00 08/07/2009 18:40
Caro Francesco D’Alpa,
cerco di riassumere rozzamente una parte del tuo intervento: la scienza al momento non è in grado di comprendere tutti i meccanismi evolutivi e l’origine della vita, ma in futuro troverà una spiegazione, come del resto è avvenuto per altri “misteri” del passato. E’ un ragionamento molto caro allo scientismo ma contiene diversi elementi deboli, dal mio punto di vista:

1) vizio epistemologico

La scienza sarà in grado di comprendere in futuro ciò che adesso non è in grado di spiegare: sulla base di quale criterio interpretativo della realtà? nel solco già scavato di quale teoria? Le nuove future scoperte, in buona sostanza, verranno a completare il quadro di quale teoria attualmente incompleta? Della teoria dell’evoluzione? se è così, ed è così, allora questa teoria non è falsificabile in quanto ogni futuro esperimento o scoperta essendo organica, a priori, a questa teoria, non consente ad uno sperimentatore neutrale di giudicare tra essa teoria ed una teoria rivale.
Mi spiego meglio con clamorosi esempi del passato: Darwin riteneva che i fossili mancanti si sarebbero trovati in futuro. Forti di questa certezza gli evoluzionisti formularono la sintesi neodarwiniana. Quando i fossili non furono trovati , negli anni settanta del secolo scorso, venne formulata la teoria degli equilibri punteggiati di S. J. Gould, per spiegare tale mancanza, ad hoc propter hoc. Dunque di fronte ad una nuova situazione che ne consentirebbe la confutazione, la teoria non viene abbandonata ma reinterpretata. Risulta così non falsificabile e quindi si sottrae al criterio di falsificabilità di Popper. Ad una recente conferenza all’Università del Massachusset la nota biologa Linn Margulis ha chiesto ai biologi evoluzionisti presenti di indicare anche solo un fossile che fosse inequivocabilmente la testimonianza di una transizione macroevolutiva. Nessuno ha avuto il coraggio di rispondere! Ma la teoria dell’evoluzione rimane comunque in piedi perché in ballo c’è molto di più della verità scientifica….
Un altro esempio? Che dire degli organi vestigiali considerati testimonianze ancestrali del nostro passato scimmiesco? Ricordiamo l’appendice e la plica semilunare. C’è qualche serio medico che avrebbe il coraggio di affermare che questi organi/strutture non servono a niente? Ma quando ci si accorse che le cose non stavano così la teoria viene forse cambiata? No, perché è appunto non confutabile a priori.

2) deficit cognitivo da colmare in futuro o limite invalicabile ?

Certo su alcune questioni è legittimo sperare nell’accrescimento del sapere scientifico per accertare la verità; ma questa speranza è estensibile proprio a tutti gli argomenti? Per semplificare, potresti dire che in futuro sarà possibile risolvere un sistema in cui il numero delle equazioni è inferiore al numero delle incognite? Che sarà possibile realizzare il moto perpetuo di prima specie?
La domanda è: se invece fosse letteralmente e razionalmente impossibile trovare una spiegazione scientifica a certi fenomeni, in primis quello dell’origine della vita, perché gli algoritmi pongono dei limiti alla nostra conoscenza? Il fatto che si brancoli nel buio per l’abiogenesi da che cosa dipende?
Per restare nella metafora, la soluzione del sistema c’è ma nessuno l’ha ancora trovata o non c’è perché è matematicamente impossibile che ci possa essere?
Quanto all’origine della vita , la Teoria Algoritmica dell’Informazione fissa dei limiti a ciò che può fare il cieco caso. Se un evento ha una complessità superiore a 166 bit (che corrisponde alla probabilità di verificarsi di ) allora l’evento non può essere considerato casuale ma richiede una progettazione intelligente. Hai una pallida idea della complessità in bit, non dico di una cellula, ma solo di una proteina come l’emoglobina? in termini di probabilità vale .
Ma perché quando due impronte digitali sono uguali, quella sulla scena del delitto e quella dell’imputato, un giudice può condannare l’imputato alla sedia elettrica? Si ragiona che la probabilità che appartengano a due persone diverse è minima. Ma sai che è enormemente maggiore di quella della formazione casuale dell’emoglobina? Dove voglio arrivare? A questo: quando affrontiamo questioni di probabilità “ordinarie” dove basta il buon senso per capire, ci troviamo tutti d’accordo. Però poi quando affrontiamo la questione dell’origine della vita allora l’evoluzionista cambia atteggiamento e dice: no, se la probabilità non è matematicamente zero allora l’evento è potuto accadere. Hai ragione sul piano squisitamente matematico, ma a questo punto ti chiedo : se il mio è un atto di fede nel Creatore, il tuo cos’è? non è forse un atto di fede ancora più assoluta nel Dio-Caso?