00 01/11/2009 19:25
Re:
(Oreste), 30/10/2009 22.51:

Ti ringrazio SimonLeBon per aver dato risposta alla prima domanda di inizio discussione.

Passiamo alla seconda domanda:

Se si parla con un disassociato si commette un peccato? Io ritengo
di no visto che gli anziani fanno questa cosa regolarmente. Il peccato
in questo caso credo consista nel "parlare" con un fine diverso dal
ristabilimento spirituale.




Le indicazioni sono di non avere contatti 'non necessari' col disassociato. Gli anziani, fra parentesi, non sono in possesso di nessuna speciale licenza in proposito. Neanche essi hanno il permesso di frequentarlo, possono contattarlo solo, come probabilmente sai, con cadenza annuale, per verificare le sue eventuali intenzioni di essere riassociato.

Modalità e misura con cui va applicato il comando di non avere a che fare con i disassociati dipendono in gran parte dalla coscienza individuale. Possiamo, naturalmente, porre vari casi nei quali tali contatti risultino inevitabili (ad esempio nelle questioni di famiglia o nei rapporti di lavoro), e inoltre l'amore cristiano può indurre, in circostanze eccezionali, ad una certa elasticità. Un esempio per tutti: se il disassociato subisce un lutto, è solo naturale che i suoi ex-fratelli si sentano spinti a fargli le condoglianze o ad essergli d'aiuto o di conforto in altri modi.

Al di fuori delle eccezioni che la ragionevolezza e l'amore suggeriscono, e che non fanno torto alla coscienza, rimane vigente il comando di cui sopra. Questo significa che se è noto che un cristiano intrattiene rapporti con un disassociato senza averne alcuna necessità, egli deve essere consigliato, e se persiste in modo impenitente in tale condotta sarà a sua volta disciplinato.

ELL



[Modificato da EverLastingLife 01/11/2009 19:48]