esercitare maggiore influenza. Cercarono di indurre altri a seguirli, o, come disse l’apostolo Paolo, cercarono di “trarsi dietro i discepoli”. (Atti 20:29, 30) Questo naturalmente mise alla prova i motivi e la stabilità spirituale di quelli che cercavano di adescare. Ecco alcuni esempi:
Agli Studenti Biblici di Allegheny (Pennsylvania) furono inviate lettere speciali che li invitavano a un’adunanza per il 5 aprile 1894. Il fratello e la sorella Russell non furono invitati e non vi parteciparono, ma i presenti erano una quarantina. La lettera, firmata da E. Bryan, S. D. Rogers, J. B. Adamson e O. von Zech, diceva che all’adunanza sarebbero state trattate cose che riguardavano il loro “massimo bene”. Si rivelò un perfido tentativo da parte dei cospiratori per avvelenare la mente altrui divulgando quello che secondo loro non andava nella gestione del fratello Russell (per quanto i fatti dimostrassero il contrario), sostenendo che il fratello Russell aveva troppa autorità (che essi volevano per sé) e lamentandosi perché preferiva servirsi della pagina stampata e delle adunanze delle classi bibliche per diffondere il vangelo anziché limitarsi a fare discorsi (in cui essi potevano più facilmente esporre idee personali). La congregazione rimase molto turbata dall’accaduto, e molti inciamparono. Ma quelli che si allontanarono non diventarono per questo persone più spirituali o più zelanti nell’opera del Signore.
Più di 20 anni dopo il fratello Russell, prima di morire, espresse l’intenzione di mandare in Gran Bretagna Paul S. L. Johnson, un oratore molto capace, per rafforzare gli Studenti Biblici. Rispettando il desiderio del fratello Russell, nel novembre 1916 la Società inviò Johnson in Gran Bretagna. Ma una volta lì Johnson mandò via due funzionari della Società. Si considerava un personaggio importante, perciò nei discorsi e nella corrispondenza affermava che quello che stava facendo era stato prefigurato nelle Scritture da Esdra, Neemia e Mardocheo. Pretendeva di essere l’economo (o l’incaricato) menzionato da Gesù nella parabola di Matteo 20:8. Tentò di impadronirsi dei fondi della Società e, per raggiungere il suo scopo, deferì una causa all’Alta Corte di Londra.
Falliti i suoi tentativi, ritornò a New York, dove cercò l’appoggio di alcuni che facevano parte del consiglio direttivo della Società. Quelli che si lasciarono persuadere tentarono di conseguire il loro obiettivo cercando di far adottare una risoluzione per abrogare lo statuto della Società che autorizzava il presidente ad amministrarla. Volevano l’autorità di prendere tutte le decisioni. Il fratello Rutherford adì le vie legali per tutelare gli interessi della Società, e quelli che cercavano di nuocere all’opera furono invitati a lasciare la Betel. All’adunanza annuale dei membri della Società che si tenne all’inizio dell’anno dopo, quando vennero eletti i direttori e i funzionari per l’anno successivo, gli agitatori furono respinti a grande maggioranza. Forse qualcuno di loro pensava di essere nel giusto, ma la maggior parte dei loro fratelli spirituali dimostrarono di non essere dello stesso parere. Avrebbero accettato la riprensione?
In seguito P. S. L. Johnson si fece vedere alle adunanze degli Studenti Biblici, facendo credere di essere d’accordo con le loro credenze e la loro attività. Ma dopo essersi guadagnato la fiducia di alcuni, spargeva i semi del dubbio. Se qualcuno suggeriva di rompere con la Società, ipocritamente scoraggiava la cosa, finché la lealtà del gruppo non era stata completamente minata. Per corrispondenza e anche recandosi di persona sul posto, cercò di influenzare i fratelli non solo negli Stati Uniti, ma anche in Canada, Giamaica, Europa e Australia. Ci riuscì?
Poteva sembrare di sì dato che la maggioranza di una congregazione votò per tagliare i ponti con la Società. Ma era come un ramo tagliato dall’albero: verde per un po’, poi secco e senza vita. Quando nel 1918 gli oppositori tennero un’assemblea, affiorarono disaccordi e ci fu una spaccatura. Seguì ulteriore disgregazione. Per un po’ funzionarono alcune piccole sette con un capo guardato con ammirazione. Nessuna di queste si impegnò nell’opera di dare pubblica testimonianza riguardo al Regno di Dio in tutta la terra abitata, l’opera che Gesù aveva affidato ai suoi seguaci.
Quando accaddero queste cose, i fratelli si ricordarono delle parole riportate in 1 Pietro 4:12: “Diletti, non siate perplessi per l’incendio che c’è fra voi, che vi accade per una prova, come se vi avvenisse una cosa strana”.
Quelli menzionati sopra non furono i soli che permisero all’orgoglio di minare la loro fede. Altri fecero la stessa cosa, fra cui Alexandre Freytag, responsabile dell’ufficio della Società a Ginevra, in Svizzera. Egli amava attirare l’attenzione su di sé, aggiungeva le proprie idee nel tradurre in francese le pubblicazioni della Società, e usò perfino l’attrezzatura della Società per pubblicare roba sua. In Canada ci fu W. F. Salter, uno dei responsabili della filiale della Società, che cominciò a non essere d’accordo con le pubblicazioni della Società, fece sapere che si aspettava di essere il prossimo presidente della Watch Tower Society e, dopo che fu allontanato, si servì disonestamente della carta intestata della Società per ordinare alle congregazioni del Canada e di altri paesi di studiare materiale scritto da lui. In Nigeria ci fu, fra gli altri, G. M. Ukoli, che dapprima mostrò zelo per la verità, ma poi cominciò a considerarla un mezzo per ottenere un guadagno materiale e la preminenza. Poi, quando i suoi tentativi furono vanificati, si diede a criticare i fratelli fedeli sui giornali. E ci furono altri.
Anche in anni recenti alcuni che occupavano posizioni di grande responsabilità hanno mostrato uno spirito simile.
Naturalmente erano liberi di credere quello che volevano. Ma chiunque sostiene in pubblico o in privato idee che si discostano da ciò che compare nelle pubblicazioni di un’organizzazione e che lo fa pur affermando di rappresentare tale organizzazione, causa divisione. Come si comportarono i testimoni di Geova in queste situazioni?
Non lanciarono una campagna persecutoria contro di loro (mentre i disertori spesso insultavano i loro ex fratelli spirituali), né cercarono di nuocere loro fisicamente (come fece la Chiesa Cattolica con l’Inquisizione). Piuttosto seguirono l’ispirato consiglio dell’apostolo Paolo, che scrisse: “Ora vi esorto, fratelli, a tenere d’occhio quelli che causano divisioni e occasioni d’inciampo contro l’insegnamento che avete imparato, ed evitateli. Poiché gli uomini di quella sorta non sono schiavi del nostro Signore Cristo . . . Con discorso blando e parlar complimentoso seducono i cuori dei semplici”. — Rom. 16:17, 18.
Osservando quello che avveniva, anche altri ebbero l’opportunità di manifestare ciò che avevano nel cuore.

Roberto Carson
00venerdì 10 luglio 2009 22:59
Re: domanda via mail
Walter.Simoni, 10/07/2009 8.32:

Se un testimone di Geova dovesse discostarsi dottrinalmente da una qualche tesi promulgata dallo "schiavo fedele e discreto" a cosa andrebbe incontro?
Marisa Gitto [SM=g28005]





I TdG, come qualsiasi altra confessione religiosa, dispongono di una serie di dottrine o insegnamenti ufficiali. Chi decide di diventare TdG si presume abbia accettato tali insegnamenti a seguito di un profondo studio biblico condotto con in parte l'aiuto di un insegnante e in parte per conto proprio.
Se un TdG cambia idea su un qualche punto dottrinale, la responsabilità di tale nuova veduta sarà interamente sua dinnanzi alla propria coscienza e dinnanzi a Geova Dio. Egli comunque avrà la facoltà di fare degli approfondimenti per aver maggiore chiarezza sul punto usufruendo dell'abbondante materiale dispensato dallo "Schiavo Fedele e Discreto", potrà inoltre chiedere assistenza a dei compagni di fede qualificati. Se nonostante tutto continua a mantenere delle idee che si discostano dagli insegnamenti ufficiali, come detto prima la responsabilità sarà sua, ma in ultima analisi sarà libero di credere in quel che vuole.
Il problema nasce qualora l'individuo iniziasse a fare una campagna scredidatoria nei confronto dello SFD o a promulgare idee apostate nella congregazione allo scopo di seminare dubbi tra i fratelli. In tal caso, se non si ritrae da tale condotta, potrebbe andare incontro a dei provvedimenti disciplinari.


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