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L’intervento del dr. Polizzi riprende una serie di ben note argomentazioni apologetiche del passato, sulle quali i cristiani di ogni confessione si sono in qualche modo adagiati per molti decenni, soprattutto nella prima metà del Novecento. In pratica, ad un certo punto, essi hanno accettato (dovuto accettare!) molti elementi della immagine della natura costruita dalla scienza ‘atea’ e li hanno adattati al racconto biblico, con la pretesa che questo ne risultasse confermato nelle linee generali. Con evidente opportunismo, hanno lasciato perdere le precedenti argomentazioni a sostegno del creazionismo letterale, oramai indifendibili, e si sono lanciati ad attaccare i punti ‘deboli’ dell’evoluzionismo, ovvero si sono messi a speculare sulla presunta insufficienza delle spiegazioni ‘mterialistiche’.
E’ ovvio che la scienza non può spiegare tutto e subito, ma questa non è una prova della inconsistenza delle sue idee di fondo e delle sue linee di ricerca. Una chiara differenza ‘storica’ fra scienza è religione è che la scienza pone chiaramente sul campo i problemi e cerca di risolverli, mentre a religione li scotomizza o invoca il mistero’.
Che sulla terra pulluli la vita è palese. Ma questa vita è qualcosa di molto più complesso di quanto si potrebbe immaginare leggendo la Bibbia; le supposte divisioni fra i diversi ‘ordini’ del creato (piante, animali, uomo) non sono nette, ed esistono molte forme di vita che sfuggono ad ogni rigida classificazione.
Afferma Polizzi: “ancor più stupefacente della piacevole varietà che ci circonda è la profonda unità che lega tutte le forme di vita”. Cosa intende per vita? La vita biologica o la vita ‘anima’? Leggendo spassionatamente la Bibbia, è chiaro che tutti gli esseri viventi sono animati, ovvero hanno un’anima, e l’uomo è un essere animato come gli altri (a parte la ‘somiglianza’ con Dio, qualunque cosa significhi questo concetto sul quale c’è molto da discutere). Per quanto riguarda la ‘vita’ in sé, non esistono ‘salti ontologici’ fra l’uomo ed il resto dei viventi.
Ma se accettiamo la teoria del ‘salto ontologico’, questo salto è dovuto all’anima ‘razionale’, che ‘animerebbe’ il corpo materiale; questo salto postula che non vi è affatto unità fra tutte le forme della vita da una parte e l’uomo dall’altra. Ed a ben vedere, secondo la Bibbia non vi è unità neanche fra animali e piante, che sono infatti creati in ‘giorni’ diversi’, e solo gli animali vengono ‘animati’ (ma nella Bibbia ‘vita’ ed ‘animazione’ sono concetti piuttosto confusi).
La “profonda unità che lega tutte le forme di vita”, a differenza di quanto ritiene Polizzi, è un forte argomento contro il creazionismo.
Ma neanche la supposta “armoniosa organizzazione della vita” è un argomento a favore del creazionismo. La vita non è affatto armoniosa (che armonia c’è in una eruzione vulcanica o nel mangiarsi gli animali e l’uomo l’un l’altro?); siamo noi che vogliano vedere tutto in ‘armonia’ allorchè adottiamo un punto di vista ed un metro di giudizio antropocentrici. In realtà, imbevuti di ‘dottrina’ ed adusi a credere sempre in un certo ‘finalismo’ possiamo ritenere armonioso (e con precisi giustificazione e fine) tutto quello che vogliamo: anche lo schiavismo e la pena di morte un tempo rientravano nel presunto ordine della natura, ed infatti sono stati difesi per secoli dalla chiesa.
Afferma Polizzi: “Avrai notato che nel tentativo di spiegare da dove è venuta la vita di solito vengono usati termini molto vaghi, del tipo: ‘Nel corso di milioni di anni, le collisioni tra molecole hanno dato luogo in qualche modo alla vita’. Ma è per te una spiegazione soddisfacente?”. No caro Polizzi; non si tratta di una spiegazione insoddisfacente, ma solo di una spiegazione incompleta; l’idea di fondo (l’evoluzione) è infatti corretta, la spiegazione ‘esatta’ emerge invece gradualmente. Molto più insoddisfacente è invece la spiegazione avversa, il creazionismo, che non spiega proprio nulla; non a caso, infatti, le teorie creazioniste sono mutevoli; mentre un tempo si argomentava a favore della ‘fissità’ e contro l’evoluzione delle forme, oggi, con altrettanta sicumera, si argomenta a favore di una evoluzione ‘guidata’ delle forme, senza parlare più di ‘fissità’. Che credibilità può avere una teoria che ‘spiega’ indifferentemente una cosa ed il suo contrario?.
Afferma ancora Polizzi, riguardo l’origine della vita dalla materia: “Nel Medioevo una spiegazione del genere non avrebbe destato perplessità perché la gente credeva nella generazione spontanea, ovvero che la vita potesse sorgere spontaneamente dalla materia inanimata”. Il ricorso al senso comune, come egli fa, è però assolutamente da evitare. Per esempio, nel medioevo nessuno credeva che l’uomo potesse volare; oggi sappiamo invece che non è così. In ogni caso non ha senso confrontare le antiche idee sulla generazione spontanea con le odierne idee sulla origine materiale della vita. La generazione spontanea si riferiva alla nascita diretta dalla materia di esseri viventi belli e pronti (come le mosche o i vermi); l’evoluzionismo non ammette questa nascita, ma ritiene vi sia stata solo una lentissima evoluzione dal vivente al non vivente.
A proposito degli esperimenti condotti in laboratorio sul modo in cui ebbe inizio la vita sulla terra, Polizzi afferma: “ Se anche tu credi a questo, ti soddisfa?”. Ma qui non si tratta di essere soddisfatti, quanto piuttosto di prendere atto dell’evidenza. Se provate a leggere i testi di medicina cattolica di 70-80 anni fa vi renderete conto che all’inizio della genetica i credenti non davano alcun valore alle scoperte sui cromosomi, che secondo loro non potevano in alcun modo essere responsabili dei caratteri strettamente ‘umani’. Oggi, ovviamente, scelgono una linea di difesa diversa, restringendo il campo delle presunte qualità ‘spirituali’ (‘sovramateriali’) dell’essere umano.
Scrive Polizzi: “Oggi si può riflettere su quasi mezzo secolo di ipotesi e su migliaia di tentativi fatti per dimostrare che la vita iniziò spontaneamente”; “Se la ricerca scientifica più avanzata non è in grado di dimostrare che la vita può essere nata spontaneamente, perché alcuni scienziati continuano a difendere queste teorie?” Certamente gliscienziati riflettono, ma non per prendere atto del fallimento di queste spiegazioni, quanto piuttosto per orientare le ricerche sulla giusta via, che porterà un giorno a chiarire questo ‘mistero’. E’ tipico delle religioni (del cristianesimo in particolare) denigrare chi vuole spiegare ‘scientificamente’ (senza presunte ‘rivelazioni’) le cose; ma la storia del pensiero scientifico mostra a sufficienza come esso ha progressivamente spiegato (eliminato) un gran numero di ‘misteri’ che la religione pretendeva riservati alla teologia ed al ‘sacro’, e preclusi alla conoscenza ‘profana’.
D’altra parte, anche se per secoli l’uomo ha fallito nei suoi tentativi di volare Leonardo ha continuato caparbiamente a provarci, comportandosi esattamente come si comporta la scienza di oggi! Prova e riprova, anche le cose più oscure cessano di essere tali.
Probabilmente voi credenti preferite sostenere che “è a motivo della volontà di Dio che tutte le cose esisterono e furono create”. Questa sì che è una perfetta non-spiegazione! Forse tranquillizzante, ma inconcludente dal punto di vista conoscitivo.
Il lungo intervento del dr. Polizzi, mi sembra insufficiente nelle argomentazioni, e soprattutto piuttosto ‘datato’, rispetto al dibattito odierno fra creazionisti ed evoluzionisti. Oltre tutto, di confrontarsi con la scienza ‘non credente’, egli dovrebbe confrontarsi con tutti quei credenti ‘modernisti’ che oramai accettano sostanzialmente (inevitabilmente) tutta una serie di posizioni della scienza alle quali non sono in grado di controbattere, tante sono le prove a favore. In sostanza, quando ci si definisce creazionisti, si dovrebbe ben specificare a quale creazionismo si crede.

F. D’Alpa