00 30/10/2009 19:39
Re:
(Oreste), 30/10/2009 17.26:

Gentile Monseppe1,
ti ringrazio per questa tua ulterire risposta. Ho apprezzato quanto hai scritto, ritengo che il tuo commento sia ben fatto e meditato, questa fa senz'altro di te una persona saggia.

Però non ho ancora riscontrato una risposta diretta alle domande postate ad inizio della discussione. Provo a riproporle:

Prima domanda:

E' risaputo che nella Congregazione dei TdG viene applicata la disassociazione (alias: scomunica).
Questa forma disciplinare è giudicata dagli ex tdG e da alcuni sociologi come regime totalitario, strumento di potere sugli aderenti che ne limita la libera espressione del pensiero e ne condiziona coscienza e comportamento.
Per molti, questa forma disciplinare è ostracismo, minaccia alla vita e alla mente dell'individuo.
Nei nostri giorni, pratiche come la disassociazione, appaiono come una forma di controllo mentale, di coercizione.

Come giustificano i tdG tale pratica? E soprattutto: in cosa consiste la disassociazione praticata dai tdG?


Seconda domanda:

Se si parla con un disassociato si commette un peccato? Io ritengo
di no visto che gli anziani fanno questa cosa regolarmente. Il peccato
in questo caso credo consista nel "parlare" con un fine diverso dal
ristabilimento spirituale.


Terza domanda:

Mi associo a coloro che hanno esposto le domande sopra riportate.
Inoltre aggiungo: l'ostracismo che viene applicato nei confronti dei disassociati non è in netta contraddizione con il puro amore insegnato dall'autentico e genuino Cristianesimo?




Sulla disassociazione si dovrebbero spendere fiumi di parole e nonostante tutto parecchi non sarebbero daccordo.........

Più che concentrarsi su questo provvedimento io approfondirei di + invece l'atteggiamento che ognuno di noi ha verso la disciplina,se la vede come una cosa utile,una coercizione ,se se ne riconoscono i benefici........

I sistemi educativi spesso sono in contraddizione tra loro alcuni sono per la mano pesante.....altri per il dialogo altri ancora per l'indifferenza in quanto ognuno ha diritto di farsi la sua esperienza.

A secondo dei casi però ci si comporta esattamente così........a un figlio puoi rimproverarlo con un sorriso ,che è più un incoraggiamento.......puoi disciplinarlo più energicamente con un sonoro rimprovero dove espliciti tutta la tua amarezza e delusione puoi anche a volte dargli un ceffone in casi estremi stando certo che uno schiaffo non lo renderà un decelebrato psicopatico autolesionista.......

Il principio fondamentale alla base di tutto quello che ragola i rapporti umani e la disciplina in essi è .......l'amore.

Solo il sincero interesse per il benessere della persona ti spinge a disciplinarlo se occorre..........ma il metodo educativo se non viene accettato dall'altra parte non sortisce alcun effetto.

Tieni conto che questo provvedimento doloroso non è diretto solo alla persona a cui è rivolto ma è anche rivolto al gregge che si guarderà da quella stessa persona che può essere lievito corrompente in seno alla pace e all'armonia che dovrebbe regnare nel gregge.

Poi è chiaro che ci sono anche risvolti dolorosi.......ma non pensare che chi è disassociato soffra solo lui........tutta la congregazione soffre se un membro viene disciplinato così duramente e ti assicuro che gli anziani a volte implorano e implorano ancora prima di applicare questo provvedimento.

Chi viene disassociato e poi riassociato molto spesso ha più sdlancio di coloro che nn lo sono mai stati........certo ammettono che hanno sofferto ma ti assicuro che la congregazione e gli anziani anche in quel periodo sono stati capaci di non perderlo di vista e di fargli capire l'amore e l'affetto che proviamo per lui.

SALUTI.

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